Le stronzate di Pulcinella

RACCONTIAMO NAPOLI E I NAPOLETANI (usi,costumi,tradizioni di un popolo e di una citta')

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Pulcinella291
view post Posted on 17/6/2008, 10:10 by: Pulcinella291
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LA REGINA GIOVANNA

Quante volte noi napoletani abbiamo sentito dire "ne ha fatta piu' essa che a regina Giovanna"riferendoci ad una donna di facili costumi, ecco che allora spiegato per chi non ne conoscesse la storia , chi era questa famigerata regina di Napoli.
Giovanna II d’Angiò, soprannominata Giovannetta, figlia del re Carlo III, Duca di Durazzo, e di sua cugina Margherita, alla morte del fratello Ladislao, re di Napoli e di Ungheria, che l’aveva designata sua erede, si proclamò regina di Napoli, e regnò dal 1414 al 1435.Il suo regno, così com’era successo alla precedente regina Giovanna, fu estremamente travagliato, e la sua vita fu attraversata da alterne vicende domestiche e sentimentali.Arrivata al potere a quarantatre anni, senza alcuna pratica di governo, avendo trascorso la vita tra svaghi e divertimenti di corte, feste, tornei, cacce, banchetti e amori vari, ereditò un regno instabile e vacillante, perciò fu costretta a lasciarsi guidare da consiglieri astuti ed ambiziosi.Così come accaduto anche con la precedente regina Giovanna (tanto che nell’immaginario popolare le due figure si fusero in un’unica Giovanna ape-regina che, dopo l’amore, mandava a morte gli occasionali amanti di turno facendoli precipitare in una botola o richiudendoli in luoghi segreti da dove mai più sarebbero usciti vivi: i famosi “bagni della regina Giovanna”, come Castelcapuano e il palazzo di Poggioreale, a Napoli, fuori Napoli ad Amalfi, in una torre, in un’altra torre fra Resina e Portici, i “bagni” di Sorrento), di volta in volta Giovanna II è stata ritenuta dissoluta, simbolo erotico di trasgressione, gaudente dedita solo ai piaceri mondani.Tuttavia, in tempi più recenti, da parte dei critici ha trovato nuova considerazione, e della sua personalità sono stati rivalutati altri aspetti, come il bisogno di protezione ed il desiderio di difendere orgogliosamente il suo regno, motivi, questi, che, forse, furono quelli fondamentali che la spinsero tra le braccia dei vari amanti, uomini forti che potessero aiutarla concretamente e sorreggerla emotivamente.Quando rimase vedova di Giovanni d'Austria, dal quale non aveva avuto figli, Pandolfello Alopo, il suo favorito (secondo alcuni ex stalliere, secondo altri di buona famiglia, prima coppiere, poi da lei nominato Gran Camerlengo), con il quale ebbe un lungo legame amoroso, malvisto dai baroni, la spinse a risposarsi, nel 1415, col francese Giacomo II di Borbone, conte della Marca, un uomo di nobili origini, ma di pochi scrupoli.Aiutato dai baroni, costui s’impossessò del potere, fece arrestare l’Alopo ed imprigionare il condottiero Muzio Attendolo Sforza, poi costrinse Giovanna a promettergli che lo avrebbe sostenuto nel governo, infine fece decapitare il suo amante e la tenne praticamente sequestrata in Castel Nuovo.Ma nel 1416, grazie ad un'azione di forza degli uomini a lei più fedeli, e al sostegno del popolo che accorse in sua difesa, assediando Castel Nuovo (Ancora le unioni di nobili e popolo e la costituzione delle giunte si rinnovarono, nel 1416 per liberare la regina Giovanna, tenuta come prigioniera dal marito...)3, alla regina furono restituiti la libertà ed il potere, ed anche lo Sforza fu liberato. Giacomo della Marca fu costretto a scappare in Francia, dove, poi, si ritirò in un convento, indossando il saio francescano.Ben presto Giovanna ebbe un nuovo favorito, padrone del suo cuore e del suo governo (che maneggiò tutti gli affari al tempo di Giovanna II) 4, Giovanni Caracciolo detto “Sergianni”, sposato con Caterina Filangieri, figlia del conte di Avellino.

La regina lo colmò di privilegi (concesse anche alla moglie il diritto di entrare in possesso della contea di Avellino alla morte del fratello), e lo nominò Gran Siniscalco del Regno, ma questa carica lo fece entrare in conflitto con lo Sforza, che era Gran Conestabile; costui si alleò con il papa, che promise a Luigi II d’Angiò la corona di Napoli. Consigliata da Sergianni, Giovanna chiese aiuto al giovane Alfonso V d'Aragona, promettendogli, in cambio, di riconoscerlo come suo erede.Ebbe, così, inizio la terribile lotta tra Angioini e Aragonesi, che scaraventò nell’anarchia il regno di Napoli, fra alterne vicende belliche, mentre Giovanna, per la successione al trono, altalenava fra l’adozione ora di Alfonso ora di Luigi.
Per alcuni anni Giovanna fu quasi segregata in Castel Capuano da Sergianni, che ormai esercitava un potere tirannico, ma nel 1432 l’uomo venne assassinato.
Così il popolo per strada, di quest’uomo potente e temuto, cantò:
Morto è lo purpo5
e sta sotto la preta,
muorto è Sergianni
figlio de poeta…

Tre anni dopo, la notte del 2 febbraio del 1435, morì anche lei, dopo aver riconosciuto come suo erede Renato d'Angiò, fratello di Luigi, morto da alcuni mesi, e fu seppellita con semplicità sotto l’altare maggiore della chiesa dell’Annunziata, ma nel 1757 un incendio distrusse la sua sepoltura.
Nella chiesa di San Giovanni a Carbonara, a Napoli, un monumento spettacolare la ricorda ancora oggi, nel mausoleo a Ladislao di Durazzo.






 
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