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L'origine del mandolino risale alla prima metà del XVII secolo: soltanto a circa la metà del Settecento risale invece l'inizio della produzione di mandolini napoletani da parte della celebre "Casa Vinaccia" di Napoli. Questi mandolini sono quasi tutti ricchi di intarsi e filettature d'avorio e madreperla lungo il manico e si deve proprio ai Vinaccia l'applicazione delle corde di acciaio in sostituzione di quelle in ottone, nel primo Ottocento. Le sue origini sono intimamente legate alla storia del liuto, principe degli strumenti a pizzico e onnipresente dal Medioevo ai primi anni dell’800.
Il liuto fu uno dei numerosi “doni” che la Civiltà islamica ha fatto all’Occidente.L’influenza maggiore della cultura Araba si sentì, ovviamente, nelle zone di confine e di invasione, quindi in Spagna e in Italia Meridionale ecco perchè attecchì principalmente a Napoli.
Il nome mandolino deriva chiaramente dalla mandola strumento usato per la prima volta nel 1589 a Firenze, nell’organico strumentale dei famosi Intermedi alla Commedia “La Pellegrina” di G. Bargagli, composti in occasione delle nozze tra Ferdinando I de’ Medici e Cristina di Lorena.
Piano piano il mandolino divento' uno degli strumenti più conosciuti al mondo perchè rappresentava lo strumento popolare, giocoso, tipico della tradizione dell'Italia meridionale, quasi uno strumento folcloristico tipico della musica popolare italiana. Il mandolino invece non è altro che uno degli strumenti appartenenti alla grande famiglia dei cordofoni, tra cordofoni rientra nella categoria dei liuti, qualcuno , invece, lo fa risalire addirittura alla lira greca.
Ma la vera e propria menzione del nome mandolino le troviamo fra gli appunti di Antonio Stradivari(Cremona 1644 –1737); nell'opera di Tomaso Motta armonica capricciosa di suonate musicali (Milano 1681), che parla di mandolini a quattro, cinque e sei corde.
L'italiano Carlo Sodi diede un concerto per mandolino a Londra nel 1713 ed Handel usa lo strumento nell'opera Alexander Balus del 1743. In francese e in tedesco il nome mandolino è femminile, essendo palesemente inteso come una forma diminutiva per mandora o mandola. L'italiano Mandolino si ha per attrazione della voce Violino(viola- violino; mandola- mandolino). Fra Sei e Settecento erano in uso diversi tipi di mandolino, distinti principalmente a seconda dell’accordatura e del numero di corde. Le caratteristiche comuni a tutti i tipi citati erano l'uso esclusivo del plettro, l’adozione prevalente di corde di budello e l'estrema leggerezza dovuta al taglio sottilissimo dei legni. Il mandolino classico raggiunse la perfezione Embergher, Vinaccia e Calace .
Le origini del mandolino napoletano risalgono al XVII secolo, epoca in cui la "Casa Vinaccia" ne inizia la produzione. I primi mandolini avevano corde di budello, piroli in legno e un’estensione limitata al "re" sopra il rigo con 2 tagli in gola. In seguito la tastiera si estese fino al "la" sopra il rigo con 5 tagli in gola. Questi strumenti venivano abbelliti con intarsi e filettature d’avorio; la cassa aveva da 15 a 20 stecche scannellate. Ai Vinaccia, in epoca successiva, si deve la sostituzione delle corde di budello con quelle in acciaio e, al loro successore Pasquale Vinaccia, l’invenzione della meccanica, tuttora in uso anche se perfezionata, per la regolazione della tensione delle corde, che rende molto più agevole l’accordatura. Alla fabbrica "Calace" si devono invece le innovazioni seguenti: forma della cassa a corazza; ricopertura per isolare la tavola armonica dal braccio del suonatore; buca con fianco dritto; scudo di tipo diverso, tastiera in bianco e nero; 2 buchi al di sopra del ponticello per la risonanza; tavola armonica scura e lucida; paletta piramidale; fermacorde ad 8 bottoni per l’indipendenza delle corde; liuto cantabile a 5 corde doppie (mi-la-re-sol-do) e tastiera prolungata a 24 o 29 tasti.
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