Le stronzate di Pulcinella

L'aspromonte e i sequestri famosi

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view post Posted on 9/7/2014, 09:17
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Pulcinella291 Forum

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L'Aspromonte è stata da sempre un luogo selvaggio, impenetrabile e misterioso. Qui tra castagni, querce e antichi faggi, lungo quei tornanti a strapiombo , in anfratti nascosti dalla florida vegetazione sono stati nascosti per mesi i sequestrati dalla malavita calabrese.
Secondo le indagini degli inquirenti è risultato che la maggior parte dei sequestri è costituita dalla comune localizzazione del luogo ove sono stati gestiti i sequestri di persona in Calabria che, ovunque avessero inizio, si è sempre materializzata nel triangolo territoriale S. Luca – Natile – Platì.
Nel 1981, si è assistito al sequestro di Tullio Fattorusso in Sant’Ilario, con il pagamento di un riscatto pari a 500 milioni di lire in località Crocefisso, sopra Platì.
L’8 luglio 1985 viene sequestrato Giandomenico Amaduri in località Bosco di Sant’Ippolito di Bovalino, liberato, in località Belloro di Bovalino il successivo 24 dicembre, dietro pagamento di due rate di riscatto, l’una di 500 milioni e l’altra di 250 milioni di lire. In relazione a tale rapimento, il luogo ove Amaduri è stato tenuto prigioniero viene localizzato in Fossette di Calario, in Agro San Luca.
Nell’anno 1987 si sono verificati ben quattro sequestri rilevanti: Domenico Romeo è stato oggetto di tentato sequestro in Siderno il 7 marzo di quell’anno; Domenico Varacalli, rapito in contrada Liuzzi di Ardore il 23 maggio 1987 e rilasciato in contrada Polito di Ardore il successivo 17 novembre 1987, dietro il pagamento di complessivi 800 milioni di lire; Mario Gallo prelevato in contrada Balderi di Locri il 14 giugno 1987 e liberato a Cirella di Platì il 20 novembre dello stesso anno, con il pagamento in località Piani dello Zillastro di 515 milioni di lire; Giuseppe Catanese, prelevato in Agro di Bovalino il 22 giugno 1987 e liberato, otto ore dopo il sequestro, dai Carabinieri della Squadriglia di Bagaladi .
Il 1988 è stato, poi, un anno caratterizzato da un elevato numero di sequestri .
In quell’anno si sono verificati i sequestri di Diego Cuzzocrea, rapito l’1 gennaio 1988 e rilasciato il successivo 17 settembre, lungo la strada tra Natile e Careri, dietro il pagamento di un riscatto di 730 milioni di lire, e quello di Cesare Casella prelevato a Pavia il 18 gennaio dello stesso anno, rilasciato dopo una lunga prigionia, conclusasi il 30 gennaio del 1990.
Ancora, si è assistito al sequestro di Claudio Marzocco, in Andona di San Remo, trasferito in Calabria a bordo di un camion e poi sfuggito ai suoi carcerieri il 6 febbraio 1988, dopo aver raggiunto a piedi la Stazione Carabinieri di Santa Cristina d’Aspromonte. Anche Claudio Marzocco è stato segregato, così come Cesare Casella, in località Lacchi di Torno di Platì. Il 25 gennaio 1988, in Arzignago, è stata la volta di Carlo Celadon rilasciato solo nel maggio del 1990; la prima rata del riscatto è stata pagata sullo svincolo autostrada e per Pizzo Calabro in data 25 ottobre 1988.Quello stesso anno, è toccato ad Alberto Minervini ed all’omonimo nipote, quest’ultimo immediatamente rilasciato, rimasto nelle mani dei sequestratori sino al 7 settembre 1988 e che ha portato alla localizzazione di uno dei covi-prigione in località Rocce dell’Agonia. Sempre a settembre è stata rapita Maria Belcastro, liberata dai Carabinieri in località Monte di Santa Lucia. L’anno 1990 è segnato dal sequestro di Domenico Paola, il 29 aprile a Locri, con pagamento di una prima rata di 600 milioni di lire e rilascio a Cirella di Platì il 26 gennaio 1991, nonché dal tentato sequestro di Antonella Dellea, avvenuto a Germignano il 6 ottobre 1990, con un tragico epilogo per i sequestratori, deceduti a seguito di un conflitto a fuoco con i Carabinieri.
Infine, il 20 dicembre 1990, viene sequestrato, presso il proprio ambulatorio medico di Benestare, Agostino De Pascale, liberato dai Carabinieri in Agro di Samo il 17 aprile dell’anno seguente. Anche in quest’ultimo caso il covo-prigione è posizionato in località Rocce degli Smaledetti di Platì. Nell’anno 1991, si è assistito al sequestro di Giuseppe Longo, in Bruzzano Zeffirio, liberatosi il successivo 27 febbraio, a quello di Antonino Errante in contrada Malizia di Casignana, e liberato nella fiumara Careri di Bovalino due giorni dopo, ed infine a quello di Domenico Gallo, prelevato in contrada San Nicola di Bovalino il 12 settembre e liberato il successivo 8 ottobre in località Agro di Ferruzzano. Anche nel caso del sequestro Longo si è trovato un riscontro che ha portato a ritenere che quest’ultimo sia stato tenuto prigioniero nella stesso covo utilizzato per Cesare Casella, tra Rocce dell’Agonia e Rocce degli Smaledetti. In ultimo, il 5 aprile del 1992, in contrada Convento di Bovalino, è toccato a Giovanni Zappia, in seguito rilasciato in Bosco Sant’Ippolito, dopo solo quattro giorni di prigionia.
Le indagini hanno dimostrata altresì la completa tranquillità di azione nelle modalità operative dei sequestratori, e ciò nonostante la pressione dei Carabinieri concentrati in quell’area in continue attività di rastrellamento, che gestivano tali crimini spostandosi con i prigionieri, anche in ore diurne, da un covo all’altro. Alle volte si è verificato che taluni sequestrati non fossero sorvegliati in maniera severa, a dimostrazione che, anche in caso di fuga, non sarebbero andati lontano. Il totale predominio nell’area aspromontana si è dedotto altresì dalla contemporanea gestione di più sequestri e dalla riutilizzazione dei medesimi covi-prigione, nonché dal trasferimento, pressoché automatico, in tale “zona franca” di tutti i sequestrati, anche provenienti dal nord Italia.
 
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