Le stronzate di Pulcinella

NON E' VERO MA CI CREDO (Superstizioni e credenze popolari )

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Pulcinella291
view post Posted on 7/7/2010, 10:04 by: Pulcinella291
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LA VARA
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In Italia l'uso di macchine da festa è diffuso e di antica tradizione. Queste " invenzioni" ebbero "valore d'arte e di storia" e furono spesso oggetto di progettuali da parte di artisti famosi e oscuri in occasione di avvenimenti sacri e profani uno di queste e' la vara.
Vara è un termine utilizzato in Sicilia e in alcune regioni dell'Italia del sud per indicare il carro trionfale su cui vengono posti statue o dipinti di Santi per essere portati in processione.
Ve ne sono di diversi tipi: i carri diffusi in provincia di Palermo, come quello impiegato per la festa di Santa Rosalia a Palermo, sono grandi strutture in legno della forma di una nave, ricoperte da tessuti variopinti e sul cui ponte si trovano, generalmente, il coro o la banda musicale e i membri del clero.

Ad Altavilla Milicia sul carro viene montata, l'8 settembre in occasione della festa della Madonna, una colorata torre in legno e cartapesta, alta circa 20 m, che svetta sui tetti delle case con l'icona della Vergine Maria, quadro di scuola giottesca, in cima. Esso, come da tradizione, viene trainato dai buoi e dalle vacche per le vie del paese. I carri trionfali vengono seguiti da migliaia di fedeli in festa.

Nella Sicilia centrale, notevole, ad Enna è la Nave d'Oro, del 1590 rivestita in oro zecchino, su cui la statua della patrona, Maria SS. della Visitazione, viene trasportata dal Duomo alla Chiesa di Montesalvo a spalla da 124 confrati, in occasione della Festa della Madonna della Visitazione del 2 luglio.

La città di Messina vanta possedere uno dei più celebri e antichi carri devozionali esistenti in Europa, la Vara dell'Assunta, portata in processione ogni anno il 15 agosto. Si tratta di un imponente apparato che si sviluppa in altezza e che narra attraverso diversi personaggi la morte della Vergine e la sua assunzione in cielo. La sua costruzione rimonta al XVII secolo, ma è stata più volte rimaneggiata e restaurata, sostituendo i personaggi, anticamente rappresentati da bambini, con figure di cartapesta.

La Provincia di Catania possiede un vastissimo patrimonio di vare, da quelle classiche a sei o a quattro colonne, in legno o argento, a quelle più caratteristiche, come la Vara dell'Assunta di Randazzo, che si innalza per diversi metri di altezza.

Nel catanese sono dette varette (piccole vare) anche le caratteristiche candelore, dei grossi ceri votivi appartenenti a circoli o classi sociali trasportati per mezzo di artistiche costruzioni lignee dalle forme baroccheggianti.

In alcune località etnee della provincia di Catania la vara utilizzata il Venerdì Santo per portare in processione il Cristo Morto è chiamata cataletto.

I DOLCI DEI MORTI
In Sicilia ma anche nel napoletano vi era l'usanza per la commemorazione dei defunti di preparare dei dolci appositamente per la ricorrenza. Si vestivano le vetrine delle pasticcerie con dolci che i morti avrebbero portato ai bambini nella notte tra il 1 e il 2 novembre : il giorno dei defunti si trasformava così in un giorno di gioia , un modo come un altro per ricordare i cari scomparsi.La vigilia del giorno dei morti si andava a dormire verso le 19 e 30. La motivazione era la credenza che i cari defunti, se la trovavano svegli i bambini non avrebbero portato i regali. Solo i bambini buoni li ricevevano.
I regali erano: i torroncini ,arachidi, biscotti, cioccolato, nocciole e – per chi me aveva la possibilità – comprava qualche giocattolo.


LA SCARTOCCIATA DEL GRANTURCO
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E' lo scartocciamento delle foglie dal granturco . Nella Marsica che è una subregione dell'Abruzzo interno, comprendente trentasette comuni della provincia dell'Aquila ma anche in alcune aree delle Marche ,il giorno della "scartocciata" era giorno di festa.In quasi ogni angolo e piazzetta del paese, generalmente nel mese di settembre, avveniva l'operazione dello "scartocciarnento" delle " mazzocche". Queste venivano depositate negli appositi e già preparati per l'occasione, "paunoni" e, qui, in questi speciali contenitori venivano scaricate dai caratteristici "traini" ( carri lignei a 2 stanghe trainati da l cavallo o un asino o un mulo) o dai carri ( carri lignei a I stanca trainati da una coppia di buoi) tutte le pannocchie raccolte ancora avvolte dalle grandi foglie ( "Scartocc' ").Quando da lontano si sentiva l'assordante e caratteristico suono della sgranatrice di pannocchie gruppi di ragazzi festanti accorrevano a frotte, per la gioia dell 'agricoltore, per poter ognuno girare, quasi a gara, la manovella della ruota permettendo, così facendo, al contadino di finire in fretta, senza dispendio 'di energia o altro, il lavoro della sgranatura.
Del granturco, così come pure del maiale, non si buttava via nulla. I chicchi infatti venivano usati per fare la farina, i torsoli si usavano per fare i tappi per le bottiglie, specialmente per quelle che dovevano contenere la conserva di pomodoro, per il mangime per gli animali, per accendere il fuoco e per costruire un semplicissimo giocattolo formato dal "torsolo" e da un penna di gallina infissa nel retro della pannocchia ( questo speciale attrezzo ludico, lanciato con forza, in alto, dai ragazzi finita la spinta cadeva per terra, per forza di inerzia, roteando su se stesso) e le foglie, anche queste ben essiccate al sole venivano collocate dentro una speciale custodia di tela ( "Saccon" " ) ed il tutto veniva disposto sotto il materasso di lana del letto matrimoniale conferendo allo stesso maggior pompa ( non a caso era chiamato il letto grande) rendendo orgogliosa la padrona di casa.

 
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