Le stronzate di Pulcinella

TRUCCHI E SEGRETI PER LA PESCA DEL PAGELLO O FRAGOLINO

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view post Posted on 11/1/2011, 09:56
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Il pagello in ogni regione assume un nome:Arboretto (Abruzzo); Pissogna (Calabria); Lustrìno, Lutrìno (Campania); Alboro, Arboro (Friuli Venezia Giulia); Pagello rosso (Lazio); Pägas, Pägao-veaxo (Liguria); Arboleto, Madagio (Marche); Frajo, Lutrìno (Puglia); `Uvaru, Lùvaru (Sicilia); Lémaru, Lémuru (Sardegna); Mormora, Parago (Toscana); Alboro, Alboreto (Veneto),
Quando è appena pescato, il corpo mantiene colori brillanti, con il dorso rosso-rosato che sfuma nel bianco argenteo dei fianchi.
La sua pesca si effettua col tradizionale ed antico bolentino, cioè con la lenza a mano opportunamente zavorrata o con la canna con mulinello, a una distanza variabile dalla costa, ad almeno una quarantina di metri di profondità ed oltre, fino a circa quota meno cento, per cui non c'è bisogno di una grossa barca .Con una piccola imbarcazione ci si puo' divertire e catturarne molti.

L'attrezzatura per la pesca del pagello
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Se si opta per la lenza a mano, avvolgeremo intorno a un telaietto di sughero circa duecento metri di monofilo dello 0,70, al cui capo finale fisseremo una girella-moschettone inox che farà da unione al calamento terminale. Se si usa la canna col mulinello potremo orientarci come segue: canna leggera, robusta, magari in carbonio e ad azione di punta, con vettino sensibile e all'occorrenza intercambiabile, lunga circa 4 metri; mulinello a dimensioni medie di marca e quindi dotato di una certa affidabilità, dotato di ottimi meccanismi interni compresa la frizione, che deve essere precisa, dolce e... sicura! Naturalmente, a bordo dovremo, possibilmente, disporre di altre attrezzature con elementi di ricambio sempre pronti per eventuali sostituzioni. Come accessori aggiungeremo una cassetta portaminuterie, per avere sempre a disposizione lenze, terminali di ricambio, ami di varia numerazione, piombi ecc., un freezer portatile per il pescato e, da non dimenticare, un buon guadino.

Tornando al classico telaietto di sughero, vi avvolgeremo la tradizionale lenza a mano, che sarà costituita da una lenza madre dello 0,70 al cui capo fisseremo un moschettone-girella in acciaio inox, da cui penderà il finale ad unica sezione dello 0,35 sia per il calamento che per i braccioli. In questo caso i braccioli saranno tre, tutti interposti sul calamento nel modo tipico a bandiera e avranno una lunghezza di circa 10-15 centimetri. La numerazione degli ami - del tipo fine, bianco ma forgiato - rispetterà rigorosamente quella del n° 3.

Adottando questo tipo di finale, e per facilitare con ciò le funzioni operative in pesca, occorreranno zavorre con grammature oscillanti da 150 a 250 grammi, a seconda delle correnti marine presenti sulla posta interessata. Andando sul "raffinato" e cioè sull'utilizzo della canna col mulinello, avvolgeremo in bobina uno 0,25 di qualità super che fungerà da lenza madre, e come finale vero e proprio adotteremo un calamento da realizzare con lo 0,22-0,20. A questo fisseremo, con lo speciale attacco "a girare" con perline, tre braccioli dello 0,20-0,18 lunghi ciascuno cm 25, distanti sul calamento circa 40 centimetri l'uno dall'altro; al capo libero del calamento fisseremo poi il piombo, con o senza girella.

La grammatura dei piombi per la pesca del pagello

varierà da 30 a 60, a seconda delle correnti presenti. Questo calamento può essere modificato con una variante tecnica e cioè potremo inserire il terzo bracciolo, sempre di tipo "a girare", all'altezza del piombo; ma sarà lungo 50 centimetri, in modo che rasenti bene il fondo. Questa soluzione risulta più efficace per la cattura di specie bentoniche complementari come tracine, scorfani rossi (capponi) e gallinelle. Gli ami saranno anche questi di numerazione variabile a seconda della taglia delle prede, e andranno dal n° 3 al n° 6.

Le esche per la pesca del pagello


Riguardo alle esche preferite dai pagelli, l'universo mare ce ne mette a disposizione una miriade: dal gambero al cannolicchio, dal paguro ai vermi. Di questi ultimi, ottimi il muriddu, l'arenicola, il saltarello ecc; e poi le striscioline di calamaro freschissimo e altri tipi di molluschi. Tra tutte le esche citate, il gambero innescato vivo e il paguro rappresentano il top delle aspettative.

I luoghi di pesca e i periodi migliori per la pesca del pagello


Il pagello fa vita gregaria e ama sostare con i suoi simili nelle vicinanze del fondo marino, grufolando alla continua ricerca di cibo che si trova sui substrati ricchi di coralligeno, concrezioni madreporiche, conchiglie, maciotto, fango e rocce spartite. I fondali ricchi di questi substrati devono confinare con rocce e scogliere più o meno rilevanti ed estese. Questo è il regno incontrastato del pagello, nel quale "accosta" periodicamente unito in copiosi banchi. Per i nostri fini alieutici, la primavera e l'autunno rappresentano i periodi migliori; e le poste altrettanto valide si localizzeranno sulle scarpate e nelle vicinanze dei bordi delle secche e dei rilievi, a quota variabile da -40 fino a circa -100. Per la pesca dei pagelli, adottando appunto la tecnica del bolentino, non esistono orari specifici: gli umori alimentari spesso mutano col variare delle correnti sottomarine. Comunque, indipendentemente da questo, le ore del primo mattino, più precisamente alla levata del sole, la pesca darà sicuramente i suoi buoni frutti.

Come si svolge l'azione di pesca
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Le tecniche di pesca del pagello sono numerose e abbastanza variegate tra loro; tutte varianti del bolentino classico e tradizionale. Nel corso degli anni, tutti i sistemi di pesca adottati hanno avuto evoluzioni spesso derivate ed acquisite dall'attività agonistica. Una buona tecnica è quella a sistema ibrido. Nel dettaglio, questo metodo di pesca prevede un'attività iniziale col bolentino classico (telaietto di sughero) con barca in deriva e a scarroccio, ed una centrale e poi finale, pescando a barca ancorata ma usando la canna e il mulinello. In sostanza, ci comporteremo come segue.

Dovremo raggiungere le poste dei pagelli, dandone per scontata la conoscenza; oppure, per i profani, è sufficiente disporre di una carta nautica del luogo e tracciare la rotta verso quelle batimetriche variabili, circoscritte con dei segni che evidenziano il rilievo; dopodiché non ci resta che provare, provare ancora e poi esplorare di nuovo i fondali limitrofi, con l'ausilio dell'ecoscandaglio e con le ripetute calate di lenza bene innescate, fino a che non si inizia a catturare i pagelli. Mentre stiamo scarrocciando e derivando sotto l'azione del vento e della corrente marina, cercheremo di prendere in seria considerazione quella zona di mare, tra le tante, dove le catture sono più frequenti, o magari dove si evidenzia una singola cattura ma di taglia notevole; dopodiché conviene ancorarsi, lasciare la lenza a mano e prendere canna, mulinello e i relativi finali sottili. Vi accorgerete subito che con una bella polpa di cannolicchio sapientemente innescata, o meglio con un paguro o gambero vivo coadiuvati dai braccioli "a girare" dello 0,18-0,20, cambierà la "musica". Le catture a questo punto di solito saranno sempre più selezionate con esemplari di taglia significativa.

Un piccolo segreto per la pesca del pagello

poichè è un pesce che vive quasi sempre in branco, una volta individuato,
bisogna capire subito il senso del vento e della corrente, montare di qualche metro il branco e gettare l’ancora a corto, possibilmente con un bel tratto di catena (3 o 4 metri). L’ancora deve fare presa subito, per evitare di scarrocciare e perdere il contatto con il branco. Se il primo ancoraggio non va a buon fine, è inutile attendere oltre, bisogna ripeterlo tante volte sino a quando non siamo posizionati nei pressi degli scogli e sul branco. Le ore migliori per la pesca al pagello sono quelle di prima mattina, anche se spesso, soprattutto in presenza di un grosso branco, anche le ore centrali della giornata sono gradite. Quando il pesce “mangia” bisogna approfittarne ed essere veloci anche nel salparli a bordo. Questi momenti non durano molto.

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Edited by Pulcinella291 - 9/9/2014, 09:38
 
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