Le stronzate di Pulcinella

Gli irredenti:una pagina dimenticata della nostra storia

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view post Posted on 27/9/2013, 07:41
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Pulcinella291 Forum

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Nella nostra storia ci sono fatti ed episodi legati alle guerre dei quali, però, non c’è traccia nei libri di storia o, se traccia c’è, essa è condensata in poche righe quasi che questi fatti non meritassero attenzione o, anche se epici ed eroici, non fossero degni di memoria.
Uno di questi fatto è legato senza dubbio alla Legione redenta o battaglione nero dal colore delle mostrine.
Oltre 25.000 soldati di etnia italiana dell'esercito dell'Impero austro-ungarico furono fatti prigionieri sul fronte russo nei primi anni della "Grande guerra". Molti di loro furono aiutati dalle autorità italiane ad uscire dai campi di concentramento della Russia, una volta qualificatisi come "Italiani" e non più "Austroungarici.
Un gruppo consistente di questi militari, calcolato in circa 10.000, evitò la guerra civile russa tra sovietici di Lenin e zaristi "bianchi", scoppiata dopo la Rivoluzione del 1917, andando fino in Cina e raggiungendo la piccola colonia del Regno d'Italia detta "Concessione italiana di Tientsin".
Alcuni di questi "ex-prigionieri irredenti" decisero di combattere sotto la bandiera dell'Italia e furono arruolati nella Legione Redenta, guidata dal maggiore dei Carabinieri Reali Cosma Manera.
Infatti nei primi mesi dell'estate del 1918 arrivarono a Tientsin inizialmente oltre 900 militari "irredenti" (principalmente dal Trentino e dalla Venezia Giulia-Dalmazia), provenienti dalla Russia europea usando la ferrovia transiberiana.
Questi soldati, che raggiunsero poi il numero di circa 2.500, furono inquadrati nella Legione Redenta di Siberia e furono uniti ad alcuni battaglioni di Alpini, venuti dall'Italia via mare, per costituire il corpo di spedizione italiano in Estremo Oriente, basato a Tientsin.
Il maggiore Cosma Manera guidò la "Legione Redenta" in estremo oriente fino al 1920, quando la legione fu finalmente rimpatriata in Italia via mare, ricevendo massimi elogi dalle autorità italiane.
Questi soldati, non a caso, furono definiti da Indro Montanelli "i migliori degli Italiani", contribuirono con il loro sacrificio nel corso della Grande Guerra a portare l'Italia dopo un secolo di lotte entro i suoi storici e geografici confini naturali, un sacrificio poi risultato vano a seguito delle sciagurate mutilazioni territoriali imposteci con l'iniquo trattato di pace del 10 febbraio 1947 che concludeva la 2^ Guerra Mondiale.

 
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