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Era l’undici giugno 1997. Silvia Ruotolo, 39 anni, stava tornando nella sua casa di salita Arenella, al Vomero, dove aver preso a scuola il figlio Francesco, di cinque anni. Alessandra, la sua bimba di dieci anni, la guardava dal balcone, come ogni mattina. In un momento l’inferno: qualcuno sparò all’impazzata. L’obiettivo era Salvatore Raimondi, affiliato al clan Cimmino, avversario del clan Alfieri. Quaranta proiettili volarono dappertutto, oltre ad uccidere Salvatore Raimondi e ferire Luigi Filippini, raggiunsero Silvia Ruotolo - che era in strada con il figlio - alla tempia, uccidendola sul colpo. La collaborazione con la polizia di uno dei killer, Rosario Privato, risultò decisiva per l'individuazione del gruppo di fuoco.L’11 febbraio 2001 la quarta sezione della Corte d’Assise di Napoli ha condannato all’ergastolo i responsabili della strage: il boss Giovanni Alfano, Vincenzo Cacace, Mario Cerbone, Raffaele Rescigno (l'autista del commando) e Rosario Privato (successivamente pentitosi dopo l'omicidio)è stato condannato a quarantadue anni di reclusione, ventisei per l’omicidio di Silvia Ruotolo. Privato ha confessato quaranta omicidi.
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