Le stronzate di Pulcinella

Gli Italiani nelle SS tedesche(29 Waffen-Grenadier-Division der SS)

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view post Posted on 9/1/2014, 09:49
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Pulcinella291 Forum

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Un'altra pagina della nostra storia finita nel dimenticatoio , forse perchè è una pagina scomoda che riguarda migliaia di italiani che scelsero la divisa nera delle SS.naziste. Vediamo di fare un po' di luce .

Durante i primi tre anni della II guerra mondiale gli unici italiani ai quali fosse permesso di arruolarsi nelle formazioni tedesche, furono i sud tirolesi che avessero scelto il III Reich. Così dopo la firma dell’armistizio molti entrarono a far parte della Wermacht, l’esercito tedesco, altri scelsero le Waffen-SS.
Accanto ai reparti tedeschi si costituirono molte altre unità di diversa provenienza e nazionalità. Tra di essi, sul finire del 1943 si costituirono le Waffen-SS Italiane. Andiamo per fasi: tale formazione era solo parente delle Waffen SS nel senso che era inquadrata da personale SS ma armi e materiali erano della ordungspolizei. Quegli irriducibili (e furono migliaia) che non si accontentarono della divisa della Repubblica di Salò e, dopo l'8 settembre del 43, scelsero di indossare sul cappello la testa di morto dei «Reparti di difesa» di Heinrich Himmler. Questo soldati non poterono fregiarsi del nome SS e delle relative mostrine (rosse e senza rune). Solo a seguito del valoroso comportamento in battaglia ad Anzio degli uomini dell’Obersturmbannfuehrer Carlo Federigo Degli Oddi il ReichsFuehrer SS Himmler concesse ai volontari italiani di fregiarsi del titolo di SS effettive. Unica eccezione fu il battaglione “Debica” formatosi in Polonia nel novembre ’43 al comando del maggiore bersagliere Guido Fortunato e che, addestratosi in un poligono SS, venne da subito indicato come reparto SS. Gli appartenenti portarono sempre le mostrine nere e spesso, pur non autorizzati, le rune SS. Con la nascita delle unità armate SS tutti i volontari italiani portarono le mostrine nere. Nell’aprile ’45 a guerra quasi conclusa la forza totale della legione era di 6.500 uomini effettivi.


Simbolo della 29 Waffen-Grenadier-Division der SS "Italia

Le prime unità delle SS Italiane furono addestrate in Germania a Musingen, dove alla metà di ottobre si trovavano già 13362 uomini arruolati tra volontari ed ex-internati nei campi tedeschi dopo l’8 settembre. Non era infatti ancora prevista, e non lo fu fino al gennaio 1944, alcuna misura di arruolamento in Italia.
Il 1° febbraio ’44 ha ufficialmente inizio il reclutamento volontario in Italia per completare i reparti della Waffen SS che, oltre a contrastare i partigiani, avrebbero battersi al fronte contro gli angloamericani. A tale scopo era prevista una severa selezione per individuare gli uomini idonei a recarsi in Germania, per ricevere un addestramento di prim’ordine ad opera della Waffen SS di concerto con l’esercito tedesco.
Ecco così che dal marzo 1944 entrano in funzione i centri d’arruolamento, che prevedono 29 uffici principali e 6 secondari. I principali sorgono a: Savona, Cuneo, Torino, Alessandria, Aosta, Novara, Como, Milano, Bergamo, Brescia, Verona, Mantova, Treviso, Padova, Bologna, Modena, Firenze, Forlì, Ancona, Macerata, Perugina, Viterbo, Grosseto, Siena, Pisa, Genova, Parma, Bolzano e Massa-Carrara; gli altri sei centri erano di stanza a: Cremona, Pavia, Pesaro, Roma, Varese e Venezia.

I reparti avrebbero dovuto assumere il nome di Waffen-SS-Milizia Armata.
In totale furono circa ventimila i volontari italiani che si posero al totale servizio della Germania. Infatti nel composito quadro delle Forze Armate della RSI, le SS Italiane costituirono un corpo a parte.
Nel gennaio del 1944 la Legione venne mandata in Italia a Biella, dove ebbero un secondo addestramento. Alla fine della formazione, nel febbraio 1944, nell'ambito di una riorganizzazione decisa dall'Obergruppenfuhrer Karl Wolff, la Italienische Waffenverbände der SS fu trasformata in brigata d'assalto e designata come 1. Sturmbrigade der Italienische Freiwilligen Legionen. I soldati mantennero solitamente la vecchia divisa del disciolto Regio Esercito, a cui aggiunsero le doppie rune delle SS su sfondo rosso invece che nero (era nero solo per i soldati del battaglione Debica e dei volontari che combattevano in prima linea).

Queste sono le notizie frammentarie circa la presenza dei nostri connazionali nelle formazioni SS. La cosa triste, è che nei libri di memorie e nei diari di guerra delle formazioni sopraindicate non si trovano tracce della presenza dei volontari italiani.
 
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view post Posted on 9/1/2014, 14:06
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La cosa triste, è che nei libri di memorie e nei diari di guerra delle formazioni sopraindicate non si trovano tracce della presenza dei volontari italiani.
E forse è meglio cosi', onde evitare di doversi vergognare...comunque ora sono tutti morti.
Si puo' anche cambiare pagina e dimenticare questi orrori.
 
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Amadeus1 ex proteus
view post Posted on 13/1/2014, 15:07




Eh no, caro Caravaggio, non sono d' accordo. I fatti sono fatti e i ricordi, testimonianze e documenti non possono andare nel dimenticatoio.
Dobbiamo prendere e avere, a mio avviso, sempre presente ciò che siamo, nel bene e nel male.
Anche i nostri genitori muoiono, come tutti noi e continuiamo a vivere, ma non per questo li dimentichiamo.
Quello che mi colpisce nel post di Seb è che quasi tutti gli arruolati nell'esercito tedesco, guarda caso, erano delle regioni del nord Italia...e questo la dice lunga.
Guarda che anche gli ebrei formarono dei battaglioni al servizio del terzo reich, gli stessi che da 65 anni vengono lautamente pagati dall'Europa per i danni di guerra provocati dalla Germania di Hitler.
Non c'è nulla da fare, noi umani siamo fatti così, sarà triste, ma è la nostra natura.
 
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view post Posted on 13/1/2014, 16:18
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Forse non ho formulato bene la mia risposta e cerco quindi di argomentarla meglio.
A me di quelle persone non importa nulla, né chi fossero' né dei loro natali né dei loro trascorsi.
Sul piano personale penso che vi siano delle vite che non vale la pena di essere vissute, ecco quelle per esempio...
Quindi per me ricordare o dimenticare non cambia nulla, non sono mai esistite...e non meritavano d'esistere. Punto.
 
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francibi
view post Posted on 7/2/2014, 19:03




Scusate, vorrei fare una precisazione che però trovo sempre sistematicamente ignorata dalla storia.
Certamente ci furono italiani che aderirono all'RSI (non so se ci credevano o avevano altre motivazioni) però ci furono anche molti ragazzini appartenenti alle classi del 24 e del 25 (soprattutto del nord italia) che si trovarono costretti ad aderire.
I ragazzini di 17 anni del 1944, specialmente se rastellati dalla Forza Pubblica di allora nelle campagne, non avevano certo gli strumenti culturali e le consapevolezze di quelli di oggi. (Ammesso che si possa parlare di consapevolezza per un ragazzino di 17 anni... comunque.)
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Domenica 24 Ottobre 1943 - PER UN ESERCITO DEL NORD
Mussolini invia un “caldissimo telegramma”, in cui insiste, con un tono che sa di minaccia, sulla grande importanza politica della chiamata alle armi:
“Vi impegno personalmente per quanto riguarda la imminente chiamata alle armi delle classi 1924 – 25. Con opera di propaganda intensa e di vigilanza, chiamando alla collaborazioni tutte le forze sociali, si deve raggiungere l’obiettivo, che è quello di avere il maggior numero possibile di futuri soldati del nuovo esercito. Il successo della presentazione sarà il segno sicuro della ripresa nazionale”.
Sempre in merito alla imminente chiamata alle armi, viene diffusa oggi una circolare del generale Gambara nella quale si ribadisce, in termini espliciti, un’odiosa misura decisa a freddo dallo Stato Maggiore:
“In caso di mancata presentazione dei militari soggetti agli obblighi di leva, oltre alle pene stabilite dalla vigente regolamentazione militare, saranno presi immediatamente provvedimenti a carico dei podestà e dei capi famiglia”.

([URL=http://www.ilpostalista.it/tramonto_004b3.htm][/URL])
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Mio padre (anarchicamente libero fino alla morte) che era scappato per non aderire all'RSI è stato preso,posto davanti alla scelta della fucilazione di suo padre ed è stato "de-portato" in un campo di addestramento RSI. Insieme ad un altro ragazzo (che ho personalmente conosciuto) sono riusciti a scappare e a tornare in Italia unendosi ai partigiani, ma alla liberazione, in quanto schedato come arruolato dalla Forza Pubblica è stato censito come "repubblichino" e rinchiuso a Coltano.
Campo di concentramento dal quale poi, grazie all'intervento delle madri e del Prefetto Peruzzo, sono stati fatti uscire tutti i ragazzini delle classi 24-25-26 etc... per lampanti ragioni di coercizione (non era solo mio padre a non aver scelto).

Al di là del fatto familiare (su cui sto facendo ricerche storiche) mi spiace che venga sistematicamente dimenticata quella tragica chiamata alle armi dei ragazzini. Poi, ognuno può pensarla come crede.
 
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Odette
view post Posted on 7/2/2014, 21:14




La testimonianza di Francib è veramente importante per dare alla storia la giusta dimensione di un periodo assurdo umanamente e spiritualmente.
Mio nonno, socialista, per amore di famiglia con quattro figli non potè non aderire al fascismo con la tessera e "tifava" per la fine della dittatura che lui aveva vissuto fin dall'inizio; non possiamo giudicare comunque non vivendo a quei tempi e misurare il coraggio delle persone
La manipolazione coercitiva di ragazzi, in tutte le dittature di tutti i colori e in tutte le latitudini, è un simbolo di come la forza porta ad aberrazioni storiche dell'umanità
Del resto , non nascondiamoci, a volte anche noi scendiamo a compromessi politici per amor di pagnotta....
 
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view post Posted on 14/6/2017, 14:54




A parte le considerazioni e ragioni personali che molte volte sono da ritenersi opportune o opportunistiche, esiste un filo di pensiero continuo che dal Risorgimento porta fino al fascismo... Poi più nulla! Ricordo bene che fino a pochi anni fa era da fascisti esporre la bandiera italiana e si doveva (e si deve) essere sempre schierati con la dx o la sx che soccorrono comunque il ruolo di liberatori! Penso invece che con la fine della 2° Guerra Mondiale sia finita la speranza di riunire il popolo italiano in una cultura e intenti condivisi. Sia gli "americani" che i "sovietici" erano e sono stranieri che sono venuti a distruggere un sentimento italiano che proprio allora stava nascendo. Oggi l'Italia non esiste più e men che meno la speranza di tornare a essere piccoli ma forti per ideali condivisi. Ha vinto il globalismo e il potere finanziario che finge di essere morale e giusto per tutti ma che tutto e tutti calpesta. Addio popolo di poeti, scienziati e navigatori... Ora tutti ladri, drogati, deviati sessualmente e banditi!
 
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6 replies since 9/1/2014, 09:49   1860 views
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