Prima che quel chiaror divenga l'alba e il viver mio trascuri i sentimenti miei, cullo i miei ricordi in quel tepor che sa nutrirli ancora... ...e loro, incuranti dell'imminente giorno, rapiscono la mente per fonderla nel tempo.
Dov'è il mormorio dell'antico ruscello che scivolando fra le siepi rallegrava la collina?
E tu, mia eterna quercia che di rosso l'adornavi. Sotto la tua ombra rivedo me fanciulla a sognar le stelle, e a penar mirando la figura di mio padre che la terra irrigava di sudore.
Dov'è mio padre che nei momenti tristi mi concedeva un tacito respiro e all'orizzonte il fuoco dell'ultimo tramonto?
Perché non odo più i silenzi a cui parlavo? Perché non vedo più le volpi, i falchi e gli abili castori. Dov'è il mio verde e gli aceri infuocati?
E voi, monti lontani che serbavate in cuore ogni mia mossa, scorretemi nel sangue come linfa viva, e canzonatemi ancor quel tempo mai scordato.
Luoghi dolci, luoghi passati, antiche memorie legate al tempo in cui fanciulla ardevo di speranza, e dove vorrei ricondurre il cuore...
...Ma nulla! Forze aliene mi cingono d'assedio placando così gl'indomiti istinti d'una furia che mi ruggisce in petto.
E duole sentire il passo che a volte si fa incerto nel ricercare in quel sentiero vette lontane.
Ora il mio passo è lento, è tinto d'ombra, e attorno a me non v'è neppure un alito capace di farmi compagnia, mentre sussurro un nome tanto caro che una città rumorosa me ne fa assordare l'eco.
Mio eterno amante nei miei sogni ti rivedo... ...ma tu taci, e mentre smisurati pensieri d'amore e gioiose fitte s'intrecciano nel cuore, io spicco il volo e brucio al nostro ardente focolare.
...O quiete! Dolce sentimento che da tempo non abiti più in me, ti prego vorrei goderti ancora... ...ma tra spiragli di luce al fin mi desto e mi rivedo sola.