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Resti
Quello che m'è rimasto forte dei primi anni miei giulivi e verdi, è la temuta squola, noiosa e perniciosa.
Infatti per me l'ora di dormire il sonno dolce e pieno dell'infanzia è fra le otto e le nove del mattino giusto fra la prima, e l'altra campanella. Seguono poi ordinate l'ora successiva e poi quell'altra, e quella dopo ancora.
Il sonno poi svanisce per il pranzo quando gaio mi sento e aperto al vino. Non dura a lungo ahimè, ecco che tosto, così come meriggio avanza in cielo, torna il torpore e mi riviene sonno: Son l'ore grige dei compiti di casa.
Imbrunisce infine e la squola chiude… spalanco gli occhi belli e sono desto! Eccomi cose giuste della mia giornata! svaghi, sollazzi, forse una sc….
la dolce malattia dello squolaro che tutti conoscete e m'invidiate!
Lucio Musto 22 ottobre 2014 --------------------------------------
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