Le stronzate di Pulcinella

RACCONTIAMO NAPOLI E I NAPOLETANI (usi,costumi,tradizioni di un popolo e di una citta')

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sefora1
view post Posted on 16/6/2008, 09:45 by: sefora1
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TARANTELLA


Testo a cura di G. M. Gala - © 1999-2007


NOTIZIE STORICHE ED ETNOGRAFICHE

La tarantella è un'ampia e diversificata famiglia di balli tradizionali distribuiti nelle regioni dell'Italia meridionale (Puglia, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia e Molise). Solo alcune aree però conservano oggi una tradizione viva, assidua ed autentica del ballo: sono infatti in corso processi di profonda trasformazione delle forme coreiche tradizionali, sia per estinzione del bisogno di esprimersi con un linguaggio corporeo proveniente dalle generazioni precedenti, sia per i radicali mutamenti dei modelli di vita nelle comunità attuali.
La maggior parte dei repertori consiste in balli di coppia (non necessariamente uomo-donna), ma esistono forme a quattro persone, in cerchio e processionali. Più rare sono le forme con solamente un ballerino o una ballerina. Vi sono aree in cui i "ballatori" (così vengono più comunemente detti nel sud) fanno uso di castagnole (dette anche castagnette o castagnelle) nelle mani. Vi sono sottogruppi stilistici che hanno una propria denominazione (pizzica pizzica , ballë 'n copp'o tammurrë, zumpareddu, pastorale, tarascone, viddhaneddha, ballarella, zumparella, ecc.), così come vari sono i repertori musicali (in 2/4, 6/8, 4/4, 12/8, ecc.) e gli strumenti usati per suonarli (canto, tamburo, zampogna, ciaramella, organetto, fisarmonica, chitarra battente, violino, mandolino, flauto - fraulo e friscalettu - doppio flauto, tromba degli zingari o marranzanu, clarino,tamburo a frizione, ecc.).
«... Non v'è più alcun dubbio che il termine "tarantella" sia il semplice diminutivo con suffisso in -ella (molto diffuso nel sud) di "taranta", lemma che in quasi tutti i dialetti meridionali indica la "tarantola" (lat. lycosa tarentula). Il nome del ballo dunque conduce direttamente al rituale di terapia coreo-musicale del tarantismo. La tarantella è sin nell'etimo un ballo all'origine di carattere sintomatologico o terapeutico. ed estatico. La disquisizione poi sull'origine toponimica del nome latino tarentula dato al particolare tipo di ragno poiché ritenuto frequente soprattutto nel territorio apulo intorno l'importante città della Magna Grecia jonica, Tarentum - Taranto, corrispondente oggi alla Puglia centro-meridionale, è difficile da confermare sul piano statistico nell'antichità, la stretta vicinanza degli etimi fra Tarentum e tarentula sembra confermarlo. Il "tarantolismo" o "tarantismo", come fenomeno mitico e magico-rituale di cura o di venerazione del morso ("pizzico") di un animale, trova forti analogie anche in altre aree del Mediterraneo.
[...]
All'occhio attento di chi si addentra nell'analisi dei repertori dei balli tradizionali, svanisce di colpo o viene fortemente mitigato il luogo comune per cui la danza etnica italiana, in particolar modo quella meridionale, sia essenzialmente una danza erotica, di corteggiamento, eseguinta in coppia. La tarantella si porta dietro questa diffusa remora, derivante da una interpretazione di origine turistica: "la danza a coppie - precisa il De Simone (Canti e tradizioni popolari in Campania, Roma, Lato Side, 1979) - non deve assolutamente associarsi all'oleografica danza d'amore tra un uomo e una donna. Tali danze riguardano il folklorismo deteriore e non esprimono affatto il senso culturale del ballo tradizionale". Ridurre la danza popolare in coppia - forma di gran lunga più frequente in tutta Italia - ad un mero gioco di conquista, innamoramento, litigio, gelosia, vendetta e quant'altro della letteratura "rosa", priva il ballo di altre dimensioni e di una complessità semantica di cui esso vive. Ciò non toglie che l'aspetto erotico sia una delle funzioni della danza in genere, ma va visto in un orizzonte antropologico più vasto.
In tutte le forme in coppia della tarantella meridionale, accanto ai temi erotici di iniziazione-persuasione-esibizione-possessione-fertilità (specialmente nel caso di ballo eseguinto in coppia mista) permangono comunemente forme in cui la ritualità ieratica e distaccata di esecuzione (si pensi alla tarantella fra due donne), dona al ballo altri connotati simbolici, leggibili con categorie interpretative differenti.
[...]
Le prime fonti che parlano di tarantella risalgono - secondo le conoscenze attuali - al XVII sec. e sono fonti musicali legate alla cura del morso della tarantola; ben più antiche sono le trattazioni mediche sul fenomeno epidemico e terapeurico. Ma per risalire a chiare citazioni del ballo riconosciuto col nome di tarantella [e riconducibile a forme simili alle attuali ] bisogna spostarsi più avanti nel XVIII sec.
[...]
Per una serie di concause nessun'altra espressione culturale può essere assunta quale migliore e più profondo emblema del sud intero...».
[Tratto da Gala G. M., La tarantella dei pastori, Firenze, Ed. Taranta, 1999].


LA NUOVA MODA DELLE TARANTELLE
La fuga verso l'etnico come rito di purificazione di massa

Negli ultimi anni si assiste anche nel Sud da parte dei giovani delle città (Napoli, Bari, Taranto, Lecce, Foggia, Brindisi, Benevento, ecc.) ad una entusiastica riscoperta del valore dei balli tradizionali, ma in assenza di validi esperti, di studi specifici e di documenti visivi, i processi di recupero tendono a prendere o la strada spettacolare del folklorismo che snatura e decontestualizza l'evento danza, oppure quella del folk-revival giovanile urbano, che svuota di funzioni proprie il ballo e vi aggiunge forme e finalità nuove, più legate ai contemporanei raduni da concerto rock o alla discoteca. Ecco una bibliografia essenziale per studiare la tarantella intesa sia come danza terapeutica che - più diffusamente - come danza ludica, rituale e religiosa. Il fascino delle tarantelle (pizzica, tammurriata, tarantella calabrese, ecc.) si sta propagando a macchia d'olio, divenendo un emblema sociale e ideologico di alternativa culturale alla globalizzazione. D'estate o nei giorni delle feste tradizionali si assiste a veri e propri "pellegrinaggi laici" di giovani, che dalle città del sud o dalle varie regioni del nord si recano al sud per immergersi in improprie tarantelle di massa, come una sorta di nuova danzimania medievale. Così per molti giovani, pieni di entusiasmo e di voglia di conoscere le danze e le tradizioni meridionali, hanno per modello di riferimento altri coetanei, le nuove danze si propagano con l'errata consapevolezza di essere le vere "forme antiche". L'aspetto più contraddittorio del fenomeno è quello di giustificare le reinvenzione di nuovi balli creando attorno ad essi un'aura di classicità (dionisismo, menadismo, riti di possessione, culto della Madre Terra, ecc.). In realtà i balli contadini vanno estinguendosi, e queste nuove forme di invasione culturale stanno dando il colpo di grazia alla tradizione coreutica contadina e si stanno sostituendo ad essa.
 
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