Le stronzate di Pulcinella

L'eccidio di Pederscala e la memoria divisa:fu colpa dei partigiani?

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view post Posted on 25/4/2014, 18:03
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Pulcinella291 Forum

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Nel 1983 Pertini si recò a Pedescala per consegnare una medaglia, che però venne rifiutata dalla popolazione con la seguente motivazione:"« Spararono poi sparirono sui monti, dopo averci aizzato contro la rabbia dei tedeschi, ci lasciarono inermi a subire le conseguenze della loro sconsiderata azione. Per tre giorni non si mossero, guardando le case e le persone bruciare. Con quale coraggio oggi proclamano di aver difeso i nostri cari? »In questa frazione del comune di Valdastico, la memoria dei sopravvissuti e dei loro cungiunti e' ancora divisa. Partigiani e loro famiglie da una parte, sopravvissuti e parenti dall’altra.
Ma cosa successe tra il 30 aprile e il 2 maggio 1945 in tre frazioni del comune di Valdastico (Vicenza): a Pedescala dove sono morte 64 persone, a Forni e Settecà dove sono morte altre 18 persone?
Nell'aprile del 1945 , a guerra oramai finita, la zona fu attraversata da diversi reparti tedeschi in ritirata, i quali sarebbero potuti rientrare incolumi in Patria in seguito agli accordi presi durante l'Operazione Sunrise.
Un'avanguardia tedesca viene attaccata da un gruppo di partigiani che uccidono sei soldati prima di allontanarsi. L'avanguardia viene poco dopo raggiunta dalla colonna principale la quale, attestatasi a Pedescala, inizia a rastrellare gli abitanti maschi del paese, minacciando di ucciderne dieci per ogni soldato morto se i responsabili non si fossero presentati.
Non ricevendo alcuna risposta, lunedì 30 aprile, i tedeschi cominciarono la carneficina: Pedescala è devastata e muoiono 64 persone.

Tra i morti, si contarono anche otto donne, il parroco del paese con l'anziano padre e un bambino di cinque anni. La violenza si estende poi alle vicine frazioni di Forni e Settecà, dove si contano altri 18 morti.



Solo il 2 maggio la colonna riparte verso la Germania.
Chi sparò quel giorno? I partigiani, come sostengono i sopravvissuti, o alcuni giovani del paese, come affermano i partigiani? Sono i sopravvissuti del Comitato vittime a raccontare, con la voce rotta dall’emozione, particolari terribili di quei due giorni infernali. E come, dopo la concessione della medaglia d’argento al valor militare a S. Pietro Valdastico per meriti resistenziali, nel 1983, i freddi rapporti tra le due parti siano sfociati nel muro contro muro. Perché per i parenti degli uccisi i partigiani non difesero il paese dalla rappresaglia, ma la provocarono. Il classico cliché della memoria divisa, tipico di molte stragi di quel tempo.
Non sono chiare nemmeno le posizioni del Comitato di Liberazione Nazionale. Secondo alcuni, i membri del Comitato, o comunque i vertici delle formazioni partigiane locali, avrebbero concluso un "patto di non aggressione" (firmato a Vicenza o forse a Schio) con i nazisti in modo che la ritirata avvenisse il più ordinatamente possibile e senza provocare vittime tra le parti. Altri studiosi ritengono che gli ordini erano diversi: contrastare la ritirata con sabotaggi e altri interventi di disturbo.

Inoltre, se i più protendono per l'uccisione di sei militari tedeschi delle avanguardie come motivo scatenante, altri ne contano sette, e altri ancora solo due morti e un ferito. Vi è addirittura chi afferma che non vi fosse stato alcun morto tra i militari: l'azione sarebbe stata scatenata per vendetta da un alto ufficiale tedesco imprigionato dai partigiani e fuggito il 29 aprile.
Un fatto è certo! Nessuno ha pagato per quell'eccidio, solo l’amarezza per una strage che ha ancora troppi lati oscuri.

 
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view post Posted on 25/4/2014, 19:40

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Episodio terribile che non conoscevo.se non si conosce bene la verità difficile dare un giudizio.e forse la verità non si saprà mai.rimane l'angoscia e lo sgomento di fronte ai fatti e alle foto .tutto avvenuto a guerra finita.
 
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1 replies since 25/4/2014, 18:03   610 views
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