| In televisione ci vanno tante persone, tanti specialisti. Alcuni vanno per fare sfoggio di cultura e, talvolta, di maglioni. Altri per pubblicizzare le loro pubblicazioni. Altri ancora hanno molto da dire e lo dicono anche bene. Se parla, ad esempio, un Vittorino Andreoli io lo ascolto con attenzione e interesse, perché da lui c'è sempre qualcosa da imparare: persona amabile, colta e faconda. Tra gli psichiatri probabilmente voi annoverate anche i criminologi, che talvolta hanno altra specializzazione, e allora lì sembra di assistere ad un dibattito in tribunale, dove ogni perito cerca di tirare l'acqua al proprio mulino, arivando persino a sostenere che il proprio cliente soffre di depressione reattiva durante le mestruazioni. E si sta parlando di uomini! C' è un'altra considerazione da fare: la psichiatria ha diverse branche, talvolta non in accordo tra loro. In questi casi non mi meraviglierei di assistere ad uno scontro ideologico tra psichiatrti biologici e psichiatri dinamici, tanto per fare un esempio. Che poi la psichiatria sia una scienza esatta nessuno psichiatra con un po' di equilibrio psichico lo sosterrebbe mai. Ma, signori miei, forse che la medicina lo è? La psichiatria si sta avvicinando piano piano alla medicina e ai suoi margini di errore, ma, a modesto avviso del sottoscritto, disgraziato quel giorno in cui si dichiarerà la psichiatria una scienza così come la medicina, togliendo ad essa psichiatria il contorno psicologico e, perché no, filosofico. La possibilità di ascoltare, comprendere ed accogliere un paziente non saranno mai riproducibili in laboratorio. Lo tengano presente quelli di voi che si aspettano dallo psichiatra un comportamento esclusivamente da medico. Se gli andate a raccontare che soffrite perché il vostro amato o la vostra amata vi ha lasciato, vi aspettate forse che vi prelevi del sangue per analizzarlo e trovare l'origine del male? E' vero anche, però, che le neuroscienze stanno facendo progressi e si stanno scoprendo i correlati neuroanatomici, neurofisiologici e neuropsicologici di quei disturbi teorizzati e ipotizzati da Freud, che, cioè, ora, si stanno scoprendo arree cerebrali e funzioni, a livello sia fisiologico che biochimico che i vecchi psichiatri avevano solo ipotizzato. Ma non bisognerà mai dimenticare che noi siamo l'insieme di un portato psichico e di un portato fisico, l'uno non potendo esistere senza l'altro. Avete mai sentito parlare di un morto che pensa? O di un pensiero o un'emozione che non alberghino in un corpo? Vi saluto con affetto, Winilio.
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