Le stronzate di Pulcinella

OMEOPATIA E DINTORNI

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view post Posted on 8/9/2014, 11:43
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CHE COS E'




L'omeopatia (dal greco ὅμοιος, simile, e πάθος, sofferenza) è una controversa pratica della medicina alternativa basata sui principi formulati dal medico tedesco Samuel Hahnemann verso la fine del XVIII secolo.

La validità dell'omeopatia non è mai stata dimostrata mediante esperimenti o ricerche. Gli studi condotti in base ai principi della scienza medica ne hanno viceversa dimostrato l'inefficacia. Il ricorso a prodotti omeopatici è potenzialmente pericoloso per la salute nella misura in cui può spingere i malati ad abbandonare o ritardare terapie mediche di comprovata efficacia[1][2][3].

Alla base vi è l'indimostrato "principio di similitudine del farmaco" (similia similibus curantur), concetto privo di fondamento scientifico enunciato dallo stesso Hahnemann, secondo il quale il rimedio appropriato per una determinata malattia sarebbe dato da quella sostanza che, in una persona sana, induce sintomi simili a quelli osservati nella persona malata. Tale sostanza, detta anche "principio omeopatico", una volta individuata viene somministrata al malato in una quantità fortemente diluita; la misura della diluizione è definita dagli omeopati potenza

Allo stato attuale, nessuno studio scientifico pubblicato su riviste mediche di valore riconosciuto ha potuto dimostrare che l'omeopatia presenti, per una qualsiasi malattia, un'efficacia clinica che sia superiore all'effetto placebo. Inoltre, l'omeopatia viene rifiutata dagli scienziati per la sua debolezza teorica (cioè l'incompatibilità dei suoi postulati con le odierne conoscenze chimiche)[4] e per la mancanza di un meccanismo plausibile che ne possa spiegare il funzionamento. Per l'insieme di queste ragioni l'omeopatia è stata definita una pseudoscienza.


1) Cosa cambia dentro di me e nell’organismo dell’animale che vive con me, se decido di seguire una terapia omeopatica al posto del solito approccio sintomatico?


sottolineo, ”dentro di me” perché il fatto di scegliere l’omeopatia piuttosto che la medicina classica per curare il mio animale, non è un fatto che riguarda solo lui.

Percepire l’organismo animale (ma questo vale anche per l’organismo umano) come una macchina che periodicamente si guasta e che quindi devo costantemente revisionare ed alla quale, eventualmente, devo sostituire i vari pezzi che di volta in volta si guastano oppure sviluppare una visione d’insieme che tiene conto di un intelligenza superiore in grado di autoregolarsi, significa necessariamente cambiare modo di percepire l’animale che vive al mio fianco.

L’approccio sintomatico, tipico della mentalità scientifica, incentra i suoi sforzi terapeutici nell’eliminazione sistematica di tutti i sintomi.Il nocciolo della questione sembra dunque riguardare proprio il punto verso il quale noi focalizziamo i nostri intenti terapeutici, perché un conto è concentrarsi sulla pianura circostante e spendere energia per ricostruire i danni subiti, un altro è rivolgere la nostra attenzione sulla roccaforte e attaccare direttamente i predoni.

Con questo semplice esempio il dottor Bach padre dell omeopatia ) ci vuole dire: “Guardate che non esiste solo ed semplicemente la periferia; non va bene solamente ed unicamente concentrarsi su di essa, perché essa, per definizione, è periferica rispetto all’origine del problema.”

Ma cosa intendiamo per periferia? E’ dov’è il centro di cui parla Bach? E soprattutto: come posso percepire questi due punti nell’animale che vive con me?

A tutti coloro che vivono con un animale sarà capitato, prima o poi, di confrontarsi con quei sintomi, che in gergo omeopatico, vengono definiti esonerazioni.

Le esonerazioni sono una modalità che l’organismo mette in atto, spontaneamente, per ripristinare l’equilibro alterato.

Le principali esonerazioni sono: vomito, diarrea, forfora e tutti i tipi di muco.

La dermatite, la classica reazione cutanea, che la scienza medica definisce con il termine dermatite, anch’essa appartiene alla categorie delle esonerazioni.

Tutto quello che l’organismo “butta fuori” appartiene alla periferia; l’organismo utilizza la periferia per eliminare i morti e i feriti della battaglia che autonomamente sta facendo per ripristinare il suo equilibrio. In tal senso anche la febbre è considerata una reazione positiva.

In caso di necessità, per intenderci, quando il nostro animale si ammala, la periferia viene sollecitata a lavorare per permettere al centro di ritrovare il suo nuovo equilibrio.

Da sola, senza che nessuno le spieghi cosa e come dovrebbe fare, la periferia si assume l’incarico di eliminare le scorie, le “tossine”, che altrimenti sarebbero d’impaccio nel gestire la battaglia.

La periferia si attiva dunque attraverso quegli atteggiamenti che il modello scientifico chiama sintomi. La diarrea, di fatto è un sintomo, il vomito pure e come tale, seguendo l’approccio della medicina classica, dovrebbero essere eliminati al più presto possibile.
Ma è giusto concentrarsi solo sulla periferia? E’ giusto eliminare costantemente i sintomi periferici trascurando completamente il fatto che esiste un centro? Non sarebbe meglio prendere coscienza di questo centro e operare terapeuticamente proprio partendo da esso?

La differenza tra la medicina classica e l’omeopatia consiste dunque anche nella differenza di attenzione che si pone nei confronti del centro e della periferia.

La prima si occupa solo della periferia la seconda, l’omeopatia, quasi esclusivamente del centro.

La prima non riconosce l’esistenza di un centro, la seconda, invece, tenta in tutti i modi di valorizzarlo e considera la periferia esattamente per quello che è: cioè una periferia.

L’approccio scientifico ha messo così tanto l’accento sulla periferia in questi ultimi anni, che ha creato dei terapeuti in grado di percepire solo esclusivamente una parte della periferia: il dermatologo, che si occupa dei problemi di pelle, il gastroenterologo, che si occupa dell’intestino, l’otorinolaringoiatra, che si occupa delle prime vie respiratorie, ecc., ci danno la conferma che la scienza medica è molto lontana dalla percezione di un centro.



in continuo aggiornamento..........................

Edited by aurora663 - 19/9/2014, 11:11
 
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view post Posted on 8/9/2014, 19:37

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Ho provato diversi rimedi omeopatici,non mi sono mai trovata bene.eppure in molti la usano,compreso un mio collega medico...
 
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view post Posted on 9/9/2014, 15:29
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io ho curato x i primi anni di vita fino all eta di otto nove anni i miei figli con i prodotti omeopatici dietro consiglio del mio pediatra noto omeopatico della liguria e sono contenta che per fortuna o per merito imei ragazzi son stati curati senza l ausilio delle medicine che nn tt sanno che nn sempre giovano nella primissima infanzia. e nn solo.....vi faro scoprire tante cose belle in questa rubrica.....
 
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view post Posted on 9/9/2014, 18:14
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a me l'omeopatia mi piace assai...
perché per sua natura è conciliante.

Infatti mette d'accordo
quelli che dicono che i farmaci fanno male,
con quelli che ai farmaci non ci credono proprio,
con quelli che invece credono ai miracoli,
con quelli come me che dicono
che quasi sempre si sopravvive
... e una volta invece no.
 
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view post Posted on 15/9/2014, 08:04
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CONDIZIONI PER CUI NASCE L APPLICAZIONE DELLA OMEOPATIA...OSSIA SPIEGAZIONE DEI MIASMI DAL GRECO MACCHIA...CONTAMINAZIONE CHE ARRIVA AL NOSTRO ORGANISMO


Per l’omeopata dunque, i sintomi non sono la malattia ma, al contrario, l’espressione del meccanismo di difesa dell’organismo nella lotta contro la malattia.

Ogni terapia che si propone di sopprimere i sintomi, quindi le difese dell’organismo, è una terapia che mette in pericolo l’economia dell’organismo stesso, amplificando così il processo morboso (traslatio morbis). La localizzazione morbosa è un segno della malattia, non la malattia, quindi non va soppressa ma curata.
Esistono tre condizioni per cui si ha un contagio:

a) il malato che produce il contagio tramite la sua energia vitale morbosa (miasmi).

b) Il contagio intimo e permanente.

c) La suscettibilità da parte del ricettore.



I Miasmi possono essere incrementati da perturbazioni somatiche, dovute ad influenze del mezzo, sempre e se esiste il disturbo dinamico miasmatico, il quale si estrinsecherà secondo la maniera con la quale si producono queste influenze.
Condizioni per cui possa aggravarsi un miasma, a partire da una perturbazione somatica, è che esista già un’alterazione dell’energia vitale.

Abitudini alimentari, tipi di bevanda, clima, sforzi, tossicità esogene ed endogene, ecc., intervengono sul corpo ed agiscono sui centri nervosi, alterando l’armonia psico – somatica, che si ripercuote sulla propria energia vitale; in questo modo, si accentua il disturbo dinamico miasmatico, e parte dei processi Fisio – patologici.

I rimedi impiegati sono ad alta diluizione, preparati in laboratorio, con la tecnica di «dinamizzazione» che conferisce proprietà molto particolari, per cui ciò che si somministra non è già propriamente materia medicamentosa ma un tipo speciale di energia che agisce profondamente
Tutto ciò che sono le malattie della pelle è psora, un atteggiamento discretamente equilibrato, è psora.

Tutto ciò che è iperproduttivo (ipertensione, tumori proliferativi, logorrea, gonorrea etc.) è sicosi, un atteggiamento iper è sicosi.

Tutto ciò che è degenerativo (ulcere, tumori ulcerativi, ect.) è lues o sifilis, un atteggiamento distruttivo è lues, siphilys.
Le preparazioni omeopatiche (o rimedi) si ottengono da prodotti, sostanze o composizioni, detti materiali di base omeopatici e ceppi omeopatici, con diluizioni successive di diverso tipo. La preparazione omeopatica è definita dalla denominazione latina del prodotto utilizzato e dall’indicazione del grado e del metodo di diluizione.


RICAPITOLANDO QUINDI I TRE MIASMI SONO:

Psora
sicosi
lues

ci servono per capire cosa andiamo a curare con i prodotti omeopatici e da dove parte l origine del sintomo che dobbiamo curare


Le materie prime da cui si parte per la preparazione dei materiali di base o ceppi omeopatici possono essere di origine:

- vegetale – animale – minerale. Le materie prime di origine vegetale utilizzate in omeopatia rappresentano il 60-65% del totale.


in continuo aggiornamento......

Edited by aurora663 - 15/9/2014, 09:29
 
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view post Posted on 15/9/2014, 08:39
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Ti ringrazio molto Aurora per questa esposizione chiara e comprensibile dell'omeopatia, che aggiunge molto alle mie praticamente nulle cognizioni in materia.
La base in verità non mi sembra molto differente da quella della medicina tradizionale, della quale so altrettanto niente, se non nei nomi.
Magari lì al posto di miasmi, contagi e suscettibilità si parla di patogeni, cause genetiche, insufficienze ormonali, malfunzionamento di organi eccetera, ma siamo li, mi pare..

Io ammiro ed apprezzo molto gli sforzi che si fanno in medicina (queste due e le innumerevoli altre diffuse nel mondo) per cercare di togliere o ridurre nell'uomo e negli animali i disagi e le affezioni del corpo, ma francamente penso che gran parte della scienza medica è filosofia e misticismo, oltre naturalmente la concretezza dell'esperienza.

L'acido acetilsalicilico, la comune aspirina, mi fa passare passare un mal di testa e riduce il disagio della febbre (che è un sintomo, non una malattia, e su questo sono tutti d'accordo), questo è certo. Ma esattamente come e perché funzioni non si sa. E siamo all'esempio dell'aspirina...
 
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view post Posted on 18/9/2014, 08:59
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LE PREPARAZIONI OMEOPATICHE E LA LORO COMPOSIZIONE


Tutto ciò che sono le malattie della pelle è psora, un atteggiamento discretamente equilibrato, è psora.

Tutto ciò che è iperproduttivo (ipertensione, tumori proliferativi, logorrea, gonorrea etc.) è sicosi, un atteggiamento iper è sicosi.

Tutto ciò che è degenerativo (ulcere, tumori ulcerativi, ect.) è lues o sifilis, un atteggiamento distruttivo è lues, siphilys.

Tutti noi abbiamo in eredità tutti e tre i miasmi; negli ultimi anni Omeopati mondiali come George Vithoulkas (greco), e Rajan Shankaran (indiano) hanno documentato e verificato negli individui altri miasmi (frutto di malattie antiche nel tempo), come la tubercolosi, il cancro, il gonococco, la lebbra, il colera, eccetera.




Le sostanze farmacologicamente attive diventano prodotti omeopatici quando vengono impiegate secondo i principi della terapia Hahnemanniana e in applicazione della Legge di similitudine.HAHNEMAN PADRE DELL OMEOPATIA........... La legge di similitudine è un principio incontrovertibile che dirige tutte le forme e i modi di reazione dell’organismo nel suo processo di adattamento psicofisico con l’ambiente che lo circonda

Le preparazioni omeopatiche (o rimedi) si ottengono da prodotti, sostanze o composizioni, detti materiali di base omeopatici e ceppi omeopatici, con diluizioni successive di diverso tipo. La preparazione omeopatica è definita dalla denominazione latina del prodotto utilizzato e dall’indicazione del grado e del metodo di diluizione.

Le materie prime da cui si parte per la preparazione dei materiali di base o ceppi omeopatici possono essere di origine:

- vegetale – animale – minerale. Le materie prime di origine vegetale utilizzate in omeopatia rappresentano il 60-65% del totale.

Ceppi di origine vegetale

La materia prima è costituita generalmente da piante intere (o parti di esse) fresche e selvatiche; il prodotto di base o ceppo omeopatico è rappresentato dalla Tintura Madre (TM).

Il ricorso a piante fresche e selvatiche costituisce la migliore garanzia per la conservazione in toto delle loro proprietà e delle caratteristiche quali-quantitative dei principi attivi in esse contenuti (fitostimoline, ormoni vegetali ecc.).



Modalità di raccolta delle piante Ogni pianta (o parte di essa) viene raccolta nel proprio habitat naturale, nel momento considerato ottimale e secondo regole ben definite dalla Farmacopea Francese, Tedesca, Americana. Si evita, ad esempio, la loro raccolta quando le condizioni climatiche o ambientali, non favorevoli, potrebbero costituire motivo di deterioramento delle piante stesse.

Le piante così raccolte vengono inviate tempestivamente al laboratorio, che provvede alla loro lavorazione entro le 48 ore successive. L’impiego di piante secche o coltivate ha carattere di eccezione ed è per lo più contemplato nei seguenti casi:

- quando la raccolta della pianta allo stato selvatico può minacciare l’esistenza della specie spontanea;

- quando la specie utilizzata non è reperibile nel suo habitat naturale; – quando si tratta di piante esotiche per le quali diventa impossibile il trasferimento in tempi brevi allo stato fresco.

Ovviamente tutte le piante utilizzate nei nostri laboratori escludono la presenza di erbicidi, insetticidi, ecc… e, qualora si adoperi per la loro coltivazione un concime, questo sarà esclusivamente di origine naturale.



Le Tinture Madri

Le tecniche di preparazione delle Tinture Madri (TM) cui ci riferiamo sono descritte nella Farmacopea Tedesca e Francese e codificate nella “Pharmacotechnìe” (‘s`).

Le Tinture Madri sono preparazioni liquide che si ottengono dall’estrazione con alcol di materie prime di origine vegetale (esistono come vedremo anche TM di origine animale).

L’estrazione alcolica si effettua lasciando macerare le piante fresche o loro parti in alcol a titolo appropriato, per un periodo non inferiore a tre settimane. Per determinare la quantità di pianta fresca necessaria alla macerazione bisogna fare riferimento al suo residuo secco.

In pratica si procede come segue: si seleziona, si pulisce e si taglia la droga allo stato fresco mentre su un campione medio se ne determina la perdita di peso all’essiccamento.

La droga da introdurre allo stato fresco in alcol sarà tale da determinare un rapporto di 1:10 tra la quantità equivalente della droga essiccata e la Tintura Madre finale.

Ad es., se 50 g di pianta fresca danno luogo ad un residuo secco pari a 4 g, la quantità in pianta fresca di 50 g sarà in grado di fornirci 40 g di Tintura Madre finale secondo il rapporto di 1:10.

Parti utilizzate per preparare le Tinture Madri

- Piante intere – Radici

- Fogli – Frutti

-Gambi o steli – Semi

- Cortecce – Gemme

- Legno – Germogli

Per ognuna di queste parti sono definiti il periodo vegetativo nel quale si procede alla raccolta, le condizioni climatiche, l’altitudine e così di seguito.

Dopo il periodo prescritto di 21 giorni e previa decantazione del macerato, il surnatante viene filtrato normalmente, mentre il residuo depositato viene spremuto ad una pressione pari a 100 kg/cm² ed il liquido di spremitura filtrato. I due liquidi così raccolti vengono mescolati, lasciati riposare per ulteriori 48 ore e quindi rifiltrati.

L’eventuale aggiustamento del titolo in principio delle TM (previsto nelle singole monografie) viene attuato impiegando alcol con titolo uguale a quello delle preparazioni.

Il titolo alcolico delle TM vegetali è di norma 65°; in alcuni casi può essere inferiore o superiore a tale valore.

Esso è comunque prefissato e varia a seconda delle differenti solubilità in alcol e acqua dei principi attivi.

Esistono altri metodi di preparazione delle Tinture Madri. Non è comunque possibile stabilire alcuna corrispondenza fra le quantità di principi attivi ottenibili con i differenti metodi di preparazione.

- Le Tinture Madri vanno conservate in recipienti chiusi, al fresco ed al riparo dalla luce. Non sono ammessi per la loro conservazione recipienti in plastica.

- La validità delle Tinture Madri non può eccedere i cinque anni dal momento della loro data di preparazione.

- La Tintura Madre può essere considerata come una sostanza “viva” e per questo possono crearsi dei sedimenti che normalmente scompaiono mediante agitazione.

Ceppi di origine animale

La materia prima è costituita da animali interi, parti o organi di animali e da alcune secrezioni. Il prodotto base o ceppo omeopatico è rappresentato dalla Tintura Madre nei primi due casi o dal liofilizzato



CONTINUO AGGIORNAMENTO.................
 
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view post Posted on 22/9/2014, 18:04
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ORDINE ALFABETICO DI TUTTE L EPIANTE OFFICINALI USATE IN OMEOPATIA


La ricca varietà di specie di piante officinali che sono presenti in natura, o che vengono coltivate per uso medicamentoso, trovano oggi largo impiego in medicina per la cura delle più svariate patologie, in particolare in Fitoterapia e in Omeopatia, dove vengono esaltati i principi attivi delle piante con preparati di vario genere: tintura madri, macerati glicerici, o diluizioni hahnemanniane.

Conosciute in tutto il mondo le piante officinali si devono però distinguere dalle piante medicinali in senso stretto, la cui definizione secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) è …. “un organismo vegetale che contiene in uno dei suoi organi sostanze che possono essere utilizzate a fini terapeutici o che sono i precursori di emisintesi di specie farmacautiche”…, sostanze o fitocomplessi farmacologicamente attivi di origine vegetale. Quindi con il termine “officinali” si intendono le piante riconosciute in elenchi ufficiali come utilizzabili per le preparazioni medicamentose, mentre le piante “medicinali” indicano quelle piante che presentano virtù medicinali dirette, a prescinde dal fatto che siano o meno inserite in un elenco ufficiale (officinale appunto).
Di seguito vengono riportate le prime schede botaniche delle principali specie vegetali di uso clinico


A: Arnica montana

E' un'erba medicinale della famiglia delle Asteraceae, ghiandolosa, perenne, a fusto eretto e mediamente robusto, alta 20 – 60 cm, fiori dai grandi capolini di colore giallo aranciato, dal gradevole odore aromatico.
Principi attivi : tutta la pianta (fiori e rizoma) contiene un glucoside l’arnicina che è simile, come azione, alla canfora.

Uso in Omeopatia: l'Arnica è utilizzata per dolori muscolari e nella cura a lungo termine di traumi di ogni tipo (anche affettivi), per shock, contusioni, strappi, artrite e dolori influenzali, sforzo cardiaco degli atleti, fragilità capillare, nefriti emorragiche, ascessi emorroidari acuti, sempre in ragione della similitudine dei sintomi.

Tossicità: è velenosa se ingerita, infatti la tintura non diluita può provocare tachicardia, enterite e persino un collasso cardiocircolatorio. Per queste proprietà, un tempo questa pianta era utilizzata come veleno. Contromisure per l'ingestione accidentale includono l'ingestione di carbone per assorbire le tracce di tossine nell'intestino e l'ingestione di liquidi per diluirne la concentrazione. Ad ogni modo, non sono noti antidoti.

Atropa belladonna

E' una pianta a fiore appartenente all'importante famiglia delle Solanaceae. Il nome deriva dai suoi letali effetti e dall'impiego cosmetico. Atropo era infatti il nome (in greco:Ἄ-τροπος,cioè in nessun modo,l'immutabile,l'inevitabile) di una delle tre Moire che, nella mitologia greca taglia il filo della vita, ciò a ricordare che l'ingestione delle bacche di questa pianta causa la morte.
La belladonna fiorisce nel periodo estivo e l'impollinazione avviene tramite insetti. I frutti sono lucide bacche nere, di piccole dimensioni con calice a stella. Nonostante l'aspetto invitante e il sapore gradevole, le bacche sono velenose per l'uomo e l'ingestione può provocare una diminuzione della sensibilità, forme di delirio, sete, vomito, seguiti, nei casi più gravi, da convulsioni e morte.
In Omeopatia la Belladonna viene utilizzata in ragione della similitudine dei sintomi, principalmente per le seguenti patologie:

faringiti, rinofaringiti, tracheobronchiti e tonsilliti
febbre durante l'influenza, convulsioni infantili da febbre elevata
cefalea vasomotoria violenta, pulsante tipica del medicinale
processi infiammatori locali con arrossamento, tumefazione, calore intenso, dolore acuto, violento e pulsante (rubor-tumor-calor-dolor)
delirio, ipersensibilità al rumore e alla luce intensa.

CI TENGO A PRECISARE CHE PER ANNI I MIEI FIGLI HANNO ASSUNTO LA BELLADONAN IN GRANULI DA SCIOGLIERE IN BOCCA PER CONTRASTARE FREQUENTI TONSILLITI E CI SIAMO TROVATI BENISSIMO

B: Bryonia alba

E' un vitigno vigoroso nella famiglia Cucurbitaceae (zucche e meloni) provenienti dall’Europa e dal Nord Iran. E’ una pianta invasiva, che gli conferisce un potenziale altamente distruttivo, come una pianta infestante nociva. Altri nomi comuni sono : mandragora inglese e la rapa del diavolo. Pianta erbacea perenne, vite della famiglia del cetriolo
Tossicità: Tutte le parti di Bryonia alba contengono una sostanza altamente tossica che è velenosa e può causare avvelenamento sino alla morte; anche il bestiame può essere avvelenato dal consumo di parti della pianta come frutti e foglie. Si considera che una quantità pari a quaranta bacche costituisca una dose letale per gli esseri umani adulti.

USO in Omeopatia L’uso omeopatico di Bryonia alba è relativo associato alle patologie respiratorie febbrili e dell’apparato scheletrico:

tracheiti o bronchiti in fase acuta caratterizzate da tosse secca e pleuriti
difficoltà al movimento, che peggiora i sintomi con dolore retro sternale
forme artritiche reumatiche acute
lombalgie
forme febbrili con sete intensa
ricerca dell’immobilità e abbondanti sudorazioni che migliorano i sintomi,

nonché negli stati influenzali, con le caratteristiche del medicinale (migliorato dal riposo)

C: Calendula officinalis

Pianta della famiglia delle Asteraceae ( o Composite) originaria dell’Europa, Nord Africa e Medio Oriente. Comprende 12 specie la più conosciuta delle quali è la Calendula officinalis.
Utilizzo: I fiori di Calendula officinalis sono utilizzati come rimedio Fitoterapico per le loro proprietà antispasmodiche e cicatrizzanti; l’uso locale è efficace per le punture di insetti e zanzare, contro il veleno delle meduse.

In Omeopatia viene consigliata per uso esterno come antisettico locale in caso di ustioni e di cure dentarie. Per uso interno come analgesico, emostatico e antisettico (ulcere infette)

Curiosità: viene spesso utilizzata anche in ambito gastronomico, per colorare piatti e insalate e come succedaneo dello zafferano. Nel linguaggio dei fiori questa pianta rappresenta il dispiacere e il dolore d’amore.


IN AGGIORNAMENTO...................
 
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view post Posted on 2/10/2014, 12:02
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China rubra o Cinchona succirubra



E' “l’albero della China” un genere di piante che appartiene alla famiglia delle Rubiaceae e cresce nell’America del sud, comprende molte specie conosciute col nome di China, con proprietà febbrifughe attribuite agli alcaloidi presenti nella corteccia (chinina, chinidina e chinicina).
Proprietà: antimaliarico, antidolotificoe antifebbrile: ad alte dosi e solo su prescrizione medica, oggi si utilizza il chinino o ed i suoi derivati.

Amaro tonico e digestivo: a piccole dosi, in soluzioni alcoliche edulcorate ed aromatizzate In erboristeria è utilizzato per contrastare gli effetti negativi della pressione bassa.
In Cosmetica si impiegano gli estratti per frizioni contro i capelli grassi.
USO in Omeopatia: Rimedio di fondamentale importanza per le sue virtù curative, fu il primo medicinale sperimentato da Samuel Hahnemann (Germania 1755 – Parigi 1843), nel 1970, per dimostrare la veridicità della Teoria della Similitudine, già enunciata da Ippocrate, che diventò il fondamento dell’Omeopatia. In particolare le diluizioni di China rubra trovano applicazione:

Debolezza generale dopo perdite abbondanti di liquidi (emorragie o diarrea)
Anemia da perdite ematiche
Astenia dopo una fatica, eccessi sessuali o dopo eccessiva sudorazione
Gonfiore addominale e meteorismo (di tutto l’addome)
Diarrea indolore, spossante con flatulenza
Epistassi ed emorragie mestruali
Ronzii auricolari



Euphrasia officinalis

E' un genere di piante appartenenti alla famiglia delle Orobanchaceae, dall'aspetto di piccole erbacee annuali o perenni e dai piccoli fiori bianco-lilla. Il nome di questo genere Eupharsia venne introdotto nella classificazione delle piante da Linneo nel 1735 ed è derivato da un vocabolo greco il cui significato è “diletto, gioia”.

Proprietà farmacologiche: Le proprietà farmacologiche di queste piante (derivate soprattutto dalla medicina popolare antica) sono tutte riconducibili ad un'unica specie: Euphrasai rostkoviana chiamata comunemente Eufrasia officinale. Il nome di Euphrasia officinalis dato inizialmente da linneo, sembra sia in realtà un nome collettivo di più specie affini e poco distinguibili. In effetti la variabilità delle specie di questo genere è molto marcata creando non poche difficoltà ai vari botanici. Per questa specie e quindi per tante altre specie simili dello stesso genere sono indicate fin dai tempi antichi le seguenti proprietà curative : tonica, digestiva, astringente, diuretiche e vulneraria.

I particolare l'Euphrasia officinalis era considerata tonico-risolutiva e rafforzativa della memoria nonché oftalmica. A questo proposito sembra che gli estratti di questa pianta possano alleviare le infiammazioni della congiuntive e blefarite
USO in Omeopatia : per infiammazioni oculari quali congiuntiviti allergiche ed infettive, raffreddore da fieno, virosi e morbillo.


Lycopodium

E' un genere appartenente alla famiglia delle Lycopodiaceae. La parola Lycopodium è di derivazione greca, ed è composta da lico (dal greco lýkos "lupo") e podio (dal greco poús, podós "piede") e significa "piede di lupo".
Distribuzione e habitat: Le piante del genere “piede di lupo” sono ampiamente diffuse, sia in zone temperate, sia in aree montane, chein zone tropicali. Esistono oltre 200 specie di Lycopodium quelle diffuse in Italia sono il Lycopodium annotinum e il Lycopodium clavatum. Il loro habitat tipico è costituito da pascoli, boschi, ad altitudini che variano fra i 100 e 2.500 metri.

USI: viene impiegato in Omeopatia e in pirotecnica.

In Omeopatia il Lycopodium è indicato per disturbi intestinali in genere e stipsi in particolare, e problemi legati al metabolismo. È anche utilizzato per le malattie delle vie urinarie. Sono descritte qualità anticancerose della pianta.


La Camomilla o Matricaria chamomilla

E' una pianta erbacea annuale della famiglia delle Asteriaceae o Composite. Etimologicamente il nome deriva dal greco χαμαίμηλον (chamàimēlon), parola formata da χαμαί (chamài), "del terreno" - μήλον (mēlon), "mela" per l'odore simile alla mela; mentre il nome del genere Matricaria, proviene dal latino matrix, matricis, che significa "utero", con riferimento al potere calmante della camomilla nei disturbi mestruali. La specie è diffusa in Europa ed in Asia ed è naturalizzata anche in altri continenti.

La Camomilla è dotata di buone proprietà anti-infiammatoria, locali ed interne e costituisce un rimedio calmante tipico dei fenomeni nevralgici: sciatica, trigemino lombaggine e torcicollo. Questo grazie a certi componenti dell'olio essenziali, alla componente flavonoide ed ai lattoni, che ne fanno rimedio antiflogistico, simile al cortisone.

Gli altri componenti presenti e le cumarine sono responsabili delle proprietà digestive e spasmolitiche. Queste combinazioni di principi attivi ne fanno, quindi, un buon rimedio nella dismenorrea, nei crampi intestinali dei soggetti nervosi, negli spasmi muscolari e nei reumatismi articolari.

Uso Fitoterapico: da questi fiori si producono infusi che vengono utilizzati come blandi sedativi. Oltre che alla somministrazione orale, è possibile ricorrere all'uso di preparati di camomilla anche per nebulizzazioni, impacchi, colliri e collutori. Le tisane ottenute con questa pianta, inoltre, eliminano di gas intestinali in eccesso.

USO in Medicina Omeopatia oltre alle indicazioni già elencate, la camomilla viene consigliata nel lattante per i problemi associati alla dentizione, in varie malattie infantili come otiti, coliche dolorose e in numerose turbe comportamentali del bambino irrequieto ed irritabile; negli adulti anch’essi caratterialmente collerici ed irascibili, nella sindrome premestruale o nelle dismenorree, nelle coliche epatiche, renali od intestinali in ragione del grado di similitudine con il rimedio.

In Fitocosmesi la Camomilla viene utilizzata per le sue proprietà nutrizionali rispetto ai capelli e al cuoio capelluto ed anche come infuso per schiarire i capelli biondi che tendono col tempo a scurire.

Nux vomica o noce vomica o albero della stricnina (Strychnos nux-vomica)

E' un grande albero cespuglioso della famiglia delle Loganiacee originaria dell'India e sud-est asiatico è presente anche nelle foreste aride della Birmania, della Thailandia, della Cina e dell’Australia. Il frutto è una bacca arancione, di dimensioni simili ad una mela, con polpa biancastra in cui sono inseriti dai tre agli otto semi discoidi. I semi contengono sali minerali, glucidi e i principi attivi: stricnina e brucina.

Il rimedio Omeopatico Nux vomica si prepara utilizzando il seme della Strychnos nux-vomica, dopo essiccazione dei semi maturi e successiva macerazione nell’alcool. I componenti chimici che vengono sfruttati sono le già citate : stricnina e brucina. Questi contengono sostanze attive che provocano nell'essere umano spiccata ipersensibilità e irritabilità, così come crampi muscolari, debolezza e paralisi.

L'utilizzo di nux vomica come rimedio omeopatico è basato sulla teoria di Hahnemann, secondo la quale le sostanze dei composti diluite a bassissime concentrazioni (dosi infinitesimali) possiedono effetti terapeutici opposti a quelli della sostanza a dosi ponderali. L’uso di tali rimedio deve avvenire, come per tutti i preparati omeopatici, in base alla similitudine dei sintomi e sotto controllo medico.

L’USO OMEOPATICO di nux vomica come rimedio hahnemanniano viene tradizionalmente proposta per disturbi legati alla sfera della sensibilità:

sindromi nervose, iper-reflessia generale, iperestesia in genere
insonnia
cefalee e emicranie
ipertensione
ritenzione urinaria
abuso di caffè, alcool, tabacco
sedentarietà

Pulsatilla o “Erba del diavolo”

E' un genere di pianta erbacea perenne, appartenente alla famiglia delle Ranunculaceae, simili all'anemone, fiore tipico del gruppo. Le specie conosciute sono circa 30, le più importanti e note sono : Pulsatilla vulgaris e pratensis, ricordiamo anche da P. nigricans, P. montana e la specie P.chinensis conosciuta come anemone cinese, la sua radice è molto utilizzata nella medicina popolare come disinfettante intestinale ed antipiretico.

Proprietà principali: Pulsatilla è ricchissima di anemonina, alcaloide responsabile della colorazione gialla dell'estratto essenziale; è estremamente volatile, bruciante ed assai irritante per le mucose oculari e nasali. E’ proprio questa molecola ad attribuire a pulsatilla le proprietà antispsmodiche utile per il trattamento principalmente di spasmi digestivi, tosse spasmodica e dolori genitali femminili.

USO Omeopatico Pulsatilla è molto utile per alleggerire emicrania e nevralgie nella donna, grazie alle virtù antiemicranica ed antinevralgica del rimedio, ed è anche un eccellente analgesico naturale per i dolori mestruali, in particolare in caso di dismenorrea dovuta ad annessite ed ovarite. Particolare attenzione deve essere posta in caso di iper-menorragia dove il rimedio è sconsigliato,in quanto la cura con pulsatilla tende a far aumentare il flusso mestruale stesso. Anche l'uomo può trarre vantaggio dall’utilizzo di Pulsatilla soprattutto per i disturbi causati da orchite, orchi-epididimite ed uretrite.

Nel complesso Pulsatilla è molto utilizzata in ambito omeopatico essendo un “policresto” ossia un medicinale con numerose proprietà terapeutiche e un’ampia vastità di azioni, che lo rendono efficace anche negli stati depressivi o per i disturbi del sonno in soggetti con tipologia sensibile; per problemi gastrici ed intestinali; nonché in corso di affezioni respiratorie di tipo catarrale con le caratteristiche del medicinale (tosse secca di notte e grassa di giorno), a cui si aggiungono le febbri e le malattie infettive caratterizzate da rash cutaneo, l’orticaria e, infine, le congestioni venose, sempre in ragione della similitudine con il rimedio.


IN AGGIORNAMENTO.................
 
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view post Posted on 2/10/2014, 21:39

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Ciao carissima vedo che sei esperta
Un dottore mi ha parlato di linfosinot( non so se scrivo giusto) per problemi di ritenzione.ne sai qualcosa.non l'ho ancora trovato nel tuo elenco....
 
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view post Posted on 3/10/2014, 11:53
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Certo Rosaria ti servo subito leggi sotto


LYMPHOMYOSOT cosi si scrive ....

adatto soprattutto per le donne con problemi di ritenzione idrica,cellulite, scarso ricambio cellulare e problemi di intossicazioni dell'organismo.
Il lymphomyosot si rivela efficace nelle alterazioni del sistema immunitario in quanto i suoi principi attivi stimolano od inibiscono la liberazione dei piu' importanti messaggeri-mediatori immunoregolatori, a seconda delle condizioni individuali; cio' significa che i singoli componenti di questo preparato omotossicologico ( myosotis arvensis; veronica officinalis; teucrium scorodonia, gentiana lutea, equisetum , sarsaparilla, calcium phosphoricum, natrium sulfuricum, fumaria officinalis, levothyroxinum, geranium, ferrum jodatum, ecc) agiscono individualmente in senso immunomodulante.
Risultati quindi che variano a seconda dei bisogni dell'organismo e che forniscono la risposta piu' adeguata alle situazioni e alle emergenze del momento.
I benefici sono stati esaltanti:
Chiaro ed evidente "sgonfiamento" dopo un mese di assunzione ( anche meno tempo , a seconda dei soggetti) soprattutto nelle gambe caviglie e generale calo del sovrappeso (la mia amica ha perso 8 kg in due mesi , è un'altra persona...)
Io consiglio 15 20 gocce da assumersi tra le 9-11 di mattina per un efficacia maggiore o da dividere in due assunzioni di 10 gocce l'una ( una sempre tra le 9-11 di mattina; l'altra verso le 9 di sera).
 
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view post Posted on 3/10/2014, 12:46
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io di omeopatina non ne so nulla e quindi taccio, ma complimenti per il nome, che è bellissimo:

Limphomiyosot(is) = estratto di "non ti scordar di me" (nome comune del myosotis)
 
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view post Posted on 5/10/2014, 07:36
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Rhus toxicodendron o “albero velenoso”


Le piante crescono come striscianti, rampicanti, arbusti o, nel caso dell'albero della lacca e del sommacco velenoso, come alberi. Mentre le foglie dell'edera velenosa e delle querce velenose di solito hanno tre foglioline, a volte ve ne sono cinque od, occasionalmente, anche sette; le foglie del sommacco velenoso hanno 7-13 foglioline, e quelle dell'albero della lacca 7-19. I nomi comuni delle varie piante derivano dal loro aspetto, simile ad altre specie che non sono strettamente imparentate e dalla risposta allergica all'olio prodotto.

Così, ad esempio, la quercia velenosa non è una quercia vera e propria (Quercus, famiglia Fagaceae), ma questo nome comune deriva dalla rassomiglianza delle foglie a quelle della quercia bianca (Quercus alba), mentre l'edera velenosa non è un'edera propriamente (Hedera, famiglia Araliaceae), ma ha una forma di crescita superficialmente simile. Ma sia la quercia velenosa che l'edera velenosa sono membri della famiglia dei Sommacchi, le Anacardiaceae e queste piante non contengono un veleno, ma un potente allergene.

USO in Omeopatia viene utilizzato il Sommaco velenoso in ragione della similitudine del rimedio :

Affezioni cutanee con edema ed eruzioni erisipelatose e vescicolose di liquido citrino chiaro, su base eritematosa, bruciante, pruriginosa.
Secchezza delle mucose oro-faringee con sete intensa di acqua o latte freddi.
Diarrea con scariche frequenti di feci scarse, mucose, sanguinolente, brucianti.
Flogosi articolari con rigidità dolorosa, che migliora col movimento lento e graduale
Febbre con astenia e agitazione per i dolori articolari, cambiare posizione .
Brividi con tosse secca e sudori.
Herpes orale, congiuntivite e cheratite.



Thuya occidentalis

E' una specie del genere Thuja, conifera della famiglia delle Cupressacee originaria del Nord America e del Canada, è coltivato in Europa a scopo ornamentale. Si tratta di un albero sempreverde o “albero della vita” con la chioma piramidale, alta fino a 15 m, corteccia dei rami fibrosa di colore rosso-brunastro o grigiastro, rametti leggermente appiattiti, con le faccia superiore diversa da quella inferiore, disposti sullo stesso piano a formare delle strutture simili a ventagli orizzontali, corpi fruttiferi ovali, di colore rosso-brunastri con 6-8 squame ad apice liscio. Uso in Omeopatia : Thuja occidentalis è un rimedio molto importante in Omeopatia ad azione profonda e caratteristico del Modello Reattivo Sicotico, cioè una sorta di squilibrio del sistema immun itario dovuto a vari fattori come : antibioticoterapie incongrue, prolungate terapie con corticosteroidi e farmaci immunosoppressori, infezioni mal curate e/o frequenti vaccinazioni, tutte condizioni in grado di creare immunosoppressione.

Le principali indicazioni sono :

Ritenzione idrica con imbibizione dei tessuti.
Infezioni catarrali croniche, specialmente a livello dell’apparato genitale e della sfera otorinolaringoiatrica.
Formazione di escrescenze cutanee, di cisti, di tumori benigni.
Congestione linfatica.
Astenia fisica costante.
Aggravamento con l’umidità.
Interessamento dei tessuti peri-articolari, con rigidità articolare.
Malattie a decorso sub continuo, ad evoluzione lenta, insidiosa, progressiva.
Difficoltà di adattamento all’ambiente.


Uso in Fitoterapia : è documentato l'uso dell'olio essenziale di Thuja per combattere le verruche (pennellare direttamente l'olio sulle verruche) per il suo effetto virostatico, che inibisce la replicazione virale.

NOTA BENE : qualsiasi uso interno di tale olio è sconsigliato in quanto altamente tossico!



E'è un genere di alberi, arbusti e rampicanti legnosi della famiglia delle Anacardiaceae comunemente noti come Sommacchi.
Tutti le specie di questo genere producono l'olio urushiol (o urusciolo), irritante per la pelle, che può causare una grave reazione allergica; di qui il nome scientifico di "albero velenoso".


Queste in sintesi le principali piante di uso clinico in omeopatia partendo dal mio elenco dalla lettera A....poi andremo a visionare le varie tinture madri i vari composti e miscele che portano poi ai preparati di uso per noi per svariate patologie cliniche non gravi

in continuo aggiornamento......................
 
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view post Posted on 5/10/2014, 11:00

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Grazie Aurora per il consiglio prezioso.Oggi lo compro e da domani lo prendo.È vero che le gocce si mettono sotto la lingua senza usare un cucchiaio di ferro?
 
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view post Posted on 7/10/2014, 14:33
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Alcuni preparati sono fatti di minuscoli pallini che poi si sciolgono in un dito di acqua in una tazzina e si bevono....altrimenti conta le gocce mentre le inserisci....cmq del cucchiaino nn l home sentita nn saprei dirti
 
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21 replies since 8/9/2014, 11:43   3697 views
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