Le stronzate di Pulcinella

Per il presepe facile seguiamo i consigli di Lucio

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view post Posted on 8/10/2014, 13:00
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Pulcinella291 Forum

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Di solito il presepe si inzia l'8 dicembre, noi invece, seguendo i consigli del maestro presepista Lucio Musto cominciamo a prepararlo con largo anticipo.
Ecco cosa ci propone il nostro Lucio.

"Quest’anno, l’idea è di fare un Presepe “facile facile”… cioè senza troppi artifici tecnologici o sofisticate tecniche costruttive, ma naturalmente egualmente con dentro tutta la passione di cui siamo capaci, l’amore per il Natale, e le fantasie che ci passano per la testa.
E di ispirazioni “semplici” a me ne sono venute da due oggetti che avevo.
Un grosso disco di cartone pesante preso in negozio di materiale edile (forse parte di una bobina di cavo)… ed una vertebra del collo di un tacchino usato per fare un brodo misto con altre carni.
Del disco, ho pensato, ne tolgo un quarto, e con gli altri tre faccio la struttura di un Presepino d’angolo, poiché spesso nelle case la scena rettangolare è troppo ingombrante e poco estetica sui laterali che devono essere “valorizzati”, mentre invece un angolino lo si può trovare senza troppo impiccio per gli ospiti.

L’ossetto del tacchino invece, ha dato lo stile alla costruzione: “con otto di questi - ho pensato - si può fare un capitello corinzio…”
Ed avendo un capitello, ci vuole la colonna, e di qui il tempio classico in rovina che accoglie la Natività… e di li tutto il resto.
A questo proposito andatevi a rileggere i simboli del Presepe… alcuni dei più celebri e prestigiosi Scenari del Natale (il Presepe Cuciniello in primis) hanno la Natività fra le colonne del Tempio.

L’altro, ed ultimo motivo ispiratore l’ho preso dalle recenti tragedie idrogeologiche cui ho pensato di dedicare un pensiero. Il fiume (altro elemento simbolico del Presepe, come sapete) lo farò passare stretto fra le case, invece che libero fra le rocce come faccio di solito, ed anche il tradizionale ponte sarà corto ed angusto.

Come idee bastano per cominciare. Mettiamoci al lavoro.

Ho trovato uno scatolone da imballaggio di cartone ondulato che mi sembra proprio serio… il cartone naturalmente, dello scatolone non so nulla, e penso che trattandosi il nostro di un “Presepe facile facile”, il cartone ondulato ci puo’ andare proprio a fagiolo.

E’ sufficientemente robusto, si incolla benissimo col vinavil, ma si attacca anche con l’attaccatutto rapido, si taglia col cutter, anche quello leggero, ha già una figatura che agevola gli squadri e le piegature… credo proprio che di legno, chiodi e spillatrice quest’anno ne faremo quasi a meno



ecco, questo è il cartone che useremo per la costruzione

ed ecco la prima casetta che prende forma.

Si tratta dell’osteria che è elemento fondamentale del presepe sia come simbolo sia infernale, in contrapposizione alla Natività, sia di transito, luogo di breve sosta nel cammino di ognuno di noi, nel cammino della storia umana che vede una tappa di importante svolta nell’origine del Cristianesimo, bivio cruciale della via della salvezza



L’esperienza insegna che quanti più dettagli riesci a mettere “a terra”, prima del montaggio, tanti meno inghippi incontrerai in fase di rifinitura, ed ecco quindi che ancor prima del montaggio definitivo ho rivestito le porte con assicelle di legno di pino, ho preparato la ringhiera ricavandola da una rete zincata 2,5x1 ho ricoperto i muri con ciottoli tenuti insieme da silicone marrone, ho messo gli architravi, ho stuccato (normale stucco “francese” da muro) gli spessori delle porte.


Come si vede dal balconcino superiore, le ante degli infissi sono ricavate dallo stesso taglio del cartone, non eseguito su tutto lo spessore ma solo fino al foglio esterno, che fa da cerniera.

La colonna spezzata in primo piano l’ho riempita di carta igienica appallottolata . Inumidita e passata di stucco, vinavil e vernice darà l’idea del marmo spezzato.
un dettaglio dell’interno (la costruzione è ancora solo appoggiata sulla base),anche la stanza superiore ho già rivestito, rubando le doghe ad una vecchia stuoina in legno per “colazione all’americana..
Ed ho fatto già il camino, dove arderà allegro il fuoco;Il tutto sarà visibile dall’esterno attraverso il balconcino che rimarrà aperto e la finestrina laterale, che attirerà lo sguardo dei più curiosi.


. l’albero in primo piano, quello che sosterrà la copertura della capanna è un rametto di mandorlo secco coperto da licheni, ed ha richiesto un poco di tecnologia per essere fissato saldamente. In pratica uno stecco di bambù infilato in un buchino fatto con trano nel tronco e poi forzato ed incollato nel robustro cartone ondulato che in quel punto è addirittura in triplo strato.
Si sa che è all’inizio che ti vengono tutti i dubbi sulle proporzioni, sulle cose da mettere e dove metterle, su quanto sarà difficile il lavoro… Ma quando hai stabilito lo spazio per la Natività, sai che il Presepe lo farai, e che tutto il resto è contorno, e descrizione… verrà bello, meno bello forse,
ma verrà. E ti lanci con decisione.

Per prima cosa (ma l’ordine delle cose non è imperativo, l’abbiamo già detto), ho fatto una “camicia di stucco” a tutto il tempio, per avere un “colpo d’occhio complessivo della parte essenziale ed anche, diciamolo, per avere una illusione psicologica di “avanzamento dei lavori” più incisiva.


La seconda casarella


”, in questo caso un intero blocco edilizio con l’abbozzo del ponte e di una stradina che si arrampica con una scaletta fra le case.
Mi soro ricordato dell’omaggio che avevo previsto come ricordo delle recenti alluvioni, ed allora il fiume passerà fra queste due case e si allargherà a laghetto proprio qui davanti.
Perciò ho preparato la parte bassa delle abitazioni in pietra ed il passaggio privato in malta pesante (ho usato del silicone grigio alquanto irruvidito) come mostro nel particolare.
Questa casa non la ho ancora fissata al basamento; voglio prima rifinirmela con comodo “a terra”, ed anche completare il laterale dell’osteria senza dover fare strani contorsionismi.
E’ a buon punto anche il capitello di vertebre di tacchino… mi sembra una meraviglia di antichità


Infine, ho fatto la camicia di stucco anche alla nuova casa:



Il Castello di Erode


Passiamo a fare il castello di Erode.

Questo nostro è un Presepe piccolo, poco ingombrante, e perciò necessariamente ridotto nel numero dei simboli, che come sapete nel Presepe sono tantissimi!
Ma i simboli essenziali ci vogliono, e fra questi il Castello di Erode, lassù, nel punto più alto dello scenario. Naturalmente Erode viveva in un sontuoso palazzo di città e non in un castello medievale, ma sul Presepe come simbolo ci si mette il castello, nel punto più alto delle costruzioni umane, per sottolineare la tracotanza del potere civile e sociale che isola il potente dal cuore del popolo.

Il castello c’entra, ma non c'è stato spazio per la stradina che porti fin lassù dal paesello in basso che accoglie la Natività; e mi sono chiesto: "se ne può fare a meno?..."
Ci ho riflettuto ed ho pensato che si, può mancare quella tradizionale viuzza, anzi, è del tutto inutile!...
E’ presto fatto il nostro castello, col solito cartone ondulato piegato e traforato da molte finestre, cui ho messo i “vetri” con molta facilità .

mentre una immagine di dettaglio la meritano i merli, ricavati da una strisciolina del cartone ondulato della struttura sui ho scollato solo il foglio superficiale. evitando di bagnare il resto, che si sarebbe subito deformato:


Dal residuo di una lastra di sughero per isolamento ho ricavato i blocchi per le mura ciclopiche che dal tempio al castello completano la parte sinistra del nostro plastico.

Naturalmente in mancanza del sughero si può usare qualsiasi cosa, dal polistirolo per isolamento a quello per il trasporto delle mozzarelle al poliuretano, gli imballaggi di gommapiuma, le spugnette da cucina… non ci dovrebbero essere difficoltà.
Tagliati a parallelepipedi si incollano benissimo col vinavil; lasciare degli interstizi che poi accoglieranno la vellutina (il muschio del Presepe


Naturalmente è interessata anche la parete della zona Natività (rivestita con lastre sottili dello stesso materiale, ed ho approfittato per completare anche le casette del secondo livello. Io l’ho fatto con dei mattoncini di creta cruda da vasaio (ma potete anche usare il DAS, dei quadratini di cartone… ),
e con delle pietruzze di ghiaia.
Per incollare, sempre il solito silicone marrone, grigio o trasparente


Una bella camicia di stucco anche al Castello… ed abbiamo superato anche questa fatica.

Compare il colore


Compare il colore ed i primi dettagli, come la tavola apparecchiata con… ossi di ciliegia tagliati a metà verniciati bianchi. Io, ma solo per atavismo, di solito uso i colori ad olio, ma naturalmente sullo stucco delle camice attacca tutto; e per questa volta uso gli acquarelli, quelli che si comprano al supermercato per un euro:


E finalmente c’è il nostro capitello corinzio di vertebre di tacchino che fa bella mostra di sé in cima alla colonna spezzata.

Davvero si comincia a vederlo, questo Presepe, nella sua completezza


Notate che la casa in primo piano, sopra l’Osteria, è rimasta bianca; un piccolo accorgimento. La dipingerò per ultima, dopo aver completato il resto dello scenario, perché, essendo la più visibile, darà il senso cromatico a tutta la composizione, bilanciando qualche inevitabile squilibrio (questo Presepe, l’abbiamo fatto senza uno straccio di progetto preventivo!


Cominciamo a mettere i tetti, a delineare il corso del ruscello, il ponticello, richiudiamo con abbaini e piccole costruzioni i buchi lasciati vuoti…

Tutto lo scenario sarà illuminato da uno o forse due punti luce soltanto, posti all’interno, quindi la
costruzione dovrà essere come un guscio unico, ed ogni fessura dovrà scomparire!


con un poco di stucco, e la vellutina (il muschio che oggi sono andato a raccogliere sui tronchi degli alberi, ma che può essere acquistato secco al supermercato) la fatica sarà lieve.
L’ultimo scoglio da superare sono le colline.

Le Colline


Stiamo per completare la struttura e già si profila il lavoro più lungo, quello che durerà per tutta la vita del nostro Presepe. L’opera di rifinitura.
Ricordo di un noto medico napoletano che il presepe lo teneva nello studio, in una grande nicchia del muro, protetto da una tenda. In ogni momento di pausa, addirittura fra una visita e l’altra, lui ammirava quel suo capolavoro artistico di una vita e ritoccava un dettaglio, aggiungeva una pennellata, cambiava posizione ad un oggetto ad un personaggio, per rendere l’insieme più vero e più seducente… ma stiamo parlando di ben altri livelli.

Per il nostro “Presepe facile facile” a fare le colline saranno sufficienti qualche spessore di cartone ondulato, il lembo di una vecchia zanzariera (di alluminio o di nylon, evitate quella di ferro perché nel tempo arrugginisce, macchia e cede) e dei pezzi di giornali


Tre o quattro immagini spiegheranno tutto in un baleno.
La colla per i giornali?... al posto della tradizionale colla di farina (che attira animaletti) vinavil, acqua, stucco francese da muro e possibilmente un altro inerte (io avevo della polvere di legno, ma qualunque cosa va bene, cenere, gesso, sabbia…). Una bella inzuppata, pezzi piccolo di giornali, e tutta la sagoma viene ricoperta in un lampo.

Magari ne facciamo due strati di giornali (il secondo dopo l’essiccatura del primo) e poi, quando ancora è tutto bagnato una abbondante “nevicata” attraverso il passino del the del nostro inerte.
Servirà per rendere omogenea e dura la superficie e far scomparire ogni traccia di stampa


Aspettando che le colline asciughino procediamo con le rifiniture essenziali.
La sistemazione dei tetti, i controlli delle fessure, i pavimenti delle case, gli altri dettagli che ci sembrano importanti (la rifinitura del ponticello, le ringhierine, le grate alle finestre, un raccordo fra due case da dove far scendere una cascata…)


Un dettaglio che riporto in foto è il mio modo di produrre conci da tetto cin una sgorbia ed un pezzetto di perlina da parete in pino. Nelle ultime foto si vedono i tetti finiti ma non ancora verniciati. Un altro modo è usando striscioline di carta ondulata scollata dal cartone ed incollate un poco sovrappose fra loro…




I dettagli


Siamo ormai in dirittura d’arrivo. Non ci resta che la parte più divertente e fantasiosa, i dettagli.
E qui ognuno ci mette quello che esce dalla sua vena artistica.
Ma questa puntata sarà utile perché ci saranno due o tre “dritte” che non tutti conoscete, che invece possono tornare utili per ottenere “facile facile” dei buoni effetti scenici


Cominciamo dal muschio sulle colline, la “vellutina” si chiama dalle mie parti e serve a dare il senso di bosco ai rilievi. Attaccatela sempre a piccoli pezzi, con un poco di vinavil; le grandi zolle vanno benissimo ma solo nei grandi presepi parrocchiali; qui abbiamo si e no mezzo metro e di deve stare tutto: bosco, ghiaione, radura. Rivestite le colline a macchia di leopardo, lasciando, secondo il vostro gusto, degli spazi vuoti e brulli.

Completiamo la pitturazione delle case. Tutta la camicia di stucco deve essere dipinta. Io, per dare un aspetto “spontaneo” alle costruzioni, dipingo il più “a caso” possibile… una casetta qua, poi un muro là… interrompo per mettere un po’ di vellutina… torno…

E c’è da fare anche il suolo della piazza, lo spazio libero davanti alla Natività destinato a raccoglire i Pastori Oranti. Io procedo così:

- preparo almeno tre misure di pietruzze, un poco di stabilizzato e della sabbia, chiara o scura a seconda della tonalità di base che intendo dare al suolo. In questo caso, sembrandomi il Presepe abbastanza chiaro e i ciottoli in prevalenza bianchi, ho scelto la sabbia del Po (scura quindi).

- bagno quindi tutta la superficie con abbondante vinavil (uso un pennello da imbianchino) e subito dopo:

- distribuisco, facendoli cadere a caso una manciata di ciottoli della pezzatura maggiore, poi una di quella intermedia, ed infine quella della terza. Poi, una manciata di stabilizzato, sempre a spaglio, come un’avara grattugiata di formaggio sui maccheroni.
Subito dopo spargo su la sabbia, in quantità abbondante, in modo che ogni interstizio fra le pietre più grosse venga colmato.

- qualche ora dopo, quando il vinavil asciugandosi avrà fissato tutti i granelli che lo hanno toccato,
soffierò via il superfluo, ottenendo così una superficie “naturale”.

- a completa essiccazione, una passata generosa di vetrificante ad acqua (che come vedete nelle foto a me ancora non si è asciugato completamente) ed il suolo è finito


Mentre faccio queste operazioni, la tempera delle case s’è asciugata, e passo all’anticazione, operazione delicatissima, da fare con la massima attenzione. Rischiate di dover rifare ore ed ore di lavoro!...
Si tratta di questo: con la bomboletta spray di smalto nero occorre fare dei microscopici spruzzi in direzione delle case, per fare alla pitturazione un’idea di vecchio, di vissuto. Ma mi raccomando, gli spruzzi devono essere davvero piccoli, e distribuiti intelligentemente! dove più le case di quel paese saranno umide, là saranno anche più sporche e nere. Fate delle prove du un vecchio giornale, prima di cimentarvi.

Facilissimo, quasi banale invece, è fare il fiume ed il laghetto “credibili”.
- dipingere il letto del corso d’acqua con la solita peppetta di stucco e vinavil allungato sporcata di celeste, blu, verde in moro irregola, tenendosi abbondanti per inzuppare bene il fondo.
Subito dopo distribuire a caso un po’ di ghiaia, la stessa usata per lo spiazzo, e quindi appoggiarci su, a caso e senza schiacciare un poco di quella paglia sintetica per imballaggio, quella fatta di sottilissime strisce di carta trasparente.

Una volta asciutto tagliare a sagoma della celluloide trasparente (uno scatolo trasparente per camice da uomo, o per orchidee sarà l’ideale) ed appoggiarla direttamente sul letto del fiume.
Questa superficie dell’acqua lascerà trasparire il fondo fra cangianti riflessi.
Non importa che il pezzo sia unico, l’importante che i bordi di taglio non siamo mai dritti; ed anche eventuali imperfezioni saranno mascherate con qualche filo di muschio.

Siamo davvero agli ultimi tocchi… ricontrolliamo tutto, passiamo una mano di cristallizzante trasparente dovunque sia possibile, aggiungiamo dettagli…. i panni messi a sciorinare, un agnellino arrivato col bovaro (a proposito, ricordate che il bue va messo alle spalle di S. Giuseppe, mentre dall’altra parte ci sono la Vergine e l’asinello), gli arredi della taverna., qualche comignolo…
potete continuare per una vita!...
Abbiamo quasi finito. Non ci resta che mettere i Pastori, una lampada a basso consumo nello spazio posteriore… e sistemare il nostro lavoro, frutto dell’amore umano come omaggio all’Amore Divino accanto al mucchio di pacchetti carta lucida colorata dei doni, frutto del nostro sudore sacrificato sull’altare del consumismo.

Così, per ognuno di noi, il “nostro” Presepe facile facile sarà diventato personalizzato.

 
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view post Posted on 8/10/2014, 14:32
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Pullecenè!... ma hao fatto un capolavoro!.... altro che la palla step-by-step che dicevo io!

Qua, chi si si vuol fare il Presepe legge, si ferma quando crede, e riprende secondo tempo ed ispirazione!...

Grazie assai!
 
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view post Posted on 9/12/2017, 18:42
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Lo sai che questo Presepe esiste ancora?... E' a casa mia e Ro l'ha adottato come Presepe di famiglia, ora che non ne costruisco praticamente più
e lo rispolvera ogni anno...
 
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2 replies since 8/10/2014, 13:00   6348 views
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