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Date a Cesare quel che è di Cesare
XXIX Dom TO A
""" … Dunque, di' a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?».
Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose:
«Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? Mostratemi la moneta del tributo».
Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro:
«Questa immagine e l'iscrizione, di chi sono?». Gli risposero:
«Di Cesare». Allora disse loro:
«Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio». """ [Mt 22: 17 -21]
Sembra un elegante escamotage per eludere la domanda capziosa che potremmo tradurre con un "sei dalla parte del tuo popolo, o sei asservito all'invasore romano?".
In realtà è anche questo, ed è perciò che, molto enfatizzando, Gesù è talvolta sbandierato come un rivoluzionario ribelle all'autorità imposta.
Ma come sempre Gesù vola molto più in alto ed il suo ammaestramento coinvolge con grande intensità!
Ricordiamo che nel culto ebraico, come nell'Islam, è ed era vietata la rappresentazione della figura umana, ed in particolare del volto.
La moneta di Cesare dunque, per quei zelanti israeliti avrebbe dovuta essere considerata impura, e contaminante il toccarla. Ma sappiamo bene che gli ebrei di ogni tempo hanno grande affezione per i denari e quindi quel distinguo religioso andava superato ed il tabù ignorato.
Ed ecco allora che la risposta causillica di Gesù diventa un ammonimento alla coerenza.
Le tasse non sono di per sé una cosa cattiva, perché servono per mandare avanti la collettività, e quindi è giusto pagarle (date a Cesare…) dando al potere civile gli strumenti ed i mezzi per farlo, il nostro vivere nel mondo materiale è fatto anche di quello…
Ma che non ci si confonda! questo dover "servire Cesare" non serva di alibi o di scusa per trascurare la propria integrità morale e la purezza dei comportamenti; questi costituiscono infatti sacralità dell'uomo nella sua spiritualità (… e a Dio quello che è di Dio!).Lucio Musto 19 ottobre 2014
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