Le stronzate di Pulcinella

A morire fu veramente un sosia di Hitler?

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view post Posted on 13/5/2013, 09:16
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Pulcinella291 Forum

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La storia ufficiale e i sovietici che entrarono nel bunker raccontano che Hitler si sarebbe suicidato assieme alla sua amante sposata poco prima e il suo corpo fu trovato carbonizzato . Ma fu davvero cosi'?
Le fonti ufficiali asseriscono che nel febbraio 1945 i sovietici si fecero strada attraverso la Polonia e la Germania orientale, e in aprile arrivarono alle porte di Berlino. I piú stretti collaboratori di Hitler lo invitarono a scappare in Baviera o in Austria, per cercare una resistenza finale sule montagne, ma egli era determinato a a morire nella sua capitale. Le sue armate si disfecero e mentre i sovietici si aprivano la strada verso il centro di Berlino, Hitler si suicidò nel suo bunker il 30 aprile 1945, insieme alla storica amante Eva Braun che aveva sposato qualche giorno prima.

Aveva 56 anni. Come parte delle sue ultime volontà, ordinò che il suo corpo venisse portato all'esterno e bruciato. Nel suo testamento, scaricò tutti gli altri leader nazisti e nominò l'ammiraglio Karl Dönitz come nuovo Führer e Goebbels come nuovo Cancelliere. Comunque, quest'ultimo si suicidò il 1 maggio 1945 insieme alla moglie dopo aver ucciso i suoi 6 figli. L'8 maggio 1945, la Germania si arrese. Il "Reich millenario" di Hitler era durato poco piú di 12 anni.
In effetti Le truppe sovitiche del comandante Elena Rhzevskaja penetrano nel giardino della Cancelleria e trovano il cadavere di un uomo con i baffetti. E' Hitler, senza dubbio. Invece piu' tardi furono in molti ad affermare che si trattava solo di un sosia.
Le voci furono avvalorate dalle discordanti testimonianze di alcuni gerarchi nazisti come Doenitz, che spaccio' il führer caduto in battaglia alla testa delle sue truppe; come Axmann, che disse di averne occultato le spoglie; come Kempke, che affermo' di avergli sparato personalmente; come Bormann, che ne attesto' la morte il 30 aprile 1945. Questo quando l'8 maggio la stampa tedesca assicurava che il führer era in salvo, vivo e vegeto, nel Sudtirolo.

I Resti di Hitler
resti parzialmente carbonizzati di Hitler vennero trovati e identificati (attraverso le impronte dei denti) dai russi. Essi tennero il fatto segreto, e per anni l'Unione Sovietica alimentò le voci che Hitler era in qualche modo sopravvissuto alla guerra e viveva in America Latina (dove avevano trovato rifugio molti ex-nazisti). In realtà i suoi resti vennero seppelliti in un luogo mai rivelato della Germania orientale su ordine di Stalin.
Pare che intorno all'Aprile 1970 nella zona in cui i resti furono seppelliti venne deciso di costruire una zona residenziale. I servizi segreti russi quindi riesumarono i resti di Hitler, di Eva Braun, di Joseph Goebbels e della sua famiglia, li cremarono e infine gettarono le ceneri nel fiume Elba. Attualmente rimangono a Mosca una parte di calotta cranica e di mandibola che si dice siano quelli di Adolf Hitler.Pure, sui libri di storia, la versione ufficiale continua a riportare di un corpo cremato e abbandonato in un angolino.

DUBBI E MISTERI

Il sospetto che il corpo nella piscina non fosse proprio quello del Principe Nero venne proprio ai russi,prima, e agli storici dopo. L'unico modo per avere una risposta definitiva sarebbe stato quello di identificare il nazista incaricato di cremare le spoglie del führer. Altro enigma, pero'. Chi trascino' effettivamente in cortile il cadavere di Hitler, appena suicida? Gli storici indicarono volta per volta Kempke, Guensche, Linke o il capo delle SS Rattenhuber. Segno che nemmeno loro avevano le idee precise in merito.
I documenti si confutavano, le testimonianze erano contraddittorie.
Venne interrogato il soldato russo Ciurakov che affermo' che, una volta penetrati nella Cancelleria, lui e i suoi avevano trovato soltanto dei cadaveri irriconoscibili, carbonizzati. In una piscina asciutta giaceva il corpo di un uomo coi baffi, che venne immediatamente preso per Hitler. Venne fotografato e quell'istantanea fu fatta circolare per mezzo mondo. E ogni tanto anche ora qualche giornale la ripropone come autentica ai suoi lettori (la foto è quella riportata all'inizio del topic).
Poi, l'8 maggio, il dottor Sckravavskij avrebbe effettuato l'autopsia. E avrebbe confrontato le protesi dentarie del morto con le lastre custodite dal dentista personale del fuhrer. Ed i russi capirono di aver sbagliato. L'uomo della piscina non era Hitler. Il cadavere, tra l'altro,aveva i calzini bucatierattoppati. E sembrava strano che un dittatore fosse cosi' sciatto. Uno dei corpi carbonizzati, invece , presentava, nei denti, gli stessi ponti e le stesse otturazioni riportate nelle lastre attribuite al führer. Il corpo bruciato, dunque, doveva essere quello del führer. La fretta con cui pero' i russi avevano gia' dato per morto Hitler creo', di riflesso, un'ondata di scetticismo. Era noto infatti che i rossi dovessero assolutamente decretare la morte del führer, agli occhi del mondo in attesa, perche' "ogni ambiguita' poteva creare delle leggende". E fu proprio quanto successe.Il cadavere carbonizzato, infatti, era stato indicato ai russi dai luogotenenti tedeschi; in piu', i nazisti non volevano che il corpo di Hitler cadesse in mano ai sovietici, dato confermato da Albert Speer.
Kathe Heusermann, l'assistente dentista di Hitler, aveva consegnato ai russi le radiografie dei denti del führer, nel '45. In base ad esse si stabili' che il cadavere irriconoscibile, semicarbonizzato, era quello del führer. Ma poteva trattarsi di un piano precedentemente organizzato. La Heusermann era una fervente nazista, e poteva quindi essersi prestata al gioco. Il giorno seguente la conferenza di Lutz Reider Soagnes, il dentista norvegese che aveva identificato Hitler dai ponti dentali, moriva improvvisamente d'infarto.


LE VOCI
Immediatamente dopo la resa di Berlino si sparse la voce che Hitler era ancora vivo, e molti nazisti ricominciarono a sperare. Nazisti che stavano lasciando in massa l'Europa attraverso la 'via romana', una via di fuga che passava per Milano e che era gestita da un sacerdote croato, padre Draganovic, antisemita ed anticomunista, che in un primo momento agi' con la complicita' del Vaticano e della Croce Rossa. Molti nazisti ripararono cosi' in Sudamerica. Altri in Egitto, al soldo degli arabi 'antisionisti', nella speranza di continuare la pulizia etnica iniziata con Hitler.Periodicamente qualche giornale scandalistico pubblicava la notizia che il führer ed Eva Braun erano riparati in Sudamerica.

LA PATAGONIA : San Carlos de Bariloche
San Carlos de Bariloche (detta anche semplicemente Bariloche) è una città dell'Argentina che si trova nella provincia del Río Negro, nella Patagonia nord-occidentale, ai piedi delle Ande, sulle sponde del lago Nahuel Huapi, circondata dai monti Tronador, Cerro Catedral e Cerro López . La città è soprannominata “la Svizzera argentina” in cui aveva trovato rifugio anche Erich Priebke il capitano delle Ss condannato per l'eccidio delle Fosse Ardeatine, e sono in molti a credere ed ad affermare che anche Hitler insieme a Eva Braun vissero qui.
Ma come ci arrivo' ?L'arrivo di un buon numero di U-Boot i cosiddetti «sottomarini fantasma di Hitler». squali d’acciaio reduci dalle campagne in Atlantico e scampati alla caccia alleata fu segnalato da numerose testimonianze. I loro capitani, alla fine della guerra, li avrebbero portati sulle coste dell’Argentina dove sono poi scomparsi. Forse a bordo c’erano anche dei gerarchi e, a sentire alcune versioni, persino Adolf Hitler ed Eva Braun.Una verità più semplice quella delle autorità. In Argentina sono arrivate, nel luglio 1945, solo due unità, lo U-977 e lo U-530. Casi ben noti, con gli equipaggi che si sono consegnati alla Marina. Ma esperti e ricercatori ritengono che il numero sia più alto. E hanno chiesto invano al governo argentino di aprire gli archivi. La risposta è stata l’opposizione del segreto di stato. Una linea che suscita sospetti: vuol dire, argomentano gli studiosi, che nascondono qualcosa. Si sa che Peron all'epoca diede asilo politico a numerosi gerachi e scenziati nazisti.In Patagonia vi erano varie fattorie, sperdute nell’immenso territorio, alcune di esse si affacciavano sul mare; un documento del Bureau statunitense a proposito di una di queste menziona proprio tracce di copertoni d’auto che arrivavano sino alla spiaggia, impronte di persone arrivate dal mare e salite sull’auto che aveva portato i misteriosi personaggi ad una nuova vita. L’interpretazione dell’FBI fu chiara: criminali nazisti e probabilmente Hitler avevano raggiunto le coste argentine.

Nel 43 i nazisti esplorarono la zona
Sembra che già nel 1943 l’intelligence nazista avesse esplorato l’area alla ricerca di punti d’approdo «clandestini », dove poter mettere a terra uomini o materiale. Spedizioni legate anche a un’altra teoria: quella di una base supersegreta in Antartico. Una tana per il «branco» destinato a colpire lungo le rotte atlantiche. E come un sommergibile la storia emergeva e spariva, alimentata dalle segnalazioni ma orfana di prove concrete. Voci rafforzate, nel corso del tempo, da altri «report». Negli anni ‘50 e ‘80 piloti d’aereo che sorvolavano l’area di San Matias hanno sostenuto di aver intravisto la sagoma di almeno un battello. E se non sono stati mai individuati i resti è perché la sabbia li ha ricoperti trasformandoli in sarcofaghi sul fondo. Tombe naturali sfuggite alle ricognizioni condotte, a metà degli anni ’70, dal grande Jacques Cousteau. Dicono che con la scusa di girare un documentario abbia cercato di svelare l’enigma.
E' dunque possibile che che tra i gerarchi nazisti scappati in Sud America nel 1945, ci fosse anche Adolf Hitler?L’ipotesi è avvalorata da una serie di indizi e numerose segnalazioni, ma la prova che si tratti realmente di Hitler non è chiara, vero è che gli ultimi giorni di Berlino vissuti storicamente nel caos, hanno data alla fretta la priorità di cancellare un periodo storico vergognoso.Esisteva, dunque, un progetto elaborato dalla SS più fedeli che prevedeva in caso di pericolo la salvezza del fuhrer. Tutto programmato in precedenza (lo attesta un documento ), compreso “il suicidio” e la fuga verso un ranch in sud America.



LE TESTIMONIANZE.

Mentre le truppe alleate e l’Armata Rossa conquistavano l’Europa cancellando l’orrore nazista, criminali del calibro di Adolf Eichmann, Erik Priebke, Joseph Mengele e Martin Bormann riuscirono a proseguire la loro vita nella quotidianità.
San Carlos de Bariloche: un luogo molto tranquillo, con un edificio molto particolare, una casa inaccessibile, su un lago vicino alla città, costruita tra il 1943 e il 1944 in perfetto stile tirolese. Nascondiglio perfetto, raggiungibile solo con l’idrovolante, celato in una cornice resa invisibile dalla natura e che presenta le stesse caratteristiche architettoniche della residenza estiva in Baviera di Eva Braun e Hitler.
Gia' tra l’agosto e il settembre 1945, i giornali di tutto il mondo riportarono notizie allarmanti e veritiere su U-boot giunti sulle coste argentine e consegnatisi alla marina di Peròn. Secondo Stalin, Hitler aveva raggiunto la Norvegia e da lì si era imbarcato su uno di questi verso l’Argentina.
L’FBI decise di verificare immediatamente la fondatezza di tali ipotesi e inviò un discreto numero di agenti a Buenos Aires con il compito di creare una rete locale e di riferire ogni elemento interessante tramite radiogramma a Washington. Uno dei documenti più convincenti in mano al l’intelligence americano era relativo all’U-boot 977, che secondo la testimonianza (in anni successivi) di Helmut Maros, l’operatore radio di bordo, tra il sei e il sette maggio era salpato per un lunghissimo viaggio, aggirando Scozia e Irlanda, verso l’America del sud, che raggiunse il diciassette agosto 1945 in condizioni miserevoli, con uniformi fradice e ammuffite, barbe lunghissime e malattie dovute al cibo raffermo. L’equipaggio si arrese e fu fatto prigioniero, accusato di nascondere Hitler. Inoltre, varie segnalazioni a Montevideo e nella parte meridionale dell’Argentina, la Patagonia, convinsero Hoover che la trappola era ormai pronta a scattare.
Senz’altro alcuni U-boot raggiunsero la punta più meridionale del territorio argentino, dove viveva già da tempo una fiorente comunità di tedeschi e organizzazioni come l’Odessa e Die Spinne, i cui membri erano ben inseriti nella comunità politica e aristocratica argentina, aiutavano i criminali di guerra a trovare una nuova vita al sicuro da processi e pene capitali.
Stalin stesso era sicuro della fuga di Hitler tanto che quando il segretario di Stato americano James Byrnes, nel 1945 a Potsdam, dopo che i russi avevano occupato Berlino, gli chiese :"che fine ha fatto Hitler «Non lo sappiamo – rispose il georgiano – crediamo che stia fuggendo in sottomarino verso la Spagna o l’Argentina». Questa conversazione viene riportata nelle memorie dello stesso Byrnes, confermando quello che già compariva in altre testimonianze dirette dei massimi funzionari degli Esteri USA, secondo cui in diverse occasioni precedenti a questa ed immediatamente successive all’invasione della Germania, Stalin diceva sempre lo stesso: «Hitler sta scappando in sottomarino».
Molti storici inglesi, italiani ed argentini sostengono che in realtà Hitler non fosse neppure a Berlino il giorno della sua presunta morte sono sei e tutti presentano versioni più o meno simili.

Un' immagine sconosciuta di Hitler lo ritrarrebbe assieme al nazista Citroen nel 1954 confermerebbe la tesi della sua presenza in Sudamerica.
Anche un altro storico argentino Abel Basti, che vanta diverse pubblicazioni su questo campo d’indagine, parla di una villa progettata da un architetto tedesco su un’isola al centro di un lago bellissimo, nel parco nazionale Nahuel Huapi. Il luogo, detto Casa Inalco, è accessibile solo via aria o via acqua e presenta alcune sorprendenti similitudini strutturali con la casa in cui il dittatore passò la maggior parte della sua vita nota, ovvero il cosiddetto Nido delle Aquile di Berghof, nelle alpi bavaresi.Basti, che la sera in cui Priebke fu arrestato su mandato della giustizia italiana, lo stava intervistando nella sua casa di Bariloche, a pochi passi dalla Cassa Inalco, sostiene di essere addirittura in possesso di due foto che ritraggono il Führer e che, con un volto apparentemente più vecchio rispetto a quello con cui lo si è soliti vedere, lo avrebbero immortalato dopo la fine della guerra. Inoltre, lo storico ha raccolto almeno 12 testimonianze di persone comuni, provenienti da diverse parti del paese, che sostengono di aver visto di persona Hitler.
Anche gli abitanti dei paesini sulla costa del lago in questione, come per esempio San Carlos de Bariloche, dicono che la villa, abitata per anni e poi abbandonata, è sempre stata avvolta dal mistero e che non si è mai saputo chi ci vivesse.Un fabbro che ricorda i racconti della madre, chiamata a fare le pulizie nella casa Inalco e sicura di aver visto Hitler. Un vecchio giardiniere, chiamato da bambino a mantenere il parco e sicuro di aver visto Hitler. La cameriera di un albergo a qualche centinaia di chilometri a nord, sicura di aver visto Hitler, nonchè altre dieci persone, sicure che Hitler sia vissuto e morto tranquillo, riparandosi dal sole con gli abeti patagonici, perchè del senso di colpa non aveva neanche l’ombra.

Enormi dubbi sul''autopsia dei cadaveri
A confermare la tesi della messinscena e del falso storico contribuisce anche l'autopsia effettuata sui presunti cadaveri di Hitler ed Eva Braun.
Fra i cadaveri trovati nella Cancelleria del Reich i medici russi scelsero i due più carbonizzati, li contrassegnarono con i numeri 12 e 13 e dissero che erano quelli di Hitler e della Braun. Il primo misurava 1,65 metri e il secondo 1,50. Ma Hitler da vivo era alto 1,73 e la sua amante 1,63. Difficile ipotizzare che il fuoco li avesse accorciati in modo così considerevole. Inoltre le radiografie eseguite su Hitler nel 1944 dal dottor Erwin Giesing non collimano con le immagini ai raggi X mostrate dai sovietici. Non basta: i cadaveri, pur rinvenuti nello stesso luogo, risultavano bruciati in modo estremamente diverso e accanto a essi c’erano le carcasse di due cani che però avevano conservato integra la loro pelliccia. Com’è possibile?».
Tutte qui le prove del falso storico?
«I testimoni tedeschi presenti nel bunker furono trattenuti chi per 10 anni, chi per 15 anni e in questo lasso di tempo furono ripetutamente interrogati. Perché? Se la tesi di Trevor-Roper fosse stata vera, i russi non avrebbero continuato a cercare prove sulla morte di Hitler».
Che fine fecero i cadaveri dopo l’autopsia?
«Cremati. Le ceneri furono disperse, come riportato a Mosca il 3 giugno 1945 da un rapporto del controspionaggio dell’Armata rossa. Resta una porzione di calotta cranica attribuita a Hitler e conservata presso l’Archivio di Stato della Federazione russa. L’analisi effettuata dal professor Nick Bellantoni, archeologo dell’Università del Connecticut specializzato in ossa umane, ha dimostrato con l’esame del Dna come il reperto appartenga in realtà a un cranio femminile, che però non c’entra nulla neppure con Eva Braun. Rimarrebbe la dentatura, custodita nell’archivio della Lubianka. Ma le autorità russe hanno posto il veto sull'’analisi genetica.

Conclusione
Tutto questo che abbiamo raccontato ha il sapore del fantapolitico, eppure per mettere fine a tutti questi quesiti e dubbi basterebbe fare la prova del DNA, sulla parte di cranio bruciacchiato, con un evidente foro di pallottola, ancora custodito dai russi non si fa oppure se è stata fatta ha dato la prova di una verita' nascosta da sempre?
 
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view post Posted on 13/5/2013, 12:52
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Comunque sia andata oggi è morto di sicuro, il tempo pone fine a tutti i delinquenti...prima o poi è solo questione di tempo...
 
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Proteus
view post Posted on 14/5/2013, 16:32




Come spesso accade, la storia, anche la più moderna è piena di incertezze, di prove mancate e di falsi. Nella fattispecie penso...ma è solo un mio pensiero, che i sovietici abbiano, per motivi politici raccontate molte fantasiose storie sull'accaduto.
Non sono perciò credibili. Lo dimostrano filmati di soldati tedeschi catturati, dopo il loro ingresso, nei famosi "campi di sterminio" lasciati morire di fame e di freddo dentro vagoni di treni e fatti passare per ebrei. Cadaveri nudi: chi stabilì la loro nazionalità? Ci sono testimonianze, anche quì, di un solo soldato tedesco sopravvissuto, che ne descrive i fatti.
Ma volando alto sulla guerra mondiale, credo che l'avversione alla Germania, vista come il diavolo, il male assoluto, è servita a nascondere le atrocità commesse anche dagli alleati. Basti pensare all'eccidio di Dresda, una cittadina tedesca che non era un obiettivo militare, non vi erano fabbriche, dove inglesi e americani con i loro aerei uccisero oltre trecentomila civili in pochi passaggi d'aereo. Che dire poi di Hiroshima e Nagasaki... Si dovrebbe dedurre che la verità sui fatti, davvero sta nel mezzo.
Bisognava che qualcuno fosse pur indicato al mondo intero come responsabile di tutto, dimenticando le proprie, come i soldati lasciati morire a Pearl Harbour, pur sapendo che il Giappone avrebbe attaccato proprio lì.
Il processo di Norimberga, alla fine della guerra, vantato come fonte di verità, è stato dimostrato, documenti alla mano, la fabbrica del pressapochismo, se non di altri falsi, tra testimonianze e documenti sottoscritti in inglese con nazisti prigionieri torturati.
Difficile essere neutrali, lo so bene...sono oltre 65 anni che molti documenti importanti non escono dagli archivi di stato: un motivo ci sarà, visti gli anni passati. Funziona così anche da noi, ancora oggi.
Si dice che in guerra e in amore tutto è permesso. Non la vedo così. La vita umana, di qualunque uomo, di qualunque razza, credo e colore, merita almeno, se non il rispetto, la pietà.
Hitler morì in quel bunker con la sua Eva? Non lo sapremo forse mai o forse sì...chissà.
 
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view post Posted on 14/5/2013, 17:51
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Quoto tutto, caro pino.
 
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cotekinho
view post Posted on 22/5/2013, 18:44




CITAZIONE (il caravaggio @ 13/5/2013, 13:52) 
Comunque sia andata oggi è morto di sicuro, il tempo pone fine a tutti i delinquenti...prima o poi è solo questione di tempo...

quoto
 
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