Le stronzate di Pulcinella

i ricordi del sud:l'uomo dalla nascita alla morte nelle tradizioni popolari

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Pulcinella291
view post Posted on 28/4/2014, 08:21 by: Pulcinella291
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IL MATRIMONIO NELLA TRADIZIONE POPOLARE DEL SUD


Il passo successivo al fidanzamento era la preparazione del corredo e la presentazione dei pannamenti e delle carte di capitolo spesso firmate davanti al notaio. Variava a seconda delle classi sociali, si davano panni a quattro a sei e a otto. In casa di ricchi si poteva arrivare a quaranta. Le donne avevano cominciato a preparare il corredo da bambine, ricamavano sulle porte di casa pizzi “a rinascimento”, “tombolo”, “filèt di Cantù”, “sfilato siciliano”».
In molti paesi è ancora viva l'usanza della serenata prima del matrimonio.Il futuro sposo usa recarsi sotto il balcone dell'amata in compagnia di cantori locali per dedicarle canzoni d'amore in attesa che lei accenda la luce e si affacci al balcone, questo viene interpretato come il suo "si" pubblico e da li la festa procede fra canti e buon cibo, di solito offerto dai genitori di lei. Il giorno del matrimonio è un giorno di grandi festeggiamenti, di solito il ricevimento può durare anche un intero pomeriggio e protrarsi fino a sera con canti e balli.
In Campania è considerato di cattivo auspicio sposarsi a Maggio.
Di comune accordo si decideva un giorno in cui i genitori del giovane si recavano a casa della giovane per far incontrare i futuri consuoceri (anche se spesso già si conoscevano visto che abitavano nello stesso paese) e per fare “u parlamentu”, in cui si decideva il giorno delle nozze e si donava l’anello di fidanzamento, detto “neddhu de u parlamentu”. Iniziavano i preparativi per il matrimonio, arrivando ad una settimana prima dell’evento che si svolgeva sempre di domenica. La domenica prima si doveva mostrare il corredo che la sposa portava in dote, detto “la dota”, mentre il giovedì prima del matrimonio veniva preparato il letto nuziale. Il corredo si sistemava sopra il letto. La madre della sposa aveva già avvisato le vicine e i familiari che la figlia avrebbe mostrato la dote. Il giorno del matrimonio tutto il paese era felicemente in fermento per i preparativi, e all'ora stabilita gli invitati (solo uomini) si recavano a casa dello sposo per prelevarlo e accompagnarlo all'abitazione della sposa. Nel frattempo a casa della sposa c'era una grande agitazione per la vestizione e l'acconciatura dei capelli che richiedeva molto tempo e precisione. Raggiunta la casa, ad accoglierli c'era una persona fidata, indicata dalla famiglia, incaricata a fare da cerimoniere poiché tutto doveva seguire un certo ordine prestabilito. Prima però di avviarsi verso la chiesa c'era un altro rituale da rispettare: la suocera adornava la sposa di catenina e orecchini d'oro oppure, a seconda della possibilità, di una parure completa di collana, orecchini, anello e bracciale. Dopo di che bisognava brindare e mangiare i dolci e i confetti che erano disposti su una bellissima tavola imbandita e, solo a questo punto, ci si avviava verso la chiesa.

Per quanto riguarda corteo, dietro gli sposi, in perfetto ordine, c'erano i genitori ma con i coniugi scambiati e così, via via seguivano tutte le altre persone accoppiate e a braccetto a secondo del grado di parentela e di amicizia e per ultimo il gruppo di uomini senza la dama. Si andava così a piedi fino alla chiesa e tutti i bambini aspettavano questo momento festoso poiché i famigliari degli sposi lanciavano, oltre ai confetti e cannellini (confetti piccoli farciti alla cannella) anche le monete, tanto che a volte si scatenava una gara a chi raccoglieva più soldi. Dopo la cerimonia si tornava a casa per i festeggiamenti: si mangiava il famoso “paninu de a zita” con mortadella e provola piccante, panini con i pezzetti di carne al sugo, panini con le alici e la ricotta ‘scante, olive, finocchi, lupini, sedano, vino, si preparava il caffè, c’erano dolci, “cupete” e liquori fatti in casa. Si ballava fino a sera finché non arriva l’ora di andare a dormire. La mattina successiva, di buon’ora, arrivava la suocera per pulire casa e per controllare se il letto era pulito o meno (quasi ad indagare sulla verginità della ragazza). E così cominciava la vita coniugale per i due giovani. Dopo una settimana in casa della famiglia dello sposo c’era il pranzo con la famiglia della sposa e i parenti dello sposo (nonni e zii). Dopo l’altra settimana si faceva il contrario, il pranzo a casa della sposa con la famiglia della sposo e i parenti della sposa.
continua sotto


Edited by Pulcinella291 - 28/4/2014, 09:39
 
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