Le stronzate di Pulcinella

RACCONTIAMO NAPOLI E I NAPOLETANI (usi,costumi,tradizioni di un popolo e di una citta')

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Pulcinella291
view post Posted on 26/2/2010, 09:00 by: Pulcinella291
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LE VELE DI SCAMPIA

Sono delle costruzioni che prendono il nome dalla loro forma nate tra il 1962 ed il 1975 . Nate a seguito della legge 167 del 1962(alloggi popolari), le sette vele di ScampiaMesso (progettate dall'architetto Franz Di Salvo) facevano parte di un progetto abitativo di larghe vedute che prevedeva anche uno sviluppo della città di Napoli nella zona est, ovvero Ponticelli. L'obiettivo era quello di diffondere sul territorio un sistema di centri urbani e spostare il baricentro urbano verso l'interno della provincia . Sulla carta il progetto era molto interessante . Erano previsti centri sociali, uno spazio di gioco ed altre attrezzature collettive. La mancata realizzazione di questo «nucleo di socializzazione» è stata certamente una concausa del fallimento del progetto e della costruzione stessa. L'idea del progetto prevedeva grandi unità abitative dove centinaia di famiglie avrebbero dovuto integrarsi e creare una comunità, grandi vie di scorrimento e aree verdi tra le varie vele; una vera e propria città modello, ma varie cause hanno portato a quello che oggi viene definito un ghetto, in primis il terremoto del 1980, che portò molte famiglie, rimaste senza tetto, ad occupare più o meno abusivamente gli alloggi delle vele: questo fece sì che varie furono le culture che si intrecciarono e come talvolta succede, a prevalere furono illegalità, abusivismo, prevaricazione in varie forme.

FORCELLA
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Una volta era una pacifica strada della vecchia Napoli che poi si trasformo' in un'autentica Casbah. Furono gli angloamericani nel dopoguerra a farla diventare centro del contrabbando mediterraneo.Ma Forcella è anche la strada che, con i suoi traffici, salvò Napoli dalla fame.


LA FESTA "INTO 'O BUVERO"
La Festa di Sant’Antonio Abate, protettore degli animali ,è ancora oggi celebrata in molte località italiane ed in modo particolare modo a Napoli , anche se la festa è un rito quasi in via di estinzione. In città i festeggiamenti avvengono nel quartiere intorno a Via Foria, detto dai napoletani "‘o buvero ‘e Sant’Antuono" per la presenza della chiesa omonima . Dalle prime luci dell’alba, si assiste ad una processione di persone intenzionate a far benedire se stessi e i loro animali . Dopo la celebrazione eucaristica, la statua di Sant’Antonio Abate viene portata lungo le strade del rione; durante la processione, al grido "menate, menate", da ogni finestra vengono calati tutti gli oggetti di legno che non servono più. Nel frattempo, si prepara una vampa di fuoco, detta "‘o cippo" oppure "‘o fucarazzo", il cui orario di accensione è fissato per le 19:00. Il fuoco può essere ricollegato sia all’azione del Santo contro il male che alla guarigione dalla malattia dell’ergotismo e dell’ herpes zoster ('o fuoco e S.Antonio), affezioni curate con il grasso del maiale.


Edited by Pulcinella291 - 26/2/2010, 02:29
 
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