Le stronzate di Pulcinella

La Bibbia: Meditazioni

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view post Posted on 11/5/2013, 08:17
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2 aprile 2013



A te, o Signore, io elevo l'anima mia. Dio mio. in te confido: fa che io non sia deluso, che i miei nemici non trionfino su di me.



SEI DELUSO?



Sei deluso, depresso, non hai più entusiasmo. sei stanco di tutto, aspiri a un cambiamento, ma non sai bene quale....Non vuoi fare l'esperienza del cambiamento che GESU' CRISTO opera per quelli che lo conoscono? Forse sei diffidente perché pensi che il vangelo ti porti solo una religione come tante altre? Non è di una religione che il vangelo parla ma di Colui che ti ama più di chiunque altro. Gesù è la via, la verità e la vita (Giovanni 14:6). La Via perché solo per mezzo di Lui possiamo arrivare a Dio.
Il vero Cristianesimo è un contatto personale con Dio per mezzo del Suo Figlio. Nella nostra società in cui il male progredisce a grandi passi, molti ragazzi sono scoraggiati e delusi e nessuno è in grado di rassicurarli.
Solo il vangelo offre una soluzione a tutte le angosce e timori. Il SIGNORE GESU' ha detto: "venite a Me, voi tutti che siete affaticati e oppressi e Io vi darò riposo".
Questo è valido ancora oggi. Qualunque sia lo stato del mondo e della nostra società, la grazia di Dio, se la vogliamo accettare, ci fa trovare in GESU' la liberazione, la pace, il riposo e soprattutto ci assicura la vita eterna.
 
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view post Posted on 11/5/2013, 08:33
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3 aprile 2013



"...A chi ha sete io darò gratuitamente della fonte dell'acqua della vita".


(Apocalisse 21:6)

DISSETARSI (1)



Esiste dunque una fonte che sazia gli assetati? v'è una sola fonte che non si asciuga mai e che offre a tutti, gratuitamente, acqua dissetante. Gesù parlando con la samaritana al pozzo di Giacobbe le disse: chiunque beve di quest'acqua avrà sete di nuovo, ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete; anzi, l'acqua chi io gli darò, diventerà in lui una fonte d'acqua che scaturisce in vita eterna. La donna gli disse; Signore, dammi di codesta acqua, affinché io non abbia più sete e non venga più sin qua ad attingere. (Giovanni 4:13-15). Alcuni affermano: io ho questa o quest'altra fonte e mi disseterò!
Ma continuano a bere in fonti che non appagano il desiderio del cuore, il quale brama, per natura, essere riempito della presenza di Dio.
A quale fonte stai bevendo tu?
Dove vuoi trovare la sorgente che disseta?
Qual'è la sorgente che credi ti possa dissetare?
Io come dice un noto canto evangelico: " Bevo alla fonte d'acqua viva che giammai si asciugherà" e quella fonte è Gesù Cristo!
Vuoi tu dissetarti alla stessa fonte?
 
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view post Posted on 11/5/2013, 08:48
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4 aprile 2013



" chi ha sete venga: chi vuole, prenda in dono dell'acqua della vita".


(Apocalisse 22:17)


DISSETARSI (2)



Oggi ti voglio dare un buon consiglio: accetta l'invito di Gesù il quale stando in piè, esclamò: se alcuno ha sete, venga a me e beva. (Giovanni 7:37).

"Poichè io spanderò delle acque sul suolo assetato e dei ruscelli sulla terra arida; spanderò il mio Spirito sulla tua progenie e la mia benedizione sui tuoi rampolli" (Isaia 44:3).

"O voi tutti che siete assetati, venite alle acque e voi che non avete danaro venite, comprate, mangiate! Venite, comprate senza danaro, senza pagare, vino e latte"! (Isaia 55:1).

Possa ciascuno di noi dire insieme ai figli di Core: "L'anima mia è assetata di Dio, dell'Iddio vivente: quando verrò e comparirò al cospetto di Dio? /Salmo 42:2)

"Quel che fa ricchi è la benedizione dell'Eterno e il tormento che uno si da non le aggiunge nulla", (Proverbi; 10:22).

Esiste dunque una fonte che sazia gli assetati: v'è una sola fonte che non si asciuga mai e che offre a tutti, gratuitamente, acqua dissetante.
 
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edoardoboggia
view post Posted on 19/5/2013, 07:46




"Quel che fa ricchi è la benedizione dell'Eterno e il tormento che uno si da non le aggiunge nulla", (Proverbi; 10:22).

SPERO CHE VERAMENTE LUI POSSA PERDONARE I NOSTRI PECCATI
 
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view post Posted on 20/5/2013, 07:55
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Puoi parlare di certezza e non di speranza perché Dio è certezza, ascolta questo canto con attenzione:



Siamo qui per adorarTi nello spirito insieme
eleviam le nostre mani e i nostri cuori a Te Signor
Il perdono Tu ci hai dato per le nostre iniquità
le hai gettate in fondo al mare
e nella libertà in Te viviam.

Or vogliamo ringraziartTi ed aprirTi i nostri cuori
e cantando a te Signore
la nostra lode a Te eleviam
Hai sofferto sulla croce, il Tuo sangue hai versato
questo è il prezzo che hai pagato
per noi Signore, Ti ringraziamo.

E continua la lode a inondare i nostri cuori
Ti preghiam per chi ancora, incatenato vuoi liberar
possa ora ringraziarTi ed aprirti il suo cuore
possa entrarvi Tu Signore
in lui per sempre a dimorar.

Hai sofferto sulla croce, il Tuo sangue hai versato
questo è il prezzo che hai pagato
per noi Signore Ti ringraziam.

 
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view post Posted on 24/4/2017, 00:14
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“Perché ti abbatti, anima mia? … Spera in Dio” Salmo 42:5 – Il salmista qui non si sta rivolgendo a un pubblico. Egli sta parlando a sé stesso. “Perché ti abbatti, anima mia? Spera in Dio”. Questa è una delle abitudini dei santi, e si tratta di una abitudine altamente proficua. Significa che guardiamo francamente in faccia le cose che sono nascoste nelle tenebre. E di solito quando lo facciamo, con le paure e gli scoraggiamenti che ci assalgono, le cose non si dimostrano poi così tragiche come sembravano. Tutti noi sappiamo quanto, durante il silenzio notturno, il più piccolo dei rumori è capace di spaventarci. L’immaginazione si scatena nel buio. Ma sorridiamo quando, accesa la luce, scopriamo che il rumore dei passi era solo una porta cigolante e il bussare il fruscio di una tendina.
Allo stesso modo è con l’anima. Paure infondate sono le paure peggiori. Scoraggiamenti senza nome e indefiniti sono spesso gli scoraggiamenti più deprimenti. E molto spesso il trampolino di lancio verso una nuova tranquillità è semplicemente quello di affrontarli e trascinarli alla luce sfidandoli coraggiosamente a dichiararsi. Perché ti abbatti, anima mia? Vieni, anima mia, e rispondi a questa domanda! Stai qui e fatti esaminare. Spiega le tue ragioni. Perché ti abbatti? Molto spesso quando una persona fa questo, le cose si dimostrano essere meno tragiche di quelle che sembravano ed è a questo punto che l’anima comincia a scorgere i barlumi del mattino.
Ora, molte persone, quando leggono queste parole, possono interpretarle in modo errato. Esse le vedono come un richiamo a confidare: ma non è proprio questo il significato delle parole. Quando io confido in una persona, faccio più che sperare in essa. Quando spero, faccio meno che confidare. La speranza in Dio perciò è qualcosa di diverso da una confidanza debole e limitata. Si tratta di basare ogni speranza che arde dentro di noi su un profondo riconoscimento che Dio è. Fonda la tua speranza, qualsiasi essa sia (e ci sono migliaia e diversi tipi di speranze) sul riconoscere che Dio regna e che Dio, il Dio dell’intera Bibbia, un Padre infinitamente amorevole, ci è stato rivelato nel Signore Gesù. Se ciò è falso, se non esiste un tale Essere, allora le nostre speranze più care sono una farsa. Non abbiamo nulla su cui costruire se non sulla sabbia. Le nostre speranze possono crollare in qualsiasi momento. Ma se Dio è e noi siamo certi di questo, più certi di avere mani e piedi, allora c’è speranze per noi e per il mondo. Spera, anima mia perché c’è un Dio: questo è ciò che in realtà il salmista vuole dire. Spera, perché Egli regna. Spera, perché Egli siede sul trono. Spera, perché Egli si prende cura di te e ti ama; perché Egli si prende cura di tutto il mondo e ama il mondo. Poiché Egli ha amato così tanto il mondo da dare Gesù.
 
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view post Posted on 25/4/2017, 00:59
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DISOBBEDIENZA ALLA PAROLA DI DIO


“Altri dimoravano nelle tenebre e nell’ombra di morte, prigionieri nell’afflizione e nelle catene, perché si erano ribellati alle parole di Dio…per cui egli abbattè il cuor loro con affanni; essi caddero, e non vi fu alcuno che li soccorse” (Salmo 107:10-12).

Costoro erano prigionieri nell’afflizione perché si erano ribellati contro Dio rigettando il Suo consiglio (vedi il verso 11). Amato, potresti essere tu? Hai ascoltato predicazioni ispirate e lo Spirito Santo ti ha convinto, ma sei ancora infelice e continui a peccare.

Quando qualcuno disobbedisce volontariamente alla Parola di Dio, la tendenza è quella di nascondersi e tremare di paura, e un tale potrebbe sentire che sia finita, pensando, “Dio non può usarsi di me”. Quando ti trovi in una condizione simile, il nemico ti sussurra: “Non c’è liberazione per te. Sei uno di quelli che non cambierà mai. Dio ha finito con te, il tuo peccato ha fatto sì che Egli ti nasconda il Suo volto”. Ti caricherà di versi biblici, citandoli tutti a modo suo. Quando siederai in chiesa, sentirai solo giudizio, non la misericordia di Dio, perché senti colpa, condanna e paura.

Non mi riferisco a coloro che si nascondono da Dio perché amano il proprio peccato. Piuttosto, sto parlando di cristiani che sono caduti ma ancora avvertono dolore e odio per il loro peccato. Qualcosa dentro di loro grida: “Ho ferito Dio”.

A questi cristiani, la Parola di Dio promette: “Ma nella loro avversità gridarono all’Eterno, ed egli li salvò dalle loro angosce, li trasse fuori dalle tenebre e dall’ombra di morte e spezzò i loro legami. Celebrino l’Eterno per la sua benignità e per le sue meraviglie in favore dei figli degli uomini, perché egli ha abbattuto le porte di bronzo e ha spezzato le sbarre di ferro” (Salmo 107:13-16).

Dio non ha mai nascosto (e non nasconderà mai) la Sua faccia a un Suo figlio in lacrime. Non importa quanto lontano tu sia caduto o quante promesse tu abbia fatto a Dio e poi infranto, Egli udrà sempre il tuo grido d’aiuto e ti riporterà alla comunione intima con Lui.
 
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view post Posted on 6/8/2017, 22:12
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Piccolo commento dell'Epistola di Giacomo




Capitolo 1, versetti da 1 a 12

Giacomo si rivolge ai suoi fratelli, cristiani usciti dal giudaesimo con il quale hanno mantenuto ancora qualche legame. Egli li invita a considerare la prova come argomento di completa allegrezza: due termini che, a prima vista, si accordano male. Eppure, tra i cristiani ebrei alcuni l’avevano già sperimentata (Ebrei 10:34), e questa loro esperienza conferma la dichiarazione di Paolo: «Ci gloriamo anche nelle afflizioni, sapendo che l’afflizione produce pazienza» (Romani 5:3; confr. Colossesi 1:11). Altra apparente contraddizione: mentre la pazienza implica l’attesa di ciò che non si possiede ancora, Giacomo aggiunge «di nulla mancanti». Ciò che ci può veramente mancare non sono i beni terreni, ma la sapienza. Allora chiediamola al Signore, seguendo l’esempio del giovane Salomone (1 Re 3:9).

Anche se povero, al cristiano non manca niente perché ha Gesù; ed il ricco può rallegrarsi nella sua umiliazione in comunione con Colui che si è annientato e abbassato fino alla morte della croce. Potremmo invidiare coloro che passeranno come fior d’erba? Non perdiamo di vista la corona della vita, che ricompenserà quelli che avranno sopportato la prova con pazienza, cioè quelli che amano il Signore (fine del v. 12).



Giacomo

Capitolo 1, versetti da 13 a 27

Nei v. 2 e 12 il termine prova significa tentazione, prova che viene dall’esterno. Dio ce la dispensa per il nostro bene e, infine, per la nostra gioia. Al v. 13, essere tentato ha un significato diverso: presuppone il male. Noi siamo «adescati» interiormente, dalle nostre concupiscenze. Come potrebbe essere Dio la causa di queste? Nulla di tenebroso può discendere dal «Padre degli astri luminosi» (confr. 1 Giovanni 1:5). Colui che ci ha mandato il suo unico Figlio ci dà, con Lui, «ogni dono perfetto» (Romani 8:32). La sorgente del male in noi sono i cattivi pensieri, da cui deriveranno cattive parole e cattive azioni. Ma non basta esserne coscienti, se no assomigliamo a uno che, constatato di avere il viso sporco guardandosi in uno specchio, non andasse subito a lavarsi. La Parola di Dio è questo specchio, e mostra all’uomo quello che è; gli insegna a fare il bene (4:17) ma non può farlo al posto suo.

In che cosa consiste l’unica «religione» riconosciuta da Dio e Padre? Non in vane cerimonie che gli uomini definiscono «la religione». Essa scaturisce dalla duplice posizione in cui il Signore ha lasciato i suoi: nel mondo, ed è la devozione dell’amore; non del mondo, il che significa che devono conservarsi puri da esso (v. 27; Giovanni 17:11,14,16).



Giacomo

Capitolo 2, versetti da 1 a 13

Noi siamo influenzati più di quanto non pensiamo dalla falsa scala di valori sulla quale si basa il mondo, come la ricchezza, il rango sociale, ecc... Anche Samuele aveva bisogno d’imparare che «l’uomo riguarda all’apparenza, ma l’Eterno riguarda al cuore» (1 Samuele 16:7). E sapete fin dove hanno portato il mondo questi «riguardi personali»? Fino al punto di disprezzare e rigettare il Figlio di Dio, perché era venuto come un povero quaggiù (2 Corinzi 8:9). Ancor oggi, il bel nome di Cristo invocato sui cristiani resta bersaglio di derisioni e bestemmie. Eppure, coloro che lo portano, quei poveri che il mondo disprezza, sono designati dal Signore come gli eredi del Regno (v. 5; Matteo 5:3)! A loro s’impone dunque «la legge regale», cioè quella del re (v. 8). Ora, mancare ad un comandamento d’amore significa trasgredire tutta la legge, così come è sufficiente la rottura d’un solo anello per spezzare una catena. In questo modo siamo tutti colpevoli, convinti di peccato. Ma Dio ha trovato una gloria maggiore nel fare misericordia che nel giudizio. Questa misericordia ci pone ormai sotto una «legge» del tutto diversa: quella della libertà. Libertà d’una nuova natura che trova il suo piacere nell’ubbidire a Dio (1 Pietro 2:16).



Giacomo

Capitolo 2, versetti da 14 a 26

Alcuni hanno creduto di vedere una contraddizione tra l’insegnamento di Giacomo e quello di Paolo (per esempio in Romani 4). In realtà, ognuno di loro presenta un lato differente della verità. Paolo dimostra che la fede basta a rendere uno giusto davanti a Dio. Giacomo spiega che, per essere giustificati agli occhi degli uomini, sono necessarie le opere (v. 24; 1 Giovanni 3:10). Non è la radice, ma il frutto che permette di giudicare la qualità d’un albero (Luca 6:43,44). La fede interiore può mostrarsi agli uomini solo mediante le opere. Non posso vedere l’elettricità, ma il funzionamento d’una lampada o d’un motore mi permette d’affermare la presenza della corrente nel filo conduttore.

La fede è un principio attivo (v. 22), un’energia interna che fa muovere gl’ingranaggi del cuore. Paolo e Giacomo illustrano il loro insegnamento con lo stesso esempio: quello d’Abramo, al quale s’aggiunge quello di Raab. Secondo la morale umana, il primo è un padre criminale, la seconda una donna di cattivi costumi che tradisce il suo popolo. Eppure, i loro atti non sono altro che la manifesta conseguenza della loro fede, che li porta a fare, per Dio, i più grandi sacrifici.

Amico, forse un giorno hai detto d’avere la fede: l’hai anche mostrata con le tue opere?



Giacomo

Capitolo 3, versetti da 1 a 18

Come la fede, se esiste, si manifesta necessariamente mediante le opere, così la sozzura del cuore si esterna, prima o poi, mediante le parole. Ogni macchina a vapore possiede una valvola attraverso la quale la pressione interna eccessiva sfugge irresistibilmente. Se lasciamo salire in noi questa «pressione» senza giudicarla, essa si mostrerà inevitabilmente con le parole che noi non potremmo contenere. Il Signore ci fa così constatare l’impurità delle nostre labbra (Isaia 6:5) e ce ne mostra la sorgente interiore: l’abbondanza del cuore (Matteo 12:34; 15:19; Proverbi 10:20). Ma ci invita, mediante il giudizio di noi stessi, a separare «ciò ch’è prezioso da ciò ch’è vile», per essere come la Sua bocca (Geremia 15:19).

C’è saggezza e saggezza. Quella che viene dall’alto, come ogni dono perfetto, discende dal Padre degli astri luminosi (1:17). Le sue motivazioni ce la faranno riconoscere: essa è sempre pura, senza volontà personale, attiva nel bene.

Dovremmo rileggere questi versetti ogni volta che siamo sul punto di fare un cattivo uso della nostra lingua: contese, menzogne (v. 14), maldicenze (4:11), vanterie (4:16), mormorii (5:9), giuramenti o parole leggere (5:12; Efesini 4:29; 5:4). E, purtroppo, quante volte ci capita ogni giorno!



Giacomo

Capitolo 4, versetti da 1 a 12

Una disputa tra figli di Dio rivela, senza rischio d’errore, che la loro personalità si vuole imporre e non è tenuta «nella morte». Il Signore c’insegna che essa è, per di più, un ostacolo all’esaudimento delle nostre preghiere (leggere Marco 11:25). Ci possono essere due ragioni per le quali non riceviamo alcuna risposta: La prima è che non domandiamo, «perché chiunque chiede riceve» (Matteo 7:8). La seconda, che domandiamo male; non si tratta qui della forma forse scorretta delle nostre preghiere («noi non sappiamo pregare come si conviene»: Romani 8:26), ma del loro fine. Preghiamo in vista della gloria del Signore o per soddisfare le nostre concupiscenze? Questi due principi non possono conciliarsi. Amare il mondo significa tradire la causa del nostro Dio, poiché il mondo gli ha dichiarato guerra crocifiggendo il suo Figlio; la neutralità non è possibile (Matteo 12:30)!

L’invidia e la concupiscenza sono le calamite con cui il mondo ci attira. Ma a coloro che sono per Lui, Dio dà infinitamente più di ciò che il mondo può offrire: una maggior grazia (v. 6; Matteo 13:12). Ne godono quelli che hanno imparato dal Salvatore la mansuetudine e l’umiltà (Matteo 11:29). Ma, per provare le virtù della grazia, è necessario aver prima provato le proprie miserie (v. 8,9; confr. Gioele 2:12,13).



Giacomo


Capitolo 4, versetti da 13 a 17
Capitolo 5, versetti da 1 a 6

Quelli che fanno dei progetti (v. 13-15; Isaia 56:12) e quelli che accumulano dei beni terreni (5:1-6) sono spesso le stesse persone (Luca 12:18,19). Gli uni e gli altri sono estranei alla vita della fede. Credere di poter disporre dell’avvenire significa sostituire la propria volontà a quella di Dio, e presuppone anche l’incredulità; si mostra che non si crede al prossimo ritorno del Signore. Quanto alle ricchezze, è particolarmente assurdo accumularle negli «ultimi giorni». I rischi che minacciano le fortune di quaggiù, fallimenti, furti, svalutazioni, ecc..., dimostrano che si tratta di ricchezze corruttibili, di oro e di argento che arrugginiscono (vedere Salmo 52:7). Ed è per questo motivo che il Signore raccomanda: «Fatevi delle borse che non invecchiano, un tesoro che non venga meno ne’ cieli, ove ladro non s’accosta e tignuola non guasta» (Luca 12:33). Il godimento dei beni materiali contribuisce a indurire il cuore: nei riguardi di Dio, perché si perde il sentimento della sua dipendenza e dei veri bisogni, che sono quelli dell’anima (Apocalisse 3:17); e nei riguardi del nostro prossimo, perché non ci si preoccupa di coloro ai quali manca il necessario (Proverbi 18:23).



Giacomo

Capitolo 5, versetti da 7 a 20

L’autunno è la stagione delle arature. Trascorreranno da otto a dieci mesi prima che, fra un’alternanza di freddo e di caldo, di pioggia e di sole, maturi la nuova messe. Quanta pazienza deve avere l’agricoltore! Come lui, dobbiamo avere pazienza, «perché la venuta del Signore è vicina». Dobbiamo ugualmente far uso delle nostre risorse: nei momenti di gioia, dei cantici; nella prova (come in ogni momento), della preghiera fervente della fede. Abbiamo già fatto l’esperienza ch’essa «molto può» (Giovanni 9:31)?

I v. 14 a 16, che servono nella cristianità a giustificare ogni tipo di pratica, mantengono il loro pieno valore se le condizioni menzionate sono tutte presenti. Tuttavia, un cristiano dipendente da Dio si sentirà raramente libero di chiedere insistentemente la guarigione; pregherà piuttosto con alcuni fratelli per la serena accettazione della Sua volontà.

La fine dell’epistola mette l’accento sull’aiuto fraterno nell’amore: la confessione gli uni agli altri degli errori (non ad un prete o chi esso sia), la preghiera l’uno per l’altro, le cure nei riguardi di coloro che hanno mancato. La dottrina occupa poco spazio in questa epistola, mentre ne occupa molto l’esortazione a mettere in pratica il nostro cristianesimo. Che Dio ci accordi d’essere non degli uditori dimentichevoli ma dei facitori dell’opera (1:25).
 
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view post Posted on 12/3/2018, 16:32
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“Non angustiatevi di nulla,ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche,accompagnate da ringraziamenti. E la pace di Dio,che supera ogni intelligenza,custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù.” [Filippesi 4:6-7]

Questi versi mi hanno colpito particolarmente e riflettevo che talvolta capita di ritrovarci a dover affrontare problemi o situazioni particolari della nostra vita, situazioni che magari pensiamo di poter risolvere da soli, confidando nelle nostre sole forze. Ci illudiamo di riuscire a trovare una soluzione a quel problema che ci affligge e intanto mentre ci affanniamo invano nel trovare rimedi, magari chiedendo aiuto a chi ci è vicino, il problema diventa sempre più grande davanti ai nostri occhi, così grande da farci cadere nello sconforto, nella disperazione e non vedere via d’uscita… Molto spesso dimentichiamo il grande e meraviglio Dio che abbiamo; di Colui che ha operato grandi miracoli e che ancora oggi opera. Magari capita di affidarsi a qualche amico caro sperando di trovare una soluzione; ma con tutto l’amore e il rispetto per gli amici, quando poi la soluzione non arriva, siamo delusi e rattristati.

In Isaia 2:22 è scritto: “Smettete di confidarvi nell’uomo, nelle cui narici non c’è che un soffio;”

Poniamo la nostra fede solo in Dio! Egli non delude Mai! Nel Salmo 118 è scritto: “Nella mia angoscia invocai il Signore;Il Signore mi rispose e mi portò in salvo. Il Signore è per me; io non temerò;…”

Il Signore è per NOI! Egli non ci lascia e non ci abbandona! Confidiamo in Lui, poniamo ogni peso ai suoi piedi, presentiamo le nostre richieste a Dio; Egli che è saggio, secondo la Sua volontà, ci darà la vittoria! Vogliamo in ogni cosa chiedere aiuto al Signore, esporre a Lui la nostra causa, a “Lui che fa cose grandi, imperscrutabili, meraviglie innumerevoli;”

Infatti è scritto: “In verità,in verità vi dico che qualsiasi cosa domanderete al Padre nel mio nome,Egli ve la darà…chiedete e riceverete, affinché la vostra gioia sia completa” (Giov. 16:23)

Non preoccupiamoci di cercare soluzioni ai nostri problemi quando l’unica soluzione ad ogni cosa è Cristo Gesù! Poniamo solo in Lui la nostra speranza, perché abbiamo la certezza che anche nell’afflizione Il nostro Signore darà pace ai nostri cuori!

“E la pace di Dio che supera ogni intelligenza,custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù.” (Filippesi 4:7)

A Dio sia la Gloria.
 
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Costacrociere
view post Posted on 24/3/2018, 18:30




Le due vie
Beato l'uomo che non segue il consiglio degli empi,
non indugia nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli stolti;
ma si compiace della legge del Signore,
la sua legge medita giorno e notte.

Sarà come albero piantato lungo corsi d'acqua,
che darà frutto a suo tempo
e le sue foglie non cadranno mai;
riusciranno tutte le sue opere.

Non così, non così gli empi:
ma come pula che il vento disperde;
[5]perciò non reggeranno gli empi nel giudizio,
né i peccatori nell'assemblea dei giusti.

Il Signore veglia sul cammino dei giusti,
ma la via degli empi andrà in rovina.
 
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Costacrociere
view post Posted on 28/3/2018, 20:19




L’amore tra due innamorati, ma anche l’amore fraterno, l’amore per il prossimo, l’amore matrimoniale, ogni forma d’amore discende dall’Amore di Dio, di cui possiamo provare la gioia ogni volta che apriamo il cuore a Lui. Una bellissima descrizione di ciò che dovrebbe essere ci è fornita nella Prima Lettera ai Corinzi:
“L’amore è paziente, è benigno; l’amore non invidia, non si mette in mostra, non si gonfia, non si comporta in modo indecoroso, non cerca le cose proprie, non si irrita, non sospetta il male; non si rallegra dell’ingiustizia, ma gioisce con la verità, tollera ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa. L’amore non viene mai meno, ma le profezie saranno abolite, le lingue cesseranno e la conoscenza sarà abolita”. Ma in tanti altri punti della Bibbia ritroviamo passi che testimoniano l’Amore di Dio nei nostri confronti.
 
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view post Posted on 28/3/2018, 21:20
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Noto con piacere che stai leggendo la Bibbia, la parola di Dio e' quella che consola la nostra vita, che ci insegna, ci riprende, ci rialza.

Edited by sefora1 - 29/3/2018, 13:47
 
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view post Posted on 29/3/2018, 12:51
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Ecclesiaste 3

1 Per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo.
2 C'è un tempo per nascere e un tempo per morire,
un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante.
3 Un tempo per uccidere e un tempo per guarire,
un tempo per demolire e un tempo per costruire.
4 Un tempo per piangere e un tempo per ridere,
un tempo per gemere e un tempo per ballare.
5 Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli,
un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci.
6 Un tempo per cercare e un tempo per perdere,
un tempo per serbare e un tempo per buttar via.
7 Un tempo per stracciare e un tempo per cucire,
un tempo per tacere e un tempo per parlare.
8 Un tempo per amare e un tempo per odiare,
un tempo per la guerra e un tempo per la pace.
9 Che vantaggio ha chi si dà da fare con fatica?
10 Ho considerato l'occupazione che Dio ha dato agli uomini, perché si occupino in essa. 11 Egli ha fatto bella ogni cosa a suo tempo, ma egli ha messo la nozione dell'eternità nel loro cuore, senza però che gli uomini possano capire l'opera compiuta da Dio dal principio alla fine. 12 Ho concluso che non c'è nulla di meglio per essi, che godere e agire bene nella loro vita; 13 ma che un uomo mangi, beva e goda del suo lavoro è un dono di Dio. 14 Riconosco che qualunque cosa Dio fa è immutabile; non c'è nulla da aggiungere, nulla da togliere. Dio agisce così perché si abbia timore di lui. 15 Ciò che è, già è stato; ciò che sarà, già è; Dio ricerca ciò che è già passato.
16 Ma ho anche notato che sotto il sole al posto del diritto c'è l'iniquità e al posto della giustizia c'è l'empietà. 17 Ho pensato: Dio giudicherà il giusto e l'empio, perché c'è un tempo per ogni cosa e per ogni azione. 18 Poi riguardo ai figli dell'uomo mi son detto: Dio vuol provarli e mostrare che essi di per sé sono come bestie. 19 Infatti la sorte degli uomini e quella delle bestie è la stessa; come muoiono queste muoiono quelli; c'è un solo soffio vitale per tutti. Non esiste superiorità dell'uomo rispetto alle bestie, perché tutto è vanità. 20 Tutti sono diretti verso la medesima dimora:
tutto è venuto dalla polvere
e tutto ritorna nella polvere.
21 Chi sa se il soffio vitale dell'uomo salga in alto e se quello della bestia scenda in basso nella terra? 22 Mi sono accorto che nulla c'è di meglio per l'uomo che godere delle sue opere, perché questa è la sua sorte. Chi potrà infatti condurlo a vedere ciò che avverrà dopo di lui?
 
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view post Posted on 29/3/2018, 13:07
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Chi è Dio ?


Dio, L'Eterno, Dio degli Eserciti, L'Onnipotente, Il Signore, Il Padre Celeste, come dice la Scrittura, è "a nostra immagine e somiglianza" ovvero ha le stesse nostre sembianze. Dio è anche tre persone distinte in una sola, ovvero Dio, Gesù Cristo Suo figlio e lo Spirito Santo. Lo Spirito Santo invece è parte dello spirito di Dio che procede da Dio, quindi è Dio stesso, ma al contempo è una entità separata. Mentre lo Spirito Santo è stato creato da Dio per "organizzare" la terra. Gesù è stato generato da Dio in forma carnale affinchè attraverso di Lui ogni peccato potesse essere espiato per la salvezza (la remissione dei peccati) di quanti abbiano creduto, credono o crederanno in Gesù quale personale Salvatore e di conseguenza anche in Dio stesso attraverso la fede ed un convinto pentimento per i peccati commessi. Difatti, prima della venuta di Gesù i peccati si dovevano espiare con sacrifici animali, questo affinchè l'uomo comprendesse che un peccato porta sempre ad una conseguenza tangibile, il peccatore difatti con l'offerta del sacrificio animale non solo pagava un valore economico ma anche morale, ovvero l'uccisione di una vita per quanto animale che non sarebbe potuta essere stata mangiata ma consumata dal fuoco. Nella Bibbia difatti Gesù viene anche chiamato l'Agnello perfetto o l'Agnello di Dio che toglie i peccati dal mondo.
 
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Costacrociere
view post Posted on 29/3/2018, 13:28




Quando Gesù viene chiamato l’Agnello di Dio è un riferimento a Lui come sacrificio perfetto e finale per il peccato.
Il sacrificio di agnelli aveva un ruolo molto importante nella vita religiosa e nel sistema sacrificale dei Giudei. Quando Giovanni Battista additò Gesù come “L’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo” , i Giudei che lo sentirono potevano pensare a uno tra vari sacrifici importanti. Essendo vicina la Pasqua, il primo pensiero poteva andare al sacrificio dell’agnello Pasquale. La festa della Pasqua era una delle feste principali dei Giudei ed era una celebrazione in ricordo della liberazione divina degli Israeliti dall’Egitto. Infatti, l’uccisione dell’agnello Pasquale e l’applicazione del sangue sugli stipiti della porta delle case è un’immagine bellissima dell’opera espiatrice di Gesù sulla croce. Coloro per i quali Lui è morto, sono coperti dal suo sangue e protetti dall’angelo di morte
 
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47 replies since 21/3/2013, 13:42   886 views
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