Le stronzate di Pulcinella

NON E' VERO MA CI CREDO (Superstizioni e credenze popolari )

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Pulcinella291
view post Posted on 23/5/2012, 11:40 by: Pulcinella291
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I GUARITORI RURALI


Ancora oggi in alcune comunita' di campagna esiste la figura del guaritore, una specie di stregone che si dedica a curare affanni e malesseri. Dobbiamo pero' dire che attualmente queste figure stanno via via scomparendo.
In passato, infatti, egli svolgeva un vero e proprio ruolo sociale, essendo sovente l'unico "operatore terapeutico" che curava, oltre che gli uomini, anche gli animali, non di rado l'unico bene posseduto dalle famiglie di contadini. C'è da dire che, queste figure, agirono - storicamente con risultati innegabili e talvolta sorprendenti, mediante un insieme di riti suggestivi. Ovviamente, erano maestri nell'uso delle erbe, con le quali preparavano rimedi acquaretici, colagoghi, detossicanti, antiflogistici, eupeptici.
Solitamente connotavano dette erbe con il nome di Santi, onde amplificare, nella mente del paziente, l'effetto della pozione, lasciando intendere anche una intercessione del Santo medesimo nella guarigione. Così, ad esempio, l'iperico (efficace contro le scottature) divenne "l'erba di San Giovanni"; la genziana (cui si annoverano virtù digestive e febbrifughe) divenne "l'erba di San Ladislao Re"; il comune basilico (che oltre ai ben noti usi di cucina, si impiega, sotto forma d'infuso, per le sue proprietà antinfiammatorie, tonico-digestive ed antisettiche) è anche conosciuto come "l'erba di Sant'Elena".
In caso di fratture, in particolare tra i meridionali, non si ricorreva alle cure dell'ortopedico, bensì all'operato dell’ossalaro, una sedicente figura professionale che, comunque, in qualche modo, riusciva a ricomporre le fratture medesime (anche per questo, però che, in passato, tantissime persone restavano menomate a vita anche in seguito agli esiti di una banale caduta). Nel mio paese ce ne era uno molto bravo si chiamava Francesco La Mura detto Ciccio a starza.


A SAN SEBASTIANO NON UCCIDERE IL MAIALE


Si ricorda che San Sebastiano sia stato ucciso il 20 gennaio e che prima morire abbia maledetto tale data ed il relativo giorno della settimana. Ad esempio nel 1995 il 20 gennaio è stato venerdì; sarebbero stati quindi maledetti tutti i venerdì del 1995. Da ciò è nata una tradizione che vuole in quel giorno non venga svolta alcuna attività importante, pena la ritorsione da parte delle forze sovrannaturali. Infatti i contadini dicono che tale giorno non si può uccidere il maiale, fare vino, preparare la salsa, ecc.
Si racconta di una signora che fatto le salsicce in quel giorno ed ha dovuto buttarle perché erano andate a male; così anche un contadino ha raccontato di aver tagliato un albero e che questo il giorno dopo era talmente marcio da non poter essere utilizzato neppure per il fuoco.

LE MESTRUAZIONI tra credenze, superstizioni e falsi miti.


Il ciclo è un fenomeno naturale che da sempre si trova ancora a fare i conti con credenze, superstizioni e falsi miti, aspetti talmente assurdi da risultare per certi versi persino divertenti.
Il sangue del mestruo, in particolare, da sempre ha dato origine a curiosità, preoccupazione, addirittura paura, tanto è vero che le diverse culture studiate dagli antropologici riferiscono di una valenza magica che ha assunto nel tempo significati di tipo simbolico ed esoterico più o meno positivi: da mezzo di purificazione impiegato nei riti di iniziazione, a elemento segreto per gli incantesimi d’amore, fino ad essere considerato miracoloso contro le malattie incurabili.
Le donne non solo devono passare almeno quattro giorni al mese (le fortunate) con le mestruazioni, ma sono anche vittime delle credenze popolari che hanno contribuito a rendere questi pochi giorni al mese dei giorni ancora più difficili.Ecco di seguito dieci delle credenze più diffuse ma completamente false.
Non lavarsi i capelli

Si tratta di un antico pregiudizio che non ha alcun fondamento, lavarsi i capelli durante le mestruazioni non ha ovviamente nessuna controindicazione.

Non farsi il bagno

Falso, anzi durante il ciclo l’igiene personale ed in particolare quella intima va incrementata per evitare infezioni o cattivi odori. Sono da controllare solo gli sbalzi di temperatura. Meglio in ogni caso la doccia del bagno in vasca, soprattutto i primi due giorni.

Non fare il bagno al mare

No, non è assolutamente vero. Quando ci si fa il bagno il ciclo si blocca, l’importante e non restare molto tempo in mare altrimenti quando si esce si rischia una fuoriuscita di sangue più forte che, fisicamente, non ha nessuna controindicazione, solo potrebbe essere fastidioso. Anche qui è consigliato solo fare attenzione agli sbalzi di temperature.

Fare sesso fa male

Non esiste alcuna controindicazione all’attività sessuale se alla donna e al suo partner non dà fastidio e se non provano imbarazzo.

Non si prova piacere quando si fa sesso

Molte donne al contrario in quei giorni sono molto più sensibili. Il tatto sarà diverso perchè ovviamente le parti intime saranno più umide.

Non si può rimanere incinta

Falso. È meno probabile, ma assolutamente non impossibile.

Non si devono toccare le piante, altrimenti appassiscono

Questa è una di quelle credenze che forse inventarono le donne stesse per non lavorare nei campi durante il ciclo mestruale perchè giustamente troppo stanche. Oggi possiamo tranquillamente affermare che non è assolutamente vero. Si diceva che la donna fosse impura o addirittura malata, quasi offensivo!

Non si può fare sport

Non esiste alcuna controindicazione per la pratica sportiva moderata. In molti casi, anzi, l’attività fisica aiuta a combattere i dolori mestruali. Lunghe passeggiate o sport leggeri aiutano il corpo a mantenersi in equilibri anche durante il ciclo.

Non bisogna stare all’aperto se fa freddo

Molti medici del XIX secolo ritenevano che l’esposizione al freddo durante il ciclo mestruale potesse causare infiammazioni della cavità uterina, tutto falso.

Non ci si può tingere i capelli

Neanche qui c’è alcuna spiegazione, falso! Andiamo pure dal parrucchiere se ci va, anzi, visto che solitamente capita di non sentirsi molto attraenti, questo ci farebbe anche recuperare un po’ di autostima in più.

IL CASTELLO DI PIOPPI E LA CONTESSA MATELDA 'AFFAMATA DI SESSO

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Una bella donna,Matelda,una donna sicuramente piacente ed affascinante;una donna dai sani e robusti appetiti sessuali,stando alle cronache un po’ maliziose della metà del 1200,epoca intimamente legata a costumi libertini appannaggio esclusivo della ricca e annoiata nobiltà.
Della quale faceva parte Matelda,o anche Telda,che andò sposa ad un rampollo della famiglia Guidi,potentissima signoria che dominava con pugno di ferro la zona del casentino,in Toscana.
Un matrimonio sicuramente combinato,come del resto si usava nel medioevo,creato ad arte per allargare i domini territoriali,e voluto dalle famiglie senza interpellare ovviamente la futura sposa.
Per una dama le alternative al matrimonio erano di gran lunga peggiori del male;e di fatto più che usare il plurale andrebbe usato il singolare,in quanto ad una donna restava solo la via del convento in caso di mancato matrimonio.
Così la bella e giovane Matelda andò sposa a Guido,uomo avanti negli anni,e sicuramente poco propenso alle battaglie nell’alcova.
La nostra Matelda fece di necessità virtù e iniziò a guardarsi attorno;dalla torre del suo castello di Poppi,iniziò a scrutare con ansia i passanti,indugiando soprattutto su quelli giovani e nerboruti,meglio ancora se dotati di un minimo di cultura;i suoi preferiti erano i menestrelli,i cantori che andavano di villaggio in villaggio,di corte in corte,a raccontare storie e allietare con le loro ballate le noiose giornate della nobiltà fannullona.Ma non erano solo i menestrelli l’oggetto della concupiscenza della nobil signora;paggi e piccoli cavalieri,artigiani e lavoranti,non aveva molta importanza. I requisiti fondamentali è che fossero giovani,belli e aitanti.
Ovviamente non sappiamo che fu il primo della nutrita lista di amanti della giovane dama,ma sappiamo che ben presto ci fu un via vai di giovani che entravano tra le mura del maniero;ma non ne uscivano più.

Perché la donna non poteva far sapere in giro di essere un’adultera,non poteva correre il rischio di essere scoperta e ricattata;ciò avrebbe significato un’orribile fine,o quanto meno una vita di segregazione all’interno del castello,o peggio ancora in un oscuro monastero.
Così Matelda,dopo l’amplesso,faceva uscire i giovani amanti da un passaggio segreto;i giovani,ancora storditi dall’avventura,passavano su trabocchetti che si spalancavano e inghiottivano tutti,senza lasciare traccia del loro passaggio.
La cosa andò avanti per lungo tempo,fino a quando la popolazione del borgo iniziò a sospettare la verità;erano molti i giovani che all’improvviso erano scomparsi,in concomitanza con una visita al castello.
Così,esasperati,gli abitanti,approfittando dell’assenza del conte Guido e delle sue truppe,assaltarono il castello,catturarono la bella Matelda e la rinchiusero nella torre.
Di li non uscì più,perché venne fatta morire di fame e di sete;una punizione terribile,come del resto terribile era stata la sorte che aveva regalato ai suoi occasionali amanti.
Da quel momento la torre prese il nome di Torre dei diavoli,perché la gente del borgo sosteneva che in alcune notti particolari,la bella Matelda,ridotta ad un fantasma,si aggirasse per i bastioni del castello alla ricerca di giovani uomini con cui placare la sua insaziabile fame di sesso.
Fate attenzione se passate da Pioppi perchè pare che la bellissima contessa,il cui fantasma continua instancabilmente ad aggirarsi per le mura,ancora oggi seduce con la sua bellezza coloro che,imprudentemente,si fanno accalappiare dalle sue doti di incantatrice.




Edited by Pulcinella291 - 8/1/2013, 08:06
 
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