Le stronzate di Pulcinella

C'è sempre l'amico, - e-mail con Giovanni Keller

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view post Posted on 27/10/2014, 11:27
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C'è sempre l'amico

ed eccoquà l'esempio.

Senza commentarlo vi propongo uno scambio di e-mail fra me e Giovanni, a partire dal suo "desiderio di oggi" di ieri mattina, che per completezza copio-incollo anche qui.
Giudicate da soli; per me amicizia è pronta disponibilità nell'amore, e lo so da sempre, Giovanni è amico mio.
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Licola 26/10/2014

Parerga e paralipomeni

Parerga è la forma plurale latina di parergon aggiunta accessoria che si fa, per abbellimento, a un’opera letteraria o figurativa; digressione.

Paralipomeni: dal greco paraleipómena, neutro plurale del participio presente passivo di paraleípo‘tralasciare’. Propriamente, cose tralasciate, cose omesse.



Questi termini vengono usati da alcuni autori, come Schopenhauer e Leopardi, per chiarire il senso delle loro opere. Il primo utilizzando queste parole intitolò una raccolta di saggi che definì: “piccoli scritti filosofici” e che poi entrò a far parte del corpus del pensiero del filosofo. Il secondo intendeva la sua opera come continuazione alla Batracomiomachia. Io, in modo leggermente presuntuoso, ho pensato di intitolare: “Parerga e paralipomeni al racconto” la raccolta di idee e di episodi ispirati dal racconto stesso ma non strettamente collegati ad esso o perlomeno alcune considerazioni svincolate da un nesso di temporalità dai fatti in esso narrati. Con l’andar del tempo invierò queste mie aggiunte col titolo su riportato.

Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Come il cacio sui maccheroni!... ce l'avevo a portata di mano, e non ci avevo pensato!... Compitino a casa per il dottor Keller:

Il nome azzeccato

Mi serve urgentemente un sostantivo, il nome di un mestere. Un mestiere che non esiste ancora, ma che probabilmente esisterà in un futuro
nemmeno tanto remoto. E parlando di cosa seria, voglio che sia un bel nome, e che derivi dal greco, elegante ed intuitivo (per chi conosce il greco,
affascinante per noi tutti mortali che il greco non lo sappiamo, ma guardiamo all'Agorà come all'Olimpo dei mortali.

Il nobile mestiere dell'eroe della mia prossima collana è facile a descriversi.
La tecnologia ha fatto balzi da gigante e l'astronomia, e l'esobiologia hanno al loro servizio strumenti potenti. Ed il cosmo è pieno di pianeti
compatibili con la vita dell'uomo e teoricamente colonizzabili. Teoricamente, perché come si vedrà nelle varie avventure
(che ancora devo scrivere ma che già mi si affacciano in testa) basta un nonnulla perché non siano abitabili per niente!... basta un dettaglio troppo
piccolo per essere rilevato da strumenti di teleanalisi sia pur sofisticatissimi.

Ed il mio protagonista, il cui mestiere lo etichetterai tu, il mio novello Giasone, con una compagna, o con uno sparuto manipolo di collaboratori va
in avanscoperta su quei mondi lontani per accertare se la promessa tecnologica può essere realizzata da un sogno sociale.

Il tempo stringe e Giasone (Jason va bene come nome?) ha fretta di partire.

Grazie

Un abbraccio a Pina, ed anche a te… Lucio


PS molto tempo fa già scrissi una storia in due capitoletti che potrebbe far parte della collana, o esserne il prologo. Si chiama "Starlea"
e non so se già te l'ho fatta leggere. Se può interessarti te la mando.

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Jiason


Quando Giason dal Pelio
Spinse nel mar gli abeti,
E primo corse a fendere
Co' remi il seno a Teti;

Questa fu la prima cosa che venne in mente ad Hannibal Karrington, dell’agenzia governativa “ soluzione e salvezza”, quando incontrò per la prima volta il teknoforo. Lo fece accomodare per il colloquio, uno dei tanti che teneva ormai da un po’, e quando si presentò, quel nome: “Jason”, veramente insolito, subito tirò fuori dal cilindro della sua memoria il componimento poetico di un dimenticato autore italiano, Vincenzo Monti. Hannibal fece le solite domande, ascoltò le solite risposte, riempì i soliti moduli e come suo solito con un leggero sorriso tese la mano a Jason e con i soliti auguri di rito, lo licenziò e si ritrovò di nuovo solo dietro il tavolo del suo studio. Era stanco ed un po’ sfiduciato, nel suo dipartimento lo stimavano ma sapevano anche che spesso viveva momenti di nero pessimismo; in quei momenti lo si sentiva borbottare che alle due esse delle parole che componevano il nome dell’agenzia, bisognava aggiungerne una terza:”speranza”, ovverosia la speranza che il governo si decidesse a varare i fondi necessari per portare avanti il progetto che egli stesso aveva varato e che ora sembrava non voler sovvenzionare, non perché fosse venuta meno la volontà politica o il bisogno di realizzarlo, gli assicuravano, ma i fondi non c’erano e occorreva andarli a pescare da qualche parte stornandoli dal bilancio di un altro dipartimento. Insomma le solite cose che Hannibal ben conosceva e di cui aveva piene le tasche. Continuò il suo lavoro ma gli ritornava alla memoria il ritornello della poesia, come un batacchio, contro la sua volontà, bussava alla porta della sua attenzione. Stanco di questo gioco ed abituato a prestare ascolto al suo intuito, prese il fascicolo di Jason ed incominciò ad analizzarlo con attenzione. Cosa lo aveva colpito di quel non più giovane colono? Certo la sua esperienza dovuta ad anni di permanenza nelle colonie sperimentali, ma non quello; forse il suo atteggiamento deciso e la sua calma, forse la maturità dell’età. Eppure gli avevano raccomandato di dare precedenza ai giovani nella scelta della persona adatta per il nuovo progetto, ma lui se ne fregava. Quell’uomo nel pieno della sua maturità, con un fisico integro, come risultava dalla documentazione che gli aveva consegnato l’ufficio sanitario, l’aspetto deciso, portava in fondo agli occhi un lampo che in un paio di occasioni si era fatto strada, uno sguardo che in determinati momenti ad Hannibal era sembrato interrogativo. Quell’uomo, a pensarci bene, lo incuriosiva. Dietro la sua età gli sembrava che nascondesse un ardore giovanile. Un uomo deciso o un adolescente caparbio pronto a tutto per raggiungere l’obiettivo prefisso? Forse entrambe le cose ma era la seconda caratteristica che maggiormente lo intrigava e poi quella benedetta poesia, si è vero che il nome Jason gliel’ha fatta ricordare ma la ”Ode al signor di Montgolfier” era la celebrazione dello spirito avventuroso, l’esaltazione dell’animo audace, il travaglio che spinge l’uomo a porsi domande ed a cercare risposte, proprio quell’uomo che fino a poco fa era seduto alla sua scrivania, sembrava in possesso di quelle doti. Bene, Hannibal aveva deciso, avrebbe fatto di tutto per costruire intorno a Jason il gruppo dei nuovi, quelli ai quali avrebbe affidato il mestiere di risolutori di problemi irresolubili, i tecnici che con costanza e genialità avrebbero aperto nuove strade. Hannibal pescando nella sua erudizione che il padre, uomo colto d’altri tempi, gli aveva istillato, andò a cercare il nome più adatto a questa nuova figura. Si ricordò che studiando la “Bibbia”, antichissimo libro sapienziale, Giovanni evangelista e poi Paolo di Tarso, descrivendo l’adolescente o il giovane, parlavano di “teknon”, dal greco, ed aggiungendo il suffisso “foro”, sempre dal greco phero ed anche dal latino fero, coniò il termine teknoforo. Gli piaceva: “portatore di gioventù”, portatore di innovazione, di curiosità, di ricerca, di passione, di voglia di fare, un po’ anche di spirito ribelle. Era certo che quegli ignorantoni del dipartimento l’avrebbero accettato di corsa, accostando alla radice della parola il significato di tecnico che per loro era alla base di tutto.

E quest'è. Se non ti piace o non lo ritieni aderente alle tue idee, abbi la bontà di far finta di niente e pensa ad altro. Mandami intanto "Starlea". Oggi per fare "il compito a casa", tarderò ne "il mio desiderio di oggi". Va bene lo stesso. A chi amma da' cunto.

Un forte abbraccio a Rosaria ed a te. Giovanni


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Eccola qua "Starlea" in allegato.
Per quanto mi riguarda, fai un altro "desiderio di oggi" perché di "Jason" su Pulcinella ne faccio un thread a parte.

Un abbraccio - Lucio


27 ottobre 2014
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view post Posted on 27/10/2014, 13:35
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Pulcinella291 Forum

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tengo n'ammiria cu stu Giuvanne che nun se po' credere. A me stu mappinone e don Lucio chiede de' tutanella e a Giuvanne e cose greche difficili . Embe' si 'ncapa me mette , faccio tutta a mitologia in napulitano. Tie'don lu'...tie'!
 
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view post Posted on 27/10/2014, 20:42
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Aggie pacienza Pullecenè!
Chello, comme dicono 'e francise,
ce vò a sciorta a essere vruoccolo...
e ce vo' pure a essere friariello!...
A Giuanne aggio spiato 'a Grecia..
e 'a te m'emparo a Magnagrecia!
 
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