Le stronzate di Pulcinella

comme 'e nonni napoletani curavano le malattie

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view post Posted on 19/11/2014, 12:38
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Pulcinella291 Forum

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I nostri avi, sia per ignoranza, sia per le ristrettezze economiche che non consentivano di consultare un medico, era soliti ricorrere ad alchimie e scongiuri fatti con formule magiche che dovevano, però,rimanere assolutamente segrete perchè perdevano ogni effetto una volta svelati. Penetriamo ora in questo loro mondo misterioso.

Per la tosse "si facevano tre segni di croce sulla gola e si pronunciavano queste parole:Rasca e rascune jatevenne comme 'a fronna inte a lu viento.
'A vecchia 'ncielo, invece si gridava al bambino che, per un colpo di tosse o un po’ di saliva inghiottita, rischiava di rimanere soffocato. Naturalmente in cielo non appariva nessuna vecchia, ma era questo il modo più semplice per ottenere che il fanciullo alzasse la testa, favorendo la ripresa di una normale respirazione.Altri invece per il mal di gola rivolgevano una preghiera a San Biagio, mentre per la raucedine ci si raccomandava San Bernardino da Siena, gran predicatore in tempi in cui non esistevano i microfoni.

Contro il mal di panciasi strofinava il ventre del malato con la mano unta di olio e si recitava:"Cuosemo e Damiano, io ‘o ‘ncarme e tu ‘a sane cu ‘e manupre e sacramienti piglia ‘o mmale
e puortalo ‘o viento.

Contro l'insolazionesi poneva sul capo del malato un piatto d'argilla con un poco d'acqua, poi si preparavano in una tazza nove pezzettini di ovatta che si accendevano e si capovolgevano nel piatto. Si recitavano poi tre padre nostro e si diceva :"Patate' leva o sole dalla capa"

Contri i vermi intestinali
Non solo nel napoletano ma anche nel Polesine si credeva che soffiando fumo di sigaro o di pipa in faccia ai bambini affetti da vermi intestinali, si potesse liberarli dai parassiti.Questa usanza si ripete con le stesse intenzioni nell’America del sud e in qualche zona dell’Australia. Un'altra usanza era quella dei peli della scopa. Una vecchia comare,accostatasi alla culla, dove il bambino dormiva, recitando preghiere incomprensibili tagliuzzava peli di scopa di saggina che cadevano sulla pancia del lattante.

Per la caduta dei dentini ogni bambino dove pregare san Nicola con la seguente litania:"
San Nicola , San Nicola teccate 'o viecchio e damme 'o nuovo"

Prurito nelle maniI nostri nonni, che erano i saggi della famiglia, ci dicevano che era un segno premonitore: Se il prurito era all'interno (sul palmo) della mano, di sicuro dovevamo prepararci a grandi guadagni economici. Se il prurito era all’esterno (sul dorso) della mano, si annunciavano solenni percosse o disagi. L’avvertimento era di non grattarsi, perche' nel caso in cui il prurito era sul palmo, grattarsi faceva svanire l'effetto, mentre se il prurito era sul dorso si confermavano “li mazzáti”. Quindi bisognava soffrire e sopportare quei maledeti pruriti in silenzio.

Quando si addormentava una gamba o un piede.
Con rapidità si chiamava la nonna, sempre presente in casa, che toccando la gamba o il piede con le mani invocava l’angelo custode per far risvegliare l’arto incriminato. Mia nonna diceva :" sceta sceta pede che l'angelo mo vene, vene cantanne e o pede se sta scetanne

Il morbillo Quando una persona si ammalava di morbillo, veniva vestita di rosso oppure avvolta in una coperta rossa che, secondo la credenza popolare, accelerava il decorso della malattia.


Per fermare il sanguespecialmente se succedeva in campagna, spaccavano una canna e applicavano sul taglio o ferita uno o più dischetti di cellulosa che si trovano tra un nodo e l’altro (assomigliano a delle piccole ostie).Un altro sistema:si metteva sulla ferita della fuliggine.

per il mal di dentisi ricorreva alla lattughella , cosi' anche per le gengive infiammate.Si faceva bollire in poca acqua, poi il composto si applicava sulla parte infiammata e calmava il dolore.

per la brunchitella si ricorreva a 'o cataplasame.Un quantitativo di semi di lino veniva fatto bollire in acqua per alcuni minuti; al momento opportuno, eliminata l'acqua, i semi di lino venivano spalmati su una pezzuola in cui venivano avvolti più volte. L'impiastro così confezionato, fumante ed a temperatura quasi insopportabile, veniva poggiato, e tenuto, sulle parti alte del torace della persona malata.

Contusioni alle ossa o fratture. Si ricorreva alla cosiddetta "stuppata".L'arto veniva strettamente avvolto in bende ricavate alla meglio, queste poi cosparse abbondantemente con albume, bianco d'uovo lungamente sbattuto. In poco tempo l'albume si essiccava dando una maggiore consistenza alla fasciatura.Nei casi più gravi o che non trovavano soluzioni con rimedi empirici, ci si rivolgeva, con tanta fiducia, a persone anziane, conosciute per la loro esperienza nell' "aggiustare le ossa".

Per gli orecchioni'nce vuleva 'o gnostre. Si, proprio l'inchiostro per la scrittura .
sul capo del paziente, dietro ogni orecchio, veniva "scritta" una "M" maiuscola. Poi, si restava in attesa sicuri e fiduciosi.La M simboleggiva il nome di Maria, la "Madonna", la "Madre" di tutti.

per la pressione alta:le sanguette (le sanguisughe)Questi animaletti venivano catturati camminando a gambe nude nelle acque palustri, nei pantani bassi, acque ferme. Al passaggio del "cacciatore" si appiccicavano alle sue gambe e subito venivano staccate e riposte in un barattolo.
All'occorrenza veniva chiamato u' sanguèttare (dizionario Antonio Sereno - dizionario Bucci Arturo Oreste) che era esperto nell'applicazione delle "bestioline" che appena poggiate sulla parte del corpo interessata iniziavano a gonfiarsi del sangue che succhiavano. Di solito erano i barbieri praticare quest'arte

Per l'insonnia dei neonati:'A papàgne .Per i neonanti irrequieti, per favorirne il sonno, un decotto di semi di papavero.
 
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