NIKITA LA CAMORRISTA E LA NOSTALGIA DI NAPOLI
Nikita non è la protagonista del celebre film di Besson , ma una camorrista affliata al gruppo Teste matte dei Quartieri Spagnoli il cui vero nome è Vincenza Di Domenico.Un bel giorno del 1995 scampo' per pure caso ad un agguato mentre era in compagnia di una zia, fu ferita .
Si rende conto di essere in pericolo ed appena viene dimessa dall'ospedale , decide di collaborare con la giustizia e raccontare tutto quello che sa sul famigerato clan .
Nikita viene trasferita in una localita' segreta e comincia a fare i nomi , tanti nomi. Ci saranno molti arresti a seguito delle sue rivelazioni , ma ad un tratto le prende la nostalgia di Napoli e dei sui quartieri spagnoli. Pavia dove era stata trasferita, non le piace. . Pur di tornare nella sua citta' ha deciso di ritrattare tutte le confessioni fatte agli investigatori, grazie alle quali giorni fa sono state arrestate dodici persone. "Pavia e' una citta' triste dove piove sempre. Voglio tornare a Napoli, nei vicoli dei Quartieri Spagnoli". La dichiarazione e' di Vincenza Di Domenico.Si e' recata nella sede di un quotidiano locale e ha annunciato il voltafaccia. "Ho detto un cumulo di sciocchezze, mi sono inventata tutto e ho mandato in galera gente innocente. Forse e' stato per colpa di quel proiettile che mi colpi' alla testa", ha detto Vincenza Di Domenico.
"Ho ripetuto soltanto frasi che dicevano altri pentiti . ha sottolineato "Nikita" ., cose che nei Quartieri Spagnoli passavano di bocca in bocca. Alcuni particolari li ho appresi leggendo i verbali di alcuni collaboratori di giustizia, carte che ho ricevuto dagli avvocati". Vincenza Di Domenico sostiene che a farle cambiare idea non sono state minacce, ma la nostalgia di Napoli. "Stare a Pavia era peggio che rimanere nella mia citta' . I miei tre figli sono nati nei Quartieri Spagnoli ed e' li' che vogliono tornare".I SOPRANNOMI DEI CAMORRISTI
Roberto Saviano nel suo libro Gomorra cita con i vari soprannomi alcuni esponenti della camorra i quali vengono appioppati secondo le seguenti tipologie:
1. ipocoristici
2. tratti fisici
3. età dell’uomo
4. animalia
5. espressioni onomatopeiche
6. passioni alimentari e di costume
7. comportamenti e carattere
8. ereditari
9. soprannomi di famiglia
10. personaggi televisivi e cinematografici
11. figure di potere
1. ipocoristici
Antonio Carlo D’Onofrio “Carlucciello ’o mangiavatt” antr. “Carletto il mangiagatti”
G 66 «E poi Antonio Carlo D’Onofrio “Carlucciello ’o mangiavatt’ ” ossia Carletto il mangiagatti, leggenda vuole che avesse imparato a sparare usando i gatti randagi come bersaglio».
Francesco Schiavone detto “Cicciariello”
G 212 «Poi d’improvviso Sandokan lo aggredì e iniziò a strangolarlo, mentre suo cugino, suo omonimo conosciuto come “Cicciariello”, e altri due affiliati Raffaele Diana e Giuseppe Caterino, gli tenevano gambe e braccia».
Luigi Giuliano detto “Lovigino”
G 67 «Luigi Giuliano “’o re”, detto anche Lovigino, contronome gli sussurravano “I love Luigino”. Da qui Lovigino» .
Domenico Russo detto “Mimì dei cani”
G 66 «Domenico Russo, soprannominato “Mimì dei cani” boss dei Quartieri Spagnoli, chiamato così perché da ragazzino vendeva cuccioli di cane lungo via Toledo».
Carmela Attrice detta “Pupetta”
G 115 «Carmela Attrice era chiamata Pupetta».
Ugo De Lucia detto “Ugariello”
2. tratti fisici
Pasquale Gallo “’o bellillo” “il carino”
G 66 «Pasquale Gallo di Torre Annunziata dal viso grazioso detto “’o bellillo”».
Costantino Iacomino “capaianca” “testa bianca”
G 66 «Costantino Iacomino “capaianca” per i capelli bianchi che gli spuntarono prestissimo in testa».
Michele Zagaria “capastorta” “testa storta”
G 227 «Michele Zagara, il boss manager di Casapesenna, detto “capastorta” per l’irregolarità del suo viso».
Vincenzo Benitozzi “Cicciobello”
G 67 «Vincenzo Benitozzi con un viso tondo veniva chiamato “Cicciobello”».
Giovanni Birra “’a mazza” antr. “la mazza”
G 66 «Giovanni Birra “’a mazza” per il corpo secco e lungo».
Rosario Privato detto “mignolino”
G 66 «Rosario Privato “mignolino”».
Nicola Pianese “’o mussuto” “il baccalà”
G 66 «Nicola Pianese chiamato “’o mussuto” ossia il baccalà per la sua pelle bianchissima».
Dario De Simone “’o nano”. “il nano”
G 66 «Dario De Simone “’o nano” il nano».
Francesco Barone “’o russo” “il rosso”
G 111 «Il 15 gennaio sparano in pieno viso a Carmela Attrice, madre dello scissionista Francesco Barone, “’o russo”».
Gennaro Notturno detto “Saracino”
Ciro Mazzarella “’o scellone” antr. “uomo dalle scapole sporgenti”
G 66 «Ciro Mazzarella “’o scellone” dalle scapole visibili».
3. età dell’uomo
Arturo Graziano “guaglione” “ragazzo”
G 164 «Il corteo raggiunse la frazione Brosago sfilando davanti all’abitazione di Arturo Graziano, detto “guaglione”».
Antonio Iovine “’o ninno” “il neonato, il bimbo piccolo”
G 227 «Antonio Iovine, detto “’o ninno” ossia il poppante, perché raggiunse i vertici del clan ancora ragazzino».
Maria “’a piccerella” “la piccolina, la bambina”
G 59 «Ma era Maria detta “’a piccerella” che deteneva il potere economico del clan».
Raffaele Amato “’a vicchiarella” “la vecchietta”
G 86 «Raffaele Amato “’a vicchiarella”, il responsabile delle piazze spagnole».
4. animalia
Carmine “’o lione” “il leone”
Nunzio De Falco “’o lupo” “il lupo”
G 261 «Nunzio De Falco ha il suo soprannome stampato in faccia. Ha davvero la faccia del lupo. La foto segnaletica è riempita verticalmente dal viso lungo coperto da una barba rada e ispida come un tappeto d’aghi, e orecchie a punta. Capelli crespi, pelle scura e bocca triangolare. Sembra proprio uno di quei licantropi da iconografia horror».
Pasquale Barra “’o nimale” “l’animale, la bestia”
G 146 «Da anni non si vedevano più omicidi con così tanta diligente e sanguinaria volontà simbolica: con la fine del potere di Cutolo e del suo killer Pasquale Barra detto “’o nimale” famoso per aver ucciso in carcere Francis Turatello, e azzannato il cuore dopo averglielo strappato dal petto con le mani».
Gennaro “’a scigna” “la scimmia”
G 58 «Gennaro Licciardi “’a scigna”: è stato lui il primo boss che ha determinato la metamorfosi
di Secondigliano. Fisicamente somigliava
davvero a un gorilla o a un orango».
Antonio Ferrara “’o tavano” “la zanzara, il tafano”
G 74 «Antonio Ferrara, detto “’o tavano”».
5. espressioni onomatopeiche
Agostino Tardi detto “picc pocc”
G 66 «Poi ci sono contronomi dovuti a espressioni onomatopeiche intraducibili come Agostino Tardi detto “picc pocc”».
Domenico di Ronza detto “scipp scipp”
G 67 «Domenico di Ronza “scipp scipp”».
Famiglia Aversano detta “zig zag”
G 67 «Gli Aversano detti “zig zag”».
Raffaele Giuliano detto “’o zuì”
G 67 «Raffaele Giuliano “’o zuì”».
Antonio Bifone detto “zuzù”
G 67 «Antonio Bifone “zuzù”».
6. passioni alimentari e di costume
Tonino detto “Kit Kat”
G 118 «Si chiamava Tonino Kit Kat, perché divorava quintali di snack».
Antonio Di Vicino detto “lemon”
G 67 «Gli è bastato ordinare spesso la stessa bevanda e Antonio Di Vicino è divenuto “lemon”».
Paolo Di Lauro “Ciruzzo ’o milionario” antr. “Ciruzzo il milionario”
G 65 «Paolo Di Lauro è stato ribattezzato “Ciruzzo ’o milionario” dal boss Luigi Giuliano che lo vide una sera presentarsi al tavolo da poker mentre lasciava cadere dalle tasche decine di biglietti da centomila lire. Giuliano esclamò: «e chi è venuto, Ciruzzo ’o milionario?». Un nome uscito in una serata brilla, un attimo, una trovata giusta».
Antonio Di Biasi detto “pavesino”
G 66 «Antonio Di Biasi, soprannominato “pavesino” perché quando usciva a fare operazioni militari si portava sempre dietro i biscotti pavesini da sgranocchiare».
Nicola Luongo “’o wrangler” “il wrangler”
G 66 «Ci sono soprannomi dovuti alle passioni dei singoli camorristi come Nicola Luongo, detto “’o wrangler”, un affiliato fissato con i fuoristrada Wrangler, divenuti veri e propri modelli prediletti dagli uomini del Sistema».
7. comportamenti e carattere
Francesco Bidognetti detto “Cicciotto di Mezzanotte”
G 67 «Il boss Francesco Bidognetti è conosciuto come “Cicciotto di Mezzanotte”, un contronome nato dal fatto che chiunque si fosse frapposto tra lui e un suo affare avrebbe visto calare su di sé la mezzanotte anche all’alba».
Gennaro Lauro “’o diciassette” “il diciassette”
G 67 «Gennaro Lauro, forse per il numero civico dove abitava, detto “’o diciassette”».
Gennaro Di Chiara “file scupierto” “filo scoperto”
G 66 «Gennaro Di Chiara che scattava violentemente ogni qual volta qualcuno gli toccava il viso era detto “file scupierto”, filo scoperto».
Vincenzo De Falco “’o fuggiasco” “il fuggiasco”
G 213 «Nel 1990 ci furono diverse riunioni dei dirigenti casalesi. A una fu invitato anche Vincenzo De Falco, soprannominato “’o fuggiasco”».
Ciro Monteriso “’o mago” antr. “il mago”
G 66 «Ciro Monteriso “’o mago” per chissà quale ragione».
Antonio Spavone “’o malommo” “l’uomo cattivo, feroce”
Carmine Alfieri “’o ntufato” “l’arrabbiato”
G 65 «Carmine Alfieri “’o ntufato”, l’arrabbiato, il boss della Nuova Famiglia, venne chiamato così per il ghigno di insoddisfazione e rabbia sempre presente sul suo viso».
Vincenzo Mazzarella “’o pazzo” “il pazzo”
Carmine Di Girolamo “’o sbirro” “il poliziotto”
G 66 «E poi Carmine Di Girolamo detto “’o sbirro” per la capacità di coinvolgere nelle sue operazioni poliziotti e carabinieri».
Nando Emolo “’o schizzato” “nevrastenico, squilibrato”
G 74 «Nando Emolo, detto “’o schizzato”».
Antonio Di Fraia detto “’u urpachiello” “il frustino”
G 66 «Antonio Di Fraia detto “’u urpachiello” un termine che sta per frustino, di quelli ricavati essiccando il pene dell’asino».
8. ereditari
Marino Fabbrocino “’o graunar” “ il carbonaio”
G 66 «Mario Fabbrocino detto “’o graunar”, il carbonaio: i suoi avi vendevano il carbone e tanto era bastato per definire il boss che aveva ncolonizzato l’Argentina con i capitali della camorra vesuviana».
Vincenzo Esposito detto “il principino”
G 60 «Vincenzo Esposito lo chiamavano “il principino” per il suo essere nipote dei sovrani di Secondigliano».
Giovanni Aprea “punt ’e curtiello” “punta di coltello”
G 67 «Giovanni Aprea “punt ’e curtiello” perché il nonno, nel 1974, partecipò al film di Pasquale Squitieri I guappi, interpretando il ruolo del vecchio camorrista che allenava i “guaglioni” a tirare di coltello».
9. soprannomi di famiglia
Famiglia La Monica “Gli anielli”
G148 «Aniello La Monica era il patriarca della famiglia, per anni nel quartiere hanno chiamato i La Monica gli “anielli”».
Famiglia Lo Russo “I capitoni”
G 66 «I Lo Russo definiti “i capitoni”».
Famiglia Mallardo “I Carlantoni”
G 66 «I Mallardo i “Carlantoni”».
Clan dei “Chiuovi” “Chiodi”
G 283 «Antonio Bardellino aveva da ragazzo preso il posto del padre divenendo il leader assoluto del clan dei “Chiuovi”, come li chiamavano a Mondragone».
Famiglia Belforte “I Mazzacane”
G 66 «I Belforte i “Mazzacane”».
Famiglia De Simone detta “quaglia quaglia”
G 67 «La famiglia De Simone detta “quaglia quaglia”».
Famiglia Piccolo “I Quaqquaroni”
G 66 «I Piccolo i “Quaqquaroni”, vecchi nomi dei ceppi di famiglia».
Famiglia Gionta “I valentini”
G148 «I Gionta di Torre Annunziata venivano chiamati i “valentini” dal boss ValentinoGionta».
10. personaggi televisivi e cinematografici
Pietro Esposito “Kojak”- perché calvo come l’attore dell’omonimo telefilm
Gennaro e Gaetano Marino detti “I Mckay”
G 80 «Gennaro e suo fratello Gaetano sono detti i Mckay. Tutto è dovuto alla somiglianza che il padre aveva con lo sceriffo Zeb Mckay del telefilm Alla conquista del West».
Vincenza Di Domenico detta “Nikita”
G 274 «Una donna dei Quartieri Spagnoli, Vincenza Di Domenico, per un breve periodo collaboratrice di giustizia, aveva un soprannome eloquente, Nikita, come l’eroina killer del film di Luc Besson».
Pikachu – dal personaggio dei Pokemon, i cartoni animati giapponesi
G 115 «Il ragazzino si presentò con il soprannome. Gli veniva dai Pokemon, i cartoni animati giapponesi. Il ragazzino era biondo e chiatto, quanto bastava per ribattezzarlo Pikachu».
Giuseppe Mancone detto “Rambo”
G 305 «Dopo il pentimento di Augusto, il nuovo boss Luigi Frugnoli sempre fedelissimo dei La Torre iniziò ad avere problemi con alcuni affiliati come Giuseppe Mancone detto “Rambo”. Vaga somiglianza con Stallone, corpo pompato in palestra, stava mettendo su una piazza di spaccio che in breve l’avrebbe portato a essere un riferimento importante, e di lì a poco poteva scalciare i vecchi boss ormai con un carisma in frantumi dopo il pentimento».
Francesco Schiavone detto “Sandokan”
G 67 «Ci sono invece contronomi calibrati che possono fare la fortuna o sfortuna mediatica di un boss come quello celebre di Francesco Schiavone detto Sandokan, un contronome feroce scelto per la sua somiglianza con Kabir Bedi, l’attore che interpretò l’eroe salgariano».
Giuseppe Gala detto “showman”
G 61 «Giuseppe Gala detto “showman” era diventato uno dei più apprezzati e richiesti agenti nel business alimentare».
Ferdinando Bizzarro detto “zio Fester”
G 88 «Uno dei primi obiettivi fu Ferdinando Bizzarro, “zio Fester” come il personaggio calvo, basso e viscido della Famiglia Addams».
Pasquale Tavoletta detto “Zorro”
G 67 «Pasquale Tavoletta detto Zorro per la sua somiglianza, a sua volta, con l’attore del telefilm televisivo».
11. figure di potere
Luigi Vollaro “’o califfo” antr. “il califfo” – titolo del capo supremo dell’Islam.
C 281 «Mentre Luigi Vollaro, detto “’o califfo”, possedeva una tela del suo prediletto Botticelli».
Vincenzo Carobene detto “Gheddafi”
G 67 «Vincenzo Carobene detto “Gheddafi” per la sua straordinaria somiglianza con il figlio del generale libico».
Pietro Licciardi detto “l’imperatore romano”
C 59 «Pietro Licciardi aveva un profilo da manager, ed era chiamato dagli imprenditori suoi alleati “l’imperatore romano” per il suo atteggiamento autoritario e tracotante nel credere l’intero globo un’estensione di Secondigliano».
Mario Schiavone detto “Menelik”
G 67 «Mario Schiavone chiamato “Menelik” come il famoso imperatore etiope che si oppose alle truppe italiane».
Francesco Verde “’o negus” antr. “il negus”
G 67 «Francesco Verde alias “’o negus” come l’imperatore di Etiopia per la sua ieraticità e per il suo essere boss da lungo tempo».
Luigi Giuliano “’o re” antr. “il re”
G 67 «Luigi Giuliano “’o re”, detto anche Lovigino, contronome ispirato dalle sue amanti americane che nell’intimità gli sussurravano “I love Luigino”. Da qui Lovigino.»
Raffaele Barbato detto “Rockefeller”
G 288 «Ma la potenza internazionale partita da Mondragone era personificata anche da Rockefeller. Lo chiamano così in paese per l’evidente talento negli affari e per la mole di liquidità che possiede. Rockefeller è Raffaele Barbato, sessantadue anni, nato a Mondragone».
tratto da Biblioteca digitale sulla camorra