Le stronzate di Pulcinella

Il primo giorno degli azzimi, - Riflessioni sull'Eucaristia - 2 -

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view post Posted on 21/8/2014, 21:40
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Ite, Missa est



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« Il primo giorno degli Azzimi…

… i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: "Dove vuoi che ti prepariamo, per mangiare la Pasqua?"...».
[Mt 26:17]

La Cena del Signore si svolge nel contesto della celebrazione della Pasqua ebraica; ma vedremo da subito che non è intenzione di Gesù officiare un rito devozionale del suo popolo, bensì istituire una Pasqua diversa, nuova.
Come Nuova è l'Alleanza di Dio con il suo popolo. Quindi non a caso l'Eucaristia fu istituita in quel posto ed in quella circostanza, ma volutamente, per sottolineare la sostituzione della Solennità grande per il popolo eletto con una Solennità ancora più grande, destinata a coinvolgere l'umanità intera.
Il Vecchio non viene rinnegato, ma viene integrato ed evoluto, diventando completo e definitivo nel Nuovo.

Diamo quindi uno sguardo alle differenze, ben tenendo presente che mai si tratta solo di simboli e gesti che vengono mutati, ma di significati profondi che vengono stravolti e rinnovati dal Cristo.

La "stesura" del nuovo patto di alleanza fra Dio e gli uomini, ricalca quello già fatto nell'Antico Testamento.
Con Mosè la predilezione e la protezione divina in cambio di una legge da rispettare, la benedizione del popolo e dei campi in cambio di ubbidienza e messa in pratica dei Comandamenti erano contenute in un libro, il Deuteronomio, e questo faceva fede del Patto.
Un libro è una cosa che rimane esterna all'uomo, e che non è Dio. Possiamo considerarlo un elemento neutro. Oggi diremmo un garante super partes.
Col Cristo invece l'elemento costitutivo dell'alleanza è il pane, che benedetto, spezzato e diviso nell'Assemblea diventa il corpo stesso del Cristo, e va preso liberamente e mangiato, per poter essere assimilato, a costituire il corpo stesso dell'uomo; il divino e l'umano si fondono in una sola cosa.

Una bella differenza certo, ma ancora più grande riflettendo che Gesù non vincola noi discepoli ad una nuova o diversa dottrina, ma alla comunione profonda del nostro stesso corpo al suo, in perfetta sintonia di spirito, ed il riferimento non è un dettato scritto in un libro (ed uguale per tutti), ma interiorizzato in ognuno. A rischio di spingermi troppo oltre direi che la "legge" è scritta in ognuno di noi, nella nostra stilla di divino, e la sua osservanza è la coerenza perfetta con la coscienza personale.

Le differenze nel rito ci fanno riflettere su quanto sia diversa la nuova Pasqua.


Già prima di sedere a tavola mancano le abluzioni rituali.
Non si tratta di norme igieniche ma di complicati rituali tesi a scongiurare la possibilità di contaminazione dell'uomo da parte di cibi considerati impuri.
Gesù sottolinea qui quanto già aveva affermato: non sono le cose del mondo ad avere il potere di contaminare l'uomo, ma l'impudicizia interiore dell'animo, le sue passioni, le cupidigie, gli egoismi che possono perderlo.
«…Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall'uomo a renderlo impuro … » [Mc 7:14-16 e succ.].

Alla Cena di Gesù manca l'agnello, ed il pane assurge a ruolo centrale. Pane di quei tempi e di quelle regioni (parleremo diffusamente del pane più oltre), rotondo, morbido, omogeneo di impasto come sono i "panini arabi" tornati recentemente di moda anche da noi; le nostre ostie da consacrare ne conservano le caratteristiche.

Manca l'agnello perché è abolita la violenza, sia pure verso un animale.

Manca l'agnello perché sono abolite le gerarchie. L'uccisione dell'ovino avveniva in un luogo particolare (il tempio) per opera di una persona speciale (il sacerdote). Il pane al contrario, e con esso la sacralità della Nuova Alleanza è appannaggio di ogni casa, ed ogni massaia ne prepara secondo il bisogno della famiglia.

E infine manca l'agnello perché sono aboliti i privilegi. L'agnello non è omogeneo, e quello sacrificale in particolare veniva spartito secondo un preciso rituale che riservava le parti migliori ai maggiorenti della collettività, i sacerdoti, gli anziani, mentre gli altri, le donne, i bambini, i servi dovevano accontentarsi delle parti via via meno pregiate.
Il pane invece, e quel pane in particolare, è omogeneo in ogni suo frammento ed una volta spezzato, un boccone vale l'altro.
Nell'Assemblea nessuno è diverso da un altro, ma ognuno vi partecipa con pari dignità, affinché l'intera funzione comunitaria della Cena del Signore, la benedizione, la frazione, la distribuzione e l'assunzione del pane diventi "Corpo di Cristo", così come spiegato dall'apostolo Paolo.

« Il calice di benedizione, che noi benediciamo, non è forse una comunione col sangue di Cristo? Il pane che spezziamo non è forse una comunione col corpo di Cristo? Dal momento che vi è un solo pane, noi, che siamo molti, formiamo un solo corpo; poiché noi tutti siamo partecipi di quest'unico pane. » [1 Cor 10:16-17]


Lucio Musto 21 agosto 2014
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view post Posted on 22/8/2014, 09:36

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Importante la rivoluzione della nuova Pasqua ed il pane che assurge a simbolo di vera uguaglianza,motivo fondamentale nella parola di Gesù,e dovrebbe esserlo anche nella dottrina della Chiesa.
 
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view post Posted on 22/8/2014, 11:25
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Ricordiamoci che la Chiesa, con la sua dottrina, i suoi riti, i suoi errori benemerenze ed eccellenze è per tutti noi una guida ed una indicazione preziosa... ma nulla di più!

Guai a voler delegare alla Chiesa delle responsabilità che sono nostre o tentare di giustificare le nostre mancanze con i difetti della chiesa o di alcuni suoi membri!

Ricordiamoci che quando si muore si muore soli ed ognuno risponde per se completamente, ma solo per sé!

Se il mio sagrestano fosse vizioso e sodomizzatore sarebbe un problema suo, ma non una attenuante per me!! (questo è un esempio spiccio)
 
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view post Posted on 22/8/2014, 11:44

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Certo,infatti ho scritto dovrebbe.la spiritualità e la religiosità risiedono nella nostra anima.
 
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