Le stronzate di Pulcinella

Napoli che se n'è andata

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 7/5/2013, 10:26
Avatar

Gold member

Group:
Supporter
Posts:
6,726

Status:


Napoli, con Parigi, fin dal 700' è stata una delle città più popolose del continente europeo (la G.B., e quindi Londra, non sono continentali), ed il commercio è l'artigianato sono sempre stati alla base della nostra economia.

Prima dell'avvento del franchising nella nostra città, la fama dei nostri esercizi commerciali, indiscussa, attraeva una clientela internazionale per le molteplici produzioni, specialmente nel settore della moda e dell'abbigliamento, con maggior profitto per quella maschile.

I grandi sarti che da i loro atelier dettavano gli stili, i colori che avrebbero indossato gli uomini eleganti. C'erano Attolini, Blasi, Rubinacci (London House), solo per citarne alcuni, cui si affiancavano i creatori di accessori, quali Marinella, presente ancora oggi ed all'apice, nel mondo, per le sue cravatte, foulard, Perna che fabbricava, su misura, le scarpe a mano, Tramontano per le passamanerie e pelletterie, rigorosamente in pezzi unici ed esclusivi e tanto, tantissimi altri.

Oggi desidero parlare di un altro esercizio commerciale che, purtroppo non c'è più : la drogheria Codrington di via Chiaja.

Nata, pare, intorno al 1886 con il nome del fondatore, omonimo dell'ammiraglio inglese, aveva la migliore e più esigente clientela della nostra regione. Li ci trovavi i Lokum originali di Istanbul, l'aceto di Champagne, di pomodoro, di mele, il balsamico di Modena, gli spaghetti di riso cinesi, le galette di Pleyben, le madeleine originarie di Commercy, e tantissimi altri prodotti che il titolare, durante il mese di chiusura, in agosto, andava personalmente a scegliere ed ordinare ai fabbricanti.

Questo negozio era considerato anche uno dei salotti di Napoli, dove s'incontravano, per i loro acquisti, signore e signori che magari, proseguendo verso S.Caterina, si fermavano a prendere un caffè, un aperitivo da Caflisch in via Chiaja, oppure al Cristallo in piazza dei martiri.

Caflish, antica catena di pasticcerie napoletane era stata creata dal cittadino svizzero Luigi prima in Roma e nel 1826 a Napoli in via S.Brigida, cui seguirono tanti altri punti commerciali, anche a Palermo ed in altre città siciliane. Nel 1930 assorbì anche l'antica Van Bol & Feste di piazza Bovio. Con la morte, avvenuta nel 1979, dell'ultimo erede : Giorgio, terminò, in pratica, questa attività, anche se proseguì per alcuni anni con la gestione cooperativa.



continua
 
Contacts  Top
view post Posted on 7/5/2013, 18:58
Avatar


Group:
AMMINISTRATORE
Posts:
45,034
Location:
ARMIA - Be-Be[17]

Status:


scusa, Nicò, ma è possibile che io (che sono arrivato a Napoli nel '48) mi ricordi di Van Bol & Feste a piazza della Borsa, angolo rettifilo?

Forse lasciarono l'antico nome?
 
Top
view post Posted on 8/5/2013, 08:58
Avatar

Gold member

Group:
Supporter
Posts:
6,726

Status:


CITAZIONE (Lucio Musto @ 7/5/2013, 19:58) 
scusa, Nicò, ma è possibile che io (che sono arrivato a Napoli nel '48) mi ricordi di Van Bol & Feste a piazza della Borsa, angolo rettifilo?

Forse lasciarono l'antico nome?

Ricordi benissimo perchè lasciarono l'antico nome, anch'esso una garanzia per la clientela e per gl ignari solo sulla carta da imballo, gialla con le diciture in blu-marine, c'erano entrambe le intestazioni : Luigi Caflisch & C. e Van Bol & Feste.

Quando tu eri 'napoletano' i punti vendita erano in via Partenope (quella che viene chiamata via Caracciolo), in via Chiaja, in via Toledo (all'epoca via Roma), Van Bol a piazza Bovio (che tutti chiamano piazza della borsa) a mia memoria.

A proposito della mia memoria, ho già scritto del 'doppio nome' delle strade napoletane? Mi sembra di si...
 
Contacts  Top
view post Posted on 8/5/2013, 09:13
Avatar


Group:
AMMINISTRATORE
Posts:
45,034
Location:
ARMIA - Be-Be[17]

Status:


Io non me lo ricordo se già l'hai scritto...
tu fa 'na cosa; scrivilo n'ata vota... si po' te cazzéano... tu dice che 'a colpa è da meja!.... ;)
 
Top
view post Posted on 8/10/2013, 23:25
Avatar

Gold member

Group:
Supporter
Posts:
6,726

Status:


Uppiamo questo 3d, un momento che levo la polvere accomunatasi da maggio..

C'era una volta il tram, si lo so, in alcune parti della città c'è ancora, ma io parlerò dei tram dagli anni 50' in avanti, fino agli anni 70-80'.

Credo (ma potrei esser in errore) che la linea del tram 1 fosse la più lunga in Italia (e non solo), perchè, partendo dal tondo di Poggioreale (cimitero), attraversava tutta la città per giungere al Dazio di Bagnoli che è il confine del comune di Napoli, da li in poi, il lungomare, fa già parte del comune di Pozzuoli.

Negli anni 50 e 60' il prezzo del biglietto, da fare esclusivamente in vettura dal fattorino, variava a seconda della percorrenza dichiarata, da un minimo di 20 lire fino alle 50 lire per l'intera corsa. Prima delle ore 8 del mattino, il prezzo della corsa minimo, si riduceva a 15 lire (corsa operaia). Comunque, come avviene per la dichiarazione dei redditi, almeno il 50% dei passeggeri dichiarava una percorrenza inferiore a quella reale.
La prima tratta era Poggioreale - piazza Municipio, la seconda da piazza Municipio a Mergellina, la terza ed ultima da Mergellina a Bagnoli, ma qua nasceva l'inghippo perchè se salivi alla Torretta, dovevi pagare 2 tratte..
C'erano solo due 'macchine', molto lunghe, composte da due vetture collegate e snodate, quella con la parte anteriore squadrata veniva chiamata lo "sposo" e quella con la parte anteriore rotondetta la "sposa", quindi già prima della guerra erano in funzione tali tram predecessori degli attuali jumbo.

I tram a Napoli arrivavano da per tutto e la nostra città, orograficamente, non è piatta e salire in collina, senza cremagliera, era abbastanza difficile.

Oltre alle vetture grandi, c'erano tanti tram più piccoli, assai manegevoli che avevano il posto del manovratore sia davanti che di dietro, di modo che era sufficiente, al capolinea, girare il trolley e riprendere la marcia, senza dover creare un binario a giro per riportare il 'muso' in avanti nel viaggio di ritorno.

C'erano i tram di servizio, avevano le stesse dimensioni di quelli 'piccoli', ma avevano una grossa cisterna al posto della vettura passegieri, che serviva ad 'innaffiare' le strade e per rinfrescare, d'estate, e per pulire le stesse, visto che c'erano ancora carri e carrozzelle a cavalli che defecavano per le strade. Ce ne erano altri, di servizio, per il trasporto di merci. Erano sempre di taglia 'piccola' con le due cabine di guida ed un vano atto a caricare merce. Erano di colore grigio e, specialmente d'estate, lavoravano molto perchè caricavano le barre di ghiaccio dalla fabbrica a Miano e le portavano presso i distributori in città.

A Mergellina, all'altezza di piazza Sannazaro si fermava a lungo per scaricare queste barre, nella stradina che conduceva all'ospedale militare della marina (poi arriva alla basilica di S.Antonio, è conosciuta come la strade delle 13 svolte) c'era un deposito di birra Peroni, di altre bibite e vendita di ghiaccio per tutti gli ambulanti della zona che vendevano, sul lungomare, e non solo, bibite fresce, acqua 'e mummera e grttachecca.

Questo deposito era uno dei pochi che disponeva di 'Peroni esportazione' antesignana di quella che sarebbe stata, poi, la birra 'nastro azzurro' ed aveva anche i 'Peroncino', da 25cc. introvabili altrove.


E per stanotte basta.....
 
Contacts  Top
view post Posted on 10/10/2013, 09:53
Avatar

Gold member

Group:
Supporter
Posts:
6,726

Status:


Parlando di mezzi pubblici, arriveremo alla Mostra d'oltremare.....

C'era una volta (era il 1940) la funivia che dall'attuale viale kennedy, raggiungeva Posillipo nei pressi del punto più alto di via Manzoni.
Tale funivia fu voluta proprio per 'reclamizzare' la neonata Mostra d'oltremare, ma come essa non ha avuto le fortune meritate.

Durante la guerra (II WW) i tedeschi la resero inservibile, distruggendola, in pratica, ma nel giugno del 1952 fu riattivata e riprese a funzionare, ma non ottenne l'interesse del pubblico e nel 1961 venne disattivata definitivamente.

La Mostra d'oltremare era la più importante del mezzogiorno d'Italia, nacque nel 1937, avrebbe dovuto avere una cadenza triennale, ma dopo il 1940, fu abbandonata ed anche semi-distrutta perchè era una 'creatura' del fascismo. Risorse nel 1952 per divennira una Triennale del Lavoro Italiano nel mondo.
Si susseguirono tante altre esposizioni, ma solo negli anni 60' ebbe un buon successo di pubblico ed espositori, con la Fiera della Casa che, annualmente, era presente verso la fine del mese di giugno, rappresentando, per i napoletani, la possibilità di trascorrere una diversa serata estiva tra le novità di arredamento, elettrodomestici, prodotti per cucina etc.

Anche a causa del terremoto del 1980, la Mostra venne chiusa per ospitare gli 'sfollati' del terremoto e bisognerà attendere il 1999 per vederla di nuovo interamente funzionante, ma, nonostante abbia diversificato i soggetti in mostra, non ha mai riscosso il successo sperato e meritato.
 
Contacts  Top
view post Posted on 10/10/2013, 10:02
Avatar

Pulcinella291 Forum

Group:
AMMINISTRAZIONE
Posts:
42,059

Status:


Nico', scusa si te spezzo parola, un'imbeccata : parlame pure d'o tram d'a Turretta.
 
Web  Top
view post Posted on 10/10/2013, 12:21
Avatar

Gold member

Group:
Supporter
Posts:
6,726

Status:


Il nostro amico Seb credo si riferisca ad una canzone napoletana di Pisano & E.A. Mario che però ha un titolo ben diverso :


PRIMMA, SICONDA E TERZA


'A primma vota ca t'aggio 'ncuntrata
è stato dint' 'o trammo d' 'a Turretta1.
Tu proprio 'e faccia a me stive assettata,
io, mm'avevo 'ncignata na paglietta.

Tu mme guardaste,
io te guardaje.
Tu suspiraste,
io suspiraje.
Scenniste,
scennètte.
Sagliste,
sagliètte.

Così, dopo nemmeno mezz'oretta,
benedicette 'o trammo d' 'a Turretta.

Po', n'ata vota ca t'aggio 'ncuntrata,
è stato verso 'e qquatto, ô Chiatamone2.
Stavi elegante, tutta intolettata.
Diciste: "Me l'offrite nu spumone?"

"Troppo onorato".
E te 'mmuccaste.
"Mm''o piglio n'ato?"
E t' 'o pigliaste.
Asciste,
Ascètte.
Sagliste,
sagliètte

Doppo tre ore, ascètte da 'o purtone,
benedicenno 'a strada ô Chiatamone.

'A terza vota ca t'aggio 'ncuntrata,
è stato dint' 'a Chiesa ô Viscuvato.
Vicino a me tu stive addenucchiata.
Io stevo proprio brutto cumbinato

Dicette il prete:
"Sposatum est".
Fra me pensai:
"'Nguajatum est".
Asciste,
ascètte.
Sagliste,
sagliètte.

Ma 'o juorno appriesso,
nèh che fa? Mme lassa.
E se ne fuje cu tutt' 'o fondo 'e cassa.

Mo só' zitello e maritato,
senza mugliera e disperato.
Stó' ghiènno,
venènno,
sagliènno,
scennènno.

Ce refunnètte pure duje spumone.
Mannaggia 'o trammo,
Turretta e Chiatamone.




Altro giro, altra corsa, altro tram (di A.Gill) :

Nel tram di Posillipo,

Nel tram di Posìllipo,
al tempo dell'está,
un fatto graziosissimo
mi accadde un anno fa.
Il tram era pienissimo,
'a miezo, 'a dinto e 'a fora,
quando, alla via Partènope,
sagliette na signora.

E allora?

E allora io dissi subito:
"Signora, segga qua".
Rispose lei: "Stia comodo,
vedrá che ci si sta.
Si stríngano, si stríngano,
per me c'è posto ancora".
E quase 'nzino, 'ndránghete,
s'accumudaje 'a signora,

E allora?

E allora, dietro all'angolo,
mi strinsi ancora un po',
Lei rise e poi, guardandomi,
le gambe accavalciò.
Io suspiraje vedennole
tanta na gamba 'a fora,
comme suspiraje Cesare
p' 'e ccosce d' 'a signora.

E allora?

E allor dissi: "E' di Napoli?".
"No, mi sun de Milan".
"Fa i bagni qua, certissimo".
"No, mi parto duman.
Vorrei vedere Frìsio,
non visto mai finora".
"Se vuole, io posso".
"Oh, grazie".
E s'ammuccaje 'a signora.

E allora?

E allora, po',
addunánnome ca dint' 'o trammuè,
'a gente ce guardava,
dissi: "Signó', scendé'"
E mme pigliaje nu taxi
a vinte lire a ll'ora
e a Frìsio ce ne jèttemo,
io sulo, cu 'a signora.

E allora?

E allora, senza scrupoli,
mm'accummenciaje a lanzá.
Ma lei, con fare ingenuo,
mi disse: "Oh, ciò non sta.
Andiamo prima a Frìsio,
mangiamo e, di buonora,
io sto all'Hotel Vesuvio,
lei mi accompagna, e allora...".

E allora?

E allora io feci subito
"necessita virtù".
Ma a Frìsio ce magnajemo
duiciento lire e cchiù.
Turnanno, immaginateve,
stevo cu ll'uocchie 'a fore.
Finché all'Hotel Vesuvio,
scennette cu 'a signora.

E allora?

Qui viene il graziosissimo ca,
jenno pe' trasí,
a tutti presentávami:
"Presento mi' marí'".
Mm'avea pigliato proprio
pe' nu cafone 'e fora.
E ghièttemo 'int' 'a cammera
e s'assettaje 'a signora.

E allora?

E allora, mentre proprio
'a stevo p'abbracciá,
vicino 'a porta, ttùcchete,
sentette 'e tuzzuliá.
"Chi sarrá maje 'sta bestia?
Si mandi alla malora".
Nu cameriere in smoking,
cu 'o cunto d' 'a signora.

E allora?

E allora ce guardajemo,
curiuse, tutt'e tre
Lei prese il conto e
"Págalo, duemila e ottantatré".
Cu na penzata 'e spíreto
diss'io: "Mo, nun è ora!"
E il cameriere pratico:
"Pardon, signor, signora".

E allora?

E allora lei fa: "Sei stupido".
"Qua' stupido, madá'.
Ciento lirette 'e taxi,
duiciento pe' magná.
Duimila e tanta 'e cámmera
e chesto che bonora.
Ccá ce vó' 'o Banco 'e Napule,
carissima signora".

E allora?

E allora, senza aggiungere
manco nu "i" e nu "a",
pigliaje 'o cappiello e, sùbbeto,
mme ne scennette 'a llá.
Truvaje ancora 'o taxi.
"Scioffer, pensione Flora".
E ghiette a truvá a Amelia
ca mm'aspettava ancora.

E allora?

E allora ebbi la prova
di una grande veritá.
Ch' 'a via vecchia, p' 'a nova,
nun s'ha da maje cagná.

 
Contacts  Top
view post Posted on 10/10/2013, 12:35
Avatar

Pulcinella291 Forum

Group:
AMMINISTRAZIONE
Posts:
42,059

Status:


L'amico Seb intendeva proprio la linea tranviaria 23 inaugurata nel 1912 Fuorigrotta (Torretta-P.Pilastri), e alla Torretta N.17,
faceva capolinea il tram che ispirerà la famosa canzone “’O tram d’’a Turretta” della quale tu molto gentilmente ci hai fornito il testo. Alla stessa via c 'erano anche gli uffici della tranviaria.
Scusami Nico', ogni tanto me piace e arapi' 'o cascione mio, ma me piace anche sape' a robba d'o cascione e ll'ate!
 
Web  Top
view post Posted on 10/10/2013, 17:51
Avatar


Group:
AMMINISTRATORE
Posts:
45,034
Location:
ARMIA - Be-Be[17]

Status:


.

Mi sembra assolutamente doveroso...

Video



vorrei anche commentare... ma che ce sta 'a dicere cchiù?
 
Top
Amadeus1 ex proteus
view post Posted on 26/10/2013, 16:01




Grazie ai ricordi (?) di arecata. Tante cose di Napoli non le conosco e non le ricordo. Giravo poco in tram da bambino, ricordo solo le carrozzelle con il cavallo in attesa alla stazione centrale, erano gli attuali taxi, ma più ordinati di quelli odierni, che a volte prendevo con una parente alla fine degli anni 50. Le bancarelle con l'acqua di Telese, le mummarelle, la limonata col bicarbonato e 'o pere e 'o musso. Forse di tutto questo non esiste più niente...ma mi fa piacere ricordarlo. Avanti così arecata...continua!
 
Top
view post Posted on 27/10/2013, 09:40
Avatar

Gold member

Group:
Supporter
Posts:
6,726

Status:


Le carrozzelle.... Quando al sabato l'allora presidente della Repubblica Enrico De Nicola tornava a casa, a Napoli, prendeva la carrozzella alla stazione e pretendeva ed esigeva pagare la corsa una volta a destinazione! Tiempe belle e na vota, vuie c'avite lassato, ma pecchè nun turnate....

All'epoca in cui Achille Lauto divenne sindaco le carrozzelle, che in precedenza, mi sembra occorresse averne tre tassametri per convertirli con uno da taxi, furono considerate alla pari, per poterle eliminare del tutto.
I tassisti avevano i propri turni di attività di servizio contraddistinti da un dischetto colorato al fianco dello sportello di guida ed i colori erano quelli della banfiera italiana : disco bianco, disco rosso e disco verde, agli ex vetturini venne eassefnato il disco giallo e da allora si è sempre detto che i tassisti di tale turno, non sapessero guidare e causavano incidenti e che tentavano, sempre, di truffare i clienti.
Anche ai reduci dell'Africa, che ne avevano i diritti, vennero concesse licenze (e tassametri) con il disco giallo.

La licenza di tassista, e ralativo tassametro, ha sempre avuto un valore similare a quello di un appartamento medio a Napoli.

I tassisti avevano tutti o contranomme, il soprannome, che veniva elargito dai loro colleghi.

Il padre di Luciano Maglioccola, tastierista degli Showmen, era noto come "Vecienzo sentimento 'e traversa" per le sue serenate da giovane nei vicoli, un certo Giannetti del corso V.E. era " 'O grammofono", c'erano " 'A stiratrice", "Rommell" (era il sosia del generale), "D'Artegnan", "Vecienzo 'a bomba" e cosi via, tanti, tanti altri. Ricordo anche " 'O giglio 'e Nola" che fu tra i promotori della prima radio-taxi, ne uscì furioso da quella congrega, per formarne una seconda ed uscire anche da questa...
 
Contacts  Top
view post Posted on 27/10/2013, 09:50
Avatar

Pulcinella291 Forum

Group:
AMMINISTRAZIONE
Posts:
42,059

Status:


grazie Nicola per queste testimonianze preziose , spremi le meningi , e arricuordate di altro.Anzi vediamo se ricevi altri spunti attraverso qualche foto d'epoca:
b2q0

nsby

8iss

eba3

lwwu

kzv8



Edited by Pulcinella291 - 27/10/2013, 10:24
 
Web  Top
view post Posted on 27/10/2013, 22:03
Avatar

Gold member

Group:
Supporter
Posts:
6,726

Status:


No, lo spunto l'ho preso da altre foto nel 3d "Vuoi vedere Napoli com'era" dove sono state editate delle bellissime cartoline d'epoca che mostrano la fontana er sullo sfondo il palazzo di Sedile di porto. Su via sedile di porto si apre il vicolo Melofioccolo da cui si accede a palazzo Amendola... questo palazzo era una vera e propria casbah subito dopo la guerra e vi trovavano rifucio gli emarginati. Fino agli anni 80' c'era traffico di tutte le cose illecite, illegali, anche la prostituzione, sia maschile (all'anagrafe) che femminile. Do po tale periodo non sono aggiornato, ma non credo sia cambiato in meglio.

All'angolo di via Medina con piazza municipio, c'era la rosticceria Pizzicato, sempre piena, altro che fast-food. I proprietari erano i fratelli Castaldo, assai danarosi, ma vestivano (e vivevano) come dei 'morti di fame', non avevano figli ed hanno lasciato le loro proprietà ai nipoti. Erano anche i proprietari del Caffè Gambrinus in piazza Trieste e Trento che noi napoletani chiamiamo S.Ferdinando per l'omonima chiesa che si affaccia sulla piazza.

Credo di avervi già detto che a Napoli la toponomastica è un optional ad interpretazione, perchè ogni via, piazza, strada, è conosciuta con almeno 2 nomi, ecco che piazza Trieste e Trento non fa eccezione.

C'era una volta... all'angiporto Galleria (piazzetta Matilde Serao) la sede de "Il Mattino" e colà veniva anche stampato e con lui anche il "Corriere di Napoli", -Sport Sud (settimanale del martedi) e lo Sport del mezzogiorno (settimanale del sabato). A proposito, subito dopo la guerra "Il mattino" non veniva editato ed al suo posto veniva pubblicato "Il risorgimento", venduto nelle strade dagli strilloni (anche questi scomparsi, magari ne riparleremo) ed era assai divertente come lo reclamizzassero " 'O risorgimento, loro magnano e nuie tenimmo mente" e poi anticiparono di qualche settimana la guerra di Corea, per vendere giornali, strillando " 'A situazione s'aggrava, se fa sempre cchù grave, a guera, a guerra"

Tornando alla sede del Il Mattino, un giovane, figlio di un padulano (cosi venivano chiamati gli ortolani che avevano le merci sul carretto a traino animale) cui il 'mestiere' del padre stava assai stretto, cosi cominciò a comprare cazette, mutande, cammise e cravatte che metteva in una grande borsa e la sera andava al 'giornale' a vendere i suoi prodotti, anche rateizzando. Suoi clienti divennero i giornalisti e gli altri operai ed impiegati del giornale, e man mano la clientela aumentava.
Quel 'ragazzo' si chiama Alfredo Barbaro ed il suo obiettivo era quello d'avere un negozio in Galleria Umberto..., oggi possiede 'quasi' tutti i negozi della Galleria ed anche il fu Salone Margherita, tempio dell'avanspettacolo e grande fucina di artisti napoletani.

Già, l'avanspettacolo, ma cosa sapete di ciò? Eh.... certo il Salone Margherita non era l'Ambra-Jovinelli di Roma, oppure il Volturno della stessa città, ma da li passavano tutti i comici poi divenuti famosi, come i fratelli Maggio, i DeRege e tanti, tantissimi altri.

Magari dovremmo parlarne diffusamente, ma intanto : in concorrenza con il Salone Margherita, nella zona prossima a piazza Carlo III c'era il teatro 2000, dello stesso proprietario del Delle Palme.Filangieri, Smeraldo etc., che però abbandonò molto presto l'avanspettacolo per divenire il regno di Mario Merola, Pino Mauro, i DaVinci, e di altri per la sceneggiata, rivitalizzando un genere di spettacolo molto diffuso e di successo nel ventennio antecedente la II WW.
 
Contacts  Top
view post Posted on 28/10/2013, 06:38
Avatar

Gold member

Group:
Supporter
Posts:
6,726

Status:


Toponomastica napoletana

ci sono nomi di luoghi, strade assai simili tra di loro, magari il cognome è identico, ma sono ubicati in qurtieri differenti e, semmai, all'altro capo della città.

Via Alessandro Poerio va da Porta Capuana a piazza Garibaldi mentre via Carlo Poerio (vico freddo per i veraci) va da piazza dei martiri a piazza S.Pasquale a Ghiaja.
Via Guglielmo Sanfelice va da Via Toledo (via Roma) a piazza Bovio (piazza della borsa per i veraci) mentre via Luisa Sanfelice è una strada del Vomero dove Eduardo Scarpetta si fece costruire la famosa villa "Qui rido io" con i proventi delle sue commedie.
Corso Vittorio Emanuele (II) va dalla stazione di Mergellina a piazza Mazzini, via V.E. (III) è la strada antistante CastelNuovo (Maschio Angioino)
Via Raffaele deCesare è una traversa di via S.Lucia, via Carlo deCesare è la prima traversa a sx. di via Toledo da piazza Trieste e Trento
Il 'vasto' è il nome con il quale i napoletani chiamano il quartiere vicaria (stazione centrale-poggioreale), mentre largo Vasto a Chiaja e vico Vasto a chiaja sono nel quartiere omonimo.


(devo scappare continuo al mio ritorno)
 
Contacts  Top
188 replies since 7/5/2013, 10:26   13921 views
  Share