Le stronzate di Pulcinella

attori non protagonisti e semplici comparse della II guerra mondiale

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Pulcinella291
view post Posted on 3/4/2014, 07:59 by: Pulcinella291
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El ALAMEIN:gli eroi italiani


Questa targa commemorativa che delimita il punto di massima avanzata dell'esercito italiano, afferma che manco' la fortuna e non il valore, io direi che mancarono soprattutto i mezzi adeguati .I nostri tank «erano adatti per controllare i civili o impaurire i cavalleggeri africani, ma non ci si poteva aspettare altro. Scarsamente corazzati, avevano insufficiente portata di fuoco e consentivano dall' interno una visibilità molto limityata.
I soldati italiani in quella che fu la madre di tutte le battaglie combattute in Africa oltre al loro valore dimostrarono anche dignita' umana.
«Tre carri armati britannici avanzarono: erano muniti di altoparlanti che trasmettevano messaggi d' ammirazione per il coraggio dei nemici, completamente accerchiati, e offrivano loro onorevoli condizioni per cessare le ostilità, minacciando l' annientamento totale se si fossero rifiutati. I paracadutisti gridarono "Folgore" e aprirono il fuoco. I tank si ritirarono. Poi prevalsero la sete e la fame». E' un passo del saggio di John Bierman e Colin Smith, autori di The battle of Alamein, in uscita a Londra per la Viking, che analizza la più cocente sconfitta dell' esercito italo-tedesco nella Seconda Guerra Mondiale. Un libro che riserva parecchie sorprese . A partire dal racconto di quella resa non accettata finendo alla storica resa firmata con platonica fierezza. Alla fine della battaglia di El Alamein, proprio gli ufficiali di Sua Maestà vollero rendere l' onore delle armi al lacero stendardo tricolore.

Gli italiani mangiamacaroni esausti di promesse mai mantenute, degradati con armi ed equipaggiamenti farsescamente inadeguati non arretrarono neanche sotto l' assalto dei carri armati e neanche dopo l' abbandono delle truppe di Rommel in fuga (già, perché a scappare furono loro). E quando finirono le munizioni, gli italiani, «affamati e senz' acqua», riempirono di esplosivo le scatole di pomodori e usarono quelle.

Furono sconfitte , ma le nostre divisioni Ariete e Folgore entrarono nel mito.La presenza italiana è ricordata dal grande Sacrario Militare di El Alamein, a Quota 33 sulla litoranea per Alessandria, che raccoglie i resti di oltre 5.200 soldati italiani e 232 ascari libici.


Semplici comparse, ma eroi da ricordare.



Luigi Baron un asso dell'aviazione


Luigi Baron (Castelfranco Veneto, 10 luglio 1917 – Udine, 6 febbraio 1988) fu sergente maggiore nella nostra aeronautica. Fu un vero asso della nostra aviazione. Venne inviato in Africa Orientale per prestare servizio presso la 412ª Squadriglia Autonoma Caccia Terrestri.Ottenne complessivamente 12 vittorie confermate, e 2 in compartecipazione.
Il 25 marzo Baron sostenne l'ultimo combattimento aereo sui cieli di Cheren quando venne colpito.
ma prima di precipitare si lanciò in collisione contro il velivolo attaccante, conseguendo così la sua dodicesima vittoria. Il caccia inglese precipitò al suolo ed il pilota, tenente Robin Pare, rimase ucciso. L'aereo di Baron era gravemente danneggiato e il pilota gravemente ferito, in quanto una pallottola che gli aveva letteralmente fatto esplodere il polpaccio. Riuscì a lanciarsi con il paracadute atterrando vicino alle linee italiane, dove venne immediatamente soccorso. A causa della grave ferita rimase per un lungo periodo ricoverato in ospedale, dove la sua fidanzata del tempo, una crocerossina, gli salvò la gamba dalla gangrena. Una volta ristabilitosi si tenne nascosto per lunghi mesi nel sottoscala dell'abitazione della sua fidanzata, insieme ad altri compagni, per evitare di essere catturato dagli inglesi. Quando il governo britannico acconsentì al rimpatrio dei civili italiani dall'Africa Orientale, vennero organizzate alcune missioni umanitarie con grossi piroscafi portanti le insegne della Croce Rossa. Durante una di queste missioni Baron riuscì ad imbarcarsi a bordo del Duilio, sotto falso nome, come malato di mente. Al suo arrivo in Italia nessuno conosceva la sue imprese, e gli furono conferite una Medaglia d'argento al valor militare, una Medaglia di bronzo al valor militare, la Croce di Guerra e in seguito la Croce di Ferro tedesca di II classe.

Livio Bassi: medaglia d'oro al valore militare alla memoria


Livio Bassi (Trapani, 8 ottobre 1918 – Roma, 2 aprile 1941). Dopo l'Accademia fu promosso tenente pilota in S.P.E. e inviato alla 395ª Squadriglia del 154º Gruppo Autonomo, presso l'aeroporto di Berat in Albania nell'ottobre 1940. Il 20 febbraio 1941 fu abbattuto nel corso di un combattimento aereo sui cieli di Grecia. Bassi, aveva cercato di portare aiuto al commilitone e collega di corso in Accademia Alfredo Fusco, circondato da sei caccia Hawker Hurricane inglesi, ma furono colpiti entrambi
Volava su un caccia Fiat G.50 "Freccia".L'aereo di Fusco esplose in volo uccidendo il pilota sul colpo, Bassi riuscì ad atterrare pur con l'aereo danneggiato, ma il velivolo prese fuoco ustionandolo molto gravemente. Nella battaglia aveva abbattuto due aerei inglesi, portandosi ad un totale di sei abbattimenti, sufficienti per fargli conseguire la qualifica di "Asso dell'aviazione. Morì per le ustioni il 2 aprile 1941 all'Ospedale militare del Celio. A entrambi gli sfortunati aviatori fu conferita la Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.
A Livio Bassi è stato intitolato nel 1949 il vecchio Aeroporto militare di Chinisia nei pressi di Trapani, poi in disuso e, successivamente, il nuovo Aeroporto militare di Trapani-Birgi


Giuseppe "Bepi" Biron


Giuseppe Biron (Legnago, 15 ottobre 1914 – Treviso, 23 febbraio 2011) fu un asso dell'aviazione italiana, pluridecorato durante la seconda guerra mondiale.Sottotenente Giuseppe "Bepi" Biron, del 22° Gruppo Autonomo, distaccato dal 51° Stormo per essere inviato in Russia. Biron fu l'inventore dello stemma del 22° Gruppo, uno spauracchio in un triangolo bianco che si "Fuma" le stelline rosse che rappresentano i caccia russi, visibile sulla fusoliera del Macchi C.200 alle sue spalle. Dopo il rientro in Italia nel 1942, il 22° Gruppo assegnato alla difesa territoriale in Italia meridionale. Dopo l'8 Settembre Biron optò per l'ANR dove combatté prima nel Gruppo Autonomo Montefusco-Bonet e poi nel 1° Gruppo Caccia. Espulso dall'Aeronautica alla fine del conflitto, fu poi richiamato in servizio e terminò la sua carriera come Colonnello nel 1971. E' stato decorato con cinque medaglie d'argento, due di bronzo e una Croce di Ferro di seconda classe.

Franco Bordoni Bisleri (Robur)



Franco Bordoni-Bisleri (Milano, 10 gennaio 1913 – Chiavari, 15 settembre 1975) è stato un pilota della Regia Aeronautica, Medaglia d'Oro al Valor Militare .Durante la seconda guerra mondiale gli furono accreditati 19 aerei abbattuti tra Bristol Blenheim (quattro), Hawker Hurricane, Curtiss P-40 (sei), B-26 e B-17 "Fortezze volanti" (sei). Le sue vittorie sono state conseguite ai comandi del biplano Fiat C.R.42 e dei monoplani Macchi M.C.202 ed M.C.205.

Salvo D'Acquisto


Salvo D'Acquisto nacque a Napoli il 7 ottobre 1920. Nel 1939 si arruolò nell'Arma dei Carabinieri, segnalandosi per le sue qualità. Pur vivendo in un'epoca alquanto difficile era caratterizzato da ottimismo e gioia di vivere. Aspirava a formarsi una famiglia. Di lui si conservano ancora le bellissime lettere scritte alla sua fidanzata. Le sue doti di bontà ed il senso cristiano della vita risplendono nell'atto eroico di Palidoro (Roma), allorché, Vice-Comandante della locale stazione dell'Arma, si offrì come vittima innocente per salvare la vita a 22 ostaggi che stavano per essere fucilati.
Dopo l' 8 settembre del 1943, un reparto di SS si era installato in una caserma abbandonata della Guardia di Finanza sita nella Torre di Palidoro, presso la località di Torrimpietra. In tale caserma, la sera del 22 settembre, alcuni soldati tedeschi, rovistando in una cassa, provocarono lo scoppio di una bomba a mano: uno dei militari rimase ucciso e altri due furono gravemente feriti. L'episodio, del tutto fortuito, fu attribuito dai tedeschi ad un attentato dei partigiani.
La mattina dopo, il comandante del reparto tedesco, recatosi nella Stazione di Torrimpietra per cercare il comandante della locale stazione dei Carabinieri, vi trovò il vice brigadiere D'Acquisto, al quale ordinò di individuare i responsabili dell'accaduto.
Il giovane sottufficiale tentò senza alcun risultato di convincerlo che si era trattato solo di un tragico incidente. L'ufficiale tedesco fu irremovibile e promise una rappresaglia esemplare.
Poco dopo, Torrimpietra fu circondata e 22 cittadini innocenti furono rastrellati, caricati su un camion e trasportati presso la Torre di Palidoro.
Il vice brigadiere Salvo D'Acquisto, resosi conto che stava per accadere l'irreparabile, affrontò una seconda volta il comandante delle SS, nel tentativo di ricondurlo ad una valutazione oggettiva dell'accaduto. La risposta fu: "Trovate i colpevoli"! Alle rimostranze del giovane sottufficiale, l'ufficiale nazista reagì in modo spietato. Gli ostaggi furono costretti a scavarsi una fossa comune, alcuni con le pale, altri a mani nude.
Visto questo gesto Salvo D'Acquisto si autoaccusò come responsabile dell'attentato e chiese che gli ostaggi fossero liberati.
Subito dopo la liberazione degli ostaggi, il vice brigadiere venne freddato da una scarica del plotone d'esecuzione nazista. Aveva ventitre anni.
Alla Memoria del vice brigadiere Salvo D'Acquisto il Luogotenente Generale del Regno, con Decreto Motu Proprio del 25 febbraio 1945, conferì la Medaglia d'Oro al Valor Militare con la seguente motivazione:
"Esempio luminoso di altruismo, spinto fino alla suprema rinunzia della vita, sul luogo stesso del supplizio, dove, per barbara rappresaglia, erano stati condotti dalle orde naziste 22 ostaggi civili del territorio della sua stazione, non esitava a dichiararsi unico responsabile d'un presunto attentato contro le forze armate tedesche. Affrontava così da solo, impavido, la morte imponendosi al rispetto dei suoi stessi carnefici e scrivendo una nuova pagina indelebile di purissimo eroismo nella storia gloriosa dell'Arma".
Il 4 novembre 1983, nella sede dell'Ordinariato Militare, è stato insediato il Tribunale ecclesiastico per la causa di beatificazione del vicebrigadiere dei Carabinieri Salvo D'Acquisto.







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