| Letto sul sole 24 ore un po' di tempo fa e copiato, tanto per contraddire chi afferma il rimbecillimento con l'età.#sisi
"Fino a poco tempo fa, gli scienziati credevano che i neuroni erano una delle poche cellule umane che non si rinnovavano. Negli anni 90 Brent Reynolds e Samuel Weiss, due scienziati dell'Università di Calgary, hanno scoperto che nel cervello dei topi adulti c'erano dei ceppi di cellule simili. Qualche anno dopo, grazie ai progressi tecnologici, sono stati scoperti nel bulbo olfattivo dell'ippocampo, zone implicate nella memoria e nell'apprendimento, dei veri e propri processi di neurogenesi delle cellule. «Il cervello – spiega il dottor Pierre-Marie Lledo – è l'unico organo umano che è capace di non sentire l'effetto del tempo. Egli è in perenne costruzione, come la Sagrada Familia di Barcellona. A una condizione: continuare ad apprendere e a meravigliarsi». La curiosità e la conoscenza sono alla base del processo di fabbricazione di nuovi neuroni, a ogni età.
Ragione e irrazionalità. «Il nostro cervello è un mago, capace di regolare l'anima e il domatore che è in noi», spiega lo psichiatra Roland Jouvent, autore del "Cervello magico" La parte più remota del nostro cervello e quella limbica, e si occupa delle emozioni, dei sensi e dei bisogni. E quella da dove partono gli istinti sessuali, ad esempio. Il neocortex invece è la parte che commenta, associa, crea dei legami. Se, ad esempio, mentre attraversiamo la strada siamo sorpresi da un'automobile, il nostro cervello ci dirà di fare un passo indietro e di tornare sul marciapiede alla velocità di una lepre.
Il nostro lavoro cambia il nostro cervello. Le connessioni tra i neuroni sono condizionate da quello che facciamo ogni giorno, dagli impulsi nervosi più o meno frequenti che la nostra mente lancia. Per questo il cervello di uno sportivo ha delle aree senso-motrici fuori dalla norma, un grande chef ha una ipersensibilità nella corteccia olfattiva, il musicista ha un risveglio più frequente della zona profonda del cervello.
Il nostro cervello in sé ha le potenzialità per ricostruirsi. Negli anni '60, i medici americani George e Paul Bach riuscirono a risvegliare il loro padre, professore di tango paralizzato dopo un ictus, dopo un anno di esercizi. Il padre riuscì a danzare di nuovo. La sua guarigione avvenne grazie all'ottimizzazione dei legami neuronali restanti. Oggi, dopo una lesione del cervello, i medici cercano non solamente di restituire la funzione iniziale delle strutture del cervello, ma provano anche attraverso la iniezione di ceppi di cellule del bulbo olfattivo nel midollo spinale, a far ri-muovere persone che hanno perduto la motricità con risultati inattesi.
Certe nostre conoscenze sono innate? Sappiamo da tempo che i circuiti di neuroni si formano e si riformano con le esperienze di vita del soggetto. Gli scienziati la chiamano "plasticità sinaptica": come dei mattoncini Lego nel nostro cervello ci sono piccoli gruppi di neuroni chiamati "piramidali" che contengono delle forme di conoscenza innate, o acquisite come la memoria.
Sognare stimola il cervello. E permette anche di risolvere problemi complessi. "Fino a poco tempo fa pensavamo – spiega Kalina Christoff dell'Università della Columbia britannica – che quando le parti del nostro cervello si occupavano di questioni difficili si mettevano in veglia, ora invece sappiamo che anche nel momento in cui una persona pensa nel vago o sta sognando, quando è distratta da qualcosa la sua mente ha un'attività intensa. Il nostro cervello è più geniale di quello che pensiamo".
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