Il merovingio |
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| Conobbi anch'io nella mia pubertà un personaggio simile. Ero in un istituto a Cardito e facevo le medie...e chi se lo scorda?
Non raccontava storielle, ma guardava noi ragazzi che andavamo a trovarla con certi occhi da arrapata che...maronna!
La chiamavano la "principessa di Cardito". Un'età non facilmente leggibile. Era, lo capimmo quasi subito, un pò fuori di testa. Si abbigliava con larghe gonne ottocentesche, un diadema tratto da qualche bancarella e un trucco da clow. A quel suo incedere per il paese, quasi regale, non ci faceva più caso nessuno, la conoscevano tutti.
Si incavolava come una biscia quando si accorgeva che la si prendeva in giro e ci diceva tante di quelle orribili parolacce irripetibili che le deturpavano il viso.
E' rimasto però un personaggio nella mia mente.
Un'altra che vidi, non posso dire di averla conosciuta perchè ero poco più di un bambino e ai tempi, mia mamma si era trasferita a Casalnuovo, in una vecchia corte e si viveva in una stanza umida e buia, di sera, con la porta aperta che dava sul cortile, vedevamo passeggiare una vecchietta in vestaglia da notte, con in mano una candela accesa mentre faceva più volte il giro del cortile recitando il rosario. La chiamavano: 'a santarella. Io ne avevo un pò paura.
Non mi sarebbero tornati in mente questi due personaggi se Pulcinella non avesse accennato al suo Michele.
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