Le stronzate di Pulcinella

NON E' VERO MA CI CREDO (Superstizioni e credenze popolari )

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Pulcinella291
view post Posted on 6/7/2010, 08:12 by: Pulcinella291
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COME SI CURAVANO ALCUNE PATOLOGIE
La medicina popolare presenta una estesissima serie di credenze, usanze e pratiche spesso strane o addirittura assurde, inoltre: gli avanzi dell'antica scienza medica ufficiale, ormai superata, e concetti e applicazioni collegati con la magìa e con la superstizione.
Prima della scoperta della penicillina, il popolo usava guarire le ferite con le muffe; e in Abruzzo, contro il mal d'occhi, si consigliava “sughe de melarance”, cioè quella vitamina che ora si somministra per iniezioni.In realtà, quasi mai si può fare una netta separazione nella medicina popolare tra il frutto di secolare esperienza e il risultato dell'applicazione dei principi della magìa o di credenze ricollegate con la superstizione e la religiosità popolare.
possiamo . dunque , affermare che l’uomo ha sempre cercato il modo per ovviare al dolore e ai danni derivanti dalle malattie e, dalla sua comparsa sulla terra, ha imparato a sfruttare le risorse che aveva a portata di mano, trovando i rimedi nella natura, fino a quando la medicina e la farmacologia non sono diventate vere scienze. In tutte le epoche ed ovunque, parallelamente all’opera di studiosi e ricercatori, esisteva una sorta di medicina popolare, alla portata di tutti,dettata da tradizioni, credenze ed esperienze, tramandate quasi sempre verbalmente e usata per alleviare piccoli malanni.
Per lavare e disinfettare ferite ed escoriazioni
far bollire dell’acqua con un po’ di sale, farla raffreddare e poi usarla.- Quando non si aveva a portata di mano nessun tipo di disinfettante usavano la propria urina.
Per fermare il sangue
in mancanza d’altro, specialmente se succedeva in campagna, spaccavano una canna e applicavano sul taglio o ferita uno o più dischetti di cellulosa che si trovano tra un nodo e l’altro (assomigliano a delle piccole ostie).

Perdita dei sensi
facevano annusare l’aceto

Per calmare la tosse
facevano bollire un litro circa di acqua con 3 o 4 fichi secchi,3 o 4 mandorle (compreso la buccia legnosa), qualche buccia di arancia o limone,2 foglie di nespolo,un pugnetto di orzo,qualche radice di malva e un po’di camomilla; facevano ridurre il liquido alla metà e ne bevevano una tazza bollente ogni tanto, non trascurando di stare al caldo.

Per il mal di stomaco-pesantezza di stomaco
facevano bollire 2 tazze di acqua con 3 o 4 foglie di alloro con la buccia di mezzo limone e un cucchiaio di zucchero; facevano ridurre il liquido alla metà e lo assumevano bollente

Per le slogature
bagnavano della canapa (usavano sfilacciare lo spago usato per legare i covoni di grano “a curdell”) nel bianco d’uovo montato a neve e con essa fasciavano l’arto slogato; la fasciatura asciugandosi diventava rigida; il giorno dopo la toglievano e a volte ripetevano l’operazione.

Per irritazione e arrossamenti della cute dei neonati
sbattevano con la forchetta o la frusta in parti uguali acqua e olio di oliva fino a che l’emulsione diventava come una crema e poi l’applicavano sulla cute arrossata.

Per il prurito o irritazione cutanea da contatto
(a volte succedeva che stando vicino a sacchi di leguminose o graminacee si veniva colti da prurito e sulla pelle si formavano delle bolle rosse “afarecc” ) passavano sulla parte irritata delle fette di zucchine.

Per bruciore/irritazione agli occhi
applicavano sugli occhi chiusi fettine sottilissime di patate che sostituivano quando si asciugavano e ripetevano l’operazione per una buona mezz’ora.

Per i geloni
sulla parte interessata strofinavano ripetutamente l’aglio

Per calli e verruche
vi applicavano più volte 1 o 2 gocce di latte di fico.

Per il giradito
Immergevano rapidamente il dito nell’acqua intanto che bolliva, ripetevano l’operazione dopo qualche ora.

Per la caduta di capelli o barba a chiazze
strofinavano sulla parte più volte al giorno la cipolla per 10/15 giorni.

Per i foruncoli
lessavano le foglie di malva, le applicavano strizzate sul foruncolo e fasciavano, dopo qualche ora sostituivano la malva, l’operazione veniva ripetuta fino a ottenimento risultato.

Per l’infiammazione alle gengive
facevano bollire la pianta della malva e usavano l’acqua della bollitura per sciacquare la bocca più volte al giorno.

Per il mal di denti
tenevano sul dente che faceva male un chiodo di garofano

Per le stomatiti
la sera prima di andare a letto mettevano in bocca un po’ di miele.

Per il raffreddore e mal di gola
facevano bollire con cannella, chiodi di garofano e un po’ di zucchero una tazza di buon vino, ne inalavano i fumi e dopo lo bevevano bollente prima di andare a letto.

Per il mal d’orecchio
andavano da una donna che allattava un bimbo (una bambina non andava bene) si facevano dare un paio di gocce di latte (lo mettevano in un ditale) e lo inserivano nell’orecchio che faceva male.

Per la puntura di ape o zanzara
facendo pressione con una lama metallica facevano un piccolo segno di croce sulla puntura d’insetto e poi ci strofinavano la cipolla.

Per l’acidità di stomaco
masticavano il gambo di una foglia di prezzemolo.

Per piccole scottature
ricoprivano la parte interessata con il sale fino.

Per le screpolature delle mani/dita
lavavano bene le mani con l’acqua calda, spalmavano la sugna (grasso di maiale), strofinavano bene le mani e poi con un panno toglievano l’eccedenza.

Per il vermifugo per bambini
mettevano nella culla vicino alla testa del bambino spicchi d’aglio e rametti di ruta.

Per la stitichezza dei bambini
davano da bere un decotto di foglie di ortica.

Per la stitichezza degli adulti
mangiavano una bella ciotola di siero e ricotta ancora calda.

Per bloccare la diarrea
usavano bere sciroppo di amarene che preparavano al momento opportuno con zucchero e amarene in rapporto 1:1 e conservavano in vasi di vetro al buio in cantina.

Per il mal di pancia
usavano bere la camomilla calda con zucchero e limone

Per il mal di testa
alcune donne, che sapevano farlo, con il pollice segnavano la fronte di chi aveva mal di testa con piccoli segni di croce e intanto recitavano una formula che serviva ad allontanare il malocchio. Chi voleva imparare la formula doveva farlo la notte di Natale.



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I BALLI NELLA TRADIZIONE POPOLARE

Dalle origini della civiltà umana, fino all'età moderna, la danza ricopre una funzione rituale importantissima, come se assumesse un carattere sacro.
Per l'antichità latina si ricorda il “carmen saliare”, che i sacerdoti Salii cantavano danzando in una processione propiziatoria.
Per il medioevo, oltre la “ruota” e le altre danze angeliche del Paradiso dantesco, ricordiamo che la tradizione di ballare in chiesa era comunissima anche nel Trecento.
Ormai, però, i residui di questa tradizione vanno rapidamente sparendo o attenuandosi : le danze, invece che dentro la chiesa, si fanno ora sul sagrato, all'aperto, oppure durante la processione.
Tra le forme caratteristiche più antiche, ancora oggi vive nella tradizione popolare italiana, indichiamo innanzitutto il “ballo-tondo” o danza in “cersa lo jus prima”.
Oltre alla bella mugnaia nel Carnevale d'Ivrea, ricordiamo la “locherà” di Rocca Grimalda (Alessandria) ispirata a questo motivo.
Ma senza dubbio, i balli popolari più noti sono le danze di corteggiamento, a cui partecipano varie coppie con una serie di figure che simboleggiano la vicenda amorosa dai primi approcci fino alle nozze: vi appartengono la “tarantella napoletana”, il “saltarello” diffuso dall'Italia centrale fino all'Emilia, il “trescone”, la “monferrina”, la “furlana”, la “pavana”, la “bergamasca”.
Tutti rivelano l'originaria funzione propiziatoria che s'incentra nell'unione dei due motivi: i salti e le nozze.
Si ricollegano a questo gruppo le “danze di gruppo”, che hanno il preciso scopo di far partecipare il maggior numero possibile dei presenti alla festa; ricordiamo alcune danze “discese” tra le classi popolari da ceti più alti, come la “quadriglia”.
Il “ballo della tarantola”è una danza a scopo terapeutico, che viene ballato specialmente in certi paesi della Puglia, in forma di eccitato isterismo da chi è o si crede morso dalla tarantola, ragno ritenuto velenoso


Edited by Pulcinella291 - 6/7/2010, 03:15
 
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