Le stronzate di Pulcinella

la prostituzione del 900 In italia e a Napoli attraverso immagini dell'epoca

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Pulcinella291
view post Posted on 7/7/2009, 21:44 by: Pulcinella291
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È con un decreto del 1859, voluto da Camillo Benso conte di Cavour per favorire l'esercito francese che appoggiava i piemontesi contro l'Austria, che si autorizza l'apertura di case controllate dallo Stato per l'esercizio della prostituzione in Lombardia. Il 15 febbraio 1860 il decreto fu trasformato in legge con l'emanazione del "Regolamento del servizio di sorveglianza sulla prostituzione. Nascono le cosìdette "case di tolleranza", perché tollerate dallo Stato, volgarmente chiamate " casini o bordelli". Ne esistono di tre categorie: prima, seconda e terza. La legge fissava le tariffe, dalle 5 lire per le case di lusso alle 2 lire per quelle popolari, e altre norme come la necessità di una licenza per aprire una casa e di pagare le tasse per i tenutari, controlli medici da effettuare sulle prostitute per contenere le malattie veneree. Non era raro trovare nelle case di tolleranze cartelli come questi:

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Sarà Filippo Turati, nel 1919 a riaprire la querelle su di una chiusura di queste case , ma per tutto il fascismo non si registrarono variazioni di merito nella legislazione sulla prostituzione se non una disposizione di Mussolini degli anni '30 che imponeva ai tenutari di isolare le case con muri detti "del pudore" alti almeno dieci metri. Le case di Tolleranze per tutto il paese prilferarono e a Napoli fino al 1958 , anno della chiusura ,erano circa 900 . La provenienza delle ragazze di piacere era per metà cittadina, dai vicoli più bui e malfamati e per metà dai paesi del contado, dove spesso una fanciulla disonorata non aveva altra scelta che il bordello. Per lavorare bisognava iscriversi nei ruoli, ricevere una libretta ed entrare poi nel giro, che prevedeva un via vai in numerosi postriboli su e giù per l’Italia, cambiando luogo ogni sette, massimo quindici giorni. La guerra con l’arrivo degli Americani, carichi di dollari e sigarette, fece esplodere il mercato aumentando l’offerta con le signorine che si vendevano per contrastare i morsi della fame; è la triste epoca delle tammurriate nere e del meretricio praticato in centinaia di bassi. Via Chiaia e i Quartieri Spagnoli fino al dopoguerra erano illuminate dalle lanterne rosse. A Napoli il piacere abitava qui.Su vico Sant´Anna di Palazzo al n. 3 sorgeva lo storico "La Suprema", l´attuale Chiaja Hotel De Charme che nell´arredamento si è ispirato ai tempi delle frequentazioni "calde". A "La Suprema" i facoltosi clienti attendevano Nanninella a´ spagnola, Mimì d´‘o Vesuvio, Anastasia ‘a friulana e Dorina da Sorrento.
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Alla casa di tolleranza nell´attuale piazzetta Matilde Serao facevano tappa fissa numerosi giornalisti , era un casino un po' piu' di lusso vedi foto
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Gli squattrinati invece andavano a Montesanto nella "casa delle tre vecchiarelle", signore molto mature che regalavano "gioie" per pochi soldi.

A via Chiaia c´erano le case per politici e intellettuali che potevano permettersi anche un´ora di compagnia, a Parco Comola Ricci l´Internazionale per i militari, qui anche le prostitute spesso erano straniere.
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Nei pressi nel rione Carità c´era il richiestissimo Casino degli Specchi. I bordelli per le classi popolari si trovavano ai Quartieri Spagnoli, qui si preferiva "il quartino" d´ora in base alle possibilità economiche. Il numero 10 di Largo Baracche offriva tutto compreso a 3 lire e 30, ma alla "Suprema" e "La Fioravante" in via dei Fiorentini si spendeva non meno di 12 lire. In molti di questi bordelli si trovava questo cartello
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In altri un manifesto come questo:

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A napoli c'era anche una casa di tolleranza in cui la sua maitresse al fine di incrementare gli affari era solita dare informazioni telefoniche molto dettagliate e fantasiose sull’ attrazioni della casa.
Poi c'era lo storico Casino di Salita S. Anna di Palazzo detto anche 'La Suprema', la più rinomata casa di tolleranza della città, attualmente sede di un lussuosissimo hotel. Le stanze della casa prendevano il nome dalle lavoratrici che le utilizzavano per gli incontri appassionati con i clienti.
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La fine della seconda guerra mondiale e l'ingresso nella seconda metà del XX secolo non servì a cambiare la mentalità fino ad allora in uso in materia di soddisfacimento delle necessità sessuali, tesa a considerare la prostituzione legalizzata un male minore necessario al tempo stesso per tutelare l'igiene pubblica, ma anche la virtù di ragazze destinate a diventare spose e madri e per garantire alla popolazione maschile una valvola di sfogo per i propri istinti sessuali
Con la legge n. 75 - approvata il 20 febbraio 1958 dal Parlamento italiano ed entrata in vigore sette mesi dopo (il 20 settembre a mezzanotte) - che aveva come prima firmataria la senatrice Lina Merlin

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, veniva decisa l'abolizione della regolamentazione della prostituzione in Italia e, contestualmente, veniva avviata la lotta contro lo sfruttamento della prostituzione altrui; veniva, conseguentemente, decisa la soppressione delle case di tolleranza e sulle strade d'Italia di oggi troviamo donne in mano alle multinazionali della prostituzione.
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Edited by Pulcinella291 - 12/11/2019, 20:02
 
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