| gentile amica Sarah, è possibile che io più degli altri, forse più di Sefora, più de "il caravaggio", posso comprendere le sue parole, il suo sentire. Per presentarmi ai suoi occhi ripeterò che sono marchigiano di nascita, ed approdai a Napoli dopo una importante permanenza a Siena. Importante perché erano stati gli anni della mia prima presa di coscienza, dell'apertura al mondo, delle scuole elementari, di quando si impara a scrivere, a leggere ed a giudicare il mondo.
Di più, provenivo da un elegante quartiere della città toscana, e da una posizione sociale privilegiata: mio padre membro dell'accademia chigiana, mia madre giovanissima preside incaricata di un istituto tecnico, per finire nel più sordido e misero vicolo di quella città tanto duramente provata (e lo dice la storia) da quell'orrida, sventurata ultima guerra.
Quindi un fiore delicato nel peggior groviglio di ortiche. La mia reazione fu simile alla sua ma, può immaginarlo da sola, assai più desolata e triste!
E' passato molto tempo da allora, ed ora io, tornato da tempo nelle mie Marche, mi ergo a testimone e paladino di quella frase ad effetto che si ascolta nel gradevole film "Bentornati al Sud". Ha visto il film? se le capita non se lo perda! La frase è questa: ""... chi viene al sud, piange due volte: quando arriva, e quando se ne va ""
Ecco, questa frase io la testimonio e la confermo nella mia persona, ma la trovo limitativa. Infatti per me andrebbe detta: ""... arrivando a Napoli forse piangerai, ma andando via la rimpiangerai per sempre!...""
Perché? Forse per mille motivi, forse per nessuno. Lei, Signora Sarah, ha due alternative: reagire e scappare, o resistere e rimanere.
Ma ricordi che rimanendo si contagerà anche lei ammalandosi di napolitudine, e Napoli, si radica nel cuore fino a divenirne parte essenziale!
|