Le stronzate di Pulcinella

gli aneddoti sul marchese Del Grillo un personaggio realmente esistito

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view post Posted on 3/9/2014, 11:05
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Pulcinella291 Forum

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Forse non tutti sanno che il Marchese del Grillo il personaggio interpretato da Alberto Sordi nel celebre film dal titolo omonimo e che è veramente esistito nella Roma papalina.
Persino un quadro del 1745 è stato dedicato a questo bizzarro nobile, celebre per i suoi scherzi e le bravate, quindi pare che il personaggio reale sia antecedente all’ epoca in cui è contestualizzato quello del film.
Il marchese abitava in un grande palazzo vicino a Largo Argentina e nutriva un odio viscerale per gli ebrei che vedeva tutte le mattine passare sotto le sue finestre per andare al lavoro, (visto che un tempo il Ghetto apriva la mattina e chiudeva la sera) per cui i poveretti sono diventati le vittime preferite dei suoi scherzi. Il Marchese non esitava a lanciare dei sassi dalle sue finestre contro quei malcapitati e siccome aveva anche una buona mira, ogni giorno molti di loro rimanevano ammaccati. Per tentare di porre fine a tale supplizio, intervenne sul governo addirittura il rabbino capo ed il marchese fu convocato dal Papa, alla cui richiesta di smettere con questa turpe usanza, così rispose il nobile goliardo: -“ Padre santo io nun je la faccio , qualcosa jela devo tirà pe’ forza!”- Il Papa:-“Allora se proprio je devi tirà qualcosa tiraje la frutta- er Marchese: “La frutta… si, je tirerò la frutta”-.
La mattina seguente il marchese cominciò a tirare ai poveri giudei, delle grosse pigne e quando le vittime gli gridarono che il Papa aveva assicurato loro che non sarebbero stati più bersaglio, il Marchese rispose:-“No il Papa mi ha detto che potevo tirare solo della frutta, e questa frutta è, frutta de pino! “-
Il più celebre scherzo del marchese fu quello degli spilli, che la dice lunga sulla sua controversa personalità. Una volta il marchese, poiché si trovava in difficoltà economica per via del gioco, suo gravissimo vizio, si rivolse ad uno strozzino del Ghetto il quale acquistò dal marchese dei quadri di valore per una somma di gran lunga inferiore al loro valore. Il marchese dovette accettare per necessità ma cominciò a tramare la sua vendetta. Qualche anno dopo convocò l’usuraio nel suo palazzo con l’offerta di un affare vantaggioso ovvero gli propose di vendergli ogni singolo pezzo di una sua lussuosissima stanza per soli 2 bajocchi cadauno, e per rendere il tutto credibile stipulò il contratto con il giudeo in presenza di un notaio. .
l’ignara vittima accettò di corsa, poiché rivendendo tutti quegli splendidi mobili, quadri e via dicendo, pagati una sciocchezza, avrebbe guadagnato almeno dieci volte tanto. Ma ecco che nel mentre controllava ogni singolo pezzo con gli occhi pieni di gioia e facendo mentalmente i calcoli del profitto che ne avrebbe ricavato, scorse nel cassetto di un comò migliaia di spilli e a quel punto, assalito da un atroce dubbio chiese: Ma marchese, anche gli spilli valgono come pezzi?
Certo – rispose l’altro - tutto me devi paga’, du’ bajocchi a pezzo… comincia a conta’! A quel punto lo strozzino scoprì che tutti i cassetti della stanza erano stracolmi di spilli per cui l’uomo cadde in preda alla disperazione mentre il marchese godeva della riuscita, aspirata e tremenda vendetta consumata ai danni di chi, fino ad allora, aveva basato la sua vita sullo sfruttamento della necessità e delle difficoltà altrui.
Ma la storia ebbe un seguito, infatti una sera un servitore avvertì il marchese che c’era una giovane e bella ragazza che voleva conferire urgentemente con lui. Il marchese la fece entrare e quando le chiese cosa volesse da lui ella si rivelò come la figlia dello strozzino che voleva pagare il debito del padre, distrutto e sull’orlo del suicidio, concedendosi al marchese e portando, in più, una dote di 1000 scudi. Nel mentre parlava si denudò scoprendo un corpo bellissimo ed i fluenti capelli le scendevano sul seno, fino ad appoggiarsi sulle sue rotondità.
A quel punto, in quel frangente in cui avrebbe potuto approfittare sia della situazione, sia del suo ceto, il marchese del Grillo mostrò tutta la sua vera nobiltà, non di nascita, ma d’animo, per cui non sfruttò la disperazione altrui per appagare dei bassi istinti. Il Marchese, infatti, invitò quella creatura così giovane, dolce, pura e disposta a sacrificarsi per salvare il padre a rivestirsi e a tornare dal genitore. Poi prese il contratto, lo bruciò e disse:
Io nella mia vita nun vojo ave’ debbiti cò nissuno!
Tanti sono gli aneddoti su questo marchese appartenente ad una delle più potenti famiglie aristocratiche di Roma, la Casata del Grillo, ma per ragioni di praticità, ci limitiamo a ricordare che molti degli scherzi riportati nel succitato film sono molto simili a quelli tramandati, tra leggenda e verità, nella storia romana.



La nobile casata del Grillo comunque rappresentava una delle famiglie aristocratiche più in vista della città: il palazzo nobiliare appartenuto alla casata si erge ancora nella strada che dalla famiglia ha preso il nome, Salita del Grillo, ed è collocato in una delle zone più centrali di Roma, tra il colle Quirinale e via Cavour, a ridosso dei Fori Imperial
Sullo stemma della casata, il marchese del Grillo aveva fatto scrivere:

“ Il grillo del marchese sempre zompa.
Chi zompa allegramente bene campa.”- .

 
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