Le stronzate di Pulcinella

OMEOPATIA E DINTORNI

« Older   Newer »
  Share  
aurora663
view post Posted on 22/9/2014, 18:04 by: aurora663
Avatar

Gold member

Group:
AMMINISTRATORE
Posts:
12,818

Status:


ORDINE ALFABETICO DI TUTTE L EPIANTE OFFICINALI USATE IN OMEOPATIA


La ricca varietà di specie di piante officinali che sono presenti in natura, o che vengono coltivate per uso medicamentoso, trovano oggi largo impiego in medicina per la cura delle più svariate patologie, in particolare in Fitoterapia e in Omeopatia, dove vengono esaltati i principi attivi delle piante con preparati di vario genere: tintura madri, macerati glicerici, o diluizioni hahnemanniane.

Conosciute in tutto il mondo le piante officinali si devono però distinguere dalle piante medicinali in senso stretto, la cui definizione secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) è …. “un organismo vegetale che contiene in uno dei suoi organi sostanze che possono essere utilizzate a fini terapeutici o che sono i precursori di emisintesi di specie farmacautiche”…, sostanze o fitocomplessi farmacologicamente attivi di origine vegetale. Quindi con il termine “officinali” si intendono le piante riconosciute in elenchi ufficiali come utilizzabili per le preparazioni medicamentose, mentre le piante “medicinali” indicano quelle piante che presentano virtù medicinali dirette, a prescinde dal fatto che siano o meno inserite in un elenco ufficiale (officinale appunto).
Di seguito vengono riportate le prime schede botaniche delle principali specie vegetali di uso clinico


A: Arnica montana

E' un'erba medicinale della famiglia delle Asteraceae, ghiandolosa, perenne, a fusto eretto e mediamente robusto, alta 20 – 60 cm, fiori dai grandi capolini di colore giallo aranciato, dal gradevole odore aromatico.
Principi attivi : tutta la pianta (fiori e rizoma) contiene un glucoside l’arnicina che è simile, come azione, alla canfora.

Uso in Omeopatia: l'Arnica è utilizzata per dolori muscolari e nella cura a lungo termine di traumi di ogni tipo (anche affettivi), per shock, contusioni, strappi, artrite e dolori influenzali, sforzo cardiaco degli atleti, fragilità capillare, nefriti emorragiche, ascessi emorroidari acuti, sempre in ragione della similitudine dei sintomi.

Tossicità: è velenosa se ingerita, infatti la tintura non diluita può provocare tachicardia, enterite e persino un collasso cardiocircolatorio. Per queste proprietà, un tempo questa pianta era utilizzata come veleno. Contromisure per l'ingestione accidentale includono l'ingestione di carbone per assorbire le tracce di tossine nell'intestino e l'ingestione di liquidi per diluirne la concentrazione. Ad ogni modo, non sono noti antidoti.

Atropa belladonna

E' una pianta a fiore appartenente all'importante famiglia delle Solanaceae. Il nome deriva dai suoi letali effetti e dall'impiego cosmetico. Atropo era infatti il nome (in greco:Ἄ-τροπος,cioè in nessun modo,l'immutabile,l'inevitabile) di una delle tre Moire che, nella mitologia greca taglia il filo della vita, ciò a ricordare che l'ingestione delle bacche di questa pianta causa la morte.
La belladonna fiorisce nel periodo estivo e l'impollinazione avviene tramite insetti. I frutti sono lucide bacche nere, di piccole dimensioni con calice a stella. Nonostante l'aspetto invitante e il sapore gradevole, le bacche sono velenose per l'uomo e l'ingestione può provocare una diminuzione della sensibilità, forme di delirio, sete, vomito, seguiti, nei casi più gravi, da convulsioni e morte.
In Omeopatia la Belladonna viene utilizzata in ragione della similitudine dei sintomi, principalmente per le seguenti patologie:

faringiti, rinofaringiti, tracheobronchiti e tonsilliti
febbre durante l'influenza, convulsioni infantili da febbre elevata
cefalea vasomotoria violenta, pulsante tipica del medicinale
processi infiammatori locali con arrossamento, tumefazione, calore intenso, dolore acuto, violento e pulsante (rubor-tumor-calor-dolor)
delirio, ipersensibilità al rumore e alla luce intensa.

CI TENGO A PRECISARE CHE PER ANNI I MIEI FIGLI HANNO ASSUNTO LA BELLADONAN IN GRANULI DA SCIOGLIERE IN BOCCA PER CONTRASTARE FREQUENTI TONSILLITI E CI SIAMO TROVATI BENISSIMO

B: Bryonia alba

E' un vitigno vigoroso nella famiglia Cucurbitaceae (zucche e meloni) provenienti dall’Europa e dal Nord Iran. E’ una pianta invasiva, che gli conferisce un potenziale altamente distruttivo, come una pianta infestante nociva. Altri nomi comuni sono : mandragora inglese e la rapa del diavolo. Pianta erbacea perenne, vite della famiglia del cetriolo
Tossicità: Tutte le parti di Bryonia alba contengono una sostanza altamente tossica che è velenosa e può causare avvelenamento sino alla morte; anche il bestiame può essere avvelenato dal consumo di parti della pianta come frutti e foglie. Si considera che una quantità pari a quaranta bacche costituisca una dose letale per gli esseri umani adulti.

USO in Omeopatia L’uso omeopatico di Bryonia alba è relativo associato alle patologie respiratorie febbrili e dell’apparato scheletrico:

tracheiti o bronchiti in fase acuta caratterizzate da tosse secca e pleuriti
difficoltà al movimento, che peggiora i sintomi con dolore retro sternale
forme artritiche reumatiche acute
lombalgie
forme febbrili con sete intensa
ricerca dell’immobilità e abbondanti sudorazioni che migliorano i sintomi,

nonché negli stati influenzali, con le caratteristiche del medicinale (migliorato dal riposo)

C: Calendula officinalis

Pianta della famiglia delle Asteraceae ( o Composite) originaria dell’Europa, Nord Africa e Medio Oriente. Comprende 12 specie la più conosciuta delle quali è la Calendula officinalis.
Utilizzo: I fiori di Calendula officinalis sono utilizzati come rimedio Fitoterapico per le loro proprietà antispasmodiche e cicatrizzanti; l’uso locale è efficace per le punture di insetti e zanzare, contro il veleno delle meduse.

In Omeopatia viene consigliata per uso esterno come antisettico locale in caso di ustioni e di cure dentarie. Per uso interno come analgesico, emostatico e antisettico (ulcere infette)

Curiosità: viene spesso utilizzata anche in ambito gastronomico, per colorare piatti e insalate e come succedaneo dello zafferano. Nel linguaggio dei fiori questa pianta rappresenta il dispiacere e il dolore d’amore.


IN AGGIORNAMENTO...................
 
Top
21 replies since 8/9/2014, 11:43   3702 views
  Share