'A NUTRICCIA (la balia da latte)
Oggi il problema dell’allattamento non esiste, anzi le donne, anche se ampiamente fornite di latte, fanno ricorso sempre più frequentemente a quello artificiale.
Lo fanno per comodità, per non sciupare il seno e perché devono recarsi al lavoro.
.Fino agli anni ’50, invece, non avere latte era un’autentica disgrazia ed era necessario ingaggiare ‘na nutriccia (una balia).
In virtù del loro seno prosperoso, erano preferite le ciociare ed erano facilmente riconoscibili, oltre che per le caratteristiche fisiche appena citate, per l’abbondanza di ori che ostentavano.
I genitori che erano costretti ad affidarsi ad una nutriccia, infatti, 0per ingraziarsela e per assicurare al loro pargolo un buon trattamento, erano di solito molto prodighi ed elargivano a piene mani costose “attenzioni”.
Logicamente, le nutrici erano sottoposte ad assidua sorveglianza perché eventuali loro eccessi potevano incidere sulla qualità del latte con il quale il rampollo era cibato.
La balia non doveva fumare (ma all’epoca erano poche le donne del popolo che lo facevano), non doveva eccedere con l’alcol, non doveva mangiare cibi indigesti, non doveva andare a letto tardi…
Non doveva litigare, non doveva arrabbiarsi perché il latte di una donna arrabbiata si “inacidiva” e danneggiava il pargolo.
Insomma, doveva condurre una vita quasi monacale.
Lo facevano?
Di solito erano ospiti dei genitori del bambino, ma le famiglie meno abbienti affidavano, spesso, il piccolo alla nutriccia che lo allevava come un suo figlio fino a quando non si svezzava.
Nasceva perciò, spesso, un tenero rapporto, che durava tutta la vita, tra queste prosperose donne di campagna ed i bambini che avevano allattato che, spesso, conservavano anche da adulti l’accento ed il dialetto del paese della loro “Tata”.
Non di rado nasceva, addirittura, una sorta di gelosia e di competizione tra la mamma e la nutriccia e la letteratura del secolo scorso ha tratto notevoli spunti da questi contrasti e dalle vicende ad essi legati.
Il mestiere di nutriccia, in effetti, coinvolgendo i sentimenti, era un mestiere difficile perché una donna raramente dimentica un bambino che ha stretto al seno ed al quale ha dato il proprio latte.
Per concludere, voglio ricordare come era chiamata la nutrice dal popolino che, nella sua semplicità, riesce di solito a cogliere e sintetizzare meglio dei letterati situazioni e sentimenti: mammazezzélla.
(da antichi mestieri)
LA PIZZA AD OGGI A OTTOIn alcuni vicoli di Napoli questa usanza è ancora in vigore.Mangi la pizza oggi e la paghi fra otto giorni, quando cioè hai preso " a summana" (la settimana)cioè la paga ad ogni fine settimana.Il pizzaiolo porta la contabilita' "signando" su un quaderno.
una poesia di eduardoNapule è nu paese curioso
è nu teatro antico sempe apierto,
ce nasce gente che senza cuncierto
scenne pe strade e sapè recità.
Nun è ca o' ffanno apposta
ma pe loro o panorama è na scenografia,
o popolo è na bella compagnia,
l'elettricista e Dio che fa campà,
ognuno fa na parte na macchietta,
se sceglio o tipo o nomme a truccatura
l'intercalare na cammenatura
pe fa successo e pe se fa guardà.
Edited by Pulcinella291 - 17/9/2009, 10:58