Le stronzate di Pulcinella

RACCONTIAMO NAPOLI E I NAPOLETANI (usi,costumi,tradizioni di un popolo e di una citta')

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Pulcinella291
view post Posted on 23/6/2008, 10:02 by: Pulcinella291
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IL CAFFE' GAMBRINUS
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E' meta obbligata per turisti e luogo di ritrovo abituale per i napoletani, Gambrinus e’ uno dei caffe’ storici d’Italia. Il suo inconfondibile stile liberty ne fa un elegante luogo dove spesso si puo’ assistere a presentazioni di libri, concerti o performance teatrali. Intorno agli anni 1860, sulla piazza Plebiscito, là dove una volta c'era stato un grande bazar, si apriva il "Gran Caffè". rinomatissimo e frequentato da personaggi illustri ed esponenti cospicui del bel mondo cittadino. Al ritrovo si accedeva attraverso numerosi ingressi, tanto che veniva indicato anche come Caffè delle sette porte.
Il caffè, posto nel centro della città, fu, per più di un decennio, il luogo di raccolta di tutte le più eminenti, o interessanti, o pittoresche figure di Napoli. Non solo, perché non c'era artista forestiero che mancasse di farvi una capatina, ancorché il suo soggiorno si limitasse a una mezza giornata, o poco più. Delle sale del Gambrinus, che presero ad essere indicate secondo precise caratteristiche, per cui si ebbero, tanto per richiamare qualche ricordo, la sala politica, la sala della vita, la sala rotonda, erano assidui frequentatori, tra una folla di nomi illustri: Salvatore Di Giacomo, Eduardo Scarfoglio, Ferdinando Russo, Roberto Bracco, Achille Torelli, Enrico De Nicola, Giovanni Porzio, Libero Bovio, Ernesto Murolo; il critico Saverio Procida, i pittori Morelli, Altamura, Casciaro, Caprile, Dalbono, Postiglione. Sia d'estate, all'esterno, che d'inverno, all'interno, piccole formazioni musicali di dame viennesi, o complessi locali, rallegrarono per anni le soste di cotanti brillanti ospiti. Sulle pedane all'aperto furono date numerose audizioni di Piedigrotta, con orchestre di almeno trenta elementi diretti da Vincenzo Ricciardi, e con cantanti che avevano peso nel varietà dell'epoca, da Diego Giannini a Olga Florez Paganini. Tra costoro, il più assiduo fu Eugenio Sapio, che vi cantò per lungo tempo.Situato a piazza Trieste e Trento, conserva decorazione della fine dell'800 realizzate da importanti artisti napoletani. Tra queste vi sono anche opere di Gabriele D'Annunzio e di Filippo Tommaso Marinetti.

LA PASTA DI GRAGNANO PER I NAPOLETANI
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La produzione della pasta, in particolare dei "maccaroni", che ha reso famosa Gragnano nel mondo, risale alla fine del XVI secolo quando compaiono i primi pastifici a conduzione familiare. Gragnano era allora già famosa per la produzione dei tessuti (da qui piazza Aubry deve il nome popolare di "piazza conceria" ). La produzione dei maccaroni diventò veramente importante solo a partire dalla metà del XVII secolo quando la maggior parte dei gragnanesi si dedicò alla produzione della pasta. La produzione dell' "oro bianco" era ed è favorita da particolari condizioni climatiche , come una leggera aria umida che permette la lenta essiccazione dei maccaroni. L'industria pastaia venne aiutata da ben 30 mulini ad acqua , i ruderi di alcuni di questi si possono ammirare nella "valle dei mulini".Intanto il settore dell'industria tessile entrava in crisi e chiuse definitivamente nel 1783 per una morìa dei bachi che bloccò la produzione della seta. Da allora i gragnanesi si dedicarono alla "manifattura della pasta". L'epoca d'oro della pasta di Gragnano è l'Ottocento. In questo secolo sorsero grandi pastifici a conduzione non familiare lungo via roma e piazza trivione che diventarono così il centro di Gragnano.I pastifici infatti esponevano i maccheroni ad essiccare proprio in queste strade. La poduzione dei maccaroni non rallentò dopo l' Unificazione, anzi. Dopo il 1861 i pastifici gragnanesi si aprirono ai mercati di città come Torino, Firenze e Milano. La produzione della pasta raggiunse quindi l'apice. Gragnano addirittura ottenne l'apertura di una stazione ferroviaria per l'esportazione dei maccheroni che collegava Gragnano a Napoli e quindi all'intero Paese. Il 12 maggio 1885, all'inaugurazione erano presenti nientemeno che il re Umberto I e sua moglie, la regina Margherita di Savoia . Successivamente i pastifici si ammodernanorono. Arrivò l'energia elettrica e con questa i moderni macchinari che sostituirono gli antichi torchi azionati a mano. Il Novecento fu però un secolo difficile per la città della pasta. Le due Guerre Mondiali fecero entrare in crisi la produzione della pasta gragnanese che nel Dopoguerra dovette affrontare la concorrenza dei grandi pastifici del Nord Italia, che disponevano di capitali maggiori. Il terremoto del 1980 aggravò la situazione e ridusse il numero di pastifici a sole 8 unità. Nonostante i tanti problemi, Gragnano continua a essere la città della pasta. Oggi i pastifici puntano ad una produzione di qualità e propongo itinerari turistici alla scoperta della produzione di quella pasta che ha reso Gragnano famosa in tutto il mondo.

VIA CARACCIOLO
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Via Caracciolo è la lunga e larga promenade di Napoli: un lungomare che parte da Mergellina e arriva a piazza Vittoria, fiancheggiando la villa Comunale e la Riviera di Chiaia, antica spiaggia della città. Solitamente strada a scorrimento veloce, ma con ampi marciapiedi per passeggiare, fare sport e respirare aria di mare, la strada si popola di famiglie, bambini, sportivi, saltimbanchi e artisti di strada nelle saltuarie domeniche in cui viene chiusa al traffico, e dedicata allo svago dei cittadini.

Fino alla fine dell'800, il mare giungeva quasi fino ai palazzi della Riviera di Chiaia; poi si decise di colmare la spiaggia, creando questa nuova strada, dedicata all'ammiraglio napoletano del Settecento, uno dei personaggi della Rivoluzione del 1799. Le scogliere presero così il posto della sabbia, eccezion fatta per alcuni lembi di spiaggia sopravvissuti, in corrispondenza delle celebri rotonde; di recente, tuttavia, il Comune ha cominciato a parlare di un progetto che prevederebbe la ricostituzione dell'arenile

Edited by Pulcinella291 - 25/5/2009, 09:31
 
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