| Ma voi non dovete fare uscire pazzo un povero psichiatra, che, chissà come, è riuscito in tutta la sua vita professionale a mantenere un minimo di equilibrio psichico!
Non si capisce la domanda, in verità. Pensare positivo o negativo, da un punto di vista scientifibo, psichiatrico o psicologico che sia, non ha molto senso. Generalmente si intende, con questi termini, un atteggiamento "propositivo", basato sull'ottimismo, sulla credenza-speranza che le cose possano andare bene. Quando questo succede il cervello si predispone in un certo modo, con la giusta secrezione di ormoni. In altre parole, "Aiutati che dio ti aiuta". Ancora: se io credo che una cosa mi riuscirà, senza accorgermene metterò in atto una serie di pensieri e azioni che andranno nel senso di ottenere il risultato richiesto. Scusatemi, ma devo per forza essere un po' vago, sennò dovrei sciorinare mezzo trattato di psicopatologia...
Aggiungo, per gli scettici sempre in agguato, che pensare positivo non ha a che vedere con presunzione, boria, arroganza eccetera, ma solo con l'ottimismo della ragione e dei sentimenti.
Ovviamente vale l'esatto contrario per il "pensare negativo".
Ho risposto a soddisfazione? Allora vado a mettermi l'ossigeno...
Buona serata,
Winilio.
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