| Prurito nelle mani.
Una vera leggenda! I nostri nonni, che erano i saggi della famiglia, ci dicevano che era un segno premonitore: Se il prurito era all'interno (sul palmo) della mano, di sicuro dovevamo prepararci a grandi guadagni economici. Se il prurito era all’esterno (sul dorso) della mano, si annunciavano solenni percosse o disagi. L’avvertimento era di non grattarsi, perche' nel caso in cui il prurito era sul palmo, grattarsi faceva svanire l'effetto, mentre se il prurito era sul dorso si confermavano “li mazzáti”. Quindi bisognava soffrire e sopportare quei maledeti pruriti in silenzio
Il fischio d’orecchi. Per farlo cessare immediatamente si chiedeva un numero alla persona vicina. La lettera corrispondente al numero era l’iniziale del nome di chi ci stava pensando in quel momento con la variante che se il fischio era nell’orecchio sinistro ci stava elogiando mentre se l’orecchio era destro stava parlando male
Quando si addormentava una gamba o un piede. Con rapidità si chiamava la nonna, sempre presente in casa, che toccando la gamba o il piede con le mani invocava l’angelo custode per far risvegliare l’arto incriminato. Mia nonna diceva :" sceta sceta pede che l'angelo mo vene, vene cantanne e o pede se sta scetanne"
Chi aveva un brivido improvviso dietro la schiena. Si doveva fare immediatamente il segno di croce perché in quell’istante era passata un’anima vagante
TRADIZIONI E USANZE FRIULANE Nella notte di Natale, se una ragazza a mezzanotte si guarderà nello specchio coi capelli sciolti, vi vedrà l’effigie di colui che è destinato per sposo. Sempre la vigilia di Natale si mette sul fuoco il ceppo, detto Zòc o Nadàlin. Questo ceppo è simbolo stesso del Natale, tant’è che lo si portava a casa in forma solenne, un rito accompagnato dall’allegria dei fanciulli che reggevano lumi accesi».Alcune famiglie usano gettare nel fuoco gocce di vino e qualche pezzo dei dolci che si mangiano, altri versano il vino sul ceppo.Terminate le feste le schegge e i carboni “del zòc” erano conservati con cura e utilizzati per accendere il fuoco quando minacciava mal tempo, o in segno scaramantico-augurale quando si dischiudevano i bachi. Assieme alla schegge del ceppo natalizio si bruciavano anche le foglie dell’ulivo benedetto e alcuni rami di ginepro ritenendo questa pratica un potente talismano contro le malìe delle streghe e, generalmente, contro il malocchio.
Edited by Pulcinella291 - 1/9/2010, 11:22
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