Le stronzate di Pulcinella

NON E' VERO MA CI CREDO (Superstizioni e credenze popolari )

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Pulcinella291
view post Posted on 13/9/2010, 15:37 by: Pulcinella291
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l'Uomo selvatico
L'Uomo selvatico è un essere umano leggendario presente in molte tradizioni popolari italiane, soprattutto alpine e appenniniche.Oltre che essere un personaggio leggendario e un simbolo iconografico diffuso in tutto l'arco alpino.Nelle valli del Canavese è considerato uomo saggio, conoscitore dei segreti della lavorazione del burro e dell'allevamento degli animali domestici. Resiste a tutto tranne che al vento. Si racconta che fosse tanto vecchio da aver visto la campagna mutare ed evolversi: sette volte la valle è stata prato, sette volte campo, sette volte bosco, quindi abbandonata.
In Garfagnana l'omo salvatico vive nelle grotte, fabbricandosi gli utensili da cucina con uno scalpello; inoltre insegna ai pastori come produre burro, formaggio e ricotta e in una storia della Lucchesia avrebbe insegnato anche a trasformare il latte in olio se i pastori non lo avessero lasciato andare via. Pare che l'omo salvatico rida quando piove e pianga quando c'è bel tempo: atteggiamento a prima vista incomprensibile, ma che viene spiegato ritenendo che le condizioni atmosferiche del presente sono all'opposto di quelle che seguiranno
Qualcuno afferma che l'uomo selvatico era un contadino di Delebio che viveva solitario in una casupola isolata sui fianchi del monte Legnone, a Canargo; egli viveva del latte di una vacca e di qualche capra e un po' di farina; di patate ed altro che i suoi parenti gli portavano. Non era pazzo e non sentii che avesse fatto del male alcuno, molti lo temevano.Una leggenda popolare della Val di Poschiavo racconta :
"C'era in cima al pendio che declina in boschi e prati dal Sassalbo verso il lago di Poschiavo, un alpe; la quale, fossero i sassi di cui una volta era ingombro, fossero le belle rocce del Sassalbo che vi risplendevano sopra, si chiamava (e ancora si chiama) Sassiglione. Lassù s'erano raccolti un bel giorno i pastori a fare il burro. Mentre se ne stavano a lavorar di lena, chi ad affaticarsi presso la zangola, chi a sbracciare ne' tini dentro la bella pasta del burro che ben si rappigliasse, ecco arrivare una frotta di quei selvaggi. Come se fosse apparso il diavolo! I poveri pastori restarono lì tutti senza fiato a guardare i musi d'orso dei sopraggiunti. Costoro invece, come se fossero gente di casa. Dan mano al latte, lo versano nelle zangole e in men che non si dica, ne cavano il più bel burro biondiccio e compatto da far gola anche a un morto. Eppoi addosso al siero del latte, lo riversano nelle caldane, fanno fuoco, soffiano, mestolano e alla fine davanti agli occhi dei pastori intontiti ne svuotano gran copia di bella cera profumata e limpida. E vociando allegramente ripartono via d'improvviso come erano venuti. E gli uomini, tant'erano spaventati e stupiti, nemmeno seppero ricordarsi dello strano gioco e prova e riprova, essi non riuscirono mai a cavar dal siero del latte la preziosa cera delle api." E' chiaro quindi che questa figura misteriosa si aggira nella mitologia dei popoli di montagna e cambia nome a seconda dei posti.Selvagiu (in Val di Lanzo),
Gigant (Piemonte),
Om Pelos (Dolomiti),
Om dÎ Bosch (Toscana),
Sanguanel (Trentino),
Omo dal Cappellon (Veneto
).


 
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