Le stronzate di Pulcinella

IL FASCISMO E I SUOI SIMBOLI:immagini e considerazioni

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view post Posted on 15/1/2013, 10:17
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Pulcinella291 Forum

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Da sempre i regimi e le dittature hanno comprese che anche la simbologia è capace di muovere le masse di istigare ai sacrifici più estremi e di glorificare .

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La simbologia romana ha lasciato, sicuramente, una grande eredità nella simbologia moderna, basti pensare alla Francia di Napoleone, all'Inghilterra e alla Germania dell'ottocento, o agli Stati Uniti.
Anche il fascismo utillizzò appieno tutta la simbologia antica, in particolare quella imperiale, per rifarsi a quel passato glorioso e per tentare di ricostruirlo.
Il fascio divenne presente ovunque(anche se più per ragioni politiche che per altro) l'aquila anche, gli edifici tentarono di richiamare lo stile classico e devo dire che ben si sposano nel cuore di Roma. Furono iniziate molte opere archeologiche, e venivano innalzate statue agli antichi imperatori.
Fascismo storico, così inteso dalla fondazione de Il Popolo d'Italia e l'inizio delle campagne interventiste nel 1914 al termine della Repubblica Sociale Italiana (RSI) nel 1945, fece ampio uso della simbologia classica dell'antica Roma: esempi ne furono il Fascio littorio, il Saluto romano, l'utilizzo della lettera "V" in luogo della "U" e l'aquila romana.

Il fascio littorio
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I fasces lictoriae erano, nell'Antica Roma, un simbolo del potere e dell'autorità maggiore, l'imperium. Si trattava di un fascio cilindrico di verghe di betulla bianca, simboleggianti il potere di punire, legate assieme da nastri rossi di cuoio (latino: fasces), simboli di sovranità e unione, al quale talvolta era infissa un'ascia di bronzo, a rappresentare il potere di vita e di morte sui condannati romani.
Esso venne ripreso da vari movimenti politici ed entità statali a partire dalla fine del XVIII secolo, divenendo quindi simbolo dei Fasci italiani di combattimento di Benito Mussolini nel 1919, nonche' come nell'antica Roma, un simbolo del potere e autorità maggiore, l'imperium. La funzione dei fasci non era tuttavia esclusivamente simbolica, giacché le canne venivano materialmente usate per fustigare i delinquenti sul posto e analogamente l'ascia era utilizzata nell'amministrazione delle pene capitali e comunque come mezzo di difesa da parte della scorta di lictores, i particolari servitori dello stato incaricati di recare i fasces.
In Italia, pero' i fasci erano gia' stati usati sul finire del XIX secolo da movimenti di sinistra, quando vennero creati i Fasci siciliani, un movimento di lavoratori della terra che si batteva per i loro diritti Nel periodo che precede la prima guerra mondiale, uno tra i più attivi gruppi interventisti sarà quello dei "Fasci d'azione rivoluzionaria", sorti nel 1914 dal precedente "Fascio rivoluzionario d'azione internazionalista", composto da membri della sinistra avanzata, da repubblicani intransigenti, da sindacalisti rivoluzionari e dagli esuli giuliani, dalmati e trentini (gli irredenti).

il saluto romano


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Il saluto romano è una forma di saluto che prevede il braccio destro teso in avanti verso l'alto, con la mano tesa aperta. Inizialmente fu usato dai legionari fiumani, successivamente fu imposto dal regime attraverso una campagna promossa da Achille Starace.
Come il fascio littorio, anche il saluto romano viene scelto proprio per stabilire un legame con il passato di grandezza dell'antica Roma che, secondo gli intenti di Mussolini, sarebbe dovuta risorgere sotto il suo governo. Il saluto romano, il fascio littorio, l'aquila imperiale diventeranno in breve i segni del nuovo regime e dello stile di vita che il regime vorrà imporre a tutti gli italiani.

Aquila romana
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L’aquila romana era un altro simbolo ripreso dal fascismo rappresentata soprattutto con le ali aperte. Anche questo simbolo che si rifaceva chiaramente alla civiltà romana era manifestazione di grandezza e di ricordo delle vittorie di Roma antica. Capitava spesso che l’aquila tenesse il fascio nei suoi artigli come si poteva vedere all’epoca nella bandiera della repubblica sociale di Salò. Anche il nazismo come spesso capitò prese questo e molti altri simboli per comunicare l’unione del popolo italiano con quello tedesco, cosa che però non avvenne mai neanche in principio.
L'aquila la ritroveremo, unitamente al fascio, anche nelle monete cioè nel pezzo d’oro da 50 lire , in quelli di nichelio da 2 lire , 1 lira e da 50 centesimi , e in quello di bronzo da 5 centesimi.

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L'aquila viene riportata quasi sempre con le ali aperte perchè doveva rappresentare la grandezza e il ricordo delle vittorie di Roma antica.
Capitava spesso che l’aquila tenesse il fascio nei suoi artigli come si poteva vedere all’epoca nella bandiera della repubblica sociale di Salò.

LA V MAIUSCOLA
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Dopo la creazione dell’alleanza tripartita tra Italia Germania e Giappone si cercò un simbolo che potesse far capire alla gente la potenza dei tre stati. Questo simbolo divenne la V perché era l’iniziale della parola “vittoria” ed anche perché simboleggiava i tre vertici con l'Italia naturalmente al centro.

ARCHITETTURA - ARTE NEL FASCISMO


Negli anni ‘20 e ‘30 c’è stato un tentativo interessantissimo di conciliare la tradizione romana con un'architettura che ricercasse insistentemente una rappresentazione ufficiale di regime e che decantasse con sufficiente retorica la “gloria raggiunta".
Sono numerose le tracce architettoniche lasciate in Italia dal regime fascista. Mussolini volle la progettazione di aree urbane, nuovi edifici e nuove città come Littoria (ora Latina), Pomezia, Sabaudia ed Aprilia. Molte opere servivano alla mera propaganda fascista, altre sono considerate ancor oggi dei veri e propri capolavori artistici. Le costruzioni fasciste erano caratterizzate per avere un impatto freddo alla vista ma monumentale caratterizzati dall’utilizzo di materiali quali il marmo, di facciate con lastre piane, della ripetizione di forme geometriche come il cubo e il cilindro, il contrasto dei bianchi e dei neri e l’assenza di decorazioni. In altre parole in tutto il paese vi fu frenetico attivismo architettonico e la corsa a disseminare l’Italia di simboli di pietra ad uso del regime e della costruzione dell’uomo nuovo fascista.
Dalla metà degli anni Trenta nuovi e imponenti palazzi pubblici, accanto ai monumenti antichi e gloriosi, costituiscono lo scenario per il suo più ambizioso progetto politico e antropologico: la creazione dell’uomo nuovo fascista, stirpe rinnovata di italiani guerrieri e costruttori. L’architettura diviene simbolo dell’identità della nazione, efficace dispositivo capace di suggestionare le masse, inculcare i miti, modellare il carattere delle generazioni. Nata per durare, l’architettura mussoliniana si propone di tramandare ai posteri i valori della civiltà fascista allo scopo di ipotecare la costruzione dell’identità nazionale per le epoche che verranno. Compresa la nostra.
Nel corso degli anni Trenta un instancabile Mussolini percorre in lungo e in largo l’Italia inaugurando centinaia di opere architettoniche. È un attivismo progettuale che assegna un ruolo privilegiato alla città di Roma, dove non c’è opera importante di cui il duce non abbia visitato il cantiere o esaminato il progetto, ma che dissemina tutto il paese di una miriade di simboli di pietra, icone del patto politico da lui stretto con il suo popolo. L’esito più imponente è l’E42, la nuova città alle porte di Roma: straordinaria impresa non solo architettonica che mobilita l’intera nazione e che nella sua trama di archi e colonne interagisce con i miti del fascismo e della sua romanità. Sarà quello il modello per l’ultima stagione di interventi edilizi che il fascismo progetterà per la capitale e per altre città italiane.

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LA SCULTURA NEL PERIODO FASCISTA


Nelle sculture fasciste era rappresentata l'identità del passato e del presente.Mussolini incoraggiava la
costruzione di queste sculture che erano un buon modo di propaganda : offriva dei posti numerosi agli artistiper mostrare la potenza del paese.
È con la granda scultura pubblica, che l'arte dal regime si misurava con i modelli delle statue antiche. Nei
nudi maschi degli atleti romani, si trovava un repertorio tipologico adatto alle esigenze formale della scultura monumentale, notevolmente alla difesa dalla loro civilizzazione dove si teneva in considerazione la forza fisica, come le valore spirituale.

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il Foro Italico costituisce un vero e proprio museo all’aperto della scultura italiana durante il ventennio.

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michele43
icon8  view post Posted on 6/3/2014, 10:25




:wub: :wub: :wub:wow
 
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view post Posted on 20/3/2014, 19:00
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Normalmente io articoli come questi non li leggo, nonostante l'innegabile grande contributo nozionistico che contengono.

Perché la storia la fanno i vincitori ed a me questo non piace; io di solito sto dalla parte dei perdenti ai quali viene prudenzialmente tappata la bocca.
Perché io mi sforzo di essere franco nel mio dire ed imparziale nei miei giudizi e mi pare di essere una bestia rara (e scomoda).
Perché probabilmente sono di parte anch'io, anche se forse di un'altra parte, e mi da noia doverlo ammettere.

I peggiori elaborati non sono, a mio avviso, quelli di smaccata propaganda elettorale, dove si fanno paradisi di una cosa e peste e corna a tutto il resto,
ma piuttosto quelli come quest'articolo dove, sotto una parvenza di austera e puntuale "verità storica"
scorre sotterraneo il rivolo denigratore, lo scherno ed appunto la propaganda partigiana.

Alla fine dell'attenta lettura di quest'articolo, in verità molto ben fatto, la sensazione che ti rimane dentro è di disprezzo verso quei nostri padri
creduloni e fanfaroni, plagiati dall'idea di una grandezza da operetta per una Patria da burletta. Tutti dietro ad un imbecille di commediante che
nel suo voler prendere a modello l'unica Italia del passato che avesse contato s'è scordato che da troppo tempo siamo ormai servi, e servi ci piace restare.

Non è così. Quei nostri padri di quasi cent'anni fa ci credevano davvero a che l'Italia potesse avere un suo ruolo fra le Nazioni del mondo,
una sua autorevole parola, una sua Dignità. E ci credevano in tanti o, forse grazie proprio a quella rimbombante propaganda che ora tanto irridiamo,
ci credevano tutti; ed erano sinceramente pronti a lavoraci, per quella grandezza, a lottare, a sudare, a combattere, a sacrificare la propria vita.
E l'hanno fatto; e ne sono stati orgogliosi. Meglio per loro adesso esser morti e non dover provare vergogna per il loro paese.
Si certo. C'era anche l'olio di ricino, e nessuno né di allora né di oggi ha mai detto che fosse cosa ben fatta, come tutti gli accanimenti.
Ma non per i più, che quei monumenti, quelle opere sociali, quegli edifici, quelle sculture eressero e che stanno ancora li a dimostrare la speranza operosa di un popolo.
Almeno dove non sono state scalpellate via dal rancore dei detrattori, che poi le hanno sostituite... col niente!

Ricordo ero a Napoli quando fu inaugurata la prima opera urbana finalmente artistica e non di mera ricostruzione postbellica, e me ne ricordo bene,
perché, giustamente, fu un evento al quale dare grande risalto: il suo valore simbolico era infatti enorme.
La nuova Piazza Trieste e Trento, incastonata come una gemma fra i massimi splendori del passato della Città: Palazzo Reale, Piazza del Plebiscito, il Teatro San Carlo, e la Galleria...
L'acuto spirito napoletano impiegò meno di un giorno a recepire il messaggio e valutarne il significato.
La prima nuova fonte d'acqua zampillante nella Metropoli partenopea fu immediatamente battezzata col nome che volle il popolo, e che gli rimase:
" 'A Carcioffola ". Nome purtroppo profetico per, fino ad oggi, almeno cinquant'anni.

Mentre la "Mostra d'oltremare e del lavoro italiano del mondo" veniva data alle ortiche.

Viva l'Italia
 
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view post Posted on 21/3/2014, 08:04
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Pulcinella291 Forum

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Amico mio, con me hai sfondato una porta aperta, ma qui si è voluto solo sottolineare come il consenso si poteva ottenere anche con la comunicazione e i simboli.
 
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view post Posted on 21/3/2014, 10:45
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Fosse solo stato OLIO di RICINO....
Omicidi, stupri, privazioni, espropri, botte e obbligo di iscriversi al regime, divieto dei dialetti, divieto di esprimer opinioni.
Per non dimenticare poi le leggi razziali del '38...
Si è vero i più sono morti, meglio cosi', almeno non devovo vergognarsi delle loro nefandezze...
Quanto poi al consenso quello lo ottenevano anche massacrando chi la pensava in modo diverso, Giacomo Matteotti per esempio.
Una cosa è vera il popolo è bue, non merita la democrazia, gli serve un dittatore una guida che vegli su lui.
Lo si evince anche analizzando i fatti dell'ultimo ventennio
 
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view post Posted on 21/3/2014, 12:10
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ne conosci molti tu, personalmente, di stuprati, espropriati, picchiati, obbligati ad iscriversi al regime?...
perché mia madre era insegnante ed un mio zio impiegato al tribunale e nessuno dei due era iscritto al regime, né mai vi furono sollecitati,
nonostante l'impiego pubblico e le idee non propriamente "allineate". E nemmeno l'olio di ricino hanno bevuto.
Mio padre poi ha fatto le due guerre mondiali come ufficiale di fanteria al fronte e nemmeno lui era iscritto al fascio.
Io personalmente ho vestito l'abitino da figlio della lupa ed ho messo il fez, è vero, ma mia sorella, di quattro anni più grande non ha mai militato
nelle file delle bambine italiane del regime.
Nessuno che io conosca, o che abbia sentito dire fra amici e parenti dei miei genitori è mai stato picchiato o violentato...
forse in famiglia eravamo troppo brutti.

Certamente oggi abbiamo una libertà di parola mai conosciuta prima, di questo te ne do atto!
Anzi oggi possiamo dire tutto quello che vogliamo, ma proprio tutto!... tanto non ci caca nessuno!

Ed anche la Cassazione ha stabilito ufficialmente che puoi mandare affanculo chi ti pare, è un tuo diritto... ma a tuo avviso, è davvero un guadagno, questo?

Riguardo al resto... Tu ce la mandi tua figlia quindicenne in giro per Napoli, di sera?... io non ce le ho mandate, a suo tempo, le mie.
Durante il perfido ventennio, invece, avresti potuto farlo in piena tranquillità, anche se allora non eravamo liberi!

Un vero schifo le leggi razziali del '38, hai ragione. Ma nel '61 a Torino ho visto i cartelli "NON SI FITTA AI MERIDIONALI"
e nessuno li faceva togliere... in barba alle leggi razziali abolite...

Devo continuare ed arrivare fino ai nostri giorni?... mi vergogno, francamente.

Viva l'Italia! (per quel poco che ancora le resta da vivere)
 
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view post Posted on 21/3/2014, 12:22
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Pulcinella291 Forum

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SSSSSSS! Di quel periodo bisogna solo parlare male e basta, non facciamo come Camilleri notoriamente di sinistra che ebbe a dire:"Potrà sembrare un paradosso ma ai miei tempi, sotto il fascismo, si era molto più liberi di oggi". Molto meglio oggi punto e basta! ora il governo non ti chiede di donare volontariamente le fedi nuziali, ma ti fa i prelievi direttamente in busta paga o dal tuo conto corrente. Si fondarono Latina, Aprilia, Sabaudia, Pomezia, Guidonia, Ardea, Ostia Lido, Fregene, Palo, Ladispoli, Macerata e ora siamo costretti elargire i contributi anche a questi comuni. Furono centuplicate le strade è ora siamo costretti a farne la manutenzione , anche se spesso le lasciamo piene di buche. Potrei continuare all'infinito ma mi fermo qui e dico W l'Italia di oggi e w la liberta' di oggi!

Edited by Pulcinella291 - 21/3/2014, 12:45
 
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view post Posted on 21/3/2014, 12:42
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perché?... è risuscitato qualche fascista?... qua stiamo in democrazia, caro Pulcinella, possiamo dire tutte le cazzate che vogliamo, non succede niente!... siamo liberi!...
 
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view post Posted on 21/3/2014, 14:20
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Buon per te caro Lucio se i tuoi non ebbero a subire violenza...ne sono contento.
Mio nonno materno non ebbe la stessa sorte, picchiato, fini i suoi giorni sulla sedia a rotelle.
Ma fino alla fine si rifiuto' di iscriversi al partito fascista.
Poi sai, molti mettono in discussione anche i campi di concentramento italiani e l'olocausto tutto.
Basta chiudere gli occhi e non vedi nulla, basta tapparsi le orecchie e non senti nulla.
Hai ragione Lucio, nemmeno mio figlio quando frequenta i corsi di formazione a marina d'Ischitella osa uscire la sera.
E se a Napoli le cose vanno male i napoletani potrebbero anche chiedersi il perchè, cercare le cause ed eventualmente rimuoverle.
Ma non penso che sia una questione della gestione dell'ordine pubblico, semmai di educazione, di cultura, di amor proprio.
Se poi la città di Napoli e il suo comprensorio per essere governata necessita un ritorno al regime allora amici miei siete proprio alla frutta...
 
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view post Posted on 21/3/2014, 14:43

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Lucio permettimi di dissentire.
Non sono d'accordo sulle tue presunte libertà durante il ventennio,per fortuna alla tua famiglia non ē capitato nulla.alla mia non è andata così.
Inoltre non ė che allora si girasse tanto tranquilli e non si rubava nulla...se accadeva non si sapeva ...le veline davano ai giornali ordini precisi in merito.
 
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view post Posted on 21/3/2014, 15:24
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Pulcinella291 Forum

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Scusatemi ma io quando leggo certe cose me sento e prorere 'o mazzo. La discussione, a quanto vedo, si è leggermente spostata sul vecchio stereotipo Napoli =delinquenza. Su questo forum l'argomento è gia' stato oggetto di ampie discussioni ed ancora una volta mi tocca ribadire che la nostra città soffre degli stessi problemi delle grandi metropoli , i quartieri disagiati, dove abbonda la microdelinquenza, li trovi a Napoli come a Milano, a Roma come a Torino. La droga si vende dappertutto non solo a Napoli I furti negli appartamenti, le rapine sono aumentati considerevolmente dovunque tanto che è diventato ormai un’emergenza, un fenomeno preoccupante. Vi garantisco, amici miei, che non hanno ancora instaurato il coprifuoco e a Napoli si continua ad uscire di sera con una certa serenita'. Forse siete troppo presi dai luoghi comuni .
 
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view post Posted on 21/3/2014, 19:53
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Hai ragione tu, manfred, come hanno ragione tutti, in questo campo. Ed è per questo che io di solito evito di intervenire.
Quegli eventi furono troppo forti, troppo stridente il cambiamento ed ancora tutto troppo recente per essere diventato storia.
Ognuno porta con se il ricordo del microcosmo di cui fece parte, il racconto del genitore o del nonno, lo specifico evento locale...
e da quel dettaglio trae la regola generale per tutto e per tutti.
Chi quell'esperienza diretta non ce l'ha, perché troppo giovane, beato lui, non può far altro che attingere ai proclami del suo partito,
agli slogan della sua ideologia, alla più inevitabile delle partigianerie.
Salvo poi a battersi allo spasimo per dimostrare che la sua è l'unica vera verità.

Ma anch'io, nonostante ci stia attento, mi lascio travolgere da queste stolte diatribe, perché la passione è comunque forte.
E nella mia esperienza di bambino certo, ma perfettamente chiara ché certe cose "ovviamente" non si dimenticano, i partigiani
erano quelli che, affamati, uscivano talvolta dai boschi per venire a prenderci il nostro magro pasto, e noi si digiunava mentre i tedeschi in rotta
erano quelli che venivano si a fare i rastrellamenti di uomini e giovanotti da mandare in Germania, ma lo facevano per finta,
ben consci che la loro guerra era persa, ed andando via "dimenticavano" qualche caramella... ma anche mezzi pacchetti di sigarette.

So benissimo che non per tutti è stato così, forse per pochissimi affermeranno i vincitori che fanno la storia, ma io cosa devo fare?
credere al tuo racconto che ancora non eri nata e disconoscere i miei occhi?... per me la verità è quella che posso testimoniare personalmente;
ma naturalmente posso anche essere un pessimo testimone e ricordare male, o essere stato plagiato...

Per cui scusate il disturbo, e continuate pure la disamina di questa "STORIA FATTA A PEZZI", titolo particolarmente felice ed indicativo,
io torno ai miei artropodi e ed ai miei poveri diavoli di strada: argomenti a me più congeniali e per me più concreti
 
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view post Posted on 21/3/2014, 20:15
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Pulcinella291 Forum

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E no, caro Lucio, questo non me lo puoi fare , tu devi intervenire dove e come ti pare, mi scuserai amico mio, ma il bello del confronto in questo forum è proprio questo, esprimere con sicurezza e serenità le proprie idee le proprie opinioni. Dissentire , formulare critiche, mi sembra sia molto piu' utile per conoscere le opinioni degli altri, che chiuderci a riccio in modo da evitarle. Mio padre, buonanima, che conosceva bene il mio carattere un po' fumantino, mi diceva sempre che i contrasti nelle opinioni devono diventare sempre momenti di confronto, accussì ci si arricchisce e si cresce.
Come avrai senz'altro letto, io, con un po' di ironia, ho espresso il mio parere su quanto di buono fu fatto nel ventennio, avrei potuto continuare, non l'ho fatto solo per non tediarvi e non perchè qualcuno avrebbe potuto darmi del fascistoide nostalgico. Nun da retta, continuiamo "a farla a pezzi sta storia" anche se le opinioni sono contrastanti.

Edited by Pulcinella291 - 21/3/2014, 20:34
 
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Amadeus1 ex proteus
view post Posted on 22/3/2014, 08:17




Interessante...molto!
Seb ha fatto un bell'articolo sul simbolismo fascista, che si rifaceva sopratutto all'antica civiltà romana. Siamo finiti, al solito, alle discussioni politiche-storiche. Possiamo restare in argomento iniziale?
Da quanto ne so, (e non è molto) il simbolismo è una comunicazione visiva del potere politico e sacerdotale in voga già dai sumeri, prima ancora che nascessero le varie bibbie conosciute.
Oggi questi simboli vengono ancora utilizzati, sia dalla politica, sia dalla casta sacerdotale e ci si è aggiunto anche il simbolismo iniziatico dell'esoterismo.
La domanda che mi pongo è: al di là della conoscenza culturale, di quale utilità è il simbolismo? L'appartenenza? Un credo?
Il simbolismo del periodo fascista, nel quale la maggior parte degli italiani si riconosceva, era fortemente riconducibile alla richiesta di unità per la crescita, politica ed economica del Paese. A torto o a ragione, per vent'anni ci è riuscito. Non discuto i meriti che pure ci sono stati.
Il simbolismo dunque è da sempre un forte richiamo, non per niente sono nati i marchi dei prodotti commerciali e industriali, famosi e non, che tutti riconosciamo, è da quel simbolismo che nascono: per distinguersi.
Per quanto concerne la storia, giusto per seguire le successive discussioni, bisognerebbe, secondo me, staccarsi dall'ideologia per avere una migliore visione dei fatti, imparziali.
Ho letto qualcosa a proposito ed ho conosciuto, anni fa una donna, la mamma di una mia ragazza che mi raccontava di essere stata rapata a zero e cosparsa la testa di pece dai partigiani perchè fascista...come definire questi episodi?
Così come ho letto un bel libro di Del Boca (dovrei cercarlo per darvi i riferimenti) nel quale narra di fatti, di scontri a fuoco tra partigiani di diverse fazioni.
Inoltre ho letto anche un altro bel libro: Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana, dell'8 settembre del '43, edizioni Einaudi, terza edizione riveduta e ampliata, nel quale ho letto di tanti ragazzi condannati a morte che scrivono ai genitori, alle mogli, alle fidanzate.
Dunque...in tutto questo marasma, dove cercare le ragioni e le giustificazioni derivanti da quei simbolismi?
E poi, in ultima analisi, in tutte queste cose il simbolismo c'entra poco, ricordiamoci che nessun conflitto, che la storia ci racconta, è mai stato generato da ideologie...ma dal denaro e dal potere!
 
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view post Posted on 22/3/2014, 08:33
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assolutamente perfetta questa tua analisi Amadeus, in ogni singola parola e la sposo in toto, con applauso e bacio accademico.

Interessante anche lo spunto sull'importanza del simbolismo per l'uomo, che naturalmente ci riguarda bel oltre il limitato ambito sociale.
Bisognerebbe aprirci su un Topic apposta, credo sarebbe di grande interesse.

Dai aprilo, che mi ci butto dentro con entusiasmo!

CITAZIONE (Pulcinella291 @ 21/3/2014, 20:15) 
E no, caro Lucio, questo non me lo puoi fare , tu devi intervenire dove e come ti pare,...
...
...

Assolutamente caro Pulcinella, tranquillo!... io intervengo sempre quando trovo un topic e credo di avere qualcosa da aggiungere!
Se non scopro la discussione (e mi capita spesso), o non sono competente sull'argomento (e mi capita ancora più spesso), o non
ho nulla di costruttivo da dire (il caso più frequente di tutti!) semplicemente mi taccio e risparmio fiato... che già mi è scarso di suo! :) :)
 
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