Le stronzate di Pulcinella

LE POESIE (epigrammi)PROIBITE DI VALERIO MARZIALE

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view post Posted on 21/1/2010, 11:47
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Pulcinella291 Forum

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220px_Martialis



Marco Valerio Marziale è stato un poeta romano ritenuto il più importante epigrammista in lingua latina.
Soleva dire "« Lasciva è la mia pagina, ma onesta la vita. » , mentre Gaio Plinio diceva di lui:"« Era un uomo ingegnoso, acuto e pungente, che aveva nello scrivere moltissimo di sale e di fiele e non meno di sincerità. »
In molti suoi epigrammi cio' che viene in risalto è l'aspetto comico-satirico anche se a qualcuno potra' sembrare prosaico e volgare. Egli coglie l'aspetto comico e satirico dei vizi e difetti umani , riuscendo a dimostrare grande duttilità nell'alternare frasi eleganti e ricercate a frasi sconce e spesso vernacolari. E' un disincatato realista, più che un moralista o un censore e fustigatore di costumi. Celebri i Cento epigrammi proibiti, con i quali, con arguzia viene descritta una certa "sessomania" di romane e romani antichi. Vi postero' qui alcuni suoi epigrammi tradotti in italiano.Teniamo pero' in debito conto che"…delicato e finissimo, talvolta anche lezioso, spesso crudo e osceno, anche se mai compiaciuto o
pornografico; Marziale non è un vero poeta satirico, ma un lirico che sa fare dell’ironia
garbatissima, che conosce il rovescio della medaglia degli altri; egli non ci offende, non è amorale…

A CORNELIO:
Cornelio, sempre
tu deplori
questi miei versi
poco seri
che invero non
potrebbe declamare
un maestro di scuola alle scolare,
ma queste mie operette da sollazzo
siccome ad una
moglie suo marito
non possono
piacere senza il cazzo.
Come se mi
ordinassi un
erotico motivo
che di erotico non
avesse nemmen un aggettivo.
quel bischero ai festini floreali
imporrebbe
facilmente a una battona
un vestito accollato da matrona?
Questa è la legge
del poeta licenzioso:
non può piacere
se non è pruriginoso.
Perciò la serietà ora deponi,
assolvi dunque queste mie canzoni
e guardati dal
castrare i veli belli:
nulla è più orrendo
di un priapo senza
orpelli.


AL MARITO TRADITO
Marito,l'amante infelice
di tua moglie hai sfigurato,
il naso e le due orecchie
con un colpo gli hai mozzato.
Credi forse con ciò
d'esserti vendicato?
Ti puoi certo sbagliare:
l'amante di tua moglie
è ancora in grado di inculare.

Continua

Edited by Pulcinella291 - 29/3/2018, 17:37
 
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IL MEMBRO CHE TI PENDEVA, GLITTO
Il membro che ti
pendeva, Glitto
dal ferro di un
chirurgo fu
tagliato.
Perchè questa
pazzia
se eri tu da tempo
gia castrato?


TI PERDONO, GAURO
Ti perdono,
Gauro, le lunghe
notti che trascorri
vivendo tra le botti.
Tu hai il vizio
divino di Catone.
Se scrivi versi senza ispirazione
meriti lode: sei come Cicerone.
Sei come Antonio nel tuo vomitare,
sei come Apicio nel gozzovigliare,
ma nel succhiare i cazzi che ti pigli
dimmi, mio Gauro,dimmi a chi
assomigli?


A CATULLA
La più bella di
quante furono e
sono,
la più troia di
quante furono e
sono,
o Catulla, come
un pò meno bella
ti vorrei
ed un pò meno
troia di quella che
tu sei


Edited by Pulcinella291 - 27/1/2010, 02:03
 
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NON SONO UN INDOVINO
Non sono un
indovino,
ma se al tuo
schiavo duole
l'uccello
e a te, Nevolo, il
culo,
è facile saper
quello che fai di
bello
.

LE VECCHIE TI DANNO ECCITAZIONE
Le vecchie ti
danno eccitazione
e alle ragazze tu
non fai attenzione.
Non ti piacciono le
tonde
e pazzo vai a
moribonde.
Io mi domando
ripetutamente
se la follia non ti
piglia,
non è questo un
cazzo demente
quando scopa la
madre e non
chiava la figlia?


TU, LESBIA, VUOI CHE L'ABBIA RITTO ALL'INFINITO?
Tu, Lesbia, vuoi
che l'abbia ritto
all'infinito,
credimi, il cazzo
non è proprio
uguale a un dito.
Tu l'accarezzi
parlandogli da
amico,
ma il fare tuo
impetuoso ti è
nemico
 
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A CLOE
Mancanza del tuo volto non sentivo
e neppure del collo e delle gambe,
delle mani, dei fianchi, delle tette,
né delle chiappe tue. Di niente, insomma,
di te, mia Cloe, sentivo la mancanza

A TAIDE
Taide: continui a dirmi che son vecchio.
Taide: nessuno è vecchio, se lo succhi!

A PAPYLO
Hai lungo il cazzo come il naso, Pàpylo:
quando sirizza, il tuo naso l'annusa!

A SERTORIO
Dà inizio a tutto, niente a compimento
porta Sertorio: neanche quando fotte.

LA TUA MISERIA
Eri ricco, una volta, ed inculavi;
né conoscesti donna per gran tempo.
Or che un soldo non hai, vai con le vecchie.
E' la miseria che ti fa chiavare!

A CECILIANO
Non v'era, in tutta la città, chi fottere
la moglie, Ceciliano, ti volesse,
neppure gratis, quando lo poteva.
Ora che la custodisci con le guardie
e la chiavano in massa: sei geniale!


Edited by Pulcinella291 - 5/5/2010, 10:05
 
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A GALLA

Galla,sposasti sei o sette "culattoni", impazzita per le loro lunghe e belle chiome,

e per i loro impeccabili barboni

poi, dopochè le reni hai collaudato ed il membro che somiglia al cuoio ben bagnato

che nemmeno stancandoti tu sei mai riuscita far restare su,

hai abbandonato il letto imbelle, ed il marito molle.

Ma in quei letti tu ricadi sempre piu.

Cercane uno che abbia quel parlare astuto

da Curii e Fabii, col pelo irsuto

un duro,selvatico ed austero, vedrai che li forse lo troverai;

eppur spesso anche tra gli austeri e gravi volti

ci sono i culattoni,son molti..

Galla mi ascolti?

Dico davvero,

è sempre piu difficile sposare un uomo vero.



A GALLIA
Galla, quando ti prego
me la prometti e mai
dopo tu me la dai.
Se tu sei sempre solita mentire,
Galla, piuttosto mi potresti dire
semplicemente :" No,
giammai te la darò!"




A FILOMUSO
Filomuso, tu guardi sempre me
quando io sono al bagno
e poi chiedi perchè
tutti i miei giovani ragazzi
forniti siano di robusti cazzi.
Io ti rispondo con grande semplicità:
lo mettono nel culo a chi ha curiosità.



A FEBO
Febo, tutti quanti i culattoni
t'invitano alle loro libagioni.
Chi si procura il cubo
soltanto con il pene
non posso reputarlo
un uomo per dabbene.

Hai trenta ragazzi e altrettante ragazze
sotto mira.
Ma che farai tu con un cazzo solo
che non tira?


Edited by Pulcinella291 - 17/2/2010, 01:07
 
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view post Posted on 15/2/2010, 11:23
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O MOGLIE
Mi sorprendi a letto con un ragazzino
e, con tono severo, moglie
mi sgridi dicendo che un culo ce l'hai anche tu
Quante volte Giunone disse la stessa cosa al lascivo Giove! |
Ma lui dorme con Ganimede, che non è più un ragazzo
Ercole metteva da parte il suo arco
e faceva piegare Ila: |
credi forse che sua moglie Megara non avesse le chiappe
Febo si tormentava per Dafne che lo fuggiva:
ma Giacinto, | il giovane spartano, fece spegnere quel fuoco d'amore. | Anche se Briseide, dormendo, gli offriva il fondoschiena,
| Achille preferiva l'amichetto dal volto senza peli. | Smettila di dare alle tue cose due nomi maschili: | tu hai due fiche, dammi retta, mogliettina


A LABIENO
Se il petto ti radi per bene,
e le gambe e le braccia, ed il pene
è rasato con ottimo taglio,
tutti sanno, Labieno - non sbaglio! -
che lo fai per l'amica del cuore.
Ma per chi ti depili l'ano
questo resta, poi, un arcano


A CANDIDO
Soltanto tuoi sono i poderi, Candido, soltanto tuoi i denari,
soltanto tuoi i vasi d'oro e di mirra,
soltanto tue le anfore di vino massico e di cècubo del tempo di Opimio,
e soltanto tuo il senno, e soltanto tuo l'ingegno.
Soltanto tue sono tutte queste cose: nè credere che voglia negarlo!
ma la moglie, Candido, l'hai in comune con tutti
.

LE SCUSE DI MARZIALE
’Pubblico mio, suvvia non deplorare questa poesia trovandola volgare, anche se non la potrebbe declamare un maestro di scuola alle scolare;

ma queste mie rimette da sollazzo, così come un marito ad una moglie non possono piacere senza il cazzo.

D’altronde non si può dir cose audaci senza citare dove le donne danno i baci

Questa e’ la legge del poeta smaliziato: non può piacere se non e’ un po’ sboccato.

Perciò la serietà or deponete

e questi versi sciolti orsù assolvete.

Se poi qualche parola e’ impertinente

non osate castrar le mie canzoni,

che sarebbe l’esatto equivalente

di chi tagli ad un pene i suoi coglioni.


Edited by Pulcinella291 - 5/5/2010, 10:05
 
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view post Posted on 19/2/2010, 08:55
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A FESCENNIA UBRIACA

Per non puzzar del vino
che ieri hai tracannato,
divori avidamente
i Cosmo-pastiglioni.
Con tali profumate,
soavi colazioni,
t’impiastri solo i denti,
mia povera Fescennia.
Ma freno non può porre
Ai rutti provenienti
Da un baratro infernale.
Così frammisto infatti
a quei potenti aromi,
il tuo fetore è peggio:
con doppia forza il fiato
t’esplode più lontano.
Son frodi troppo note,
malizie da furbastra:
desisti, dammi retta,
non essere ostinata.
E fa’ semplicemente,
da brava, l’ubriaca.”



Di Aufidia,di cui fosti marito

Di Aufidia,di cui fosti marito,
sei ora l'amante ufficiale;
mentre l'amante preferito
adesso di lei e' lo sposo legale.
Come mai moglie d'altri t'innamora
quella che tu detestavi allora?
Quando scopavi sempre sul sicuro,
forse che non ti diventava duro?


SERTORIO
Sertorio e' troppo intraprendente,
tutto comincia e non finisce niente .
Penso che quando lui una scopata fa
anch'essa la lasci interrotta a meta'


Solo ti godi,Candido,le terre e il tuo tesoro
Solo ti godi,Candido,le terre e il tuo tesoro,
ti godi sempre solo murrine e vasi d'oro,
solo ti godi il vino piu' pregiato che ti resta,
e chi negare puo' che solo tu possiedi cuore e testa?
Solo la moglie,Candido,lo sai
con tutto il mondo in comunione hai.



Tra i popoli di Libia,o Gallo

Tra i popoli di Libia,o Gallo,
tua moglie gode di cattiva fama
e di sfrenata e criminale brama.
Ma sono tutte balle belle e buone.
Il deprecato vizio di prendere non ha.
Al contrario,semplicemente, lei la da'
.

DOPO CHIAVATO POLICARMO SEI SOLITO CAGARE

Dopo chiavato,Policarmo,sei solito cagare.
Dimmi che usi hai quando ti fai inculare?
 
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view post Posted on 22/2/2010, 09:46
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La casta levina

La casta Levina, non da meno
delle antiche sabine,
sebbene più rigida essa stessa
del severo marito,
mentre nel bagno si rilassa,
ora nelle acque del Lucrino,
ora d'Averno,
e mentre spesso prende un bagno caldo
nelle terme di Baia,
ecco che cade in amoroso fuoco:
pianta il marito e segue un giovanotto:
come Penelope a Baia era venuta,
come novella Elena partì.


A MARIANO

Chi è, Mariano, cotesto ricciutello,
che sempre alla tua sposa sta
attaccato?
Chi è cotesto ricciutello,
che sussurra all'orecchio delicato
di tua moglie non so che parole
e appoggia sulla sedia
il suo gomito destro
e anelli fa ruotare in ogni dito
e ha le gambe da peli non violate?
Non mi rispondi nulla?
- Egli sbriga gli affari di mia moglie.
- E sì, davvero è un uomo di fiducia
e lo mostra proprio nell'aspetto
di essere rigido amministratore:
Aufidio di Chio non certamente
è di lui più solerte.
Oh, quanto tu saresti stato degno,
o Mariano,
degli schiaffi sonori di Latino:
sei fatto per succedere a Pannicolo.
Sbriga gli affari di tua moglie?
Proprio quel ricciutello buono a nulla?
Costui non di tua moglie, o Mariano
ma fa gli affari tuoi.


A PANNICO
Non sai, o Pànnico, perché la tua Gellia
abbia d'intorno a sé soltanto eunuchi?
Essa vuol soddisfare i suoi capricci,
ma non ne vuol saper di
partorire.

Edited by Pulcinella291 - 5/5/2010, 10:04
 
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view post Posted on 1/3/2010, 19:16
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FILIDE

E Fillide fu mia.

Bellissima, stupenda,

con me, in tutti i modi,

per una intera notte,

appassionatamente,

fu prodiga d’amore.

All’alba già pensavo

Che cosa avrei potuto

In dono farle avere.

Profumo da una libbra?

Di Cosmo o di Nicero?

O lane superiori,

di Betica, in matasse?

Oppure dieci bionde

Monete fior di conio

Del Cesare sovrano?

Quand’ecco, all’improvviso,

al collo mi si avvinghia:

a lungo sulla bocca

m’imprime dolcemente

un bacio che ricorda

l’amplesso colombino.

Infine lei mi chiede

Un’anfora di vino.”




FILENA
Non giace nel triclinio

Se prima vino schietto

-boccali sette almeno-

non ha rivomitato.

Può allora cominciare,

a stomaco svuotato,

a berne nuovamente

e insieme a trangugiare

pallottole di carne

-speciali per atleti-

in sedici bocconi.

Appena terminato

un tal popo’ di roba,

si dedica al piacere…..”

 
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view post Posted on 3/3/2010, 20:40
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SCHIATTI D'INVIDIA

«Schiatta d'invidia quel tale perchè tutta Roma mi legge.
Schiatta d'invidia perchè sono segnato a dito dalla folla.
Schiatta d'invidia perchè Tito e Domiziano mi hanno concesso privilegi e favori.
Schiatta d'invidia perchè ho un piccolo podere fuori città e una casa modesta a Roma.
Schiatta d'invidia perchè sono circondato da amici e invitato a cena.
Schiatta d'invidia perchè sono amato ed ho successo.
Schiatti pure chi crepa d'invidia!»


NESTORE
Ti stupisci che le orecchie di Mario puzzino
| Colpa tua, Nestore: sei tu che gli parli nelle orecchie. (
Per poeta vorresti passare, |
ma un verso tuo non ce l'hai detto mai: |
prometti che per sempre tacerai, |
e passa pure per chi cazzo ti pare.


PAOLA
Vuoi sposare Prisco:
non mi stupisco, Paola, scema non sei. |
Prisco non ti vuole sposare:
scemo non è neppure lui.


A TE
Dal momento che conosci la vita e la fedeltà di tuo marito |
e sai che nessun'altra donna agita o monta sul tuo letto, |
perché sciocca ti tormenti per i suoi schiavi come fossero |
i suoi amanti, che amano di un amore breve e fuggitivo? [...] |
La vera matrona, la vera donna deve conoscere i suoi limiti: |
lascia ai ragazzi la loro parte, tu tieniti la tua.


 
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view post Posted on 11/3/2010, 19:42
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FABULLA

Sei bella, non c'è che dire, sei graziosa, è vero, sei ricca, non è un mistero per nessuno. Ma quando, o Fabulla, troppo ti lodi, non sei né ricca, né carina, né graziosa (diventi antipatica).


A LENTINO
Ti trucchi da giovane, o Lentino, ti sei tinti i capelli, infatti son diventati improvvisamente corvini, da candidi che erano. Ma non puoi ingannare tutti: Proserpina (= la morte) indovina la canizie sotto la maschera dei capelli tinti e te la strapperà!
Senza figli sei, ricco e stravecchio; e credi di avere degli amici sinceri? Le vere amicizie son quelle contratte in gioventù, quando si è poveri. Chi ti è amico da poco si augura la tua morte!
Vuoi dir tutto con grazia, o Mattone. Parla una volta bene; e altra volta né con grazia né bene; e qualche volta paral [anche] male (con semplicità)


A CERINO

Dilacerato fino all' ombelico,
di culo una reliquia non ti resta,
Càrino, eppure fino all' ombelico
senti il prurito. Oh scabbia insopportabile!
Senza più culo, lo vuoi sempre in culo


A SABELLO
Se il tuo culo è stecchito, mi domandi
tu Sabello, e pretendi una risposta?
In culo tu puoi andare, col tuo culo!


A ZOILO
Col tuo fradicio culo, perché guasti
Zoilo, tutta la vasca? Se v'immergi
pure la testa, diverrà cloaca!


PLYCARMO
Caghi, quando hai chiavato, Polycarmo.
Dopo inculato, sai dirmi che fai?


ALMO
Ama i castrati Almo e non gli tira:
poi lamenta che Polla non fa figli!
 
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view post Posted on 15/3/2010, 10:57
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AD EGLE
Egle tu male hai cantato
finché sei stata fottuta.
Ma ora che canti bene,
non sei più da baciare
.

Zoilo,
perché insudici tutta la tinozza
lavandoci dentro il deretano?
Per sporcarla di più
tuffaci il capo in giù.


Lesbia sostiene di non aver mai fatto
l’amore gratis; Vero: quando vuol far
l’amore è solita pagare


a Manneia
Manneia, il tuo piccolo cane
ti lecca bocca e labbra:
or più non mi stupisco,
se piace al cane di mangiar la merda.


A BASSO
Tu scarichi il superfluo del tuo ventre
in un infelice vaso d'oro,
né, Basso, tu te ne vergogni.
Tu bevi in un bicchiere, che è di vetro,
cachi dunque a prezzo più costoso.


a Gemello
Gemello vuol sposare Maronilla,
la brama e la corteggia assiduamente,
la prega e le fa doni.
«Ma è veramente così bella?»
«Macché! non v'è nulla di più brutto.»
«Cos'ha dunque che piace e attira tanto?»
«Essa tossisce per tubercolosi.»


Edited by Pulcinella291 - 5/5/2010, 10:07
 
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view post Posted on 21/3/2010, 20:58
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A CARINO

Dilacerato fino all' ombelico,
di culo una reliquia non ti resta,
Càrino, eppure fino all' ombelico
senti il prurito. Oh scabbia insopportabile!
Senza più culo, lo vuoi sempre in culo


NON E' PECCATO

Non è peccato, Lesbia, se del cazzo
t'empi la bocca e poi l'acqua trangugi:
lo sciacquone tu l'usi dove occorre



A CHIONE

Chione, la fama vergine ti dice:
niente più puro v'è della tua fica.
Se vai alle terme, allora, le mutande
tirati, per pudore, sulle labbra!


CATULLA

Di quante sono e furono più splendida,
più volgare di quante sono e furono,
vorrei, Catulla, che tu diventassi
splendida meno, ovvero più pudica.


A GALLIA

Galla, se tu sei in casa, i tuoi capelli
stanno in licenza presso il parrucchiere
alla Suburra; ed i tuoi denti, come
vesti di seta, la sera deponi;
di cento e più flaconi ben guarnita
tu giaci, ma non è il tuo volto teco;
e quelle sopracciglia che tu inarchi
son fresche di giornata; né riguardo
tu mostri per la tua fica canuta
da porre nella tomba di famiglia.
Prometti voluttà, ma il cazzo è sordo
e, anche se ha solo un occhio, ben ti vede!
 
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view post Posted on 29/3/2010, 16:57
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A NESTORE

Nestore, non hai fuoco, né una toga,
né uno strame di cimici per letto,
non una coltre tramata di giunchi,
schiavo non hai (ragazzo o in là con gli anni),
neppure una bimbetta. Niente chiavi,
né cani o serrature; neanche un calice,
Nestore, eppure tu ti vanti d'essere,
ti fai ciamare, povero e fra il popolo
vuoi ti si ponga. Ma è millanteria.
Povertà non vuol dire avere nulla


O GALLA
Galla, se tu sei in casa, i tuoi capelli
stanno in licenza presso il parrucchiere
alla Suburra; ed i tuoi denti, come
vesti di seta, la sera deponi;
di cento e più flaconi ben guarnita
tu giaci, ma non è il tuo volto teco;
e quelle sopracciglia che tu inarchi
son fresche di giornata; né riguardo
tu mostri per la tua fica canuta
da porre nella tomba di famiglia.
Prometti voluttà, ma il cazzo è sordo
e, anche se ha solo un occhio, ben ti vede!


DORMI GALLO
Dormi, Gallo, con maschi dal gran cazzo,
ch'è sempre ritto, mentre il tuo vacilla.
Cosa mi devo, o Febo, sospettare?
Un frocio ti credevo, ma la fama
dice che proprio checca tu non sei...


A VACERRA
Vacerra, sei un pentito ed un infame
calunniatore; vivi a inganni e traffici;
succhi i cazzi e sei pure consulente
del circo. E non hai soldi. E' proprio strano


GLITTO
Glytto, il tuo cazzo che non stava ritto
fu reciso dal ferro. Che pazzia!
Un prete senza palle già non eri?

 
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view post Posted on 9/4/2010, 11:18
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TI ASSOLVO O GAURO
T'assolvo per le notti che dilunghi,
Gauro, nel bere: tu imiti Catone.
Per i versi che scrivi in latitanza
d' Apollo e delle muse: sei seguace
di Cicerone. E Antonio copi, quando
vomiti; e Apicio, allorché ti rimpinzi.
Ma, quando succhi il cazzo, a chi t'ispiri?


QUANDO LE GOTE
Quando le gote a te fiorivan morbide
di lanugine lieve, oscenamente
la tua lingua leccava laggiù in basso,
senza vergogna, gli uomini. Ma adesso
dei becchini e dei boia il tristo ceffo
tuo merita il disprezzo e allora impieghi
altrimenti la bocca, tutto in ruggine,
latrando a chi t'imbatti. Molto meglio
la sacrilega lingua esercitare
sui genitali: quando li succhiavi,
era più pura, senza paragone.


CALLISTRATO
Per ostentarmi la schiettezza tua,
spesso mi dici che ti fai inculare,
Callìstrato, ma schietto non ti credere:
chi ammette tali cose, il peggio cela


PAPYLO
A farti fare il culo tu ci godi,
Pàpylo, ma poi piangi. Ti lamenti
d'aver quel che hai voluto e pentimento
dell' oscena prurigine ti prende?
O invece non sei sazio e perciò piangi?


CONTINUA NELLA SECONDA PAGINA VAI GIU'

Edited by Pulcinella291 - 5/5/2010, 11:48
 
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