Le stronzate di Pulcinella

NON E' VERO MA CI CREDO (Superstizioni e credenze popolari )

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view post Posted on 22/8/2011, 11:43
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CREDENZE POPOLARI DELLA VALSUGANA
La Valsugana conosciuta non solo per le sue bellezze naturali e' famosa anche per i suoi numerosi eremiti e monasteri. Ma non tutti ,forse , conoscono le credenze popolari che qui andremo ad esaminare.
Ai neonati
Tagliare la prima volta le unghie di un neonato era, in passato, una occasione particolare. Si sceglieva infatti una persona, che quasi certamente avrebbe poi battezzato il bambino, la quale metteva in mano al neonato dei soldi o degli oggetti in oro, in segno di ricchezza. Quindi, la persona prescelta poteva delicatamente portare a termine, il suo compito
L'empirismo medico della Valsugana
Contro le slogature dei polsi e delle caviglie si fa una fasciatura con la tela imbevuta con un impiastro composto da chiara d’uovo, crusca e aceto.
Per guarire i dolori di reni bisogna stendersi a terra e farsi passare sui reni per ben tre volte una donna che abbia partorito gemelli.
Il vermifugo più efficace è la corteccia di melograno con la quale si fa un decotto, unico ad eliminare i vermi e la tenia.

IL Giorno del matrimonio

Fattore curioso da non sottovalutare nella scelta del giorno del matrimonio e del mese in cui sposarsi sono le credenze e le superstizioni popolari.
Molti sono i proverbi, filastrocche e detti a riguardo, alcuni di questi anche contraddittori.
Una credenza individua il Lunedì come il giorno che porta buona salute, giorno propizio in quanto dedicato alla Luna, astro e dea delle spose.
Il Martedì è giorno di ricchezza sicura (contraddicendo quindi il detto “di Venere e di Marte non si sposa e non si parte”), il Mercoledì un giorno molto propizio, mentre il Giovedì porterà alla sposa dei dispiaceri.
E se per i cristiani il Venerdì è giorno di digiuno, supplizio e penitenza, e quindi non adatto a momenti conviviali e “goderecci”, per un non credente questo è proprio il giorno dedicato a Venere, dea dell’amore.
Il Sabato, giorno “più gettonato” dalle coppie per celebrare il proprio matrimonio per motivi pratici, è invece considerato dalla superstizione popolare il giorno più sfortunato per convolare a nozze


I POTERI MAGICI DEL CORALLO
Al corallo sono state attribuite virtù di potentissimo amuleto. Valido talismano contro il malocchio, esprime la sua forza contro ogni tipo di incantesimo se indossandolo spicca al massimo il suo colore rosso fuoco. E' l'amuleto ideale per le donne che aspettano un bimbo e per i fanciulli. Diagnostica, al solo contatto, malattie e avvelenamenti.
Il corallo ha avuto un ruolo importante nei riti religiosi e magici in tutte le isole del Pacifico. Veniva spesso messo sulle tombe a protezione dei defunti e i templi erano a volte costruiti in pietra lavica e corallo.
Nel Mediterraneo si riteneva che il corallo, come l'ambra, contenesse "l'essenza della vita" della Dea Madre, che abitava nell'oceano in un "albero" di corallo.
In un'antica credenza indu', l'oceano e' considerato l'abitazione delle anime dei morti e percio' il coraloo e' ritenuto un potente amuleto di lunga vita. Viene anche posto sui corpi dei defunti per impedire che vengano occupati dagli "spiriti maligni". Nell'antica mitologia norvegese, il corallo e' ancora legato alla divinita'.
Poiche' il corallo non e' una pietra ne' una pianta, ma e' costituito dai resti scheletrici di creature marine, molti non sono d'accordo con il suo uso in magia. E' passato il tempo in cui era necessario sacrificare creature viventi (in questo caso il corallo) per praticare la magia.
Tuttavia, io non vedo come raccogliere un pezzo di corallo portato a riva dal mare in Florida, alle Hawaii o in Italia possa essere dannoso in qualche modo. La raccolta del corallo vivente per farne commercio e' un'altra cosa e sta a voi decidere se volete usare corallo commerciale in magia.


L'Acquamarina è il Talismano degli innamorati


Talismano degli innamorati, dono ideale nel giorno delle nozze, assicura la felicità nel matrimonio. In un antico testo del tredicesimo secolo, si legge che l'ACQUAMARINA porta felicità e buona salute, allontana la discordia, ha virtù portentose per i bambini: tanto che nel Medioevo portavano al collo piccoli frammenti di questa pietra trasparente come l'acqua. Energia - Ricettiva. Pianeta - Luna. Elemento - Acqua. Poteri - Sensitività psichica, pace, coraggio

Edited by Pulcinella291 - 17/2/2012, 08:34
 
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view post Posted on 23/8/2011, 08:32
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LA MAGIA NEL CIBO E NELLE PIANTE


Si dice che alcune piante, spezie e cibi abbiano delle speciali qualità, e sono state un'importante parte della celebrazioni natalizie ceche nel corso della storia.

Aglio
Una parte essenziale del Natale, che non dovrebbe mancare a nessuna cena natalizia. Si crede che doni forza e protezione. Una corona d'aglio può essere messa sotto il tavolo.

Miele
Si crede che il miele protegga dal male. Un vasetto di miele si può mettere sul tavolo.

Funghi
I funghi danno salute e forza. Un piatto tradizionale chiamato kuba preparato con funghi secchi, orzo, aglio, cipolle e spezie era il pasto principale in passato. Una zuppa di funghi si può servire prima della cena.

Fascio di grano
Un fascio di grano immerso in acqua santa può venire usato per aspergere la casa per impedire che bruci nel nuovo anno.

Semi di papavero, piselli, grano, orzo
Se dati alle galline la vigilia di Natale, ci si assicura le uova per l'anno in arrivo.

Pane di Natale
Dando un pezzo di pane alle mucche la vigilia di Natale ci si assicura che ci sarà molto latte tutto l'anno.
Mettere alcune briciole di pane davanti all'alveare farà si che le api producano miele a sufficienza nel nuovo anno.
Gettare un pezzo di pane nel pozzo garantirà una buona qualità dell'acqua.

Mela
Se alle capre vengono date delle mele la vigilia di Natale, il loro latte sarà dolce

Gusci di noce galleggianti
Con i gusci vuoti delle noci vengono fatte delle barchette e ogni membro della famiglia mette una piccola candela accesa nel guscio. Tutti i gusci vengono poi fatti galleggiare in una vaschetta piena d'acqua. Se il guscio riesce ad attraversare la vaschetta allora il suo proprietario vivrà una lunga vita piena di salute. Un guscio che affonda invece porterà sfortuna al suo proprietario.

Il taglio della mela
Dopo la cena di Natale ogni commensale taglia una mela in due (dal picciolo in giù) Entrambe le metà vengono poi mostrate agli altri. Se il nocciolo ha la forma di una stella significa che tutti si ritroveranno di nuovo in allegria e salute il prossimo anno. Una croce a quattro punte è un cattivo auspicio e significa che qualcuno al tavolo si ammalerà o morirà entro un anno


tradizioni natalizie per un eventuale matrimonio
Ci sono tradizioni natalizie che aiutano le giovani della famiglia a scoprire se si sposeranno nell'anno a venire.

Ramoscelli di ciliegio
Il 4 dicembre, giorno di Santa Barbara, una ragazza non sposata dovrebbe tagliare un ramoscello di ciliegio e metterlo nell'acqua. Se il ramoscello fiorisce prima della vigilia di Natale allora la ragazza si sposerà entro un anno.

Il lancio della scarpa
Una ragazza non sposata lancia una scarpa dietro le sue spalle e verso la porta. Se la scarpa cade con la punta verso la porta allora la ragazza si sposerà entro un anno.

L'albero di sambuco
Una ragazza non sposata scuote un sambuco e se un cane abbaia la ragazza sposerà un uomo che vive nelle direzione da cui proviene l'abbaiare del cane.

 
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view post Posted on 1/9/2011, 07:26
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LE SUPERSTIZIONI DEI NOSTRI EMIGRANTI



Il rapporto con i metalli nobili (e gli oggetti preziosi in genere) è sempre stato una costante delle superstizioni. In Brasile, i nostri emigranti, quando nasceva un bambino, all'atto del primo bagnetto, introducevano nell'acqua una moneta d'oro (non di rado prestata per l'occasione) quale auspicio di prosperità per il neonato (usanza diffusa ed adottata anche dagli autoctoni proprio sull'esempio italiano).
Come pure si riconoscevano significati e poteri magici ad alcuni gioielli: il già richiamato corallo rosso rappresentava il sangue e l'energia vitale; il diamante la verità e la purezza; il turchese propiziava i viaggi; il corno era attivo contro la stregoneria ed aiutava in caso di epilessia; lo smeraldo aiutava a vincere la timidezza mentre il rubino era segno di felicità.
Le friulane portarono in giro per il mondo la tradizione di usare tre perle lattiginose sotto il corsetto, appuntate vicino al capezzolo, per propiziare la lattazione abbondante da cui dipendeva la salute dei pargoli loro affidati, nonché il loro stesso mestiere.
Oltre 100 anni fa, l'orecchino, come monile, era diffusissimo tra gli uomini che emigravano: se a forma di stella, come usavano i marinai, proteggeva contro i naufragi.
Non di rado, poi, gli italiani, erano soliti apporre, come portafortuna, grandi corna di bue o di vacca, spesso tinte di rosso, all'esterno delle case, negli angoli dei tetti o nelle mura (usanza particolarmente diffusa tra gli italiani emigrati in Argentina, al punto che, quando rientravano in Italia, erano soliti portare con sé grandi corna di bovini argentini, impreziosite e montate su basi di marmo).
Molti italiani dovettero adattarsi alla tradizione amwericana del gatto nero. Per noi italiani, la visita improvvisa di un gatto nero è foriera di cattive notizie, se ci attraversa la strada è un brutto presagio (lo stesso vale in Germania). Negli Stati Uniti, viceversa, è di buon auspicio essereseguiti da un micio nero e lo stesso valore positivo ha un gatto nero che sceglie una casa per dimorarvi.
Il numero 13 per gli italiani è, solitamente un numero fortunato (nella cabala viene associato a Sant'Antonio da Padova, il Santo dei Miracoli; "fare tredici al Totocalcio", e così via), a differenza del 17.Invece, non è così per gli americani e per altre culture nordeuropee: in particolare, è il "venerdì 13" a scatenare una vera e propria fobia trasversale. Churchill, Roosevelt e Napoleone si rifiutavano di fare qualunque cosa in quella fatidica data, men che meno mettersi in viaggio; Stephen King, lo scrittore di bestsellers horror, fa i gradini a due a due per evitare di pestare il tredicesimo. Sarebbe, forse il caso di dire: "Paese che vai, superstizione che trovi!"

LE SUPERSTIZIONI INGLESI SUL MATRIMONIO



Nei paesi anglosassoni trovare un ragno dentro il vestito della sposa, mentre questa si appresta ad indossarlo, porta fortuna. È’ invece di malaugurio rompere un qualunque oggetto la mattina delle nozze. E ancor peggio, la rottura di uno specchio.

La pioggia è considerata di buon augurio in alcuni popoli («sposa bagnata, sposa sfortunata») e di sfortuna in altri («felice la sposa baciata dal sole», proclamano gli inglesi).
Una volta uscito dalla propria abitazione lo sposo non deve tornare sui propri passi. Così vuole la superstizione. Per questo motivo è bene che lo sposo sia accompagnato da un amico che si incarichi di ricordare questa credenza e che eventualmente si preoccupi di ritornare in sua vece se avesse dimenticato qualcosa.
Nell’antichità venivano attribuite all’alloro facoltà magiche e la capacità di tenere lontani i fulmini. Veniva usato per comporre ghirlande nuziali, come augurio di felicità e prosperità. Nel Rinascimento le decorazioni nuziali erano composte da frasche intrecciate di timo e d’alloro, le cui foglie venivano fatte masticare agli sposi dopo la cerimonia, per le loro proprietà afrodisiache.




Edited by Pulcinella291 - 8/9/2011, 11:16
 
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angie_7
view post Posted on 5/9/2011, 13:34




Salve, ho letto tutto cio' che ha scritto. mi chiedevo questo: ieri sono astata al matrionio di una mia cara amica la quale, durante la cena nuziale,si e' sporcata il vestito di sangue che e' fuoriuscito dal naso di un invitato. (praticamente gli e' gocciolato addosso). Nella tradizione popolare calabrese si dice porti male il sangue su un vestito da sposa. Cosa mi sapete dire?
 
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view post Posted on 6/9/2011, 08:29
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Da una indagine molto accurata questa tradizione calabrese di cattivo presagio non ci risulta.
 
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view post Posted on 19/10/2011, 07:55
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CREDENZE E SUPESTIZIONI SUL CICLO MESTRUALE

Le credenze e le tradizioni tramandano un atteggiamento di diffidenza e pregiudizio nei confronti del ciclo femminile talmente assurdi che a volte sono anche divertenti.
Il sangue del mestruo, in particolare, da sempre ha dato origine a curiosità, preoccupazione, addirittura paura, tanto è vero che le diverse culture studiate dagli antropologici riferiscono di una valenza magica che ha assunto nel tempo significati di tipo simbolico ed esoterico più o meno positivi: da mezzo di purificazione impiegato nei riti di iniziazione, a elemento segreto per gli incantesimi d’amore, fino ad essere considerato miracoloso contro le malattie incurabili.
Nella Historia Naturalis di Plinio Il Vecchio leggiamo che "il contatto con una donna mestruata trasforma il vino in aceto, uccide le sementi, devasta i giardini, rende opachi gli specchi, fa arrugginire il ferro e il rame, fa morire le api, abortire le cavalle, e così via.
Nonne, zie ed amiche che almeno una volta ci hanno detto che se hai le mestruazioni non puoi toccare le piante perchè muoiono, nè puoi montare la panna perchè diventa acida. Per non parlare dei presunti effetti sui capelli: mai fare lo shampoo nei giorni del ciclo perchè i capelli non vengono bene, nè azzardarsi a tingere le chiome! Consigliato, invece, depilarsi nei giorni del ciclo perchè i peli ricrescono più lentamente. Dubbio il ruolo del prezzemolo: utile a far aumentare il flusso ed anche ad alleviare i dolori.
E pensare che in epoche remote alcune misurazioni temporali ed alcuni riti erano legati proprio al periodo femminile. La donna come le piante, la luna, il sole e le maree infatti ha una ciclicità che veniva addirittura venerata nelle diverse fasi e che è alla base di molte cerimonie primitive. Tra questi particolarmente interessante è la sepoltura nelle caverne intonacate con ocra rossa come rito propiziatorio del ritorno o della rinascita. Come se la donna fosse capace ritenuta non solo di dare vita, ma anche di “ridarla”.



LA VOGLIA PER LA DONNA INCINTA
In molte parti d' Italia a questa vecchia credenza si da' ancora molto credito. E’ necessario fare in modo che il nascituro, oltre ad essere sano, sia anche bello, e una garanzia per questo consiste nell’offrire alla donna incinta qualsiasi cosa si stia mangiando, per evitare che la cosa non data possa stamparsi sul viso del nascituro (la cosiddetta voglia). Tuttavia la futura mamma può, nel caso in cui non le venga offerto il cibo in questione, scongiurare il pericolo portandosi la mano destra sul sedere, perchè non deve toccarsi in punti visibili, perchè il bambino nascerà con la voglia in quel punto.


LE CAVERNE COMASCHE E LE ANTICHE CREDENZE
folclore e interessanti credenze sono legate alle grotto comasche.Alcune caverne erano rifugio di animali spaventosi , a volte immaginari, particolarmente temute la ‘cavra sbagiola’, un mostruoso uccello dalla testa caprina che, uscendo dalle grotte, tormentava chi aveva la “coscienza sporca” e la ‘cavra del Cincirunbel’ che viveva negli anfratti e nelle grotte prossime alle cave di gesso poste tra Nobiallo ed Acquaseria (Sasso Rancio). La tradizione di Torriggia, sopra Laglio, ha invece sempre fantasticato sugli orsi giganteschi che un tempo infestavano la valle.
Altre caverne vengono per tradizione legate alle streghe e ai loro riti. l’Antro del Pipistrello, presso Cascino d’Erba, sarebbe stato usato fino ad epoca recente per riti magici testimoniati da numerose incisioni impresse nella roccia nelle quali trovano eco i lontani processi alle streghe. D’altra parte le streghe sono di casa a Magreglio nel “Büs de la Stria” o a Barni nella Grotta del Fao o “Bus de la Pissalonga” ; si racconta che in quest’ultima, nei pressi di un faggio gigantesco, esse si radunavano nelle notti di plenilumio a danzare. Le streghe si davano convegno anche alle Grotte del Bisbino o in Tremezzina, partendo sempre dai dintorni di Lezzeno, a cavallo delle loro scope.
A proposito della sorgente del “Funtanin de la Tur”, situata sopra Esino Lario, si racconta che una strega, installatasi nella Torre di Esino, un giorno aveva deciso di mettere in pentola un gatto nero. Forse per sbadatezza, o perchè l’animale cominciava ormai a scottarsi le zampe, ad un certo punto con un balzo riuscì a fuggire dalla prigione ormai rovente emettendo urla che di felino avevano ben poco. La cosa ebbe conseguenze spropositate: la montagna infatti si aprì e dal “Funtanin de la Tur” scaturì un’immane massa d’acqua che travolse l’intero paese.
Alcune grotte sono legate al culto ed a religiosi e cioè a frati ed eremiti.
Frati o anacoreti si dice avessero stabilito la loro dimora anche alla Grotta in località Ciucher, nei pressi della frazione sovrastante il Santuario della Madonna del Soccorso. A ridosso dell’ingresso della grotta, sono visibili i resti di antiche mura, forse le fondamenta di un eremo. Gli anziani della zona ricordano anche un pozzo addossato alla costruzione, oggi riempito di detriti. Ad Esino Lario è venerata la Grotta di San Nicolao, poco sopra la frazione di Guillo, in cui visse il santo omonimo. La tradizione ricorda ancora, subito dopo l’ingresso della cavità, due prominenze della roccia: una sarebbe stata il capezzale del santo l’altra, incavata, l’acquasantiera.

Altre caverne sono legate al culto mariano.
Ad esempio, le credenze della Madonna Nera di Fiumelatte (Varenna) il corso d’acqua detto anche Fiume delle due Madonne perchè compare otto giorni prima o dopo il 25 marzo (Annunciazione) e scompare circa alla l° domenica di ottobre (Madonna del Rosario) e infine quella relativa alla cascata del corso d’acqua proveniente dal “Bus del Tuee”.
La tradizione racconta che una donna aveva fatto voto di tenere una lampada ad olio accesa nella vicina cappella della Madonna se avesse fatto un buon raccolto di noci, ma, avuto un raccolto eccezionale, si pentì della promessa fatta e, passando davanti alla sacra immagine con l’ennesima gerla stracolma, si sentì tacitamente rimproverata. Si volse allora alla Madonna dicendo: “Occhi di bue, è inutile che guardi il mio carico: questa roba è mia, non tua!” ma come ebbe detto queste parole inciampò annegando miseramente tra i vortici della cascata.
Al Santuario della Madonna del Soccorso sopra Ossuccio, costruito nel 1529, una pastorella sordomuta trovò nella Grotta del Traforo , in località Tuff, una statua assisa su un trono con protome umane e leonine. Riconosciuta come immagine della Vergine fu trasportata alla pieve ma, dopo poco, ritornò dove era comparsa: il popolo, convinto dalla traslazione miracolosa, edificò sul posto un nuovo santuario. Sembra comunque che nell’immagine attualmente venerata sia riconoscibile Cerere e che il santuario stesso insista sulle rovine di un presistente tempio pagano.

I MISTERI DELL'ISOLA DI MONTECRISTO


Montecristo per tanto tempo è stata l'isola dei misteri. Si raccontano leggende, misteri, storielle e curiosità, nate soprattutto nell'ultimo secolo: il pinto di re, i gabbiani parlanti, le grotte dei coralli, il bove marino, le fère e la pesca delle castardelle, la Secca delle balene, la danza della foca monaca. Molte sono le voci su accadimenti talvolta incomprensibili e misteriosi legati anche ad affondamenti di navi e pescherecci e a fatti inquietanti accaduti in mare. Ritornano nella mente dei pescatori di origine ponzese i misteriosi "munacielli" di Ponza, folletti talvolta protettivi, ma spesse volte irrequieti, che si diceva abitassero nelle grotte.

TUTTE LE STRANE STORIE SUL MONTE CONERO


Il monte Cònero o monte d'Ancona con i suoi 572 m di altezza è il promontorio più importante del medio Adriatico e quello che ha le rupi marittime più alte di tutto l'Adriatico italiano (più di 500 metri). Nonostante la sua limitata altitudine, merita appieno il nome di monte per l'aspetto maestoso che mostra a chi lo osserva dal mare, per i suoi sentieri alpestri e per gli strapiombi altissimi .
Moltissime sono le leggende legate a questo Monte .
Grotta degli Schiavi: crollata negli anni '30, la bella grotta sopravvive nel ricordo e nelle leggende legate ai pirati. Questi pare fossero soliti utilizzare tale grotta come "deposito" di schiavi, i lamenti dei quali potevano essere uditi da grande distanza; tra di essi, un giorno giunse una bella principessa veneta, che triste per la lunga permanenza si sciolse con il suo stesso pianto, andando a formare una sorgente di acqua purissima che ancora oggi si getta nel mar Adriatico.



Lago Profondo: molte sono le leggende che sottolineano la pericolosità di questo laghetto di Portonovo. La più importante riecheggia l'esistenza di un piccolo fiume, il Budello del Profondo, che attraversava il Cònero collegando il lago con Porto Recanati. Pare inoltre che una sette segreta con sede a Portonovo usasse gettare in questo lago i cadaveri dei nobili i quali si ostinassero a praticare il deplorevole rituale dello ius primae noctis.



Buco del Diavolo: anche detto Buco della Paura, è un inquietante cammino sotterraneo nei pressi di Camerano. Una tradizione ricollegabile ai miti pagani, narra che, percorrendolo interamente, si arriverebbe in una grande stanza con al centro un altare, su cui si troverebbe una chioccia d'oro attorniata da dodici pulcini: ma lo sventurato non potrà mai tornare indietro se non scoprirà il vero nome del Demonio e non lo scriverà sulla roccia con il proprio sangue. Allegro, no?



Grotta del Mortarolo: il romitorio, facilmente accessibile dal sentiero numero uno del parco, nasconde una inquietante leggenda; pare che sul terreno all'interno della grotta dei sassi compongano una figura di uomo sdraiato, e anche smuovendoli tornano nell'arco di una notte a formare l'originaria forma.



Grotte Romane: le grotte scavate da schiavi romani, nascondono numerose leggende. Una di esse narra di un tesoro, che nessuno cercò mai di recuperare perchè difeso dalle anime dei cavapietre morti nella cava; un'altra ricorda una rivolta, soffocata nel sangue, ma dai caratteri brutali: pare che in prossimità della roccia chiamata "cassa da morto", gli schiavi abbiano fatto morire i loro aguzzini dentro la loro tomba, appositamente scavata per l'occasione.



Le Due Sorelle: molte sono le leggende che orbitano attorno a questi due scogli. La più singolare è senza dubbio quella di una Sirena, che attirava con il suo canto seducente i marinai all'interno della grotta degli Schiavi, dove i poveretti venivano imprigionati. Alleato della perfica Sirena era un Demone marino, che per le sue malefatte venne trasformato in pietra e diviso in due: le due Sorelle.



Pian Grande: la tradizione vuole che questo luogo del parco nasconda, in un nascondiglio incredibilmente recondito, un tesoro dall'inestimabile valore. Per trovarlo però, è necessario attendere i primi di maggio, uscire in mare aperto ogni giorno all'alba, e guardare alla volta del monte finché un raggio di luce particolarmente forte non darà fuoco ad un cespuglio: le fiamme faranno brillare la roccia nel punto esatto dove si trova sepolto il forziere.



La Vela: la tipica forma di Vela ha dato il nome a questo scoglio, ma i nomi in realtà ad esso attribuiti sono numerosi: tra questi, il Trovelò, in quanto si racconta che un giorno sia stato "trovato" in acqua dopo essere franato dal monte.



Il Trave: Lo scoglio del trave è una formazione geologica molto particolare e caratteristica; si prolunga infatti verso il mare per circa un chilometro, per una buona parte a fior d'acqua. Leggenda vuole che un tempo il Trave si prolungasse sino all'altra sponda dell'Adriatico, come simbolo di fratellanza, ma che la furia degli elementi lo distrusse lasciandogli l'aspetto di un ponte crollato.

L'Emerso: una vecchia leggenda narra che una notte, lo scoglio a forma di cono nel pressi della Baia della Vecchia, sia emerso dal nulla senza che ci fossero stati movimenti sismici.


le leggende sono state tratte da: - "Il Cònero dei misteri"; Forlani - "Cònero: i migliori itinerari del Parco"; Bartolucci - "Miti e leggende del Cònero anconitano".



Edited by Pulcinella291 - 28/11/2011, 10:45
 
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I MISTERI LEGATI AL GATTO


E' da sempre ritenuto un animale misterioso tanto che per molti secoli furono oggetto di culto presso i popoli mediterranei e nel medioevo vennero spesso considerati animali demoniaci, incarnazioni di Satana e conseguentemente oggetto di persecuzioni.
Nel 1233 papa Gregorio IX emanò la bolla Vox in rama con la quale dava inizio allo sterminio nel nome di Dio di tutti i gatti, specialmente quelli neri . Innumerevoli furono i gatti bruciati vivi, scorticati, bastonati, crocefissi oppure gettati dai campanili delle chiese durante le feste consacrate. In seguito queste credenze furono abbandonate, ma è rimasta la convinzione che i gatti neri portino sfortuna (si è poi spiegato che i gatti neri non erano visti dai cavalli di notte , i quali se li ritrovavano tra le zampe all'improvviso per cui spesso s'imbizzarrivano facendo rovesciare le carrozze)
Unica eccezione in Italia erano i gatti veneti: protetti dalla Repubblica di Venezia in quanto debellavano i topi, le chiese del territorio della Serenissima diffusero (per bloccare lo sterminio) la credenza dei "Gat de la Madona" (Gatti della Madonna) che portavano sulla fronte una emme. Si diceva infatti che questi gatti fossero discendenti di uno che la Vergine aveva a Nazaret e che picchiarli portava disgrazie.Oltre che nel Veneto, erano protetti anche i gatti di bordo, sempre benvenuti. Nella marineria inglese la figura del gatto di bordo era istituzionalizzata ed ogni nave aveva a bordo almeno un gatto come mascotte. Questa consuetudine è ricordata nel film di fantascienza Alien in cui un gatto soriano, chiamato Jones, svolge il ruolo di gatto di bordo dell'astronave Nostromo.

Superstizioni legate ai cani


Secondo le superstizioni, sentire l'ululato del cane è un cattivo presagio [2]. In tutt'Italia è famoso il proverbio "Can che abbaia non morde", che deriva da una superstizione la quale afferma che un cane che abbaia è semplicemente innocuo. Si dice anche che avere un cagnolino nero tenga lontane le persone che fanno il malocchio o fattucchiere e che un pelo dello stesso, tenuto nel taschino, allontani i pericoli derivanti dall'uscire di casa il venerdì notte, quando diavoli e streghe sarebbero in agguato .

Le Credenze popolari legate agli asini


Gli asini che avevano una specie di croce sul petto erano ritenuti sacri e andavano protetti.

Secondo le credenze di Venafro (Isernia) il fastidio che procura al neonato la prima dentizione può essere evitato appendendo al collo del bambino un dente di asino di età non inferiore ad un anno. In vari comuni dell’Italia continentale e della Sardegna particolari poteri sono attribuiti per la cura della pertosse all’asino e al somaro: un bambino guarisce se beve l'acqua avanzata ad un asino o ad un somaro. A Montemarcello (La Spezia) il bambino guarisce se passa sotto le loro gambe e a Gavoi (Nuoro) se ne beve il latte. Nelle case delle regioni italiane del nord-est, in quelle dell’Austria e dell’ex Cecoslovacchia si ritiene che la notte fra il 12 ed il 13 dicembre arrivi Santa Lucia in groppa al suo asino, animata da buoni propositi fra i quali portare i regali ai bambini. Ed è notte di doni per tutti, anche per Santa Lucia e il suo asinello.. Laddove vivono bambini quest’ultimo trova sul davanzale delle finestre o sul cornicione dei balconi, a seconda delle località, crusca, una mela, una manciata di fieno, grano, una carota, sale, farina gialla

I serpenti e Cocullo (comune italiano di 285 abitanti della provincia dell'Aquila in Abruzzo)

A Cocullo, piccolo paese abruzzese, sopravvive, con una trasposizione cristiana, un rituale tra il magico ed il pagano legato alla antica venerazione della dea o maga Angizia ritenuta capace di rendere innocuo ogni veleno. Per questo motivo, qualche giorno prima della festa di san Domenico alcuni abitanti del paese, detti serpari raccolgono serpenti nella campagna intorno al paese; la tradizione tramanda che costoro sarebbero capaci di rendere innocui i rettili tramite il suono di un corno, detto Kerallos. La festa, conosciuta anche come Festa dei serpari, avviene ogni anno il primo giovedì di maggio, ed ha il suo momento più rilevante con una processione lungo il paese della statua lignea di san Domenico ricoperta delle serpi vive raccolte dai serpari [13]. Solitamente i serpenti erano ritenuti malefici e demoniaci e si diceva che fossero raccolti e usati dalle streghe per i loro veleni e i loro oscuri poteri



Edward Leedskalnin e il segreto del Castello di corallo


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Edward Leedskalnin nacque in Lettonia agli inizi del ‘900. L’amore della sua vita, che egli chiamava solamente “Dolce Sedicenne”, lo abbandonò proprio il giorno in cui avrebbero dovuto sposarsi. Così, partì per l’America, si stabilì in Florida e lì, iniziò a costruire un’opera gigantesca con l’intento di riconquistare l’amore perduto.
Costruì, dal 1920 al 1940 circa, una grande abitazione di corallo su 4 ettari di terra, ma la cosa strabiliante è che la fece tutto da solo! Non si fece aiutare da nessuno. Lavorava solamente di notte e quando venivano a trovarlo, sospendeva temporaneamente i lavori, per poi continuare quando i suoi ospiti se ne andavano. Basti pensare che aveva estratto e utilizzato per la propria costruzione un totale di 1.100 tonnellate di materiale e questo senza l'aiuto di nessuno! Egli asseriva di conoscere il segreto che aveva permesso agli egizi di costruire le piramidi, e la sua costruzione ne costituisce la prova. Purtroppo si rifiutò di svelare le tecniche di costruzione utilizzate anche quando vennero a fargli visita alcuni esponenti del governo, ai quali mostrò il castelloQuando vi lavorava, da lontano si potevano scorgere solamente lampi nel buio della notte provenire dal sito in costruzione. Edward Leedskalnin, alto solamente 1 metro e 52 centimetri, pesante solamente circa 50 kg, era misteriosamente capace di sollevare pietre pesanti diverse tonnellate (fino a 30 t.), modellarle e collocarle, anche in bilico, in punti impervi. Un esempio su tutti, il grande modello di Saturno, pesante 18 tonnellate, posto ad una certa altezza, su un muro spesso solo 90 cm. Si pensa che Edward fosse capace di sollevare queste pietre, utilizzando una forza a noi sconosciuta. Lui stesso, affermò di usare la stessa tecnica usata dai costruttori delle piramidi! Ma non rivelò mai niente di più.

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Edited by Pulcinella291 - 17/2/2012, 09:17
 
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mf_bluesbrother Ma....
 
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proteus_13
view post Posted on 5/3/2012, 18:22




Azz Seb, sei ferrato in materia e ti sei ben documentato. Anche la pacca sul culo del neonato è una scaramanzìa? Sarebbe un modo per dirgli: fai il bravo nella vita che stai per affrontare, così come nel Marchese del grillo, si vedeva il prete andare a morte e i papà davano uno schiaffo al bambino.
Però a rifletterci bene, penso che la superstizione, come le leggende, abbiano un fondo di verità (piccolissima) che si allarga a dismisura attraverso i racconti del popolino. (Chiedo scusa per il termine che indica il popolo ignorante) Ma bisogna anche ricordare che l'ignoranza ha lavorato molto in tal senso.
C'era una trasmissione radiofonica anni fa che seguivo: Non è vero, ma ci credo. A volte l'ascoltavo e o ridevo o mi rattristavo. Che male avrà mai potuto fare quel povero gatto randagio e...pure nero che andando a cercare qualcosa da fare, ha attraversato la strada? E passare sotto una scala? Sempre meglio che passarci di sopra, rischiando di rompersi l'osso del collo. Molti di quei detti popolari non hanno senso...ma la scaramanzìa è ancora di moda.
 
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view post Posted on 16/3/2012, 08:52
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ALCUNE STORIE NAPOLETANE :apparizioni e misteri.


Il Marinaio Americano
Un curioso ospite fa ogni tanto capolino dalle finestre dei palazzi in via Nuova Marina: quello di un soldato della marina americana particolarmente goloso. Apparirebbe infatti soltanto quando negli appartamenti della zona vengono cucinate delle patatine fritte. Biondo, un bel sorriso solitamente sfoggiato, indossa la divisa tipica della marina militare, bustina in testa compresa.

Stranezze a San Giovanni a Teduccio
Cert'è che di stranezze segnalate nella zona di San Giovanni a Teduccio ve ne sono tante. Rumori strani udibili ogni sera verso le 20.30 e una signora vestita di nero che butta per terra un zoccolo di cui è possibile ascoltare il rumore generato dall'impatto col terreno; una cavallerizza in sella a un nero destriero; un fantasma bianco che muove la testa come se volesse annuire...

Il Ponte della Morte
Via S. Teresa degli Scalzi, Ponte della Sanità. I lamenti e i pianti di coloro che vi si suicidarono risuonano tristemente, a quanto pare, durante le notti di pioggia. Al fenomeno avrebbero assistito diversi testimoni, sicuri infatti di aver sentito voci e lamenti provenire dalla strada situata sotto il ponte; usciti poi di casa per controllare, non avrebbero visto nessuno. Le inferriate attualmente collocate lungo il ponte risalirebbero al 1880 circa, ivi poste per debellare appunto quella che era ormai divenuta l'abituale routine dei suicidi. Lo stesso problema si verificò anche al Parco della Rimembranza, a Posillipo, laddove la parte che dava sul mare fu chiusa per i fin troppo frequenti suicidi che da lì avevano luogo.

Le Passeggiate Notturne di Re Ferdinando
Re Ferdinando I di Borbone (1751 - 1825), conosciuto anche come Ferdinando IV re di Napoli, ma più beffardamente come "Re Nasone", ancora oggi è in vena di passeggiate notturne nei giardini della Floridiana, sua residenza, lì dove la consorte Maria Carolina lo tradiva solitamente col suo guardiacaccia Lalò. Pare inoltre che il sovrano si diverta a spiare di sera avvenenti signore della zona nell'attimo di spogliarsi

La Città Fantasma
Sussurri, voci, passi, ombre, luci circolari che escono dalle case abbandonate viaggiando poi tra un vicolo e l'altro. Tutto questo avverrebbe di continuo nel cosiddetto "Rione Terra", la parte più antica di Pozzuoli, zona abbandonata ormai da tempo a causa del bradisismo e del terremoto. Stanziata sulla rupe che da una parte si affaccia sul porto e dall'altra sul lato occidentale del golfo di Napoli, è tra le più note e famigerate "città fantasma" dell'intero territorio campano.

La Tomba di Agrippina
Nelle notti d'estate di luna piena, il fantasma di Agrippina, ancora in cerca del proprio amante, apparirebbe sull'acqua nei pressi della sua antica tomba a Bacoli. Molti l'avrebbero vista nell'atto di pettinarsi i capelli usando la superficie del mare come specchio. Laddove però chiunque provi ad avvicinarvisi, scompare improvvisamente lasciando dietro di sé una scia di penetrante e seducente profumo

La Fabbrica Fantasma
Strani rumori risultano percepibili a San Giorgio a Cremano nella zona in cui un tempo sorgeva una fabbrica di bombole, distrutta da un incendio, frutto di una manovra errata, che costò la vita a diversi operai. La gente del posto, oltre ad aver notato più volte luci evanescenti, asserisce di aver sentito spesso rumori di macchinari e il gran vociare di operai al lavoro. Il fenomeno si ripeterebbe con una certa costanza soprattutto nel mese di gennaio, periodo nel quale avvenne probabilmente l'incidente. E lo stesso incidente verrebbe inscenato per l'occasione da alcuni degli sventurati protagonisti come l'inquietante sequenza di un film.

La Barchetta Fantasma
Storia di un amore non corrisposto. Quello di Bruno verso Tecla, donna bellissima ma dal cuore di pietra, che lo aveva sposato senza amarlo e del tutto indifferente nei confronti dei suoi sentimenti. Non riuscendo a fare a meno della donna che amava, nonostante il suo amore non fosse minimamente ricambiato, bensì deriso, calpestato, ridotto a ben misera cosa, Bruno continuava a custodire l'immagine di quella donna nello scrigno del suo cuore, nella speranza che un giorno le resistenze di Tecla fossero vinte e convinto, allo stesso tempo, della fedeltà della donna malgrado la sua palese mancanza d'amore.
Ma una sera, a una festa, Tecla conobbe Aldo e fu amore a prima vista. La donna provò inutilmente a resistere alla forte passione che le lacerava l'animo, fino ad arrendersi decidendo quindi di vedere Aldo. I due amanti iniziarono così a incontrarsi clandestinamente su una barca in mare aperto.
Una notte, un barcaiolo dal volto coperto rovesciò la barca sulla quale Aldo e Tecla, in fuga da tutti, viaggiavano verso il coronamento del loro sogno d'amore: i due amanti annegarono abbracciati. Il barcaiolo altri non era che Bruno, marito tradito desideroso di vendetta. Difatti un ghigno di disprezzo gli apparve sul viso, poco prima che affogasse a sua volta insieme a loro.
Ancora oggi, una barchetta viaggia ogni notte sostenuta dal lieve tocco delle onde del mare. Apparendo alle coppie di innamorati, almeno a quelli che si amano veramente, mostra Aldo e Tecla baciarsi lentamente e teneramente al chiarore di luna. L'incanto poi si spezza, la barchetta corre veloce come inseguita da qualcuno e il sopraggiungere di un'altra imbarcazione la capovolge consegnando per sempre alle braccia del mare quel dolce e infelice amore.

La Dama di Via del Piliero
Nei pressi di via del Piliero, molte persone affermano di aver visto il fantasma di una giovane donna, in abiti seicenteschi, fuggire disperata come inseguita da qualcuno. Sarebbe talmente sfuggente che nessuno finora è mai riuscito né ad avvicinarla né a guardarla bene in viso. Potrebbe trattarsi probabilmente dello spirito di una donna violentata e poi uccisa dai saraceni nell'ambito delle scorribande che infestarono le coste nel '600.

"Dio m'arrassa da invidia canina, da mali vicini et da bugia d'homo da bene".
Si tratta di una misteriosa iscrizione incisa su una lapide posta all'Ospedale della Pace, risalente forse al XVI secolo. La tradizione addebiterebbe tale frase a un onesto cittadino ingiustamente accusato e condannato a morte per omicidio a causa dell'invidia altrui e di false testimonianze.

Prima di morire, l'uomo dispose il lascito della sua eredità proprio all'Ospedale della Pace, aggiungendovi la lapide sulla quale fece incidere la già citata iscrizione, eterna voce, perenne ammonimento contro ogni forma d'ingiustizia. Se la lapide, narra la leggenda, fosse stata però tolta, l'eredità, in base alle precise disposizioni dettate dall'uomo, sarebbe passata all'Ospedale degli Incurabili, tenendo anche pronta, a tale proposito, un'altra lapida ancora con la stessa iscrizione.
Tanto per premunirsi che nessuno togliesse di lì quella lapide, l'uomo dispose anche che qualcuno andasse di volta in volta a controllarla. E visto che in molti giurano di aver visto una strana sagoma aggirarsi nei pressi del vecchio ospedale salvo poi svanire nel nulla (probabilmente lo sventurato protagonista di tutta questa storia), sembra che tale supervisione duri ancora...

Le tre figlie del barone Toraldo
Le tre figlie del barone Toraldo, nobile del sedile di Nilo, Donna Romita, Donna Regina e Donnalbina, vissute nel '300, vagherebbero afflitte e in cerca d'amore tra piazza San Domenico Maggiore e via Mezzocannone. Promessa in sposa al cavaliere Filippo Capece, Donna Regina vi rinunciò appresa la notizia che anche le altre due sorelle erano, ricambiate, perdutamente innamorate del cavaliere.
Rinunciando al matrimonio e venendo così meno alla promessa fatta al vecchio padre, in punto di morte, di dar seguito alla dinastia, le tre sorelle, di comune accordo, devolsero metà del proprio patrimonio ai poveri e l'altra alla fondazione, per ciascuna, di un monastero di cui sarebbero state badesse, facendo di fatto estinguere il casato e lasciando soprattutto perdere definitivamente Capece. Del quale però, gravate dal peso di un eterno ed infelice amore, andrebbero ancora in cerca.

 
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proteus_13
view post Posted on 16/3/2012, 13:28




Wè stateve accorte a 'o Munaciello! hihihihihihih
 
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view post Posted on 20/3/2012, 11:57
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Pulcinella291 Forum

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IL MISTERO DEL CONVENTO DI VITERBO
E' mistero comincia con una storia risalente a circa 30 anni fa.
Cominciamo col dire che solo a partire dal 1905 un convento sorto nel lontano 1720 fondato da tale Suor Lilia Maria del SS.MO Crocefisso, nata nel 1689 e morta nel 1773, è stato adibito a scuola e oggi l'attuale scuola elementare Edmondo De Amicis (detta anche "Le Monachelle"), sita in via E. Bianchi a Viterbo.
La storia è ben documentata nel libro intitolato "I Santi Sommersi", scritto da Maria Assunta Tomassini, direttrice didattica della suddetta scuola elementare dal 1979 ai primi anni '90.
In tale libro, pubblicato nel 1990, la Tomassini racconta come quella scuola, quando ne divenne la direttrice, stesse letteralmente cadendo a pezzi, tanto da essere persino a rischio la stessa incolumità dei suoi studenti e dei docenti.
Si stava addirittura pensando di chiuderla e destinarla ad altri fini o, peggio ancora, addirittura abbatterla e costruire uno nuovo edificio.
L'allora direttrice didattica, per l'appunto la signora Tomassini, assolutamente si oppose a questa eventualità e fece di tutto per "salvarla", e con essa gli oltre due secoli e mezzo di storia che rappresentava.
Una serie di coincidenze apparentemente fortunate e misteriose sembrarono guidare la la direttrice nell'improbo compito.
"Una successione di fatti al limite dell'incredibile" a quanto scrive lei stessa nel suo libro, che culminarono con un episodio decisamente paranormale che la signora Tomassini visse da protagonista il 12 febbraio 1980.
Quella mattina, intorno alle ore 11, stava tornando in direzione, quando si sentì come fortemente osservata e le venne istintivo voltarsi. In cima alla rampa di scale vide una Suora che la fissava.
Vedendola rimanere immobile, la direttrice le si fece incontro. Le due presero a parlare.
Riportiamo alcuni passi salienti della conversazione, tratti direttamente dal suddetto libro.

La direttirice: "Desidera qualcuno Madre?"
La suora: "la direttrice".
D: "Sono io Madre".
S: "Lo so".
D: "Posso fare qualcosa per lei?"
S: "Lei sta facendo molto e noi desideriamo assicurarle le nostre preghiere".
D: "Ma io non sto facendo niente per lei (...) ma la prego, si accomodi in direzione così parleremo meglio (...)."
S: "Le ripeto che lei sta facendo molto. Non posso accomodarmi perché ho poco tempo a disposizione. Sono venuta per ringraziarla e per incoraggiarla a continuare la sua opera. Abbiamo saputo che vorrebbero addirittura demolire questa casa. Ma lei non lo permetterà vero? (...)"
D: "Ci può contare Madre, ma sono così sola!"
S: "Lei non è sola e non sarà mai sola! (...)"
D: "La prego Madre, mi dica il suo nome e il monastero da cui proviene, così verrò io a trovarla".
S: "Pregheremo per lei".
D: "Oh le preghiere! Ne ho tanto bisogno; spesso mi chiedo se sia proprio Suor Lilia a proteggerci. Chissà dove sarà?"
S: "E' qui cara, è qui".
In quel momento cominciò a squillare il telefono della direzione. La suora con tono ansioso disse:
S: "Mi promette che riparerà questa casa e la manterrà come scuola? Me lo promette?"
D: "Glielo prometto Madre (...)"
S: "(...) abbia fede, fede, fede!"
Le due fecero per salutarsi. La suora prese a scendere i primi gradini dei 60 che separano la direzione dall'uscita dell'edificio, e la Tomassini cominciò ad incamminarsi verso il suo ufficio, dove continuava a squillare il telefono.
Fatti pochi passi, però, la direttrice pensò che non aveva né un nome né un recapito attraverso il quale potersi rimettere in contatto con quella donna, e fu per questo che immediatamente si fermò e si voltò.
Non la vide, e allora si affacciò sulla tromba delle scale, ma neanche per le scale c'era nessuno.
Fu inutile chiamare la bidella del piano terra.
Lei non aveva visto passare proprio nessuno e, malgrado si fosse catapultata immediatamente fuori per la strada, non vide nessuno.
Di quella suora non seppe più nulla. Forse quella monaca era suor Lilia Maria? La signora Tomassini volle approfondire la conoscenza di colei che aveva fondato il Convento, e riuscì a raccogliere parecchia documentazione che la riguardava e che sembrerebbe attestarne notevoli capacità che vanno dalla veggenza alla capacità miracolosa di guarire certe malattie, dalla telepatia alla bilocazione.
Oggi la scuola, ristrutturata, è pienamente efficiente.





IL MISTERO DI CASANDRINO
A Casandrino, più precisamente in una zona al confine tra Casandrino e Grumo Nevano, vi è un palazzo abbastanza grande, oggi disabitato, ma fino a qualche anno fa regolarmente occupato e con la presenza, a pian terreno, di diverse attività commerciali andate poi in fallimento. Chiunque vi andasse ad abitare, non durava più di qualche mese.

Si racconta che questo palazzo sia stato costruito su un vecchio campo di concentramento, dove deportavano in particolare donne e bambini. E infatti tutte le persone che vi hanno abitato, anche se per un periodo molto breve, raccontano, ancora spaventate, di aver udito urla, pianti di bambini, ma anche porte che si aprivano e si chiudevano da sole, cigolii, rumori strani, rubinetti dell'acqua che si aprivano senza essere mossi da alcuno.

Bastavano tali fenomeni a far fuggire a gambe levate gli inquilini del palazzo, affittuari o proprietari che fossero. Il palazzo di fatto è attualmente ancora disabitato e i negozi a pian terreno, a causa dello scarso successo conseguito, erano costretti dopo un po' già a chiudere. Non risulta che siano state più aperte da quelle parti altre attività commerciali.

Qualcuno del vicinato racconta di aver persino visto passare, di notte, una carrozza, trainata da cavalli, in cui vi era una sposa che piangeva. Si ritiene possa trattarsi del fantasma di una giovane sposa, morta nel campo di concentramento sul quale fu poi costruito il palazzo, il cui infame destino le impedì quel matrimonio al quale sarebbe dovuta giungere appena pochi giorni dopo la sua cattura.


I MUNACIELLI DI MARANO
Marano terra di misteri. Via Casa Gianrusso. Strani fenomeni al secondo piano di un antico palazzo. Un'anziana donna racconta di essersi imbattuta in almeno due esseri sovrannaturali: un giovane, alto, di bella presenza, contraddistinto da una luce rossa; e un vecchietto, tipo bonario, con la barba, mingherlino. Due spiriti benevoli e portatori di fortuna, visto che furono presagio rispettivamente di un concorso vinto in qualità di insegnante di scuola materna e della nascita di un figlio. Nell'abitazione in questione diverse persone si sono stranamente tolte la vita. "Anche mio marito, deceduto alcuni anni fa - racconta la testimone - affermava di vedere spesso una donna girare misteriosamente per casa. Inoltre, nel palazzo di fronte, molti inquilini si lamentavano della presenza di spiriti alquanto dispettosi che li percuotevano, facevano volare oggetti per aria e toglievano loro, di notte, le coperte di dosso. Cose del genere qualcuno mi raccontava che avvenissero anche in alcune vecchie abitazioni della zona di Calvizzano". Via Casa Criscio. Misteriosi passi, lenti e cadenzati, si registrerebbero frequentemente in una villetta della zona. Piazza Plebiscito. Nell'area dove un tempo sorgeva Palazzo Spuntatore, abbattuto circa sedici anni fa, si aggirerebbe indisturbato uno spirito dal fare burlone in cui molti avrebbero riconosciuto il famigerato "munaciello
 
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proteus_13
view post Posted on 20/3/2012, 12:56




Si sente parlare spesso di questi fenomeni strani, di spiriti o fantasmi in giro per l'Italia e non solo. Sono nate associazioni e club in Europa, tant'è vero che lo spiritismo è stato paragonato alla religione. (Leggere Allan Kardek)
Spesso ci scherziamo pure per il semplice fatto che quelle cose succedono sempre agli altri e non sono quasi mai verificabili con i mezzi conosciuti.
Quindi a queste apparizioni ci credono solo chi li ha vissute in prima persona, o le persone che tendono ad essere poco razionali. E noi, cosa ne pensiamo noi?
Nelle mie chiacchere quitidiane fatte con amici o conoscenti, mi accorgo che ad un certo punto si sconfina nella fede. Allora a quel punto io mi fermo e taccio. Non si può opporre nessuna ragione alla fede: a qualsiasi fede.
Questo per indicare come sia alquanto difficile affrontare questi argomenti.
Se i medici parlano di schizofrenìa, di fronte a questi fenomeni, perchè ovviamente il loro giudizio esclude la fede, quale dovrebbe essere invece il nostro atteggiamento?
Per quanto mi riguarda, avendo una mente attiva e curiosa, come minimo mi pongo delle domande, a cui confesso, non so rispondere. Però mi piacerebbe credere ad una vita oltre la vita, come alcuni ricercatori scientifici studiano il fenomeno di morte apparente, tipo quello del dr. Raymond A. Moody jr nel suo libro, tradotto in italiano: La vita oltre la vita, nel quale descrive le esperienze di pazienti nei momenti di morte apparente. E' un libro interessante. Ma questa è un'altra storia. Qui invece non si parla di morti apparenti, perciò....
 
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view post Posted on 20/3/2012, 14:13
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Pulcinella291 Forum

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caro Pino io sono convinto che esistono dei fenomeni che la scienza non riesce a spiegarsi sulla base di conoscenze piu' o meno attuali.
 
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proteus_13
view post Posted on 21/3/2012, 01:49




William Shakespeare diceva in una sua famosa opera:
Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia.
E' vero quanto dici Seb, non possiamo avere la pretesa di conoscere tutto, siamo limitati e pesantemente anche.
Alcuni hanno il dono della chiaroudienza o chiaroveggenza ed è stato dimostrato in laboratorio e poi ci sono libri che ne attestano la veridicità, ma questo non ha nulla a che vedere con la superstizione, che spesso ha una sua motivazione antica e più seria e diversa.
Io stesso, leggendo Edgard Cayce, ho visto che qualche sua predizione si è avverata, come la caduta del muro di Berlino, da lui precognizzata anni prima che fosse eletto il precedente Papa, che su quel muro ha lavorato per molto tempo politicamente.
Sono casi rari su una miriade di ciarlatanerie. Nel nostro caso si discuteva di strani fenomeni che non tutti vedevano o sentivano, perciò difficili da verificare e "catalogare".
Del "munaciello" ne sento parlare sin da quando ero bambino, anzi, quando non si voleva dormire, qualcuno mi diceva mettendomi paura: duorme, si no vene 'o munaciello! Altri col munaciello ci scherzavano dicendo che era in fondo un buon diavolo. Non so quale sia il fondo di verità nel munaciello, ma somiglia molto a tante altre storie di cultura prettamente popolari.

Un'antica usanza contadina era quella di togliersi l'anello d'oro o la collanina d'oro prima di mettersi a dormire e lasciavano cadere queste cose in un bicchiere d'acqua, che al mattino bevevano. Dicevano che faceva bene.
In effetti era vero, in quanto l'oro rilasciava una piccola parte del suo metallo nell'acqua che veniva ingerito e il nostro corpo, tra i tanti metalli che contiene, ha pure l'oro.
Ma questo è stato scoperto molto dopo quell'antica usanza, allora mi chiedo: da chi hanno appreso quei contadini quell'usanza, senza conoscere qual'era il meccanismo del beneficio che ne ricevevano? Possibile che molte conoscenze apprese dall'uomo recentemente, erano già conosciute dagli antichi popoli abitanti della penisola, provenienti in parte dalla Mesopotamia e dall'Asia del sud.
 
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