Le stronzate di Pulcinella

i ricordi del sud:l'uomo dalla nascita alla morte nelle tradizioni popolari

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Pulcinella291
view post Posted on 27/4/2014, 10:03 by: Pulcinella291
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Il fidanzamento nella tradizione popolare del sud


Guardare per strada un giovane, per le ragazze del meridione, era un tabu'. Dovevano sempre mostrasi morigerate poichè al benchè minimo tentativo di indipendenza o di ribellione , sopratutto in ambito amoroso, venivano picchiate da genitori e fratelli. Dovevano poi dimostrare, sopratutto nei piccoli borghi, di saper essere perfette donne di casa :" “Se una ragazza non scopa bene la casa e lascia qua e là l’immondizia, dovrà sposare un giovane tignoso”.
Non era facile a quei tempi agganciare la promessa sposa.
Spesso passavano anni prima di annunciare un fidanzamento. Anni fatti di sguardi furtivi, di pedinamenti quando si andava a messa e di passeggi sotto balconi e finestre. Se in famiglia c'era gia' una promessa sposa non poteva entrare in casa un altro legame sentimentale.


Il posto più tranquillo per adocchiare l’anima gemella, in quei periodi, era il luogo in cui la domenica i fedeli si riunivano per ascoltare la Santa Messa. Perché le fanciulle non potevano uscire nei giorni settimanali, a meno che non erano obbligate per incarichi come spesa e compiti vari, sempre sotto stretto controllo. Erano dedite alle faccende domestiche o nei campi ad aiutare i genitori. Insomma, mai sole.


Solo sguardi erano permessi, pigli rubati che duravano istanti. Lei tentava di fuggire alle attenzioni, -mai guardare negli occhi un uomo, glie l’avevano inculcato sin da bambina- cercava, piuttosto, di abbassare lo sguardo per non incontrare quell’espressione che la divorava, ma che incominciava a segnare momenti memorabili.
Insomma a quei tempi non era facile che due giovani avessero occasioni per incontrarsi e conoscersi. La donna usciva raramente da casa e quando lo faceva era in compagnia della madre o qualche parente, spesso i fratelli minori facevano da guardiani e da spie. Il suo comportamento doveva essere irreprensibile e guai se “avia fatte l’amuri cu n’atu e s'era lassata”, se era stata fidanzata e lasciata da qualcuno. Le dicerie del popolo potevano infangare l’onore della ragazza e lasciare il segno per molto tempo.
Spesso i matrimoni erano combinati dal parroco di paese , dai sensali o mezzani i quali si recavano nella casa della ragazza dicendo:"“Vengo per onore e onore vi porto e onore vi chiedo:il figlio maggiore di tal dei tali vorrebbe sposare vostra figlia , se la cosa vi fa piacere, domenica prossima verrà la famiglia a fare la richiesta di fidanzamento.
Generalmente quando una ragazza era in età da maritare, cioè al di sotto dei vent’anni e non dopo i venticinque, età oltre la quale cominciava ad essere considerata zitella, e piaceva ad un giovanotto, questo cominciava a corteggiarla, facendo in modo che lei lo notasse. I luoghi favoriti erano l’angolo di casa, dietro cui riusciva a sbirciarla o ripassando più volte nella via dove abitava fino che lei non sfornava un sorriso, oppure manifestava di non gradirlo facendo la stizzosa. Le occasioni per la dichiarazione d’amore erano diverse secondo i ceti e le opportunità, più sorvegliate e spartane quelle d’estrazione contadina.
In alcuni casi si ricorreva alla dichiarazione scritta o fatta scrivere sotto dettatura se l’innamorato era un analfabeta. Qualcuno, invece, copiava dai libri che riportavano esempi di dichiarazioni con fervide frasi d’amore, le quali erano fatte recapitare a mano, a volte di nascosto, da qualche amico in comune: l’ammasciatore che doveva ricevere la risposta ma mettere pure una buona parola nella casa che aveva l’effettivo potere, indipendentemente dalla volontà dell’interessata.


Dopo un po’ che i due ragazzi “facevano all’amore”, vedendosi in luoghi pubblici come la chiesa o al ritorno dal lavoro in campagna, il ragazzo si faceva coraggio e si presentava a casa della ragazza, alcune volte accompagnato dal padre. Si chiedeva se i due ragazzi potevano “fare l’amore” e se il padre accettava il ragazzo “poteva entrare in casa”, cioè si rendeva pubblico il rapporto tra i due giovani. Alcune volte, specie all’inizio, il giovane se ne stava in piedi. Poi venne invitato a sedersi, ma lontano dalla giovane per rispetto ai suoi genitori.
Spesso le serenate sotto la finestra fatte dal pretendente coronavano l’opera di convincimento. Anche se i genitori acconsentivano al fidanzamento, non significava uscire liberamente. E allora le studiava tutte, l’imprudente, passava sotto casa fischiettando o cercava di soffiarsi il naso in maniera spropositata. In quest’occasione la ragazza si affacciava, scendendo per strada con un pretesto e qualcosa in mano, il telaio o il ferro da stiro che mandava su e giù perché si accendessero i carboni. Oppure trovava la scusa di andare alla fontana a prender l’acqua fresca con la vumbula, un orcio di terracotta che portava in capo. Il consenso paterno era seguito da un’attenta valutazione: delle qualità morali, della serietà e della consistenza economica del patrimonio del pretendente. Dopodiché se tutto filava liscio arriva il matrimonio.
continua sotto


Edited by Pulcinella291 - 28/4/2014, 09:22
 
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