Le stronzate di Pulcinella

Giuseppe Franchi Maggi, un eroe italiano sul suol francese

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view post Posted on 12/5/2019, 10:17
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Durante la grande guerra furono migliaia i soldati italiani mortri , feriti e gasati sul fronte alleato francese.
La maggior parte dei soldati italiani deceduti giacciono nelle necropoli militari di Bligny e di di Chambières (Metz).
Complessivamente in Francia riposano le gloriose Spoglie di 5.450 nostri Caduti della prima guerra mondiale.

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Nel cimitero di Ferme de Chery-Chartreuve, invece riposano i resti del tenente Giuseppe Franchi Maggi detto Peppino (Pavia, 15 settembre 1890 – Pont-Arcy, 29 settembre 1918) che in molti ricordano come un vero e proprio eroe.

rifiutò il congedo e chiese di ritornare in servizio nelle prime linee.

Laureatosi in ingegneria presso il Politecnico di Milano nel settembre 1912, divenne assistente di topografia presso lo stesso Politecnico, venendo chiamato a prestare servizio militare nel Regio Esercito, assegnato all'arma del Genio, il 20 luglio 1913. Nel dicembre dello stesso anno venne posto in congedo illimitato provvisorio. Con l'approssimarsi dell'entrata in Prima guerra mondiale del Regno d'Italia fu richiamato in servizio attivo all'atto della mobilitazione generale del maggio 1915, con il grado di Sottotenente, ed assegnato alla 16ª Compagnia zappatori del 1º Reggimento del genio. Il suo reparto fu schierato sul fronte del Trentino, ed egli prese parte a numerose azioni per l'apertura di varchi nelle Trincea nemiche con pinze tagliafili e tubi di gelatina. Durante un'azione compiuta a Bosco di Varagna il 25 agosto, riportò una grave ferita al braccio sinistro con conseguente parziale amputazione dell'arto, e per questo fatto fu decorato con una medaglia di bronzo al Valor Militare.
Sebbene non più abile a prestare servizio al fronte, rifiutò il congedo e chiese di ritornare in servizio nelle prime linee.
Rientrato in servizio attivo nel marzo del 1917, rimase nelle retrovie fino all'aprile del 1918 quando partì per la Francia in seno al II Corpo darmata del generale Alberico Albricci. Chiamato a prestare servizio presso il comando dell'8ª Divisione, si distinse durante la Seconda battaglia della Marna del luglio successivo, quando compì una spericolata ricognizione per la quale gli venne conferita la Croix de guerre 1914–1918 (Francia) dal governo francese
Assegnato in veste di ufficiale di collegamento con il 20º Reggimento di fanteria, ricevette l'incarico di verificare se le truppe nemiche avesse abbandonato le loro posizioni sulla riva sinistra del fiume Aisne.
Per eseguire il rilievo topografico di una parete rocciosa, attraverso la quale avrebbero dovuto sboccare le cannoniere di alcune caverne in costruzione, si faceva calare dall’alto con una fune, e di pieno giorno, sospeso nel vuoto, compiva il suo lavoro sotto il tiro aggiustato delle artiglierie nemiche. Scatenatasi un’offensiva avversaria, divenuto fante fra i fanti, partecipava volontariamente ad una battaglia durata quattro giorni, eseguendo ricognizioni fuori delle nostre linee, assicurando i collegamenti ed il rifornimento delle munizioni, in un terreno intensamente battuto dalle artiglierie e già percorso da infiltrazioni nemiche. Avvenuto il ripiegamento delle nostre truppe, rimase con pochi gregari all’estrema retroguardia per distruggere un forte, nella quale operazione, avendo voluto personalmente accertarsi dell’efficacia delle mine.
Mentre, ritto in piedi, cercava con lo sguardo la migliore posizione per guadare il fiume cadde colpito a morte da una raffica di mitragliatrice.
Il 30 settembre la sua salma venne inumata, con una solenne cerimonia, presso il cimitero di Ferme de Chery-Chartreuve. Alla sua memoria venne concessa dapprima la Medaglia d'argento al valor militare, successivamente convertita in Medaglia d'oro.
 
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