Le stronzate di Pulcinella

I Criminali nazisti assoldati dagli americani

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view post Posted on 26/8/2014, 08:35
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Pulcinella291 Forum

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Che la strategia militare americana sia ricorsa spesso a pratiche non proprio ortodosse è oramai cosa risaputa, ma che avessero intessuto rapporti ed interessi incofessabili con moltissimi criminali nazisti è venuto alla luce solo dopo che un' enorme massa di materiali d'archivio sia stata finalmente desecretata.
Il silenzio ha coperto per anni una ragnatela di rapporti economici, infiltrazioni, connivenze, fino a rendere prassi l'utilizzo di criminali di guerra nazisti, molti dei quali, dopo brillanti carriere nelle SS, hanno raggiunto persino i vertici di aziende multinazionali.
Si è scoperto cosi' che per anni. Il governo degli Stati Uniti ha taciuto la verità nella caccia ai nazisti. Non solo ha fatto niente o poco per assicurarsi la cattura dell' Angelo della Morte di Auschwitz. Addirittura ha coperto per decenni i criminali di Hitler offrendo sicuro riparo da questa parte dell' Atlantico. Di più. Tributando ad alcuni tutti gli onori del caso: come dimostra la vicenda di uno scienziato tedesco che contribuì alla conquista dello spazio e fu insignito dalla Nasa con la più alta delle sue onorificenze. La storia segreta e parallela della vera caccia ai nazisti è stata scoperta e denunciata in un rapporto dello stesso Dipartimento di Giustizia che però è rimasto incompleto e - anche questo - nascosto per quattro anni. Il principale imputato è - per la verità senza grandi sorprese - la Cia. Da sempre si è parlato della connivenza del servizio segreto americano con i vecchi nazisti che in molti casi furono utilizzati durante la Guerra Fredda.
Barack Obama ha scelto di delegare al Dipartimento la divulgazione di moti documenti dopo la promessa di trasparenza fatta in campagna elettorale.
Soltanto il New York Times è riuscito però ad avere una copia completa del documento: senza gli omissis che coprivano comunque le informazioni più scandalose. E compromettenti: come la "prova" raccolta e tenuta nascosta dagli americani che davvero la Svizzera si era impossessata dell' oro sporco dei nazisti. Gli investigatori dell' Office of Special Investigation, svela ora il documento, scoprirono anche che a tanti nazisti «era stato garantito l' ingresso» negli Stati Uniti. «L' America che orgogliosamente si dipingeva come un porto sicuro per i perseguitati divenne, in misura minore, anche un porto sicuro per i persecutori». Un porto trafficatissimo.Tra i primi a imbarcarsi c' è quell' Arthur L. Rudolph che nella sua Germania aveva comandato la fabbrica di munizioni di Mittelwerk. Rudolph viene spedito nel 1945 negli Usa grazie all' Operazione Paperclip che recluta gli scienziati nazisti che sarebbero potuti essere utili all' America. Peccato che Rudolph non fosse un pesce piccolo come in un primo tempo avevano creduto gli yankee: i rapporti parlano di crudeltà nella gestione di quella fabbrica di munizioni che impiegava gli schiavi ebrei di Hitler. Un particolare che non impedì allo scienziato di sviluppare quel razzo Saturno V che divenne una delle armi della conquista spaziale: un traguardo per cui fu onorato dalla Nasa. Ancora più imbarazzante il ruolo di Otto Von Bolschwing. Questo signore a libro paga della Cia era stato il braccio destro di Adolf Eichmann nella pianificazione della caccia agli ebrei. C' è un memo degli 007 che negli anni 70 lanciano l' allarme: che facciamo se salta fuori il suo passato? Il signorino muore nel 1981 quando, a 72 anni, gli americani stanno segretamente cercando di deportarlo. Più avventurosa e angosciante la vera storia del dottor Josef Mengele. Per anni si è favoleggiato del suo ingresso negli Usa (ricordate "I ragazzi venuti dal Brasile"?) ma solo dopo un' analisi del suo Dna gli americani poterono accertare che era davvero morto nel 1979 in Sudamerica. Nel cassetto di un funzionario rimase nascosta una ciocca di capelli che doveva servire per accertare se fosse ancora vivo o morto.
Anche capi nazisti ucraini furono tra le migliaia di nazisti fuggiti in occidente nel 1945. Gli archivi d’intelligence statunitensi sono pieni di dettagliati rapporti di Washington secondo i quali gli statunitensi li usarono per attività sovversive contro l’Unione Sovietica. Tra questi anche il famigerato Stefan Bandera


aiutato dagli Usa ad evitare la cattura da parte dei sovietici. In seguito, quando si stabilì a Monaco di Baviera, gli Stati Uniti iniziarono la partita con la sua partecipazione. In relazione con altri nazionalisti ucraini formò la forza clandestina antisovietica su opportune istruzioni americane. Quando Bandera fu ucciso da agenti sovietici , l'azione fu svolta da molti suoi seguaci sotto la tutela della CIA.
I documenti segreti statunitensi pubblicati nel 2010 rivelano che il 5 maggio 1952 il vicedirettore della CIA Allen Dulles,

noto per aver gestito le ratlines naziste dopo la Seconda Guerra Mondiale facilitando la fuga di criminali di guerra nazisti, scrisse una lettera al Commissario degli Stati Uniti per l’immigrazione e naturalizzazione, riguardo Mykola Lebed, il capo della polizia segreta dell’organizzazione di Stepan Bandera ,scrisse una lettera al Commissario degli Stati Uniti per l’immigrazione e naturalizzazione riguardo Mykola asserendo che Lebed era di “inestimabile valore per le operazioni dell’agenzia. In connessione con future operazioni di primaria importanza dell’agenzia, è urgente che il soggetto possa viaggiare in Europa occidentale, ma prima di tali viaggi tuttavia questa agenzia deve poterne assicurare il rientro negli Stati Uniti, senza indagini o incidenti che attrarrebbero un’attenzione eccessiva sulle sue attività“. La lettera di Allen Dulles non fa alcuna menzione della provenienza di Lebed dalla Gestapo, né della pulizia etnica, da parte sua e di Bandera, di ebrei e polacchi in Ucraina.
la CIA lavorò invece con Lebed dal 1950 fino alla cosiddetta fine della guerra fredda, nel 1990, nonostante il fatto che un rapporto del CIC (Controspionaggio dell’US Army) del luglio 1947 definisse Lebed un “ben noto sadico e collaborazionista dei tedeschi”.
Anche Reinhard Gehlen


il generalmajor della Wehrmacht che durante la seconda guerra mondiale ha ricoperto il ruolo di capo dei servizi segreti sul fronte orientale, fu reclutato nel secondo dopoguerra dalle forze armate degli Stati Uniti d'America al fine di organizzare una rete di spionaggio contro l'Unione Sovietica, fu a capo dei servizi d'informazione della Germania Ovest fino alla fine degli anni sessanta. La sua organizzazione, il Bundesnachrichtendienst, era volta alla canalizzazione d'informazioni riguardanti le nazioni allora aderenti al Patto di Varsavia ad uso dell'intelligence della NATO. Al tempo stesso l'organizzazione svolgeva compiti d'infiltrazione nei paesi della cortina di ferro al fine di fomentare e sostenere movimenti di rivolta che opponessero il controllo Sovietico. La Gehlen lavorava in stretta collaborazione con la CIA. La prima forniva 'il personale' e la seconda i mezzi: fondi, macchinari, dotazioni, eccetera.
In una delle operazioni più fortunate, "Operation Sunrise", l'organizzazione riuscì ad infiltrare circa 5000 agenti anticomunisti di discendenza Est-europea nel blocco Sovietico. Gli agenti venivano a tal fine addestrati in un campo d'addestramento specifico chiamato Oberammergau. Altre azioni non furono di altrettanto successo per via della presenza di numerose 'talpe' all'interno dell'organizzazione e dei servizi segreti americani (CIA) ed inglesi (MI5), in particolare Harold "Kim" Philby.
Si suppone che all'interno dell'organizzazione lavorassero centinaia di ex criminali di guerra nazisti e si sospetta abbia avuto un ruolo chiave nella fuga di molti appartenenti all'organizzazione nazista verso il Sud America alla fine della guerra fornendo documenti falsi e passaporti a uomini delle SS in fuga dalla Germania occupata dagli Alleati.
D'altro canto Nazi war crimes and japanese imperial government records interagency working group (Igw) declassifico' piu' di 1,25 milioni di documenti provenienti dalla CIA che si era sempre rifiutata di declassificare tutto il materiale archivistico in suo possesso e centinaia di migliaia di pagine rimanevano segrete. Petizioni del mondo accademico e proteste levatesi da varie parti hanno fatto sì che l'agenzia ritornasse sulla decisione presa e acconsentisse alla declassificazione.
I lavori dell'lgw hanno già permesso di delineare un quadro degli estesi rapporti che intercorsero alla fine della seconda guerra mondiale fra criminali di guerra nazisti e i servizi di sicurezza degli Stati Uniti ( la Cia , creata nel 1947, e i suoi predecessori). È stato appurato che lavorarono per la Cia almeno cinque collaboratori di Adolf Eichmann, l'organizzatore dei campi di sterminio, mentre altri 23 nazisti furono contattati dalla Cia stessa. L'organizzazione Gehlen, oggetto del rapporto pubblicato dal National security archive, annoverava nelle sue file almeno un centinaio di ufficiali della Gestapo e dell'Sd (Sicherheitsdienst, il servizio segreto nazista).
Si è cosi' appurato che TUTTO EBBE INIZIO NEL 1944, quando il generalmajor si sarebbe convinto dell'impossibilità per la Germania di vincere la guerra. Gehlen era a capo del Fremde Heer Ost (Fho, Esercito straniero dell'est), cioè l'intelligence militare tedesca che operava sul fronte russo. L'ufficiale nazista pensava che dopo la guerra il mondo si sarebbe nuovamente diviso in sfere di influenza. Il conflitto non era ancora finito quando il generale decise che si sarebbe schierato con gli alleati contro l'Unione Sovietica. Per il suo grado e ruolo Gehlen era in possesso di molte informazioni e di una notevole documentazione sull'Urss e il suo esercito. Documentazione preziosa da mettere al sicuro per consegnarla in futuro agli alleati.
Con abilità Gehlen stava preparandosi a passare baracca e burattini agli Stati Uniti. Sempre nel 1944 aveva messo al corrente di questa decisione il suo vice Gerhard Wessel e alla fine di quell'anno venne informato del progetto anche Hermann Baun, allora capo della sezione di raccolta informazioni (Abwehr Amt I). Da quel momento Gehlen manovrò per curare direttamente tutti i rapporti fra l'Fho e Baun.
ALL'INIZIO DEL 1945 furono coinvolti altri membri dell'Fho. In febbraio o marzo Gehlen fu presentato per la prima volta a Hitler, che gli chiese un rapporto sul fronte orientale. Il fùhrer non fu soddisfatto dalle risposte del generale e lo rimosse dall'incarico, sostituendolo con Wessel. I documenti d'intelligence erano però già stati microfilmati e Gehlen li fece trasferire in Baviera. Già in maggio tutti i personaggi chiave della vicenda erano riusciti in un modo o nell'altro a farsi dislocare nel sud della Germania, dove si consegnarono agli statunitensi il 21 maggio 1945 (i gruppi di Gehlen e di Wessel si arresero in campi di prigionia differenti).
Gehlen e i suoi uomini vennero quindi trasferiti presso il 12° Army group interrogation center presso Wiesbaden, dove furono interrogati dal capitano John Boker dell’intelligence militare statunitense. Boker si recò poi al campo di prigionia dove erano trattenuti Wessel e il suo gruppo e con una lettera di Gehlen stesso li convinse a collaborare e li fece portare a Wiesbaden. Boker si era convinto di potere sfruttare questi ufficiali nazisti nell'incipiente confronto-scontro con l'Unione Sovietica. Il piano dei tedeschi era di ricostruire un servizio segreto nazionale filo-occidentale, antisovietico e anticomunista. Com'è facile immaginare Boker si trovò ad affrontare diffidenze e opposizioni all'interno dell'esercito: ciononostante riuscì ad assicurarsi l'appoggio del colonnello Russell Philip, comandante dell'interrogation center e del generale di brigata Edwin Sibert, del G-2 (la sezione di intelligence) del 12° Army group.
QUANDO A WASHINGTON si apprese dell'esistenza di questi particolari prigionieri, venne inoltrata la richiesta di trasferimento negli Stati Uniti. In realtà i vertici dell'esercito erano interessati più ai documenti che ai prigionieri stessi. Boker, invece, era convinto dell'utilità di questi uomini e riuscì nel suo intento. In agosto il gruppo di Gehlen (chiamato anche Bolero group) fu inviato negli Stati Uniti a Fort Hunt, Virginia (località chiamata nei documenti P.O. Box 1142). Su interessamento di Boker furono concessi loro particolari privilegi. Fino al giugno 1946 il gruppo Bolero rimase negli Stati Uniti, dove preparò rapporti basati sulle informazioni raccolte dai tedeschi stessi, ma analizzò e commentò anche informazioni di intelligence di fonte statunitense. Nel frattempo Wessel era stato lasciato a Wiesbaden con l'esplicito compito di prendere contatto con Baun (Gehlen sosteneva l'importanza di Baun nel progetto e asseriva che questi aveva accesso in Urss a una rete già esistente di agenti).

Come già detto, i documenti pubblicati di fonte Cia insistono sulle reticenze espresse da parte dei servizi (Cia e predecessori) nei confronti della nascente organizzazione. Già nell'autunno del 1945 l 'Oss (Office of strategie services, dissolto proprio nel 1945) si oppose alla richiesta dell'esercito di utilizzare Baun in Germania; la stessa cosa fece anche il nuovo Ssu (strategie services unit), che sostituì l'Oss. Crosby Lewis, capo della sezione di controspionaggio dell'Ssu in Germania, inviò nel gennaio 1946 un rapporto ai suoi superiori nel quale riferiva delle attività dell'esercito in connessione con gli ex agenti dell'Fho. Fra l'altro si evidenziava che la notizia dell'arresto di Baun nel luglio 1945 aveva provocato la richiesta di estradizione da parte sovietica per lui e per Gehlen.

OVVIAMENTE L'ESERCITO USA si rifiutò di consegnarli: tuttavia Lewis vedeva in quella fuga di notizie un buco alla sicurezza e la possibilità per i sovietici di infiltrare il gruppo. Già nei novembre 1945 aveva risposto negativamente alla richiesta del generale Sibert che l'Ssu prendesse in carica l'operazione Baun, criticandone i costi, la mancanza di sicurezza e lo scarso controllo sugli agenti tedeschi. Nonostante questo parere negativo nel 1946, Baun, su incarico dell'esercito, iniziò a operare nella zona di occupazione sovietica della Germania con missioni sia di spionaggio sia di controspionaggio. Quando il gruppo Bolero di Gehlen fu fatto rientrare in Germania, il gruppo di Baun (operazione Keystone) era acquartierato presso il Military intelligence service center di Oberursel. L'esercito decise di riunire i due gruppi in un'unica organizzazione capeggiata da Gehlen e sotto la supervisione statunitense del colonnello Russell Philip, del Lt. col. John Deane e del capitano Eric Waldma.
Nel contesto di generale povertà della Germania post-bellica, gli agenti tedeschi beneficiavano di compensi notevoli e di rifornimenti di beni di consumo molto rari (sigarette, saponi, caffè, zucchero, benzina, ecc).
Poichè le loro delazioni erano ritenute di enorme importanza , questi ex criminali, anche se motivati solo economicamente e non ideologicamente erano provvisti di documenti sicuri per evitare che venissero processati, se tratti in arresto.
.PRIMO SCOPO DELL'ORGANIZZAZIONE, composta unicamente da tedeschi, sarebbe stato di difendere gli interessi della Germania e «combattere il comunismo». Fino a quando la Germania non avesse riacquistato la propria sovranità, la rete sarebbe rimasta agli ordini della Cia. Negli anni seguenti e fino alla nascita della Repubblica federale tedesca, i rapporti fra Gehlen e la Cia non furono facili e furono caratterizzati da divergenze sulla qualità dei servizi resi e sul controllo in ultima istanza delle operazioni.

Va notato che, benché i documenti presentati mirino a evidenziare i dubbi e le obiezioni Cia, queste ultime non sono mai state di carattere politico. Vale a dire che nessuno si pose come un problema il fatto di utilizzare nazisti ed ex Ss per dare vita al servizio d'intelligen-ce della nuova Germania democratica. I dubbi vertevano semmai su questioni finanziarie e operative, sulla efficacia e sulla sicurezza della rete (si trattava di un rischio concreto: fino agli anni sessanta infatti l'organizzazione sarebbe stata pesantemente infiltrata dal Kgb). Politicamente l'unico aspetto negativo preso in considerazione era l'ovvio utilizzo che i sovietici avrebbero fatto delle informazioni ottenute sull'organizzazione Gehlen, avendo gioco facile nel dipingere il Bnd come l'erede diretto del servizio d'intelli-gence nazista.


Edited by Pulcinella291 - 26/8/2014, 10:09
 
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