Le stronzate di Pulcinella

NON E' VERO MA CI CREDO (Superstizioni e credenze popolari )

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Pulcinella291
view post Posted on 16/3/2012, 08:52 by: Pulcinella291
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ALCUNE STORIE NAPOLETANE :apparizioni e misteri.


Il Marinaio Americano
Un curioso ospite fa ogni tanto capolino dalle finestre dei palazzi in via Nuova Marina: quello di un soldato della marina americana particolarmente goloso. Apparirebbe infatti soltanto quando negli appartamenti della zona vengono cucinate delle patatine fritte. Biondo, un bel sorriso solitamente sfoggiato, indossa la divisa tipica della marina militare, bustina in testa compresa.

Stranezze a San Giovanni a Teduccio
Cert'è che di stranezze segnalate nella zona di San Giovanni a Teduccio ve ne sono tante. Rumori strani udibili ogni sera verso le 20.30 e una signora vestita di nero che butta per terra un zoccolo di cui è possibile ascoltare il rumore generato dall'impatto col terreno; una cavallerizza in sella a un nero destriero; un fantasma bianco che muove la testa come se volesse annuire...

Il Ponte della Morte
Via S. Teresa degli Scalzi, Ponte della Sanità. I lamenti e i pianti di coloro che vi si suicidarono risuonano tristemente, a quanto pare, durante le notti di pioggia. Al fenomeno avrebbero assistito diversi testimoni, sicuri infatti di aver sentito voci e lamenti provenire dalla strada situata sotto il ponte; usciti poi di casa per controllare, non avrebbero visto nessuno. Le inferriate attualmente collocate lungo il ponte risalirebbero al 1880 circa, ivi poste per debellare appunto quella che era ormai divenuta l'abituale routine dei suicidi. Lo stesso problema si verificò anche al Parco della Rimembranza, a Posillipo, laddove la parte che dava sul mare fu chiusa per i fin troppo frequenti suicidi che da lì avevano luogo.

Le Passeggiate Notturne di Re Ferdinando
Re Ferdinando I di Borbone (1751 - 1825), conosciuto anche come Ferdinando IV re di Napoli, ma più beffardamente come "Re Nasone", ancora oggi è in vena di passeggiate notturne nei giardini della Floridiana, sua residenza, lì dove la consorte Maria Carolina lo tradiva solitamente col suo guardiacaccia Lalò. Pare inoltre che il sovrano si diverta a spiare di sera avvenenti signore della zona nell'attimo di spogliarsi

La Città Fantasma
Sussurri, voci, passi, ombre, luci circolari che escono dalle case abbandonate viaggiando poi tra un vicolo e l'altro. Tutto questo avverrebbe di continuo nel cosiddetto "Rione Terra", la parte più antica di Pozzuoli, zona abbandonata ormai da tempo a causa del bradisismo e del terremoto. Stanziata sulla rupe che da una parte si affaccia sul porto e dall'altra sul lato occidentale del golfo di Napoli, è tra le più note e famigerate "città fantasma" dell'intero territorio campano.

La Tomba di Agrippina
Nelle notti d'estate di luna piena, il fantasma di Agrippina, ancora in cerca del proprio amante, apparirebbe sull'acqua nei pressi della sua antica tomba a Bacoli. Molti l'avrebbero vista nell'atto di pettinarsi i capelli usando la superficie del mare come specchio. Laddove però chiunque provi ad avvicinarvisi, scompare improvvisamente lasciando dietro di sé una scia di penetrante e seducente profumo

La Fabbrica Fantasma
Strani rumori risultano percepibili a San Giorgio a Cremano nella zona in cui un tempo sorgeva una fabbrica di bombole, distrutta da un incendio, frutto di una manovra errata, che costò la vita a diversi operai. La gente del posto, oltre ad aver notato più volte luci evanescenti, asserisce di aver sentito spesso rumori di macchinari e il gran vociare di operai al lavoro. Il fenomeno si ripeterebbe con una certa costanza soprattutto nel mese di gennaio, periodo nel quale avvenne probabilmente l'incidente. E lo stesso incidente verrebbe inscenato per l'occasione da alcuni degli sventurati protagonisti come l'inquietante sequenza di un film.

La Barchetta Fantasma
Storia di un amore non corrisposto. Quello di Bruno verso Tecla, donna bellissima ma dal cuore di pietra, che lo aveva sposato senza amarlo e del tutto indifferente nei confronti dei suoi sentimenti. Non riuscendo a fare a meno della donna che amava, nonostante il suo amore non fosse minimamente ricambiato, bensì deriso, calpestato, ridotto a ben misera cosa, Bruno continuava a custodire l'immagine di quella donna nello scrigno del suo cuore, nella speranza che un giorno le resistenze di Tecla fossero vinte e convinto, allo stesso tempo, della fedeltà della donna malgrado la sua palese mancanza d'amore.
Ma una sera, a una festa, Tecla conobbe Aldo e fu amore a prima vista. La donna provò inutilmente a resistere alla forte passione che le lacerava l'animo, fino ad arrendersi decidendo quindi di vedere Aldo. I due amanti iniziarono così a incontrarsi clandestinamente su una barca in mare aperto.
Una notte, un barcaiolo dal volto coperto rovesciò la barca sulla quale Aldo e Tecla, in fuga da tutti, viaggiavano verso il coronamento del loro sogno d'amore: i due amanti annegarono abbracciati. Il barcaiolo altri non era che Bruno, marito tradito desideroso di vendetta. Difatti un ghigno di disprezzo gli apparve sul viso, poco prima che affogasse a sua volta insieme a loro.
Ancora oggi, una barchetta viaggia ogni notte sostenuta dal lieve tocco delle onde del mare. Apparendo alle coppie di innamorati, almeno a quelli che si amano veramente, mostra Aldo e Tecla baciarsi lentamente e teneramente al chiarore di luna. L'incanto poi si spezza, la barchetta corre veloce come inseguita da qualcuno e il sopraggiungere di un'altra imbarcazione la capovolge consegnando per sempre alle braccia del mare quel dolce e infelice amore.

La Dama di Via del Piliero
Nei pressi di via del Piliero, molte persone affermano di aver visto il fantasma di una giovane donna, in abiti seicenteschi, fuggire disperata come inseguita da qualcuno. Sarebbe talmente sfuggente che nessuno finora è mai riuscito né ad avvicinarla né a guardarla bene in viso. Potrebbe trattarsi probabilmente dello spirito di una donna violentata e poi uccisa dai saraceni nell'ambito delle scorribande che infestarono le coste nel '600.

"Dio m'arrassa da invidia canina, da mali vicini et da bugia d'homo da bene".
Si tratta di una misteriosa iscrizione incisa su una lapide posta all'Ospedale della Pace, risalente forse al XVI secolo. La tradizione addebiterebbe tale frase a un onesto cittadino ingiustamente accusato e condannato a morte per omicidio a causa dell'invidia altrui e di false testimonianze.

Prima di morire, l'uomo dispose il lascito della sua eredità proprio all'Ospedale della Pace, aggiungendovi la lapide sulla quale fece incidere la già citata iscrizione, eterna voce, perenne ammonimento contro ogni forma d'ingiustizia. Se la lapide, narra la leggenda, fosse stata però tolta, l'eredità, in base alle precise disposizioni dettate dall'uomo, sarebbe passata all'Ospedale degli Incurabili, tenendo anche pronta, a tale proposito, un'altra lapida ancora con la stessa iscrizione.
Tanto per premunirsi che nessuno togliesse di lì quella lapide, l'uomo dispose anche che qualcuno andasse di volta in volta a controllarla. E visto che in molti giurano di aver visto una strana sagoma aggirarsi nei pressi del vecchio ospedale salvo poi svanire nel nulla (probabilmente lo sventurato protagonista di tutta questa storia), sembra che tale supervisione duri ancora...

Le tre figlie del barone Toraldo
Le tre figlie del barone Toraldo, nobile del sedile di Nilo, Donna Romita, Donna Regina e Donnalbina, vissute nel '300, vagherebbero afflitte e in cerca d'amore tra piazza San Domenico Maggiore e via Mezzocannone. Promessa in sposa al cavaliere Filippo Capece, Donna Regina vi rinunciò appresa la notizia che anche le altre due sorelle erano, ricambiate, perdutamente innamorate del cavaliere.
Rinunciando al matrimonio e venendo così meno alla promessa fatta al vecchio padre, in punto di morte, di dar seguito alla dinastia, le tre sorelle, di comune accordo, devolsero metà del proprio patrimonio ai poveri e l'altra alla fondazione, per ciascuna, di un monastero di cui sarebbero state badesse, facendo di fatto estinguere il casato e lasciando soprattutto perdere definitivamente Capece. Del quale però, gravate dal peso di un eterno ed infelice amore, andrebbero ancora in cerca.

 
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