Le stronzate di Pulcinella

attori non protagonisti e semplici comparse della II guerra mondiale

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Pulcinella291
view post Posted on 10/4/2014, 09:58 by: Pulcinella291
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GIAPPONE



Quelli di Hiroshima e Nagasaki

E terminiamo questo post con quella che fu la piu' grande tragedia di tutta la seconda guerra mondiale.
Il 6 agosto del 1945, l’aeronautica militare statunitense sganciò la famosa “Little Boy” sul Giappone, la bomba atomica che devastò la città di Hiroshima a cui, dopo soli 3 giorni, seguì l’altrettanto letale “Fat Man”, su Nagasaki. Una tragedia che pose fine definitivamente alla seconda guerra mondiale, un bombardamento che ha segnato profondamente la storia e che ha causato la morte di circa duecentomila persone, per lo più civili.

Le implicazioni etiche di tale grave episodio sono state tante, perché per la prima volta, durante un conflitto bellico, si è utilizzata un’arma di distruzione di massa come la bomba atomica.
Secondo il punto di vista degli Americani i bombardamenti atomici su Hiroshima e Nagasaki erano stati previsti per accorciare i tempi della Seconda Guerra mondiale, risparmiare parecchie vite tra i militari e i civili ed evitare l’invasione da parte del Giappone. L’opinione pubblica giapponese, invece, è di un altro avviso: si tratta di un vergognoso crimine di guerra messo in atto per portare alla resa il Giappone. Resta il fatto che un simile episodio non si è mai più replicato durante i conflitti belli. Ma fu utile sacrificare tante vite nell'immediato e anche nel futuro?

Gli episodi di Hiroshima e Nagasaki si ricordano per le modalità e l’arma utilizzate, ma gli Alleati erano soliti colpire gli avversari con bombardamenti che causavano tantissime perdite umane (è noto in Germania il bombardamento di Dresda, mentre in Italia furono pesantemente colpite città come Catania, Napoli, Bari, Messina e Foggia. Nell’estate del 1945 ad essere distrutte furono le due città di Tokyo e Kobe. Gli Stati Uniti decisero di non “sprecare” la bomba atomica contro un arsenale militare, ma di puntare ai centri abitati per sfruttare gli effetti psicologici che l’episodio avrebbe avuto sulla popolazione ed il governo giapponese.Secondo il punto di vista di alcuni studiosi, se la bomba atomica doveva essere un “avvertimento” le stragi di Hiroshima e Nagasaki potevano essere evitate scegliendo di lanciarla in una zona non abitata. Alcuni storici considerano gli episodi di Hiroshima e Nagasaki come veri e propri atti di terrorismo di stato. Alcuni invece ritengono che l’uso della bomba atomica sia stato inutile, visto che i Giapponesi nella realtà erano già stati sconfitti. Per altri commentatori la bomba atomica che ha colpito le due città giapponesi era un chiaro monito anche per l’Unione Sovietica. Insomma, a quanto pare ci sono anche elementi di strategia militare che hanno determinato la scelta di un arma di distruzione di massa, ma comunque la si guardi la storia la ricorderà come una scelta deprecabile.
Per questa insensata iniziativa si salvarono solo il 20% della popolazione e molti morirono successivamente per avvelenamento a causa delle radiazioni e per le necrosi sopraggiunte.

Takashi Paolo Nagai


Fu un medico radiologo giapponese che si è convertito al cattolicesimo ed è un superstite del bombardamento atomico di Nagasaki. La sua successiva vita di preghiera e di servizio gli ha fatto ottenere il soprannome di "Santo di Urakami".
Una storia bellissima la sua. che vale la pena raccontare e con cui vale la pena chiudere questo capitolo tremendo della nostra storia.
Il 26 aprile 1945, un raid aereo su Nagasaki miete numerose vittime. L'ospedale è sopraffatto. Takashi spende i suoi giorni e le sue notti al servizio dei feriti, nel suo reparto di radiologia. Nel suo campo di lavoro e di ricerca, le norme di sicurezza erano male comprese, conducendo ad un tasso elevato di incidenti tra i ricercatori, legati all'esposizione alle radiazioni. E, di fatto, nel giugno 1945, apprende che una leucemia l'ha colpito e che la sua speranza di vita è dai due ai tre anni. Questa malattia è probabilmente dovuta alle esposizioni ai raggi X subite all'epoca degli esami radiologici praticati con osservazione diretta. Ne parla con Midori e Makoto. Con la loro fede in Dio, restano uniti per vivere insieme questi momenti.

La sera del 6 agosto, il dottor Nagai viene a conoscenza che una bomba atomica è stata lanciata dagli americani su Hiroshima. Con Midori, decide di allontanare i loro bambini a 6 chilometri, nella campagna, a Matsuyama, accompagnati dalla madre di Midori. La mattina dell'8 agosto, sotto lo sguardo sorridente di Midori, Takashi parte per il suo lavoro di una notte di guardia all'ospedale. Avendo dimenticato il suo pasto, torna a casa, inaspettatamente, e sorprende Midori in lacrime. Si dicono "arrivederci" ma sarà un addio.

Il 9 agosto 1945, alle 11:02, la seconda bomba atomica lanciata dagli americani sul Giappone colpisce Nagasaki. All'istante del bombardamento, il dottor Nagai è in servizio in radiologia all'ospedale universitario di Nagasaki. Riceve una seria ferita che tocca la sua arteria temporale destra, ma si unisce al resto del personale medico superstite per dedicarsi alla cura dei feriti. Più tardi, redigerà un rapporto medico di 100 pagine a proposito delle sue osservazioni.

L'11 agosto, Takashi Nagai ritrova l'area della sua casa e, tra un mucchio di ceneri, delle ossa carbonizzate: Midori e la sua corona del rosario vicino a lei. Il suo nome da ragazza era Maria Midori Moriyama. Paolo Takashi Nagai ha voluto scrivere il suo nome da sposata sulla croce della sua tomba: "Marina Nagai Midori, deceduta il 9 agosto 1945, a 37 anni" (Marina è un diminutivo di Maria).

Per i cinquantotto giorni seguenti Nagai continua a curare le vittime della bomba atomica ed insegnare all'università di Nagasaki. Ma è colpito gravemente dalla leucemia, il 8 settembre 1945, ed egli deve restare a riposo per un mese, la morte gli sembra vicina. Si trasferisce nel quartiere di Urakami, quello dell’ ipocentro della bomba, il 15 ottobre 1945. Fa costruire una piccola capanna, dai pazienti riconoscenti e da suoi allievi, fatta coi pezzi della sua vecchia casa. Denominata "Nyoko-dō" ("Amate gli altri come voi", secondo le parole di Gesù "amerai il tuo prossimo come tu stesso"), rimane coi suoi due bambini scampati (Makoto e Kayano), sua suocera e due altri genitori. Questa capanna misura un poco più di sei tatami, costruita per lui nel 1947 da un carpentiere legato alla famiglia Moriyama. Quando la sezione locale della società San Vincenzo de' Paoli offre di costruirgli un'altra casa, nella primavera 1948, chiede di ingrandire leggermente la capanna esistente, per fare un favore al suo fratello e la sua famiglia e per stabilire una struttura semplice, simile ad un salone del tè, largo due tatami, per sé. In questo piccolo rifugio alle maniere di un eremo, trascorre i suoi ultimi anni in preghiera e contemplazione.

Per i 6 mesi successivi, osserva il lutto di Midori e si lascia crescere la barba e i capelli. Il 23 novembre 1945, una messa è celebrata, davanti alle rovine della cattedrale, per le vittime della bomba. Takashi dà un discorso riempito di fede, paragonando le vittime ad un'offerta consacrata per ottenere la pace. Comincia a scrivere molti rapporti medici ("Atomic Illness and Atomic Medicine") che le prove che saranno tradotte in parecchie lingue: "Le Campane di Nagasaki" ("Nagasaki no Kane"), finito il 9 agosto 1946, è il più celebre - un film giapponese dello stesso nome ne è stato tratto, poco dopo la sua morte. Nel luglio 1946, crolla sulla piattaforma della stazione. Diventato invalido, vive ormai allettato.

In 1948, utilizza i 50.000 ¥ versati da “Kyushu Time” per piantare 1000 ciliegi di tre anni nel quartiere di Urakami per trasformare questa terra devastata in "Collina in fiore". Anche se alcuni sono stati sostituiti, questi ciliegi sono chiamati sempre "Nagai Senbonzakura" (i 1000 ciliegi di Nagai) ed i loro fiori decorano le case di Urakami nella primavera.

Il 3 dicembre 1949, è fatto cittadino onorario della città di Nagasaki, malgrado le proteste dovute alla sua fede cattolica. Riceve la visita di Helen Keller. È visitato anche nel 1949 dall'Imperatore Hirohito e dal cardinale Gilroy, emissario del Papa.

Il 1º maggio 1951, chiede che lo si porti all'università affinché gli studenti in medicina possano osservare gli ultimi istanti di un uomo che si prepara a morire di leucemia. Ma perisce poco dopo il suo arrivo: sono le 21 e 30. Muore a 43 anni. Il 3 maggio, 20.000 persone assistono alle sue esequie davanti alla cattedrale. La città di Nagasaki osserva un minuto di silenzio nel momento in cui suonano le campane di tutti gli edifici religiosi. Il 14 maggio, una cerimonia ufficiale ha luogo in memoria del dottor Nagai poi i suoi resti sono sepolti nel cimitero internazionale Sakamoto.

FINE
 
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