Le stronzate di Pulcinella

Poesie sugli zampognari

« Older   Newer »
  Share  
sefora1
view post Posted on 10/11/2012, 13:26 by: sefora1
Avatar

Gold member

Group:
AMMINISTRATORE
Posts:
5,996

Status:



jpg


Le ciaramelle


di Giovanni Pascoli
Tratto dalla raccolta di poesie
I canti di Castelvecchio


Udii tra il sonno le ciaramelle,
ho udito un suono di ninne nanne.
Ci sono in cielo tutte le stelle,
ci sono i lumi nelle capanne.

Sono venute dai monti oscuri
le ciaramelle senza dir niente;
hanno destata ne' suoi tuguri
tutta la buona povera gente.

Ognuno è sorto dal suo giaciglio;
accende il lume sotto la trave;
sanno quei lumi d'ombra e sbadiglio,
di cauti passi, di voce grave.

Le pie lucerne brillano intorno,
là nella casa, qua su la siepe:
sembra la terra, prima di giorno,
un piccoletto grande presepe.

Nel cielo azzurro tutte le stelle
paion restare come in attesa;
ed ecco alzare le ciaramelle
il loro dolce suono di chiesa;

suono di chiesa, suono di chiostro,
suono di casa, suono di culla,
suono di mamma, suono del nostro
dolce e passato pianger di nulla.

O ciaramelle degli anni primi,
d'avanti il giorno, d'avanti il vero,
or che le stelle son là sublimi,
conscie del nostro breve mistero;

che non ancora si pensa al pane,
che non ancora s'accende il fuoco;
prima del grido delle campane
fateci dunque piangere un poco.

Non più di nulla, sì di qualcosa,
di tante cose! Ma il cuor lo vuole,
quel pianto grande che poi riposa,
quel gran dolore che poi non duole;

sopra le nuove pene sue vere
vuol quei singulti senza ragione:
sul suo martòro, sul suo piacere,
vuol quelle antiche lagrime buone!


Lo zampognaro


di Gianni Rodari

Se comandasse lo zampognaro
che scende per il viale,
sai che cosa direbbe
il giorno di Natale?

“Voglio che in ogni casa
spunti dal pavimento
un albero fiorito
di stelle d’oro e d’argento”.

Se comandasse il passero
che sulla neve zampetta,
sai che cosa direbbe
con la voce che cinguetta?

“Voglio che i bimbi trovino,
quando il lume sarà acceso
tutti i doni sognati
più uno, per buon peso”.

Se comandasse il pastore
del presepe di cartone
sai che legge farebbe
firmandola col lungo bastone?

“ Voglio che oggi non pianga
nel mondo un solo bambino,
che abbiano lo stesso sorriso
il bianco, il moro, il giallino”.

Sapete che cosa vi dico
io che non comando niente?
tutte queste belle cose
accadranno facilmente;

Se ci diamo la mano
i miracoli si faranno
e il giorno di Natale
durerà tutto l’anno.




Alle ciaramelle



Nell’antica capanna diruta
voi sonaste al Sir delle stelle
annunciando al mondo: “è venuta”
la miglior delle meglio novelle.

Là per mano di rudi pastori
dò cullaste l’infante divino;
ora voi allietate più cuori
cuori affranti dal lungo cammino .

Quante volte durante l’estate
ben suonaste con dolce tenore
quelle note, tremule e alate
inneggiando alla donna, all’amore.

D’un gioioso passato scomparso
voi, restate le cose più belle
della pace il mondo è riarso
suonate, suonate o ciaramelle.



Zampogne e zampognari amatriciani.


Se Titiro tornasse, le sue mani
non ti pòtriano dar tanta armonia
come gli zampognari amatriciani.

Il trillo tuo, è un inno di poesia
che nei cuori ghiacciati i nodi scioglie
aprendo mille varchi all’allegria.

Sonaste ovunque, dentro regie soglie,
trà rupi alpestri, la nelle capanna
dove la nostra speme aprì le foglie.

Da quei zufoli tuoi, di prumo o canna
uscì concorde al celestiale coro
del mondo la più bella ninna nanna.



Come rimembro il tuo trillar sonoro
ch’apparir mi fè l’amato viso
dietro i vetri, in un alone d’oro
e dalle labbra Le sfuggì un sorriso.



Suono di ciaramelle
Da uno stazzo, disperso trai pietrosi
picchi, scendea un musicale accento
avean per quei trilli melodiosi
ch’uscir parean d zufoli d’argento.
Gli schivi venticelli e gl’impetuosi
fiumi, l’alitare e l’eco spento,
pareva che da su, oltre le stelle
scendesse il suono delle ciaramelle.

Tratte da: “Il canzoniere del Tronto” di Virginio di Carmine. 1984.



Notte ar Gran Sasso

Semo arrivatiin cima a la Portella
chè già moriva lentamente er giorno
l’urtimo sole su le vette, intorno
brillava ancora in cima alla Macella.

Cala la notte: appare qualche stella
ner cèlo. Su da Campo Imperatore
er vento porta er canto d’un pastore
e, triste, er sono de la ciaramella

Io comincio a sognà! L’occhio smarrito,
vaga e se posa fra stè cime belle
e su Campo Pericoli fiorito.

Pallide e fredde guardeno le stelle
mentre se perde, in mezzo all’infinito
silenzio, er pianto delle ciaramelle.

Federico Tosti “Artari sotto le stelle”
Editrice Nova Italica, 1989.


--------------------------------------------------------------------------------

ZAMPOGNA APPENNINICA (Dicembre 1965)

Che cosè quella voce che sento
fra le pieghe del nostro Appennino,
quando a notte ogni lume è già spento
e ogni borgo sonnecchia supino?

Che cos’è quell’allegro trillare
che al “tam tam” della dita si accoppia
e con impeto invita a danzare
risvegliando l’umor di ogni coppia?

Non è forse quel suono di festa
che ha ninnato il Divino Natale
che accompagna poetiche gesta
che alla sposa fa il “pianto nuziale”?!

E’ una spoglia di pia pecorella
che ancor bela su legni bucati
è una gioia che tanto affratella
è la voce dei tempi beati.



ZAMPOGNE

Incantato
nel silenzio della sera,
ho ascoltato la voce
d'antichi stirpi,

che ai boschi
cantavano
i moti del cuore.


di Tommaso Tozzi, poeta teatino.

 
Top
2 replies since 10/11/2012, 13:17   2866 views
  Share