| LE CREDENZE DI ALCUNE REGIONI SUL NATALE Sul Gargano allo scocco della mezzanotte di Natale, i vecchi insegnano ai giovani gli scongiuri per evitare le tempeste, o il “pater noster verde” che allontanerà i tifoni e distruggerà il malocchio.Anche in tante altre Regioni d’Italia la notte di Natale sembra la più propizia per “passare il mestolo”. Questa è un’espressione che deriva dalla seguente tradizione: nel cuneese le “masche” pronunciano la seguente frase rivolte a una giovane di casa: “Ti lascio il mestolo” e colei che lo riceve in eredità viene iniziata dall’anziana ai misteriosi scongiuri. Anche in Veneto, la notte di S.Giovanni e la notte di Natale sono quelle preferite dalle donne sagge e sapienti per insegnare i segreti alle ragazze. E nelle vostre regioni?
La formula magica per togliere il malocchio a Caprarica di Lecce, per es., è segreta e viene tramandata in queste notti da madre in figlia; la masciara fa il segno della croce, mette un piattino vuoto sulla testa dell’ affascinato, ripete il segno di croce e recita la formula segreta, che “potrebbe” essere simile a questa: "Patrunu te li Celi e de la Terra: /famme all'occhi Toi stu giurnu degna; / sse pozza ssoscire /stu nnutu te lu malignu, / ca st'ànima criatura ete nnucente nfacce llu Patre, lu Figliu e llu Spiritu Santu”. Versa dell’acqua nel piattino, immerge l’ago della pasta in una bottiglia d’olio, fa cadere tre gocce nel piattino con l’acqua, se l’olio si spande non c’è lu nfascinu, se l’olio scompare subito è nfascinu recente, se l’olio scompare piano piano lasciando quasi un alone, è un malocchio vecchio. La donna fa ancora il segno della croce e sparge il contenuto del piattino nelle quattro direzioni. Ripete il rito per tre volte; l’ultima volta nel piattino aggiunge del sale, lo lascia sciogliere e poi getta il contenuto nella pianta più rigogliosa del giardino, mentre pronuncia: “Ieu te tau li mei dolori, tie me tai li toi ardori!” Il rito viene ripetuto a distanza di qualche giorno, affinchè la persona colpita dal malocchio sia completamente liberata. Altre credenze del folklore popolare riguardano la sfera amorosa. Se una ragazza la notte del Natale si guardava allo specchio con i capelli disciolti poteva immaginare di vedere, invece della sua immagine, quella del suo futuro sposo. Sempre durante queste feste, per sapere se si sarebbe sposata entro l’anno, la ragazza poteva praticare delle semplici “divinazioni” il 31 dicembre: “La festa di San Silvestro, prendi la tua scarpa sinistra e lanciala tra i rami di un cespuglio. Se lo zoccolo resta impigliato, ti sposerai entro l’anno. Se invece dopo che l’avrai lanciato per nove volte, sarà sempre ricaduto, passeranno diversi anni prima che ti si conduca all’altare.” Oppure, sempre a S.Silvestro: “Getta con la mano sx una pantofola dietro la schiena; se la punta sarà in direzione della porta, ti sposerai entro l’anno, sennò dovrai attendere ancora.” “Dopo il 31 dicembre, la prima sera in cui vedi la luna piena in cielo, lavora sodo per tutto il giorno al fine di stancarti. Dopo cena lavati le mani, la bocca, gli occhi , i capelli, che saranno tirati dietro la nuca. Esci, recati in un luogo tranquillo e solitario, come il recinto di un campo, appoggiati a un albero o un palo di sostegno e guarda la luna, chiedendole di rivelarti chi sposerai; torna in silenzio a dormire. Se il tuo cuore è sincero, sognerai sicuramente del marito che verrà.”
UN ELENCO DELLE COSE PORTA SFORTUNA
In vari paesi, soprattutto di tradizione anglosassone, il venerdì 13 (perché venerdì è il giorno in cui fu crocifisso Gesù); in altri il venerdì 17 (in Italia), o il martedì 13 (Spagna, Grecia, Sudamerica); Il motivo della presunta sfortuna associata al 13 deriva dal fatto che 13 era il numero dei partecipanti all'ultima cena, proprio per questo riferimento sarebbe deprecabile sedersi a tavola in 13 perché il tredicesimo convitato sarebbe destinato a morire entro l'anno. Un'altra teoria vuole invece che un venerdì 13 del 1307 Filippo il Bello diede ordine di sterminare i cavalieri templari per impadronirsi delle loro ricchezze: da allora la nomea riguardo questo numero. Anche riguardo l'origine del 17 sfortunato sussistono diverse ipotesi: una delle più avvalorate riconduce la credenza alla latino in quanto il numero 17 si scrive XVII, che anagrammato diventa VIXI (sono vissuto in italiano) quindi se ho vissuto vuole dire che ora sono morto; altri sostengono risalga ad una delle più gravi sconfitte dell'esercito: la battaglia della Foresta di Teutoburgo nell'anno 9 d.C, in quella sfortunata occasione furono annientate tre intere legioni (la XVII, la XVIII e la XIX), episodio che creò un enorme turbamento a Roma e la cui eco rimase a lungo nel mondo romano. La sfortuna del 17 potrebbe essere di origine biblica: nella Genesi (7,11) è indicato che il Diluvio universale ebbe inizio il 17 del 2º mese nell'anno seicentesimo della vita di Noè. In Giappone, il quattro è considerato un numero sfortunato per via del fatto che, benché si scriva diversamente, il numero, che si pronuncia "shi", ha la medesima pronuncia dell'ideogramma usato per rappresentare la morte (死). Si dice che rompere uno specchio porti sette anni di disgrazie: già prima dell’invenzione dello specchio si riteneva che ogni superficie riflettente fosse dotata di proprietà magiche. L’uomo preistorico che vedeva la propria immagine riflessa nell’acqua di un lago o di uno stagno poteva pensare che si trattasse di un altro sé. Di conseguenza, qualunque disturbo arrecato al riflesso poteva significare un pericolo per la propria salute. La credenza si rinforzò con l’arrivo degli specchi: qui, vedendo la propria immagine distorta e spezzata nei frammenti di uno specchio rotto, diventava anche più facile credere a possibili conseguenze negative. Furono gli antichi Romani a decidere che uno specchio rotto avrebbe causato sette anni di guai: esisteva infatti all’epoca una credenza secondo cui la vita si rinnoverebbe ogni sette anni. Poiché uno specchio rotto significava che la salute era stata spezzata, si concluse che sarebbero stati necessari sette anni prima di tornare sani come prima. Inoltre lo specchio era un oggetto molto prezioso, pertanto la sua rottura avrebbe comportato una grande spesa per poterlo sostituire. È considerato sfortunato anche far cadere il sale o il recipiente che lo contiene, pure nel caso in cui questa caduta non ne comporta lo spargimento sul tavolo o per terra; questo perché in antichità il sale era una merce rara e preziosa (il termine "salario" deriva anche da una forma di pagamento in sale presso l'antica Roma) e sprecarlo gettandolo per terra era considerato di cattivo auspicio. Tuttavia, la sfortuna si ritiene scongiurata gettandone un pizzico dietro le spalle. Aprire un ombrello in casa è considerato un cattivo presagio, questo perché indicherebbe che il tetto lasci passare la pioggia, simboleggiando una casa ridotta in miseria. Si ritiene che appoggiare un cappello sul letto possa portare un lutto in famiglia; probabilmente deriva dal fatto che spesso gli indumenti di ospiti improvvisati o in soprannumero vengono adagiati sul letto per mancanza di altro spazio e per comodità. Uno degli eventi che può creare questa situazione è proprio un funerale. Questa è un'altra caratteristica della superstizione: tutto ciò che può evocare, anche solo lontanamente, situazioni non piacevoli viene considerato come un cattivo presagio. Si dice porti sfortuna uccidere una coccinella, in quanto insetto molto utile agli agricoltori. Per i marinai, non rispettare un albatros porta sventura e maledizioni, come accade al protagonista di The Rhyme of the Ancient Mariner. In Marina anche il blu è considerato sfortunato, così come invitare una donna a bordo di una nave. D'altronde, tutto il mondo legato al mare è considerato generalmente molto superstizioso: un retaggio del passato, quando prima di fare un viaggio si tendeva addirittura a fare testamento, a causa dei grandi pericoli legati alla navigazione. Si considerano sfortunati gli atti di augurare «buona fortuna» o «auguri» prima di un evento importante, e similmente «buona caccia» a un cacciatore (il quale viene invece salutato con «in bocca al lupo») o «buona pesca» a un pescatore, per via della credenza scaramantica per cui che se si parla di un evento questo non accadrà. Il colore viola è considerato tabù per molti artisti, perché, nel medioevo, nel periodo della Quaresima (durante il quale i sacerdoti indossavano una stola viola), erano vietati gli spettacoli teatrali e, quindi, attori e saltimbanchi erano costretti ad un'inattività forzata. Nonostante tale motivazione sia decaduta (e sia sconosciuta alla maggior parte degli artisti moderni) ancora oggi il viola viene volutamente evitato, ad esempio da alcuni cantanti durante le loro esibizioni, e soprattutto in televisione, se non, appunto, come una sorta di provocazione contro chi crede nelle superstizioni. In passato il Teatro Regio di Torino ha visto molti grandi interpreti, tra cui Luciano Pavarotti, rinunciare ad esibirsi, per via del suo soffitto viola. Nelle regioni del centro Italia è solito dire che far cadere la sabbia nelle lattine porti sfortuna. Uno dei più tipici eventi sfortunati è rappresentato dal gatto nero che attraversa la strada, in particolar modo se da sinistra. Questo deriva dal fatto che i gatti neri venivano imbarcati sulle navi dei pirati perché considerati più abili nel dare la caccia ai topi; vederne uno per strada significava dunque che una nave pirata era nei paraggi. Inoltre, nel medioevo, i gatti neri per via della loro colorazione scura che si adattava alla notte (e degli occhi che riflettevano inquietantemente la luce nel buio) erano associati al diavolo e ai sortilegi, tanto che bastava possedere un gatto nero per poter essere accusati di stregoneria e quindi condannati al rogo. Il passare sotto una scala è considerato di cattivo auspicio e questa credenza ci arriva direttamente dagli antichi egiziani. Ritenevano infatti la figura del triangolo una figura sacra (es.le piramidi o simboli come l'occhio all'interno del triangolo).Una scala appoggiata ad una parete forma infatti con la parete stessa e il pavimento proprio un triangolo. Varcare questa figura (passando quindi sotto la scala) voleva dire inimicarsi la volontà degli dei. Si pensa che incrociare un'auto guidata da suore possa essere sfavorevole, probabilmente per via dell'immaginario collettivo, creato soprattutto dal cinema, che le vede sempre alle prese con problemi con la loro automobile. L'effetto viene amplificato se le suore sono alla guida di una NSU Prinz, specie se verde, altro oggetto a cui si attribuiscono influssi negativi. Accendere tre sigarette con un fiammifero porta male, la credenza risale ai tempi della Prima guerra mondiale, perché si dava il tempo ad un eventuale cecchino di prendere la mira nel buio; secondo altre interpretazioni tale gesto porta particolarmente sfortuna al fumatore più giovane in quanto chi accendeva il fiammifero era, per tradizione, il più basso in grado e, di conseguenza, spesso anche il più piccolo d'età. Quando quattro persone si salutano stringendosi la mano porta male se nel farlo le due strette di mano si incrociano. In generale gli anni bisestili sono considerati sfortunati, perché capitano non comunemente. Il detto dice infatti Anno bisesto, anno funesto. Tuttavia, le monete coniate nell'anno bisestile portano fortuna. Altri eventi considerati sfortunati sono: Cominciare qualcosa di martedì o venerdì. Si può trattare di una costruzione di una casa, come di un viaggio, comunque di un qualsiasi progetto concreto o di vita. Il detto di riferimento è " Né di Venere né di Marte, non si sposa non si parte, né si da principio all'arte". Una spiegazione plausibile può venire dal fatto che Marte fosse il Dio della guerra e Venere della femminilità, lussuriosa e ingannatrice. Incontrare per la strada un carro funebre senza la bara. La spiegazione è chiaramente la possibilità per chi lo veda di riempirlo presto. Fare gli auguri o festeggiare un compleanno prima del giorno effettivo. Si rischia di non arrivare a compierli veramente. Appoggiare il filone di pane dalla parte rigonfia e non quella piatta, perché si dice che sulla parte superiore ci sia la faccia di Cristo e quindi non debba essere coperta. Avere tatuaggi in numero pari. Di solito se se ne vuole aggiungere uno si fa anche un puntino di inchiostro in una parte non visibile. La superstizione pare provenga dall'usanza dei marinai di farsi un tatuaggio alla partenza, uno al porto di arrivo ed un altro ancora al ritorno, e averne pari significherebbe essere lontani da casa o comunque non aver terminato il viaggio.
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