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| La locuzione emarginata nel titolo sta ad indicare la cotenna di maiale che di solito viene inserita in un ragu' napoletano che si rispetti e che dovrebbe essere , rigorosamente, cucinato in un tiano (tegame di terracotta come nella foto).Il termine tiano che deriva dal greco tèganon, fu assunto dai napoletani a seguito della dominazione francese che chiamavano questo recipiente "tian". E veniamo ora alla parola tutanella . A dire il vero, nel vernacolo napoletano i termini tutanella o tutaniello che dir si voglia, non viene contemplato, ma è diventato un termine corrotto di cutachella (piccola cotica) a seguito di un aneddoto che andremo a raccontarvi. Si narra che un giorno una madre in difficolta' economiche mando' il suo piccolo figlio affetto da sigmatismo (a Napoli si dice zeppolla mmocca) dalle suore a chiedere un po' ti cotica . Il bambino si reco' al convento e:"e ditte mamma' me date nu poto e tutanella". La suora divertita dalla pronuncia , finse di non comprendere e fece ripetere al bambino piu' di una volta il termine tutanella, al che i piccolo:"tazzo , ma tu nu tapisci niente?" La suora alla parola "tazzo"lo rimprovero' severamente :"non si dice , hai capito che non si dice?"E il piccolo :"tomm'è, tazzo 'o tapisci e tutanella no?".Edited by Pulcinella291 - 28/10/2014, 08:57
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